martedì 16 febbraio 2021

Lo smart working È lavoro!

Ieri pomeriggio sui social ha iniziato a circolare la notizia secondo cui Renato Brunetta, appena nominato ministro per la Pubblica Amministrazione nel neonato governo Draghi, avrebbe dichiarato «Basta smart working, i dipendenti pubblici tornino in ufficio». Io stessa avevo condiviso indignata il link su Facebook, solo che il contenuto a cui puntava è stato ben presto rimosso: si vede che in redazione si erano accorti che l'esternazione di Brunetta risaliva al giugno scorso e «riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità», come ha scritto il Corriere della Sera – il quotidiano italiano più diffuso e letto, mica la Gazzetta di Roccacannuccia! – ammettendo il disguido e scusandosi per l'errore che, partendo da lì, si è poi diffuso a macchia d'olio, senza che chi di dovere si premurasse di effettuare le necessarie verifiche. Il giornalismo italiano c'ha grossa crisi!!!

Da parte sua, il diretto interessato ha chiarito di non aver «rilasciato alcuna intervista, a nessuno, come doveroso riserbo, in attesa del discorso programmatico del presidente del Consiglio Mario #Draghi alle Camere del prossimo mercoledì al Senato e giovedì alla Camera, con conseguente dibattito parlamentare e voto di fiducia».

Ciò premesso, mi ha dato davvero fastidio il tono usato a giugno da Brunetta, quel «Basta, si torni tutti a lavorare!», come se chi fa smart working approfittasse del fatto che colleghi e superiori non possono tenerlo sotto controllo così facilmente per farsi i fatti propri. Io ho lavorato da casa dal 24 febbraio 2020 al 31 gennaio scorso quando è cessato il mio contratto, e devo dire che, al di là del fatto che potevo svegliarmi un'ora e mezza più tardi non dovendo recarmi in ufficio, mi davo da fare – e mi stressavo – mediamente di più rispetto al lavoro in presenza. Quasi mai staccavo alle 16 come previsto dal mio orario, ma spesso proseguivo fino alle 17, alle 18 e anche oltre, «tanto mica devo tornare a casa, ci sono già, sbrighiamo questa faccenda così domani posso occuparmi d'altro». E non penso che per i dipendenti pubblici le cose siano andate in maniera radicalmente diversa... a meno di non voler credere allo stereotipo dei fannulloni che lo stesso Brunetta ha contribuito ad alimentare fin dalla sua precedente esperienza di governo.

Nessun commento:

Posta un commento