giovedì 5 agosto 2010

Ancora sulla sicurezza stradale

Il viaggio in treno che ho fatto due domeniche fa alla volta di Sirmione prevedeva un cambio a Milano Centrale. Avevo una quarantina di minuti di tempo prima che partisse la coincidenza per Desenzano, perciò ho fatto un salto in farmacia (per fortuna malgrado la giornata festiva era aperta quindi, avendo dimenticato a casa lo spazzolino da denti, ho potuto comprarne uno nuovo) e poi ho vagato per un po' trascinando il mio trolley in giro per la stazione. Tra i vari messaggi pubblicitari, mi hanno notevolmente colpita i cartelloni realizzati dalla Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, la ONLUS delle compagnie di assicurazione, nell'ambito della campagna di comunicazione contro la guida distratta denominata "Pensa a guidare". La distrazione alla guida è considerata il primo fattore di incidentalità stradale, ma al tempo stesso è un problema tra i meno conosciuti e contrastati nel nostro Paese, poiché è difficilmente misurabile.


I tabelloni che ho fotografato con il cellulare riportavano frasi fin troppo eloquenti nel loro essere troncate prima della fine: pressoché impossibile restare indifferenti. «Ma va', un ritocco al rossetto non ha mai ucciso ness», e poi un guanto da motociclista sull'asfalto. «Guarda quella al semaforo, non è uno schian», e lo specchietto retrovisore di una moto. «Pronto? No che non mi disturbi, sto guidan», e l'immagine di un tenero orsacchiotto di peluche. (Ovviamente quest'ultimo manifesto si riferiva alla pessima abitudine, già da me biasimata su questo blog, di telefonare mentre si guida; c'è chi manda addirittura sms, assurdo. :-S A proposito, tempo fa è stato dimostrato che di fatto al volante non c'è auricolare né vivavoce che tenga: che si abbiano o meno le mani libere, parlare al cellulare distrae parecchio, è innegabile) Altri fattori, corrispondenti ad altrettanti soggetti della campagna stampa, che influiscono negativamente sui tempi di reazione e sulla soglia di attenzione: fumarsi una sigaretta, armeggiare coi comandi dell'autoradio, togliersi la giacca, leggere il giornale (questa poi... ma si può?! :-S).
Infine, sempre in tema di sicurezza stradale... un'altra campagna ancora più scioccante, in questo caso mirata a sensibilizzare gli amanti delle due ruote circa l'importanza di indossare e allacciare il casco, l'ha segnalata mesi fa Sara... e quindi colgo l'occasione per riportare questo impressionante manifesto. La scritta dice: «Non mi piace indossare il casco, mi rovina i capelli»... :-S


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