Martedì sono andata al cinema a vedere Robin Hood. Inevitabile porre questo film a confronto con Il gladiatore, grande successo della premiata ditta Scott-Crowe ("soci" anche in Un'ottima annata, American Gangster e Nessuna verità)... e altrettanto inevitabile, almeno per me, constatare che il parallelo si risolve indubbiamente a sfavore della pellicola appena uscita. Avevo preferito un "sano" film d'avventura a Draquila perché non mi sentivo in vena di demoralizzarmi... ma, dopo aver letto il post di Simone, mi ripropongo di vedere quanto prima il documentario curato da Sabina Guzzanti.
Due parole sulla trama del film che ho visto. Robin Longstride (ché non faceva mica Hood di cognome! ;-)), interpretato appunto da Russell Crowe, è un prode e abilissimo arciere dell'esercito di re Riccardo Cuor di Leone. Alla morte di quest'ultimo, per onorare la promessa fatta a Robert Loxley, un commilitone caduto in battaglia, Robin parte alla volta di Nottingham per riconsegnare all'anziano padre del soldato la spada, prezioso cimelio di famiglia. Sarà l'occasione per fare la conoscenza di Lady Marian (o Marion?), la vedova di Loxley, nonché per fingersi suo marito. [A proposito... bisogna dire che dietro l'aspetto etereo et leggiadro la damigella celava un temperamento mica male; pur non avendo mai avuto velleità recitative, un po' invidio Cate Blanchett per aver potuto impersonare una tipa così tosta... :-)] Nel seguito del racconto scopriamo come fece il nostro eroe a meritarsi da parte di re Giovanni Senzaterra, il quale non era poi l'innocuo "bamboccione" che poteva sembrare, il poco invidiabile titolo di fuorilegge (ma sempre pronto a rubare ai ricchi per dare ai poveri) noto ai più grazie agli innumerevoli film dedicati al popolare personaggio per metà storico e per metà leggendario.
In teoria la natura di prequel sarebbe potuta bastare a dare un senso a questa storia... che invece, se mi è permesso esprimere il mio modesto parere, tutto sommato «un senso non ce l'ha», per dirla con Vasco. Chissà, forse sarebbe stato meglio se, come si era pensato inizialmente, la trama fosse stata incentrata sulla figura dello sceriffo di Nottingham (un irriconoscibile Matthew Macfadyen, già Mr Darcy in Orgoglio e pregiudizio), che invece ricopre un ruolo marginale a vantaggio del vero antagonista, Sir Godfrey (Mark Strong, il Lord Blackwood di Sherlock Holmes). Nulla da eccepire sull'accuratezza della ricostruzione storica – dieci e lode a scenografi e costumisti oltre che ai responsabili della fotografia – e sull'indubbia maestria di Ridley Scott nel dirigere le scene più spettacolari e complesse. Ma, nelle due ore e venti di film (troppe), di rado l'azione viene accompagnata dall'emozione, come mi sarei aspettata ricordando i "lucciconi" che avevo sul finale del Gladiatore. A proposito, adesso che ci penso, quel film lo vidi una sola volta, ai tempi della prima visione televisiva in chiaro, e poi non più... una lacuna decisamente da colmare, dal momento che mi piacque così tanto! :-)
P.S.: Il trailer è doppiato da Luca Ward, voce ufficiale di Russell Crowe celebre per aver "prestato" l'epico «Al mio segnale scatenate l'inferno!» a Massimo Decimo Meridio; poi, però, lui ha dovuto rinunciare a doppiare anche il film in seguito all'infortunio occorsogli durante il programma L'isola dei famosi. Io non mi ero nemmeno accorta che nel film Robin parlasse con un'altra voce, per la precisione quella di Fabrizio Pucci. Strano, di solito ho un certo orecchio per queste cose... :-S
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