venerdì 10 ottobre 2008

San Cetteo, patrono di Pescara

raccontiamo l'AbruzzoCon questo post provo a dare un primo contributo all'iniziativa raccontiamo l'Abruzzo... che ne dici, Hermans, può andare?
Probabilmente molti di voi non conoscono il nome del santo patrono di Pescara, che si festeggia oggi, 10 ottobre: San Cetteo, o Ceteo (Ciattè, in dialetto locale). Io stessa, che a Pescara ci abito da sempre, su di lui sapevo ben poco... e per l'occasione ho pensato di dedicarmi a qualcosa che non ricordo di aver fatto né a catechismo né a scuola: la ricerchina, scopiazzando da qui e qui (se anni fa il computer e il copia&incolla fossero stati diffusi come oggi, non credo che il mio apprendimento ne avrebbe tratto un gran vantaggio... ).
San Ceteo (Peregrinus) di Amiterno, Vescovo (VI secolo - 13 giugno 597)
In Abruzzo, san Cetéo o Pellegrino, vescovo di Amiterno, che, al tempo dell’invasione longobarda della regione, falsamente accusato di aver tradito la città, fu condannato a morte e annegato nel fiume.
Le notizie intorno a Ceteo sono tratte unicamente da una
passio ampiamente leggendaria nella quale sono contenute, però, alcune tradizioni locali riferentisi al tempo delle invasioni longobarde in Italia, probabilmente attendibili.
Ceteo era vescovo di Amiterno (oggi San Vittorino, nei pressi dell'Aquila) al tempo di San Gregorio Magno. Durante il suo episcopato due capi longobardi, Alai e Umbolo, occuparono la città ed egli, per non assistere alle loro depredazioni, si rifugiò a Roma. Per sedare il malcontento dei cittadini, una missione longobarda si recò da San Gregorio Magno e, dopo aver solennemente promesso che i cittadini sottomessi sarebbero stati trattati con più umanità, ottenne che Ceteo ritornasse ad Amiterno. Ma, sorto un dissenso tra i due capi iongobardi che tenevano la città, Alai si alleò con il conte Veriliano di Orte, il quale occupò di notte Amiterno. Quando fu scoperto il tradimento, il popolo furente voleva uccidere Alai, ma Ceteo interpose la sua opera, cercando di farlo condannare soltanto al carcere. Ma Umbolo sospettò che anche il vescovo fosse connivente con il traditore e ordinò che questi fosse ucciso insieme con il suo complice. La sentenza di Alai fu subito eseguita, mentre l'esecuzione di Ceteo fu sospesa per il netto rifiuto del boia. Umbolo, allora, comandò che fosse gettato nel fiume Aterno (l'odierno Pescara) con una grossa mola al collo. Il suo corpo fu trasportato dalla corrente fino al mare e gettato sul lido; secondo alcuni, sarebbe arrivato fino a Zara, sulla sponda orientale del mare Adriatico, ma con molta maggiore verosimiglianza arrivò a Pescara, alla foce del fiume omonimo. Quando Ceteo fu rinvenuto da un pescatore, fu avvertito il vescovo del luogo il quale, non sapendo chi fosse, lo chiamò "Peregrino" e gli dette sepoltura sul posto. Più tardi, in seguito a un miracolo avvenuto sulla sua tomba, il vescovo lo fece trasferire e seppellire, con maggior onore, a nove miglia dalla città.
Ceteo è commemorato nel Martirologio Romano il 13 giugno, ma nella città di Pescara se ne fa memoria il 10 ottobre.
A San Cetteo è intitolata la cattedrale di Pescara, costruita negli anni Trenta, che ne custodisce le reliquie (anche se anni fa si vociferava che fossero state trafugate, se ben ricordo).

3 commenti:

  1. Grasssssie! :-) Sono sulla buona strada, allora...?

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  2. Ciao, mi chiamo Marco, Cetteo e sono nato e vivo a Pescara, ho letto la tua ricerca e sicuramente l'ho trovata molto interessante, ora so qualcosa di più su San Cetteo, patrono di Pescara. GRAZIE !
    Mi piacerebbe conoscere l'esito di quella diatriba che anni fa mise in discussione il riconoscimento della santità di Cetteo e perchè non si festeggia il Santo (patrono di Pescara) con rappresentazioni importanti civili e religiose. Grazie, ciao Marco Cetteo.

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