Dopo la serata di ieri, che è iniziata all'insegna del cattivo umore si è conclusa pure peggio, non mi andava di starmene a casa da sola anche il sabato sera, così ho cercato un tavolo sull'app Tablo – dopo il quinto utilizzo ho constatato parecchie limitazioni nonostante l'abbonamento, che a questo punto, a fine mese, di sicuro NON rinnoverò – e mi sono aggregata. La cena è cominciata in maniera piacevole, nonostante la tavolata fin troppo numerosa per i miei gusti mi mettesse a disagio... ma dopo le 22, quando in pratica abbiamo finito di mangiare, sarei già voluta tornare a casa. Siccome nessuno accennava a congedarsi dalla compagnia, ho pazientato seguendo in silenzio o quasi le conversazioni altrui... e a un certo punto ne è saltata fuori una che mi ha amareggiata alquanto. Si parlava di approcci tra uomini e donne, e del fatto che «quando una donna decide di sedurre un uomo quasi sicuramente lui ci sta, mentre non è vero il contrario». Su questo maschi e femmine della tavolata erano tutti più o meno d'accordo, sia pur con varie sfumature e distinguo. Per quanto mi riguarda ho invece evitato di intervenire, reputandomi la donna più "friendzonata" d'Italia... quando mi va bene, perché tutte le volte che l'uomo ci è stato – non che sia stata io a condurre il gioco della seduzione – sono finita dopo un tempo più o meno lungo con il cuore in frantumi. L'ultimo "friendzonamento" che ho subìto è recentissimo, e il cervello è consapevole che sia stata la cosa migliore anche per me... ma altri organi meno evoluti rosicano ancora di brutto!
Insomma, se sto a casa mi faccio le pippe mentali, se esco sempre lì vado a finire... Mi sa che è meglio se me ne sto a casa e mi immergo nei mondi racchiusi negli innumerevoli libri che mi attendono!
[Nell'immagine che apre il post, la beffarda ironia del bigliettino contenuto dentro il biscotto della fortuna che ho scartato a fine pasto. Faccio un breve riepilogo: sono single dopo essere stata mollata dopo anni dall'uomo che pensavo avrei finito per sposare, adesso abito in una casa minuscola... e, quanto alla fortuna che mi aspetta, non credo a certe cose. In compenso nella sfiga ci credo profondamente, per esperienza personale]

Mi sembri amareggiata e un po' triste, il che dopo una batosta come quella che ti è capitata tra capo e collo sicuramente ci sta, altroché se ci sta; però mi sentirei più tranquilla nel vedere il tuo umore almeno all'inizio di una sia pur difficile e lenta risalita. Ogni cosa vuole il suo tempo, è sacrosanto, e forse in ciò che ti auguro sto semplicemente correndo troppo... spero si tratti solo di questo.
RispondiEliminaPerò pensavo anche che le serate passate in gruppi più o meno numerosi vanno benissimo, lungi da me affermare il contrario, però quando si ha l'animo ammaccato e impegnato in una specie di difficile convalescenza, quale mi sembra sia la tua, credo sia più utile lo scambio con una (se si è fortunati magari anche più di una) singola persona. Che può essere un amico o un'amica di più o meno vecchia data, o magari anche qualcuno/a conosciuto/a in queste recenti occasioni di socialità che si dimostri fidato/a e con cui ci si senta in sintonia, comunque UNA persona. Con la quale ci siano intesa e confidenza tali da poter condividere in piena sincerità i propri umori e pensieri. Senza... retropensieri, senza remore e censure bensì con la mente e il cuore aperti, in piena fiducia e spontaneità. Tranquilli e rilassati, per così dire... E' l'unico modo in cui credo possano crearsi quella vicinanza, quell'utile scambio e quel sostegno di cui in frangenti come quello che stai vivendo si ha bisogno; mentre le "comitive", pur essendo utili per trascorrere più o meno piacevolmente una serata non possono, alla fine, che lasciare il tempo che trovano.