Per questo weekend avevo in programma da giorni un viaggio a Pescara. Da sola non ci venivo dal 2017, in treno. Anche stavolta avrei dovuto viaggiare in treno, i biglietti li ho acquistati mercoledì della settimana scorsa... ma tre giorni fa ho ricevuto un SMS che mi informava che il mio Frecciarossa Milano-Pescara era stato cancellato causa sciopero generale. Dopo un breve ma intenso momento di panico – e mo' che faccio?! – ho preso al volo un posto sul pullman di FlixBus, che rispetto al treno ha lo svantaggio di impiegare più tempo obbligandomi a chiedere l'intero venerdì di ferie anziché solo mezza giornata, e ho richiesto il rimborso del biglietto del treno già pagato.
E oggi sono partita. Ovviamente alla stazione dei pullman di Lampugnano ci sono dovuta arrivare in macchina sfidando il traffico folle della tangenziale e l'infondato timore che la mia macchinina Euro 4 a benzina non potesse entrare in area B – il parcheggio a pagamento dovrebbe costarmi meno di 20 euro – perché, sempre causa sciopero, non potevo fare affidamento su treni regionali e metropolitane.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene... ma anche se non fosse filato tutto così liscio, non mi permetterei mai di mettere in discussione il sacrosanto diritto di sciopero, peraltro costituzionalmente garantito.
Di fronte all'ennesima agitazione sindacale organizzata di venerdì, c'è sempre chi ciancia di lavoratori che "vogliono fare il weekend lungo", come se i mezzi pubblici non circolassero anche il sabato e la domenica... ma il punto, come ricordato da Pagella Politica, è che «l’obiettivo di uno sciopero è quello di creare disagio e un settore come quello dei trasporti ha più senso che scioperi a ridosso del fine settimana piuttosto che in un giorno in cui avrebbe effetti limitati».
Insomma, ce dovemo sta'! :-)
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