La mia ultima più che decennale relazione, nata grazie a – o meglio, per colpa de – i social, non poteva non avere una fine segnata anch'essa dai social.
Il 28 marzo scorso, mentre sfogliavo i ricordi di Facebook, mi sono imbattuta in un post pubblicato un anno prima, quando ero andata con costui al concerto dei Depeche Mode. Rileggere quello che avevo scritto mi ha fatto molto male... e siccome lo avevo taggato, ho deciso di nascondere su Facebook tutti i ricordi in cui era richiamato il suo profilo. (Ma dovrei smettere proprio di guardarli, i ricordi, perché i like, i cuoricini e gli "abbraccini" che metteva ai miei post li vedo ancora, e non mi fa bene)
Il 25 aprile mi è comparsa su Instagram la notifica qui sotto: il soggetto in questione aveva rimosso sé stesso dai "collaboratori" di un mio post. Era un post nel quale l'avevo taggato ringraziandolo amorevolmente per essere andato a prendere le pizze per cena, e poiché risultava taggato il post compariva anche sulla sua timeline, rovinandogli l'immagine di uomo single.
Già, single: perché subito dopo, andando a controllare su Facebook, ho scoperto che la sua situazione sentimentale era cambiata da "convivente con la sottoscritta" a "single".
Essendosi tirato fuori il soggetto con cui convivevo, nel mio profilo risultavo convivente con... non si sa chi. Ovviamente a quel punto anch'io ho impostato la mia situazione sentimentale come "single".
Pochi giorni dopo Amazon mi ha informata via email che uno di noi due aveva lasciato la nostra Amazon Family; siccome io non avevo fatto nulla, non poteva essere stato altri che lui. Un "divorzio virtuale" in piena regola, anche se limitato alla sfera dello shopping online.
Non essendoci più io a ripetergli che non volevo sentir parlare di astrologia, lui ha iniziato a dar libero sfogo al suo interesse per l'argomento; ecco una sua story del 6 maggio scorso.
(Benché gli venisse consigliato di bere due calici di vino per mantenere la calma, lui era pure astemio. Nemmeno la scusa dell'alcol può avere, per essere andato così fuori di testa. Figurati che mi ha detto di essere convinto che io sarei dovuta nascere molto prima del 2 giugno, sotto il segno del toro, oppure molto dopo, sotto il segno del cancro, perché essendo noi due così diversi non potevo essere anch'io dei gemelli come lui. Ma che discorsi sono?!)
Infine, ecco l'ennesima, ma spero tanto sia anche l'ultima, dolorosa mazzata. Oggi era il quinto anniversario della morte di mia mamma, e scorrendo i ricordi di Facebook mi sono trovata davanti questo post che avevo pubblicato quel triste giorno.
Il fatto che il post che avevo condiviso non risulti disponibile implica che l'autore, cioè lui, l'ha eliminato. Purtroppo mi ricordo, sia pur vagamente, quello che aveva scritto... e il fatto che abbia voluto far sparire qualcosa scritto con tanto coinvolgimento (apparente) nei miei confronti mi ha ferita assai. Sorvoliamo su quanto l'opinione che avevo su di lui all'epoca si sia rivelata clamorosamente sbagliata.
[In compenso lo scorso weekend ho cambiato le password dei due aggeggi che uso per controllare da remoto che a casa a Pescara sia tutto a posto, per non permettergli più di accedere e di farsi in qualche modo i fatti miei. Ma magari lui non se ne è manco accorto, perché è assai probabile che avesse già disinstallato le relative app]
Se anche nei blog ci fosse il pulsante delle reazioni sceglierei quello dell'abbraccio.
RispondiEliminaTi ringrazio! <3
EliminaE' sicuramente un mio limite, ma non finirò mai di chiedermi: perchè stare sui social?
RispondiEliminaIl tuo commento meriterebbe una risposta lunga e articolata che al momento non mi sento in grado di dare. Posso solo dire che, in base alla mia personale esperienza, i social sono un modo per entrare più facilmente, essendo io così introversa, in contatto con altre persone, ma anche per farmi un'idea di quello che succede nel mondo, non restare troppo indietro riguardo agli argomenti più dibattuti (la famosa "FOMO") e coltivare i miei interessi tramite le pagine che seguo (scelte in base ai miei gusti personali, e quindi affette di base da un certo "bias", lo riconosco).
EliminaRibaltando un po' la domanda di Siu, si potrebbe chiedere: perché non starci, sui social? Si tratta ovviamente di una provocazione, ma provo a dire qualcosa sui motivi per cui anche io sto su questi famosi/famigerati social.
EliminaInnanzitutto devo dire che, blog a parte (in fondo non sono social anche i blog, da un certo punto di vista?), l'unico social che utilizzo con regolarità è facebook, oltre a questo non ho altro. Vabbe', ho un canale su youtube dove, quando va bene, pubblico sì e no forse un video all'anno, quindi non lo prendo neppure in considerazione. Detto questo, io non credo che i social, in questo caso facebook, siano il male assoluto, così come non credo siano il bene assoluto. Tutto dipende dall'uso che se ne fa, e questo vale per tutto, dentro o fuori internet. Per quanto mi riguarda, lo uso per scrivere e pubblicare pensieri miei, esattamente come faccio sul blog. A volte, anzi spesso, i post che pubblico sul mio blog non sono nient'altro che copia-incolla di post già pubblicati su facebook. O viceversa.
Oltre a questo, utilizzo facebook per seguire persone o pagine che suscitano il mio interesse, come letteratura, scienza, storia, musica e altro. Non ci vedo niente di terribile in questo. Ci sono tantissimi personaggi pubblici (scienziati, scrittori, intellettuali, musicisti ecc.) che scrivono regolarmente su facebook e che a me piace seguire. Penso ad esempio al premio Nobel per la fisica Carlo Rovelli, a scrittori come Roberto Saviano, per non parlare delle pagine che raccolgono scritti e riflessioni di Alessandro Barbero, Telmo Pievani, Guido Barbujani, Umberto Galimberti, e potrei continuare.
Poi, ovvio, se uno utilizza facebook o altri social stando tutto il giorno a seguire video scemi o stupidaggini varie, allora sono pienamente d'accordo con
Siu che piuttosto che stare su un social è meglio andare a pescare. Ma qui non è un problema del social, è un problema dell'utente. Poi, che i social siano strutturati in modo da tenere il più a lungo connessa a sé l'utenza è verissimo (d'altra parte guadagnano su questo), ma sta sempre all'utente non cadere in questa "trappola".
In definitiva, ciò che voglio dire è che (mi ripeto) i social non sono né il male assoluto né il bene assoluto. Sono semplicemente ciò che noi decidiamo che siano.
Io già fatico a seguire i blog che m'interessano, insomma mi bastano -e avanzano- quelli.
EliminaUna questione di età, probabilmente.