mercoledì 11 maggio 2011

Contro la barbarie dell'acidificazione

Finalmente una buona notizia per chi ha a cuore la condizione femminile in ogni parte del mondo: il Parlamento pachistano ha appena approvato una legge che prevede pene severe contro coloro che sfigurano le donne, soprattutto giovani, ustionandole con l'acido. Questa atroce punizione colpisce ogni anno centinaia e centinaia di ragazze "colpevoli" di aver rotto un fidanzamento, di aver respinto un pretendente, di essersi ribellate a una prepotenza, di aver disubbidito a una costrizione. Alcune di queste donne non sopravvivono, mentre le più "fortunate" riportano permanenti danni fisici, non solo estetici ma anche funzionali, e psicologici, e finiscono per trovarsi emarginate nella società in cui vivono.
Della barbara e ignobile pratica dell'acidificazione, diffusa pure in Bangladesh e in Nepal, avevo già sentito parlare; di recente, inoltre, sfogliando Vanity Fair sono venuta a conoscenza di un'iniziativa presa dal settimanale in collaborazione con Cosmoprof, e che ha permesso di raccogliere quarantamila euro da devolvere all'associazione di volontariato Smileagain, fondata allo scopo di dare un aiuto concreto alle donne acidificate.
[In apertura del post è mostrata una vittima dell'acidificazione con in mano una foto che la ritrae prima dell'aggressione: un'immagine sconvolgente, che non può lasciare indifferenti. Per evitare di turbare la sensibilità delle persone più impressionabili, comunque, ne ho ridotto le dimensioni. La versione originale l'ho trovata su Facebook]

2 commenti:

  1. Nel 2011 siamo ancora costretti a prendere questa notizia come una "conquista".
    Ma il medio evo non era finito da secoli? :-(

    Caigo

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