In questi giorni i social sono letteralmente invasi da immagini trasformate nello stile dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki tramite l'intelligenza artificiale. Devo ammettere che di primo acchito ho scorso con incantata ammirazione le numerose gallerie: si va dall'attualità (con papa Francesco che dà a Fabrizio Corona quello che si merita, peccato sia solo finzione)...
... ai memi più in voga in Rete...
... ai fotogrammi iconici – eh, lo sapevo che prima o poi avrei ceduto pure io all'uso di quest'aggettivo inflazionatissimo :-/ – di film famosi (qui Jack e Rose in Titanic)...
... ai cantanti italiani in auge qualche decennio fa (come Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi vincitori di Sanremo 1987 con Si può dare di più).
Poi però, leggendo questo articolo de Il Post e anche molte opinioni sui social, mi sono resa conto che questa "ghiblificazione" non è affatto una buona cosa, e non piacerebbe affatto allo stesso Miyazaki (il quale, ironia della sorte, è stato "ghiblificato" a sua volta in un'immagine nella quale gli si mette in bocca l'opinione da lui espressa già qualche anno fa sull'impiego dell'intelligenza artificiale nell'animazione).
Insomma, sono perfino sollevata per il fatto che la versione gratuita di ChatGPT di cui dispongo non mi abbia permesso di rielaborare la mia fotografia. (Sì, lo so che sarebbe stato pure il caso di fare a meno di includere nel post le immagini sopra, ma non ho resistito a mostrare le potenzialità sempre più impressionanti dell'AI)
Concludo con un paio di immagini a tema: Homer Simpson in un famoso meme circondato da personaggi tutti "ghiblificati"...
... e una vignetta dell'illustratore Boban Pesov che raffigura il metaforico sciacallaggio dell'arte di Miyazaki, nella fattispecie il personaggio di Totoro, da parte dell'AI.