sabato 17 giugno 2023

La metafora della "torta naufragata"

Negli ultimi due giorni mi sono imbattuta in un paio di foto di torte dalle decorazioni diciamo malriuscite; la prima mostra un dolce che dei bambini dovrebbero aver portato in dono alle maestre per l'ultimo giorno di scuola...

(uso il condizionale perché mi è parso così assurdo che nessun adulto sia intervenuto a correggere lo strafalcione da arrivare a ipotizzare che la torta sia stata decorata così apposta per diventare virale; infinitamente meglio questo metodo rispetto alle challenge folli e pericolose, il riferimento non è casuale)

... e quest'altra è stata pubblicata nel gruppo cucinaremale da un'iscritta che afferma che sua madre abbia ordinato una torta con la scritta "Buon compleanno Banderas" (soprannome del suo compagno), ma il risultato non è stato esattamente quello che ci si aspettava.

Per questo, quando ho cominciato a leggere l'ultimo post del blog Sketchplanations, mi è sembrato che l'argomento fosse lo stesso. Non è così, o meglio non solo. Lo spunto in effetti è quello, ma viene usato come metafora per parlare di tutt'altra questione, che incidentalmente mi riguarda dal punto di vista professionale in quanto sono una sviluppatrice software (o meglio, il mio job title è quello, anche se nelle mie giornate in ufficio mi occupo spesso di tutt'altro).

Cake Wrecks è il blog e il libro di quando le torte professionali vanno male in modo esilarante, di Jen Yates. Ma un "cake wreck" [più o meno, "torta naufragata", NdC] è anche un'utile metafora di quanto possa essere facile interpretare male le istruzioni, spesso semplicemente prendendo qualcosa alla lettera quando ci si aspettava che venisse interpretato. Esempi dalla collezione di Jen includono una torta dall'aspetto elegante con "Niente" scritto sul davanti, una torta di laurea con "Voglio i confettini" accanto a un cappello da laureando, oppure una torta con la scritta "Buon compleanno su una torta senza glutine". Se non li hai visti, potresti fare molto peggio che cercarne qualcuno adesso. È facile ridere di questi esempi, ma è anche facile trovare esempi reali nel lavoro quotidiano.
Ho imparato a conoscere i "cake wreck" dall'eccellente libro di Jeff Patton User Story Mapping. Egli indica i "cake wreck" come un esempio fin troppo comune di comunicazione nello sviluppo del software. Ad esempio, una user story o una specifica per una funzionalità viene scritta e trasmessa agli sviluppatori che, in assenza di altre comunicazioni e forse con barriere culturali o di status, possono costruire con cura esattamente quello che è scritto piuttosto che quello che intendeva chi ha scritto. I "cake wreck" sono divertenti e sciocchi, tranne se era per la tua occasione speciale, ma gli errori nei progetti sono costosi in termini di tempo, denaro e relazioni e vale la pena evitarli.
La ricetta per evitare un "cake wreck" è, in linea di principio, semplice:
  • Comunica di più
  • Non dare per scontato che quello che vedi sia quello che vedrà qualcun altro
  • Condividi abbondantemente
  • Usa storie e specifiche come strumenti per parlare di ciò che è necessario e non come equivalenti di esso
  • Crea uno spazio sicuro in cui tutti possano mettere in discussione quello che non capiscono o con cui non sono d'accordo
  • Dai a tutti il "perché" dietro un progetto e autonomia e flessibilità per suggerire altri modi per raggiungere l'obiettivo
  • Fai dei controlli durante un progetto e apporta degli aggiustamenti se necessario
Grembiule?

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