martedì 13 agosto 2019

Addio Nadia

Stamattina al mio risveglio ho trovato la notizia della morte di Nadia Toffa, inviata del programma televisivo Le Iene; non posso dire che mi abbia colta di sorpresa, perché era oltre un mese che lei, di solito sempre molto attiva sui social, non dava sue notizie, ma ho provato ugualmente una grande amarezza: caspita, era pure più giovane di me! Quasi un anno fa avevo speso nei suoi confronti parole abbastanza severe – ridimensionate poi però dopo due giorni – sul fatto che avesse voluto raccontare in un libro, cito testualmente, «come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il #cancro, in un dono, un’occasione, una opportunità». Oggi sui social chiunque si è sentito in diritto di dire la sua al riguardo: c'era chi si è limitato ad esprimere il suo commosso cordoglio (il più saggio mi è sembrato il cantante Pupo, il quale ha scritto «Nadia Toffa ha sbrigato una faccenda che prima o poi tutti noi dovremo sbrigare. Non dimentichiamocelo mai e quindi, diamoci una calmata. In tutti i sensi»), chi si è detto umanamente dispiaciuto ma ha tenuto a sottolineare che professionalmente non ne sentirà la mancanza, chi ha ricordato un suo servizio a favore di una pseudoscienza come l'omeopatia, chi ha trovato da ridire sulla metafora bellica usata da più parti (la "guerriera" è stata "sconfitta")... per poi arrivare ai casi peggiori: alcuni l'hanno criticata per essersi voluta "avvelenare" con la chemioterapia (!), altri addirittura si sono permessi di fare della macabra ironia mai così fuori luogo. Per quanto mi riguarda, avendo già "toppato" un anno fa – perché riflettendoci sono giunta alla conclusione che nessuno mai dovrebbe permettersi di giudicare il modo in cui gli altri affrontano i propri problemi, né tantomeno le affermazioni che costoro si lasciano sfuggire in condizioni emotive e mentali non sempre ottimali – questa volta mi limiterò a citare le parole della stessa Nadia riportate da Fanpage.it.
Vivo ora, perché sono viva. Non ho paura della morte. E non vorrei mai sapere quando morirò, perché non saprei che fare. Io voglio vivere la mia vita normale, senza cambiare una virgola. La vita è stramba, ci stupisce sempre, ma anche con i lieti fine però. Ci sono persone che guariscono, persone che imparano dal dolore, dalla morte, a non avere paura. Io non ho più paura di morire.
Se penso che negli ultimi mesi ho fatto un dramma per alcuni strani sintomi che manifestavo, potenzialmente legati a patologie piuttosto serie, salvo poi scoprire, fatti tutti gli accertamenti del caso, che non avevo nulla di grave, mi rendo conto che l'esperienza di Nadia ha parecchio da insegnare pure a me...

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