sabato 10 agosto 2019

Io non resterò in silenzio

Ieri ho scritto che non mi andava di pensare alla crisi di governo... ma tanto è inutile girare la testa dall'altra parte, quindi oggi mi occupo dell'argomento, sia pur limitandomi a riportare cose scritte da altri: l'articolo de Il Post che illustra cosa può succedere adesso, il post di Lorenzo Tosa, titolare del blog Generazione Antigone, che merita di essere riportato integralmente...
Solo un paese che ha smarrito il più elementare alfabeto civile e costituzionale può assistere in silenzio a un vicepremier di minoranza di un esecutivo che apre la crisi di governo, convoca il Parlamento ed evoca lo scioglimento delle Camere, come se fosse contemporaneamente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica in carica.
Solo un paese che ha perso ogni dignità può accettare senza battere ciglio che un capopartito chieda di essere investito di “pieni poteri”, neanche fossimo nell’ottobre del ‘22.
Solo un paese che ha perduto completamente il senso delle istituzioni può rimanere zitto mentre un ministro si rivolge a parlamentari della Repubblica eletti invitandoli ad “alzare il c***” e presentarsi in Aula il prossimo lunedì, come se fossero pedine alle sue dipendenze.
Non siamo più di fronte alle sbruffonate di un cialtrone sulla spiaggia con un Mojito in mano. Queste sono prove tecniche di regime. E, se può fare tutto questo, se può spingersi tanto in là, non è solo per i 10 milioni di italiani che lo applaudono, ma per i 50 che stanno zitti.
Ogni nostro silenzio, ogni nostro arretramento, è un segnale di resa della democrazia e delle istituzioni. È una tacca in più nella discesa verso l’abisso e un piccolo assaggio di quello che sarà. I campanelli d’allarme nella storia suonano sempre fortissimi, solo che non ci sono mai abbastanza orecchie ad ascoltarli.
Poi non dite per nessuna ragione al mondo che non vi aveva avvisati.
... e quello del professor Guido Saraceni, uno che, essendo docente universitario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo, di diritto ne capisce eccome (mica come Salvini, che a quanto pare ha lasciato la facoltà di Storia a cinque esami dalla fine, ma non sembra che gli sia rimasto impresso granché).
In Italia, il Presidente del Consiglio non ha mai avuto e mai avrà “pieni poteri” - quelli chiesti da Salvini al suo popolo di analfacapre - perché la nostra Costituzione disegna un delicato sistema di pesi e contrappesi a tutela della democrazia. Solo per fare due esempi facili facili: l’esecutivo deve avere la fiducia del Parlamento, non dovrebbe fare leggi - se non in casi di estrema necessità ed urgenza - e non può intromettersi nei processi.
Questo stabilisce la nostra Carta Costituzionale (social)democratica e antifascista.
È stata scritta col sangue di gente che ha combattuto fino alla morte per liberare questo Paese dalla dittatura. Anche per questo motivo, è sacra e inviolabile.
Fino a quando avrà vigore, i pieni poteri puoi sognarli assieme al sostegno della beata Vergine Maria.
Passiamo alle lodevolissime azioni di Richard Gere: che c'entra questo con la politica? Avoja se c'entra! L'attore americano è andato a dare il suo sostegno a Proactiva Open Arms, ricevendo in cambio queste parole colme di significato.
Persone che aiutano persone.
Siamo tutti uguali, tutti migranti.
L'unica differenza è il lato del mare dove si nasce.

(C'è anche il nostro Chef Rubio, che per l'occasione ha guadagnato un sacco di punti nella mia stima)
A tal proposito, Iacopo Melio ha scritto questo post.
- Mamma mia che schifo Richard Gere...
~ Che ha fatto?
- È salito sulla Open Arms a Lampedusa! Vuole solo visibilità!
~ Ma veramente la visibilità l’ha portata lui affinché la facciano attraccare.
- Sì vabeh, e poi?
~ E poi gli ha portato pure del cibo.
- Proprio adesso?! Poteva farlo prima!!
~ L’ha fatto anche nel 2016...
- Ma perché non aiutarli a casa loro??
~ Nel 2011 mise all’asta 110 chitarre raccogliendo un milione di dollari per scopi umanitari.
- Ma basta con questi immigrati! Perché non pensa ai poveri??
~ Beh, ha sostenuto campagne a favore del Tibet, sono poveri anche loro...
- No no, parlo dei poveri suoi, quelli americani!
~ Pensa anche a quelli, infatti, nel documentario “Time Out Of Mind” si è finto un senzatetto per sensibilizzare.
- Ma ci sono cose più importanti, dai.
~ Tipo l’AIDS?
- Esatto, tipo!
~ È stato testimonial di campagne anche contro quella.
- Ah...
~ Eh già...
- E allora lo vedi che vuole solo diventare famoso? Che pensasse a fare l’attore!
~ Ma guarda che con i suoi 40 e passa film di successo ha già vinto un David di Donatello, un Emmy Awards, un Golden Globe, e altre cosucce... È già famoso, lui.
- Appunto, vedi? Poteva donare molto di più!
~ Tu quanto doni a chi ha bisogno?
- Io? Eh no, io non dono... Chissà dove vanno a finire i soldi per queste sporche ONG.
~ E gli italiani bisognosi? Quanti ne ospiti di senzatetto?
- Ma io mica ho le ville di Richard Gere!
~ Non importa essere ricchi per far del bene: puoi servire alla mensa dei poveri o donare qualche vestito usato...
- Ma io devo lavorare, non ho tempo!
~ Ho capito, non hai mai fatto beneficenza in vita tua...
- Mah, e comunque “Pretty Woman” ha rotto i cogl**ni.
~ Va bene.

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