martedì 8 novembre 2011

Questione di civiltà

Anche se a differenza dell'anno scorso non ci ho scritto neanche un post, limitandomi a caricare le foto su Flickr, pure quest'anno ho partecipato alla BlogFest.
Abituata come sono a subire la snervante "moda" del parcheggio selvaggio nel centro di Pescara, di cui ho parlato tempo fa, una delle cose (magari non quella maggiormente degna di nota) che mi hanno colpita di Riva del Garda è stata il fatto che le macchine posteggiate lungo le strade fossero rigorosamente confinate entro le linee tracciate sull'asfalto: peccato non aver pensato a farne un piccolo reportage fotografico! Se riscontrassi qualcosa del genere dalle mie parti, probabilmente penserei ad un miraggio: nei pressi dei centri commerciali, per fare un esempio tipico, gli automobilisti arrivano in tutta fretta e scendono dalla macchina dopo aver parcheggiato con la massima nonchalance, magari di traverso, con il risultato che una percentuale tutt'altro che irrilevante dei posti auto a disposizione risulta di fatto inutilizzabile.
A quanto pare la situazione in una metropoli come Milano è più simile a quella di Pescara che a quella della più vicina Riva del Garda, ahimè. Qualche anno fa Luca Sofri, toscano trapiantato ai piedi della Madunina, scrisse un resoconto abbastanza sconfortante della situazione. Ed è di questi giorni la cronaca della tragica fine del piccolo Giacomo, vittima innocente della diffusa abitudine di parcheggiare sul marciapiede lungo la milanese via Solari, a suo tempo descritta da 02blog come il "regno" del parcheggio selvaggio. Mentre il ragazzino percorreva la strada in bicicletta, gli si è aperta davanti la portiera di una macchina in sosta vietata, e per schivarla Giacomo ha sterzato scivolando sui binari del tram, disgraziatamente proprio nel momento in cui stava transitando una vettura, il cui conducente purtroppo non ha potuto fare nulla per evitarlo. Oggi gli abitanti del quartiere parlano di dramma annunciato... ma tre anni fa Cristiano Valli raccontò che gli stessi erano soliti scagliarsi contro i vigili urbani che osassero attentare con la minaccia delle contravvenzioni al loro «diritto all’occupazione abusiva di suolo pubblico». Ebbene, io credo che un comportamento così sfacciatamente incivile sia inammissibile ovunque, specialmente in una città che si è fregiata a lungo del titolo di capitale morale d'Italia. Sarebbe auspicabile che tutti i cittadini sviluppassero un più spiccato senso civico ed assimilassero il concetto che le regole vanno rispettate, non soltanto per proteggere il proprio portafoglio, ma soprattutto perché spesso i valori in gioco sono assai più importanti: il rispetto verso il prossimo o addirittura, come nel caso da cui ho preso spunto, la salute e la stessa vita delle persone. Sarà soltanto un'utopia, quella che ho in mente...?

1 commento:

  1. Un malcostume tutto italico quello di aggirare le regole..

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