Andando al cinema nelle ultime settimane avevo visto più di una volta, prima della proiezione del film di turno, il trailer di Io, loro e Lara, ma non è che mi avesse colpito più di tanto. Se non fosse stato per mia madre che ha insistito affinché la accompagnassi, probabilmente avrei fatto a meno di andare a vederlo... e adesso posso ammettere che, se avessi dato retta a quella mia impressione sfavorevole, mi sarei persa un film davvero carino. Domenica pomeriggio siamo andate al multisala, trovando una folla senza precedenti: i posti per Avatar in 3D [a proposito, conto di andare a vederlo dopodomani... qualche adesione sarebbe graditissima! :-)] risultavano esauriti con largo anticipo rispetto all'orario di inizio del relativo spettacolo, ma in effetti pure la sala dove veniva proiettato il nuovo film di Carlo Verdone era praticamente piena!
La trama: padre Carlo Mascolo (Verdone, appunto), un missionario in preda a una profonda crisi spirituale, decide di prendersi una pausa di riflessione e torna in Italia dall'Africa, trovandosi ad affrontare una delicata situazione familiare: infatti l'anziano padre vedovo Alberto (un Sergio Fiorentini con tanto di improbabile parrucchino) sta vivendo una seconda giovinezza dopo essersi risposato con la sua badante moldava Olga, ma questo non va giù agli altri due figli, la tormentata psicologa Beatrice (Anna Bonaiuto) e il broker cocainomane Luigi (Marco Giallini), i quali vedono la neo-matrigna come un'usurpatrice e una sanguisuga. A un certo punto entra in scena Lara (Laura Chiatti), figlia dell'ormai ex badante, con alle spalle una difficile vicenda personale...
A mio parere il film rappresenta uno spaccato piuttosto significativo della società di oggi, con un finale aperto alla speranza [altro che nichilismo... checché ne dica – SPOILER ALERT! – Vittorio Messori], come si conviene a una bella commedia all'italiana. In effetti, pur trattandosi di una pellicola abbastanza diversa dal precedente Grande, grosso e Verdone, nel corso di tutta la storia non mancano momenti di autentica ilarità. A proposito del personaggio di padre Carlo, ho pensato che, se in giro ci fossero più sacerdoti come lui anziché come questo qua (tanto per fare un esempio non proprio casuale ;-)), sarebbe più facile per molti (per me senz'altro) sentire vicina la Chiesa cattolica... :-/
Verdone, oltre ad impersonare il protagonista, ha diretto in maniera eccellente un cast di attori tutti molto bravi... con la parziale eccezione di Angela Finocchiaro, che forse ha un pochino esagerato con le "facce" per poter risultare davvero credibile.
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