sabato 22 giugno 2024

Perché siamo tutti in qualche modo responsabili della morte di Satnam Singh

Le morti sul lavoro purtroppo sono una piaga all'ordine del giorno in Italia – RaiNews e Repubblica ne riferiscono tre avvenute fra ieri e oggi – ma la tragica scomparsa del 31enne indiano Satnam Singh mi ha turbata in modo particolare, per ragioni che chiunque abbia sentito parlare della vicenda non farà fatica a comprendere; non fornisco ulteriori dettagli per non rischiare di impressionare chi dovesse essere ancora ignaro di tutto.

Oggi la scrittrice e divulgatrice scientifica – in questi giorni sto ascoltando il suo podcast Astrofisica per ansiosi, tratto dal libro omonimoLicia Troisi, pur essendo in vacanza in Giappone, ha trovato il tempo per scrivere al riguardo parole di assoluto buon senso, che fanno riflettere.

Rispetto all’orrenda storia di Satnam Singh ho letto qualcuno dire “è per questo che gli immigrati qui non devono venire”, che significa che veramente non si è capito niente. Quello che ha ucciso Singh è un sistema, un sistema che si basa anche sull’immigrazione clandestina. Devi essere ricattabile per accettare di vivere e morire così, devi essere ricattabile perché ti possano pagare due lire, senza alcun diritto. E non è un’eccezione, è tutto il sistema che si basa sullo sfruttamento, perché queste condizioni di lavoro disumane ci permettono di comprare frutta e verdura ai prezzi che vediamo nei supermercati. Quei prezzi bassi li pagano i braccianti a nero, abbandonati per strada non appena non servono più. Questo è il capitalismo, questo è un sistema che ha bisogno degli schiavi.
Chi entra col permesso di soggiorno ha tutele e diritti, ha meno probabilità di finire come Singh, solo che costa di più: a tutti conviene che i migranti siano irregolari, ai proprietari delle aziende agricole, ai politici che ci prendono voti, e pure a noi che facciamo la spesa. E queste cose si sanno da anni, decenni, e non gliene frega niente a nessuno.

Un'opinione analoga era stata espressa l'altroieri dal politico radicale Alessandro Capriccioli.

Una cosa dev’essere chiara, e lo dico perché ho avuto modo di vederla da vicino: la morte di Satnam Singh non è soltanto un efferato episodio di cronaca, ma la conseguenza estrema di una prassi di sfruttamento, e talora vera e propria riduzione in schiavitù, che è largamente diffusa nell’Agro Pontino e in altre zone agricole del paese.
Questa prassi, in ultima analisi, serve ad aumentare i profitti delle imprese attraverso l’incremento delle vendite ottenuto grazie alla riduzione dei costi, in primo luogo i costi del personale, e quindi all’abbassamento dei prezzi.
Se ne deduce che la vicenda di questi giorni, che ci ha lasciato sgomenti e per la quale (giustamente) ci indigniamo, ha molti più attori di quello che potrebbe sembrare; e che tra questi attori, che ci piaccia o non ci piaccia, ci siamo anche noi, perché i prodotti di quelle imprese sono gli stessi che finiscono quotidianamente nei nostri piatti.
Quindi oltre a indignarci (giustamente), faremmo bene a riflettere sul fatto che anche noi, nel nostro piccolo, siamo ingranaggi di un sistema: un sistema che è fatto di sfruttatori e di sfruttati, di padroni e di schiavi, di aguzzini e di oppressi, di assassini e di vittime, ma anche di consumatori che da una parte sono sempre alla ricerca del prezzo più basso e dall'altra buttano via 80 grammi di cibo al giorno ciascuno, roba che in termini aggregati vale qualcosa come 6 miliardi di euro ogni anno.
Forse, mentre ci indigniamo (giustamente), assumere comportamenti da consumatori un tantino più consapevoli e responsabili aiuterebbe.
Decidere cosa, come e quanto consumare è un atto politico. Forse, nel 2024, il più potente che ci è rimasto a disposizione.

Mercoledì, dopo l'uscita della notizia della morte di Singh dopo due giorni di agonia, lo stesso Capriccioli aveva ricordato che nel corso del suo mandato da consigliere della Regione Lazio, quando nel 2019 venne approvata la legge contro lo sfruttamento dei braccianti agricoli della quale lui era uno dei primi firmatari, la seduta finì alle cinque del mattino perché la destra, la stessa destra che oggi governa il paese, tentò di opporsi strenuamente e con ogni mezzo, ostruzionismo compreso, all'approvazione di quella legge.

[L'immagine che apre il post è di Testi Manifesti]

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