[Il titolo qui sopra è quello di un vecchio post di Giovy, il quale ha in seguito illustrato le proprie policy sui vari social network]
Ieri, come spiegava Paolo Attivissimo qualche giorno fa, sarebbe dovuta essere la giornata mondiale dell'abbandono di Facebook, come reazione alle policy del sito, definite non a torto poco rispettose nei confronti dei dati degli utenti. Per un istante sono stata quasi tentata di dire addio al social network più discusso dal punto di vista della privacy... ma in fin dei conti non sono riuscita a racimolare ragioni sufficienti per prendere una decisione così drastica: per ristabilire o mantenere i contatti con le persone che hai conosciuto nella vita reale, si sa, Facebook è ineguagliabile. L'esito fallimentare del Quitfacebookday lo racconta oggi sempre il Disinformatico: ha aderito meno dello 0,01% del totale dichiarato di utenti nel mondo.
Per quanto mi riguarda, dall'estate scorsa sono diventata molto più assidua su FriendFeed, che oltretutto trovo più rispettoso della privacy... ma non certo del tempo libero, purtroppo: senza una qualche forma di autodisciplina, ci vuole poco o niente a trovarsi invischiati in un flusso di discussioni a volte caotiche! Inoltre mi è bastato leggere questo, questo e quest'altro per decidere di stare alla larga da Google Buzz, leggere un mio tweet è divenuto un evento di una rarità sensazionale... e infine ho drasticamente ridotto la mia frequentazione di "Faccialibro", facendo login quasi esclusivamente quando il social network mi informa via e-mail che ho ricevuto un messaggio diretto, sono stata taggata oppure pokata. Il significato di questi ultimi due termini l'ho compreso in termini relativamente recenti. Come dimostra la mitica Nadia Cartocci del Ruggito del Coniglio, non è per nulla infrequente ritrovarti taggato in foto, video o testi che non vorresti mai vedere associati alla tua persona (o che nel migliore dei casi con te c'entrano poco o niente); di questo e altri comportamenti tipici faccialibreschi ha parlato mesi fa Selvaggia. Per quanto riguarda i poke (nulla a che vedere con lo storico comando del glorioso Commodore 64 :-)), da quando ho scoperto che oggi come oggi «fare poke ad una persona è come fargli uno squillo sul telefonino», ogni volta che ne ricevo uno o che ricambio mi è inevitabile rievocare i tempi in cui facevo un uso massiccio di quella cara vecchia forma di comunicazione... e non sono tutti bei ricordi, ahimè! :-S
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