mercoledì 26 novembre 2008

Ne son successe di cose, nel mondo politico...

(Ebbene sì, anche se magari di politica non ne capisco un granché, ogni tanto mi va ancora di parlarne: in fondo questo è un blog personale, mica il sito di MicroMega! )
Ci si poteva aspettare che il Partito Democratico reagisse alla sconfitta elettorale in due modi opposti: compattandosi, oppure entrando in crisi. Certi indizi emersi negli ultimi tempi suggeriscono che si stia incamminando lungo quest'ultima strada... A Vàltere, fa' qualcosa!

  • Il caso Villari. Provo a ricapitolare: rispettando la regola non scritta secondo cui la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai spetta all'opposizione, la maggioranza ha eletto il senatore del Pd Riccardo Villari. A quelli dell'opposizione la cosa non è andata giù, perché il nome del neopresidente non era stato proposto da loro... e quindi Villari è stato letteralmente bersagliato dagli inviti a dimettersi, non soltanto da parte dell'opposizione, ma pure della stessa maggioranza che l'aveva scelto: nel frattempo, infatti, è stato raggiunto un accordo sul nome di Sergio Zavoli, un uomo che dalla sua ha l'esperienza ma non certo la giovinezza. In questa faccenda mi perplime l'atteggiamento dell'opposizione, che tratta Villari quasi come se fosse un nemico (e avanti di questo passo va a finire che lo diventerà sul serio...), e che nella vicenda in questione, la cui reale rilevanza sfugge alla maggior parte dei cittadini, pretende le dimissioni mentre si era ben guardata dal fare lo stesso in seguito a una presa di posizione discutibile come questa... ma ancora di più mi perplime l'ostinazione dell'epatologo napoletano nel non volersi dimettere: non a caso è stato ribattezzato VinaVillari... Quando si dice l'attaccamento alla poltrona!

  • Il caso Latorre. Nel corso di una recente puntata di Omnibus su La7, Nicola Latorre (Pd) ha passato a Italo Bocchino (Pdl), un "pizzino" per suggerirgli come controbattere a Massimo Donadi dell'Italia dei Valori. In altre parole, Latorre ha aiutato un avversario politico andando contro l'esponente di un partito alleato. A molti è sembrato che si materializzasse uno spettro da più parti prefigurato alla vigilia del voto, e battezzato Veltrusconi...

  • Il caso Tinagli. Si è parlato parecchio della lettera scritta da Irene Tinagli a Walter Veltroni per motivare la sua decisione di dimettersi dalla Direzione nazionale del Pd.


Passando in ambito locale, le elezioni regionali in Abruzzo, che avrebbero dovuto tenersi domenica e lunedì prossimi, sono state posticipate di due settimane in seguito alla riammissione della lista civica nazionale Per il Bene Comune (pare invece che Alleanza Federalista non godrà della stessa sorte... ma quanti sentiranno davvero la mancanza di un partito che si propone come «emanazione della Lega Nord nel Centro-Sud?»). Alle urne si dovrebbe andare dunque il 14 e 15 dicembre.
Se mai avessi avuto una mezza idea di votare per il candidato del Pdl Gianni Chiodi, una notizia come questa qua me l'avrebbe fatta passare. Voglio dire, se questi sono capaci di attuare iniziative del genere apertamente (sia pur ricorrendo a un frettoloso dietrofront dopo essersi resi conto di averla fatta grossa), non può non venire il dubbio su cosa possa accadere sottobanco! Lo spot incriminato lo presenta qui Carlo Costantini, candidato del centrosinistra. In presenza di una testimonianza così inequivocabile Chiodi non può neanche far ricorso a uno degli argomenti preferiti dal suo leader, affermando di essere stato frainteso! (A proposito di occupazione, leggetevi l'approfondimento sulle pari opportunità nel mondo del lavoro pubblicato su Sorelle d'Italia)
Ieri pomeriggio, presso la sala consiliare del Comune di Pescara, ho assistito a un incontro a cui hanno partecipato il sindaco nonché segretario regionale del Pd Luciano D'Alfonso, l'attuale presidente vicario della Regione Enrico Paolini, capolista del Pd in questa provincia, e Piero Fassino, esponente di spicco del partito. Quest'ultimo, non appena ho visto, l'avrei definito secco... ma dopo averlo sentito parlare, come per magia, si è tramutato ai miei occhi in longilineo Questo per dire che ho apprezzato parecchio il suo discorso, per i contenuti e pure per la pacatezza e l'aplomb che Fassino ha mantenuto esponendo argomentazioni che avrebbero scatenato il fervore di chiunque. Paolini ha accennato più volte al rischio di un insuccesso per il centrosinistra alle prossime regionali, dovuto al fatto che, quando è scoppiato il cosiddetto scandalo di Sanitopoli, alla guida della Regione c'era Ottaviano Del Turco... ma ha tenuto a sottolineare che, secondo gli inquirenti, il malcostume emerso negli ultimi mesi aveva avuto origine sotto la precedente giunta di centrodestra, e che il Pd da parte sua si sta impegnando il più possibile a fare "pulizia". Un po' più ottimista mi è parso Fassino, secondo il quale il premier avrebbe deciso di venire qua in Abruzzo a sostegno di Chiodi perché la vittoria di quest'ultimo non appare più così scontata come sembrava inizialmente.

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