domenica 3 maggio 2020

Giornalismo, non spettacolo

Da almeno un paio di giorni uno degli argomenti più discussi sui social, oltre al COVID-19 e all'imminente avvio della "fase 2", è l'imbarazzante servizio dedicato da Striscia la Notizia, sedicente "tg satirico" in onda su Canale 5, a Giovanna Botteri, inviata a Pechino per conto della Rai. Con la scusa di render conto delle critiche rivolte dagli hater alla giornalista, "rea" di non conformarsi allo stereotipo che vuole le donne della televisione sempre perfettamente "in tiro", cioè truccate, fresche di messa in piega e con un guardaroba sconfinato, i conduttori Michelle HunzikerGerry Scotti hanno fatto in realtà la loro parte nella campagna di body shaming. Il servizio è cominciato con la Hunziker che, con il suo solito risolino (del resto è un po' il suo marchio di fabbrica), ha annunciato una "piacevole sorpresa": toh, la Botteri si è presentata in video con una chioma più curata e vaporosa del solito! (A onor del vero si notava ben poco, ma non è questo il punto: a differenza di una showgirl come la Hunziker, una giornalista per far bene il suo lavoro non deve puntare sull'immagine, ma solo sulla corretta informazione) Subito dopo è andata in onda una ridicola animazione con il volto della Botteri nella vasca da bagno e, come colonna sonora, Lo shampoo di Giorgio Gaber, a suggerire neanche tanto velatamente che la giornalista sarebbe poco avvezza all'uso dell'acqua corrente. Al termine del servizio Gerry Scotti ha concluso «Brava, brava Giovanna, vai avanti così nel tuo importante lavoro e non badare a chi sta a guardare il capello». Una frase che a detta degli autori voleva essere a favore della giornalista, ma a mio avviso non ha fatto altro che peggiorare la situazione.
Ieri pomeriggio, dopo essere venuta al corrente della notizia, ho twittato «Leggo che Michelle Hunziker, una che al di là dell'indubbia bellezza e dei mariti vip ha come talento principale quello di ridacchiare di continuo, sfotte l'inviata Rai Giovanna Botteri per il suo look poco curato. È proprio vero: sono le donne, i peggiori nemici delle donne»... e subito dopo me ne sono quasi pentita, perché sembravo darmi involontariamente ragione dimostrandomi a mia volta nemica della Hunziker. Ma se devo essere sincera non sono mai stata una sua fan. Lei è innegabilmente molto bella, spigliata e disinvolta come io non riuscirei mai ad essere nemmeno dopo l'ennesima reincarnazione, ma non le riconosco alcun particolare talento artistico: si è cimentata col canto, col ballo e perfino con la recitazione, ma con esiti non proprio memorabili. Rimango dell'idea che, se tanti anni fa non avesse incontrato e sposato Eros Ramazzotti da cui poi si è separata (adesso è la moglie di Tomaso Trussardi, un altro che non è esattamente un derelitto), sarebbe rimasta nell'ombra, sia pur soleggiata, delle valli svizzere. Per sgombrare il campo dal sospetto che la mia sia solo invidia nei confronti di una donna bella e affermata, posso citare due showgirl a cui faccio tanto di cappello, non certo personaggi di nicchia ma a mio avviso mai abbastanza valorizzate: Paola Cortellesi e Virginia Raffaele, che sono anche piuttosto avvenenti (a smentire l'altro stereotipo secondo cui una donna per far ridere deve per forza imbruttirsi).
Cedo la parola alla stessa Giovanna Botteri riportando il suo appello pubblicato sul sito dell'USIGRai (Sindacato Italiano dei giornalisti Rai)...
Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettimi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste , quelle televisive soprattutto, hanno.o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi…
Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo.
Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere.
Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi.
Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio.
E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono.
Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista.
A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo , minimo, come questo.
Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno piu’ ragione di esistere.
Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano.
Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne.
... e un'altra sua dichiarazione...
Ho 40 maglie tutte uguali, blu o nere, con lo scollo a V. Lavoro come una dannata tutto il giorno, corro, non ho tempo di pensare all’abito. Tranquilli perché le cambio ogni giorno e le lavo. I capelli? Si capisce che non sono freschi di messa in piega, ma mi pare di essere una donna normale. Faccio giornalismo, non spettacolo. Sono quasi un’asociale, per niente mondana e queste “attenzioni” mi imbarazzano. Quando mi dicono che passo su “Striscia la notizia ” non ci dormo la notte. Sono io che devo raccontare, non diventare l’oggetto del racconto.
... e infine linkando la sua pagina Wikipedia: un curriculum che la stragrande maggioranza dei giornalisti televisivi, maschi o femmine che siano, può solo sognarselo.

Nessun commento:

Posta un commento