venerdì 27 aprile 2007

L'editto bulgaro cinque anni dopo

Ieri sul sito Sorrisi.com è stata pubblicata la lettera del lettore Mauro Di Nicola, con relativa risposta del direttore Umberto Brindani. Mauro chiedeva alla redazione di "TV Sorrisi e Canzoni" perché, nell'articolo relativo al ritorno di Enzo Biagi su Raitre, non fosse stata ricordata la ragione per cui il bravo giornalista (peraltro indubbiamente più moderato rispetto all'altro epurato Michele Santoro) mancava da anni dalla tv: il cosiddetto editto bulgaro dell'ex premier Berlusconi, che colpì anche il comico Daniele Luttazzi.
Il direttore dapprima ha risposto "Invece di farci i complimenti [...] lei ci critica perché non abbiamo citato quella storia vecchia, trita e ritrita?", aggiungendo "sappia che Biagi e il suo entourage ci hanno ringraziato e fatto i complimenti (tiè)"; lieve ma evidente caduta di stile... mancava solo l'accompagnamento gestuale!
Storia vecchia, trita e ritrita?!? Stiamo parlando di un evento in seguito al quale si è interrotta l'esperienza in Rai del giornalista, che poi è praticamente sparito fino ad oggi dai palinsesti, limitandosi a collaborare con alcuni giornali; inoltre è successo solamente cinque anni fa, mica nel 1954 quando nacque la televisione in Italia... e c'è ancora chi ne paga le conseguenze, specialmente Luttazzi, che non ha ancora ritrovato un suo spazio in tv.
Poi il direttore ha cercato di spiegare che al riguardo le cose stavano diversamente da come molti pensano, ma non mi ha convinta più di tanto. È forse sorprendente che siano stati "alcuni troppo zelanti dirigenti della Rai [presumibilmente desiderosi di compiacere il governo in carica] a mettere Biagi nelle condizioni di andarsene", e che lui si sia fatto da parte in seguito ad un accordo consensuale? Magari qualcuno pensava che fosse stato Berlusconi in persona a sbatterlo fuori dalla Rai, rifiutandosi di riconoscergli il compenso che gli spettava?
Tutto questo sarebbe forse stato il caso di scriverlo direttamente al direttore di "Sorrisi", ma, poiché quest'ultimo non ha nascosto la sua disapprovazione per la lettera di Mauro ("ogni volta che mi arrivano lettere come la sua, mi prudono le mani. Nel senso che vorrei, alternativamente, cestinarle o rispondere con fiumi di argomentazioni"), la quale era forse un po' provocatoria ma non certo infondata (né tantomeno offensiva), quanto poco gli sarebbe potuta piacere la mia? Alla fine bisogna rassegnarsi al fatto che Brindani lavora per una casa editrice controllata da Berlusconi, ed evitare di stuzzicarlo sul piano politico!

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