lunedì 2 maggio 2022

Convivere con il virus

L'altro giorno, in una discussione su Facebook riguardo all'imminente venir meno dell'obbligo di indossare le mascherine al chiuso, ho avuto un battibecco piuttosto sgradevole con una mia "facciamica" con la quale di solito vado abbastanza d'accordo. Avevo dichiarato che personalmente la mascherina avrei continuato a portarla, ma ho avuto l'ardire di aggiungere che, siccome questo non mi ha impedito di prendermi il COVID in ufficio "per colpa" di chi non lo faceva nonostante l'obbligo, se la porto solo io serve a ben poco; l'idea di un altro contagio mi preoccupa alquanto, dal momento che a distanza di oltre un mese dal tampone negativo mi sento ancora "molle come un fico" (cit. Massimo Galli, anche se sono decisamente più giovane di lui). Ebbene, per aver osato parlare di "colpa" – i fatti li ho riepilogati in questo commento da Andrea, ti sembra così inappropriato questo termine? – sono stata accusata di ostentare superiorità morale, di dare la caccia all'untore, di essere poco razionale (io?!?!?) e di non aver capito che oramai col virus bisogna conviverci. A un certo punto ho lasciato perdere, perché secondo me se c'era qualcuno a non aver capito questa era la mia interlocutrice: convivere con il virus non significa ancora poter tornare a comportarci come se niente fosse, come facevamo tre anni fa, in un periodo in cui un centinaio di persone al giorno (ti sembrano poche? A me no) continuano a morire di COVID. La gente che melodrammaticamente proclama «Io la mascherina non me la metto più perché voglio ricominciare a VIVERE» mi fa arrabbiare un sacco: può essere fastidioso, non lo nego, ma un dispositivo di protezione individuale che difende la tua salute e quella degli altri, non impedisce di certo, salvo rarissime eccezioni, di condurre una vita normale.

Oggi, prima di arrivare in ufficio, temevo di trovare un "liberi tutti" generalizzato, se non addirittura di essere presa in giro perché mi ostinavo a portare la mascherina sebbene non fosse più obbligatoria (ma avevo già pronta la risposta: «Embe', mica è vietata!? È tuttora raccomandata!»)... e invece non era cambiato quasi nulla rispetto ai giorni precedenti. Non che i miei colleghi fossero irreprensibili, di nasi di fuori ne ho visti, ma diciamo che mi sono tranquillizzata. Pure all'Esselunga, dove sono andata in pausa pranzo, la portavano praticamente tutti. Solo una sciura, berciando ad alta voce, chiedeva a chissà chi se potesse togliersela... e la cassiera vicino a me, non potendo essere udita da lei, ha borbottato «Mi sa che non è il caso».

[La vignetta che apre il post è di Sergio Staino]

2 commenti:

  1. Avevo letto il commento sul blog di Andrea, che avevo commentato anch'io... Massimo solidarietà. Io per lavoro la devo ancora portare, quindi mi è cambiato di nulla, se non che dalla FFP2 di solo un mese fa si è almeno potuti passare alla chirurgica. Comunque, a prescindere dai libertevoli, credo che il dismettere personalmente le mascherine a cui, volenti o nolenti, ci siamo abituati sarà un processo graduale.

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    1. Al supermercato nei giorni scorsi la portavano quasi tutti, oggi all'IKEA poco più della metà dei presenti. Di questo passo, mi sa che saremo in pochi ad arrivare a giugno tenendola ancora...

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