Negli ultimi giorni ho letto due testimonianze al riguardo tali da far accapponare la pelle.
- Una donna al sesto mese di gestazione scopre che il feto è gravemente malformato: la decisione di interrompere la gravidanza è solo l'inizio di un'odissea in una città come Roma che, per quanto enorme, conta appena cinque medici disposti a praticare un aborto terapeutico.
- Un'altra donna, dopo essersi sottoposta ad aborto terapeutico, rinuncia ad occuparsi delle esequie del feto, e dopo qualche tempo scopre che è stato seppellito in una sezione dedicata del cimitero Flaminio, sempre a Roma: sulla tomba campeggia una croce che riporta il suo nome, quello di lei, madre "snaturata". La trovo una violenza inaudita.
condivido appieno
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