giovedì 16 agosto 2018

Genova nel cuore

Quando percorro in macchina un ponte abbastanza alto, capita che nella mia mente si affacci più o meno inconsciamente l'idea che la struttura potrebbe cedere sotto di me precipitandomi nel vuoto. Ma a livello razionale scarto subito tale eventualità, giudicandola estremamente improbabile. Ecco perché mi ha colpita così tanto quello che è successo a Genova, e perché, pur senza sbilanciarmi in prima persona, ho deciso di raccogliere in questo post gli spunti che ho trovato più interessanti al riguardo.
Eviterò di commentare il comportamento del governo, limitandomi a linkare alcuni post: quello di Antonio Paolacci, quello di Roberto Recchioni, quello di Valentino Tavolazzi e quello di Matteo Renzi (ebbene sì, proprio quel Matteo Renzi: se rispetto al governo in carica mi appare meno peggio perfino Berlusconi, che ai tempi della sua discesa in campo reputavo il male assoluto, figuriamoci se posso fare a meno di sentire la mancanza dell'ex leader PD).
Infine, cercando di alleggerire per quanto possibile il tono, ecco un'immagine condivisa da Fabio Franchi che illustra la sequenza dei tipici avvenimenti successivi a una tragedia...


... un'altra immagine condivisa da Dario Agosta per prendere di mira i tuttologi da social...


... una battuta di Kotiomkin...
I social in Italia sono quel posto dove puoi passare da ingegnere edile a sismologo in meno di 24 ore.
... e un dialogo incentrato sul famoso/famigerato effetto Dunning Kruger così tipico, ahimè, di situazioni come questa.

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