martedì 31 dicembre 2019

Anche questo 2019 se lo semo levato...

L'ultimo dell'anno è il giorno in cui tradizionalmente si fa un bilancio dei dodici mesi appena trascorsi...


... si formulano i buoni propositi per l'anno nuovo...


... e si interrogano gli astri per cercare di capire cosa ci riserverà il futuro...


... e chi sono io per sottrarmi a tutto ciò?! ;-) BUONA FINE E BUON PRINCIPIO!!! :-D

lunedì 30 dicembre 2019

Un anno di cieli

Quest'oggi ti propongo l'Astronomy Picture of the Day – che stavolta per essere precisi è un video, realizzato da Ken Murphy (MurphLab) con colonna sonora di Moby – pubblicata il 22 dicembre scorso, giorno del solstizio d'inverno nell'emisfero nord, con il titolo Solstice Illuminated: A Year of Sky (Solstizio spiegato: un anno di cieli), perché mi sembra un modo affascinante per suggellare l'anno che sta per concludersi... anche se in effetti non si riferisce al 2019, bensì risale a un decennio fa.



[Si consiglia caldamente di godersi il video a schermo intero e ad alta definizione!]
Ed ecco la traduzione della relativa spiegazione.
Riesci a trovare in che giorno cade il solstizio d'inverno? Ciascun riquadro mostra un singolo giorno. Con 360 riquadri, il cielo di (quasi) un anno intero viene mostrato in formato time lapse come registrato da una videocamera sul tetto del museo Exploratorium di San Francisco, in California. La videocamera ha registrato un'immagine ogni 10 secondi da prima dell'alba a dopo il tramonto, e da metà 2009 a metà 2010. In basso a destra è riportata una marca temporale che mostra l'ora locale del giorno. I video sono disposti in ordine cronologico, con il 28 luglio mostrato in alto a sinistra e il 1° gennaio situato all'incirca a metà strada. Nei video l'oscurità indica la notte, il blu raffigura una giornata limpida, mentre il grigio ritrae la dilagante coltre nuvolosa diurna. Molti video mostrano complessi schemi di nuvole che si muovono attraverso l'ampio campo visivo della videocamera man mano che il giorno avanza. L'oscurità iniziale nel mezzo denota l'alba ritardata e meno ore di luce nelle giornate invernali. Anche se ogni giorno dura 24 ore, la notte dura più a lungo nell'emisfero settentrionale a dicembre e nei mesi vicini. Pertanto, trovare il riquadro con la notte più lunga individuerà il giorno del solstizio d'inverno. Mentre i video finiscono tutti insieme, il tramonto e poi l'oscurità calano prima nei giorni invernali appena sopra la metà, e da ultimo nei giorni di mezza estate vicino alla parte inferiore.

domenica 29 dicembre 2019

Una semplice opera di misericordia

Le feste natalizie sono tradizionalmente all'insegna delle tavole imbandite con ogni bendidio: ci si ingozza finché non ce la si fa più, e quello che avanza, se non si riesce a riciclarlo per i giorni successivi, non ci si fa troppi scrupoli a buttarlo nell'immondizia. Eppure, anche se magari preferiremmo evitare di pensarci soprattutto nelle occasioni più liete, non tutti sono così fortunati: ce n'è, di gente che fa fatica a permettersi un pasto ben più frugale.
Nell'immagine qui a fianco – clicca per ingrandirla – puoi vedere un episodio capitato a LaGea (@Segnoditerra1), la quale l'ha raccontato mediante una sequenza di tweet. A me ha fatto tornare in mente Canto di Natale, che ancor prima di leggere il romanzo breve di Charles Dickens imparai a conoscere nella versione disneyana.
Allora ecco cosa è successo al supermercato poco prima di Natale.
Davanti al frigo dove ci sono i salumi, c'è una signora anziana, curva, che conta delle monetine e guarda da molto vicino i prezzi. Non ha borsa, capisco che col dito segue il prezzo del salume, poi passa oltre, continua a guardare e a prendere e appoggiare buste di mortadella o pancetta. Si ferma davanti ai würstel, io ho capito che ha solo i pochi soldi che ha in mano, ma come faccio ad aiutarla senza offenderla? Vedo che pure un altro ragazzo è fermo a guardare.
Apro il portafoglio e ho solo 5 euro o 50.
Prendo i 5 euro, li accartoccio, mi avvicino alla signora e le dico "le sono caduti questi" e glieli do in mano. Lei dice: "a me?" Ed io, sí sí ho visto benissimo e mi allontano, prima che dica qualcosa.
Incrocio il ragazzo che guardava e mi dice "non sapevo come aiutarla, lei è stata bravissima" io sono solo triste.
Rincrocio la signora alla casa, ha preso gli affettati e un po di pane, spende 7 euro, paga con le monetine e i miei 5, che avevo accartocciato.
È stato poco, ma come fai a fare di più senza ledere la dignità di un anziano, che conta le monetine?
Ecco la mia storia di Natale, con un pochino di vergogna per il mio carrello pieno.
P.S.: Le opere di misericordia a cui accenno nel titolo del post sono un concetto tipico della tradizione cattolica, ma a mio parere anche i laici e gli atei possono benissimo farlo proprio; del resto, come affermò la mai abbastanza compianta Margherita Hack, «Non è necessario avere una religione per avere una morale, perché se non si riesce a distinguere il bene dal male quella che manca è la sensibilità, non la religione».

venerdì 27 dicembre 2019

Bellezze invernali

Sarà per l'incanto del paesaggio innevato, sarà per la meraviglia del cielo che sfoggia più stelle di quante potrò mai vederne a occhio nudo, sarà perché l'esagono è da sempre la mia figura geometrica preferita... fatto sta che quest'oggi mi va di mostrarti l'Astronomy Picture of the Day pubblicata ieri con il titolo The Northern Winter Hexagon (L'esagono invernale settentrionale – tale precisazione geografica è dovuta al fatto che ai Tropici e nell'emisfero australe tale asterismo è denominato "esagono estivo").
[Clicca per ingrandire perché ne vale proprio la pena!]


Riporto qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione.
La Luna Nuova di dicembre ha portato in dono ad alcuni per le festività natalizie un'eclissi solare. Ha anche regalato dei bellissimi cieli notturni agli osservatori del cielo di tutto il mondo, come questa notte invernale nordica senza luna. Nella fotografia mostrata [opera di Petr Horálek, NdC] stanno sorgendo le luminose stelle dell'esagono invernale lungo la Via Lattea. Nel primo piano innevato si possono vedere delle accoglienti baite di montagna vicino al villaggio di Oravska Lesna, in Slovacchia. Le brillanti fonti di luce celesti che compongono il noto asterismo sono Aldebaran, Capella, Polluce (e Castore), Procione, Rigel e Sirio. Questo paesaggio notturno invernale rivela anche delle deboli nebulose in Orione e l'incantevole ammasso stellare delle Pleiadi.
Ed ecco qua sotto la stessa immagine con evidenziati i lati dell'esagono e soprattutto i vertici, contrassegnati dai nomi delle stelle.

giovedì 26 dicembre 2019

L'importanza di dire grazie

Quest'oggi condivido un'immagine che ho visto pubblicata sulla bacheca di un mio "facciamico", e che dà dei suggerimenti a mio avviso piuttosto azzeccati su come cambiare approccio quando ci si sente in difetto nei confronti degli altri.


Ed ecco la relativa traduzione.
Smettila di scusarti, inizia a ringraziare
Mi dispiace di essere sempre in ritardo → Grazie per avermi aspettato
Mi dispiace di essere così sensibile → Grazie per avermi accettato
Mi dispiace, combino sempre casini → Grazie per essere paziente quando commetto un errore
Mi dispiace che tu mi debba aiutare così tanto → Grazie per avermi fatto un favore
Mi dispiace di aver parlato così tanto → Grazie per avermi ascoltato

mercoledì 25 dicembre 2019

La notte prima di Natale

In occasione del Natale pubblico una piccola aggiunta al post dell'altro giorno sulle canzoni natalizie, condividendo due video tratti da altrettanti canali YouTube a cui sono iscritta. In effetti questi video rappresentano un'eccezione rispetto ai contenuti consueti dei relativi canali, dal momento che questa volta i titolari non cantano come fanno di solito, bensì recitano; per la precisione, si cimentano nell'interpretazione della poesia natalizia Twas the Night Before Christmas, più propriamente denominata A Visit from St. Nicholas (il testo originale e la traduzione in italiano puoi trovarli qui).
La prima a farlo è stata Malinda Kathleen Reese – la quale sa cantare piuttosto bene persino l'operamostrando, nell'inconfondibile stile spassoso del suo canale Translator Fails, in che modo il servizio di traduzione automatica Google Translate sia riuscito a rovinare il testo della poesia.



Il giorno dopo è uscito il contributo del gruppo vocale a cappella Pentatonix... che sinceramente preferisco di gran lunga quando cantano, roba da far impallidire i nostri pur bravi Neri per Caso; quest'anno hanno pubblicato la compilation natalizia The Best of Pentatonix Christmas.


martedì 24 dicembre 2019

Entriamo nel clima natalizio

Oggi che è la vigilia di Natale ti propongo alcuni spunti, immagini e video di vario genere, ma accomunati dal tema festivo.
Comincio con un paio di video pubblicitari risalenti agli anni passati che ho trovato piuttosto ben riusciti, uno della divisione spagnola di IKEA (niente sottotitoli, sorry) e l'altro del gruppo bancario austriaco Erste Group (per cui non servono parole).
L'attore Benedict Cumberbatch impartisce una spassosa lezione di recitazione che può tornare utile a chi riceve un regalo di pessimo gusto e si vede costretto a far finta di apprezzarlo tantissimo.



Il delizioso presepe qua sotto, intitolato "Facciamo riposare mamma", è piaciuto parecchio anche a papa Francesco.


La vignetta seguente mostra come le figure dei migranti riproducano in chiave moderna l'antica iconografia del presepe. Ma non è un'immagine che evoca gioia, quella contemporanea, tutt'altro. :-(


Concludo con un paio di equazioni che possono tornare utili per fare gli auguri ai nerd: buon Natale (Merry Xmas)...


... e felice anno nuovo (Happy New Year).

lunedì 23 dicembre 2019

All I want for Christmas is good music

Negli ultimi giorni mi è capitato di guardare svariati video ispirati a All I Want For Christmas Is You, celebre hit natalizia portata al successo nel 1994 da Mariah Carey che ne ha appena realizzato una nuova versione. Ho visto mash-up con brani dei Queen e dei Radiohead... ma il mio preferito, sorprendentemente, è quello con The Beautiful People di Marilyn Manson. Ho visto cover con la grande voce di Marc Martel (del quale ho già parlato bene qui), cover in chiave swing e in chiave jazz (quest'ultima della bravissima Robyn Adele Anderson, che seguo ormai da un po' e che, tanto per restare in tema natalizio, ha reinterpretato pure Ella Fitzgerald). Poi ho visto artisti con decenni di carriera alle spalle giocarsi la carta della hit natalizia, alcuni – Eric Clapton che ha riproposto la classica White Christmas – con esiti positivi, altri – Bryan Adams con i suoi sessant'anni magnificamente portati in un video che non saprei come definire – un po' meno.
Concludo mostrandoti un video nel quale il bravissimo Peter Hollens nell'arco di dieci minuti passa in rassegna quasi tre secoli di canzoni natalizie.


domenica 22 dicembre 2019

Al culmine dell'inverno

In occasione del solstizio d'inverno – giorno in cui inizia l'inverno astronomico, e a partire dal quale le giornate ricominciano ad "allungarsi" – ti propongo l'Astronomy Picture of the Day pubblicata ieri con il titolo Solstice to Solstice Solargraph Timelapse (Timelapse solargrafico da solstizio a solstizio).

https://apod.nasa.gov/apod/image/1912/solarcanMatrixSolstice.gif

Ed ecco la traduzione della relativa spiegazione.
Il solstizio di dicembre 2019, il primo giorno d'inverno nell'emisfero Nord del pianeta Terra e d'estate nell'emisfero Sud, è alle ore 4:19 (tempo coordinato universale) del 22 dicembre. [...] Celebriamolo con un'animazione in timelapse della progressione stagionale del Sole attraverso il cielo. È stata realizzata [da Sam Cornwell, NdC] con immagini solargrafiche da un'ingegnosa configurazione di 27 fotocamere a foro stenopeico. Il primo fotogramma acquisito dalla matrice di fotocamere Solarcan è stato registrato intorno al 21 dicembre 2018. L'ultimo fotogramma della serie è terminato intorno al 21 giugno 2019, il solstizio d'estate nell'emisfero settentrionale. Tutte e 27 le esposizioni delle fotocamere sono state avviate contemporaneamente, con una fotocamera coperta e rimossa dalla configurazione una volta alla settimana. Viste in sequenza, le immagini delle fotocamere a foro stenopeico accumulano le tracce del percorso quotidiano del Sole dal solstizio d'inverno (in basso) al solstizio d'estate (in alto). Le tracce del percorso del Sole sono riflesse dal Williestruther Loch, situato negli Scottish Borders, che si vede in primo piano. È sufficiente cliccare sull'immagine o seguire questo link per riprodurre l'intero timelapse da 27 fotogrammi in formato GIF.

sabato 21 dicembre 2019

I poveri cristi del nostro tempo

Il post di oggi lo inizio condividendo un tweet di papa Francesco.


Le posizioni del pontefice riguardo a certi argomenti – come sessualità, aborto ed eutanasia – di sicuro non le trovo altrettanto condivisibili... ma quando parla di accoglienza, in particolare nei confronti dei migranti, mi sembra inattaccabile. Eppure questo suo tweet è stato fatto oggetto di polemiche, in particolare da parte dei seguaci di quel baciatore di rosari e da oggi anche ostentatore di presepi che è Matteo Salvini... come se fosse il leader leghista, il vero depositario del messaggio cristiano: un'idea talmente assurda che no, non riesco a concepirla!
Stamattina sulla pagina Facebook L'Urlo ho visto il post qui sotto, che ovviamente mi è venuto spontaneo ricollegare al "cinguettio" pontificio.


Ho dato per scontato che si trattasse di un'opera recente, e invece è stata realizzata tre anni fa da Elia Li Gioi, artista, professore ed ex sindaco di Avola, il quale l'ha descritta come «la croce dei poveri Cristi». Li Gioi ha raccolto i pezzi, li ha assemblati, aggiungendo solo schizzi di vernice rossa, «a ricordare il dolore, una spina nel fianco della nostra società».

venerdì 20 dicembre 2019

Corporate Christmas dinner survivor!

Ieri sera ho preso parte per la prima volta alla mitica cena aziendale di Natale, o meglio Christmas Party: siamo o non siamo una multinazionale statunitense? ;-) Pur lavorando lì oramai da un anno e mezzo, all'analogo evento dello scorso Natale avevo preferito dare forfait perché finisce tardi, non prima delle undici e mezza, poi mi aspettano 60 km di strada (ma di farli tutti in macchina non me la sento) oppure un'ora e mezza circa combinando l'auto coi mezzi pubblici (ma a quell'ora tarda meglio evitare)... e per giunta il mattino dopo mi sarei dovuta svegliare alle sei e mezza per andare al lavoro dopo aver dormito cinque ore o poco più. Risultato prevedibile: una zombie in ufficio.
L'indomani però mi hanno fatto capire che mi ero persa una bella festa, divertente e pure importante per non auto-emarginarmi rispetto ai colleghi, e così ho deciso che quest'anno avrei fatto il possibile per non mancare; al problema del rientro tardi/sveglia presto ho ovviato prendendomi le ferie natalizie a partire da oggi, mentre il problema logistico me l'ha risolto quel sant'uomo del mio lui venendomi a prendere anche se stamattina doveva svegliarsi alle quattro e mezza.
Nei giorni precedenti alla cena lo stesso boss faceva circolare su WhatsApp questo meme ben poco rassicurante... ;-)


... comunque le mie aspettative positive nei confronti della festa non sono rimaste deluse: sono stata benissimo, ho tenuto almeno per qualche ora la mente lontana dalle preoccupazioni che mi assillano, e ho pure ballato, cosa che non facevo da chissà quanto tempo. Beh, "ballare" è una parola grossa: diciamo che tentavo maldestramente di muovermi a tempo, perché al ritmo non resisto.
La serata aveva un tema che in teoria avremmo dovuto rispettare, i supereroi, ma, non essendo esperta dell'argomento e men che meno di supereroine, dopo qualche giro a vuoto per negozi ho deciso di limitarmi a indossare la Giratempo che avevo comprato tempo fa ad una mostra su Harry Potter (e ieri sera ho scoperto di non essere certo l'unica ad essere andata "fuori tema"). Del resto, a pensarci bene, Hermione è un personaggio nel quale posso rispecchiarmi non poco dal punto di vista caratteriale...
Visto che questo è periodo di cene aziendali, concludo con un micro-articolo di Lercio: Dipendente presso sé stesso pubblica su Facebook le foto della cena aziendale. :-D

giovedì 19 dicembre 2019

Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti

Quest'anno, a vent'anni esatti dalla scomparsa di Fabrizio De André, mi sarebbe piaciuto pubblicare una selezione delle citazioni a mio parere più significative tratte dalle sue canzoni (e non solo)... ma sarebbe stato un lavoro non indifferente, e così a malincuore ho lasciato perdere.
Oggi che il ventennale sta per concludersi voglio però proporti un suo brano per intero, Canzone del Maggio, che fa parte dell'album Storia di un impiegato uscito nel 1973, ed è liberamente tratto da Chacun de vous est concerné, un pezzo del Maggio francese del 1968 della cantante Dominique Grange: ha un testo che, soprattutto nella parte conclusiva, ti colpisce come un pugno.

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio,
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento,
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento,
anche se voi vi credete assolti,
siete lo stesso coinvolti.
E se vi siete detti
«Non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente»,
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco,
provate pure a credervi assolti,
siete lo stesso coinvolti.
Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
lasciandoci in buonafede
massacrare sui marciapiede,
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate
E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate,
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione,
anche se allora vi siete assolti,
siete lo stesso coinvolti.
E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare,
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte,
per quanto voi vi crediate assolti,
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti,
siete per sempre coinvolti.

mercoledì 18 dicembre 2019

Gogne mediatiche

Questa sera mi limito ad accennare brevemente – perché sono stanca morta e domani sarà un luuungo giovedì, l'ultima giornata lavorativa del 2019 – a due casi distinti di quella che di solito viene definita "gogna mediatica".
La prima l'ha azionata, se così si può dire, Enrico Mentana sulla sua pagina Facebook ai danni di un utente che aveva lasciato un commento a dir poco sconcertante a questa notizia: alcune persone in attesa al pronto soccorso dell'ospedale di Sondrio avrebbero commentato con parole a dir poco disumane la manifestazione di strazio di una giovane mamma nigeriana che aveva appena perso la sua bambina.


Mentana ha deciso di non nascondere le generalità del commentatore – il quale del resto si è espresso su una pagina pubblica – e puntuali sono arrivate le critiche, comunque caratterizzate da toni mediamente abbastanza civili, almeno a mio parere.
Non è andata allo stesso modo alla ragazza che, trovatasi in aereo accanto a Matteo Salvini addormentato, ne ha approfittato per pubblicare su Instagram un selfie in cui gli rivolgeva un inequivocabile dito medio. E Salvini non ha perso occasione per aizzarle contro i suoi follower. (La faccia tosta con la quale parla di odio, lui, mi ha lasciata basita)


Con la volgarità e la maleducazione non si va da nessuna parte, dicono alcuni. Quante storie per un innocuo vaff***ulo, sostengono altri. Io, sarà per l'irriducibile avversione che nutro per il Capitone, mi riconosco tendenzialmente di più nel secondo "partito"... ad ogni modo non ho potuto fare a meno di notare che le critiche rivolte all'incauta contestatrice di Salvini sono state di ben altro tenore rispetto a quelle rivolte al tizio "messo alla gogna" da Mentana: insulti e minacce di una violenza tale da indurre la ragazza a chiudere il suo profilo Instagram. E chissà, forse anche a barricarsi in casa, visto che nello screenshot divulgato da Salvini compare il suo nome e cognome (oltre all'età, 19 anni appena).

martedì 17 dicembre 2019

Per qualche click in più

L'altro giorno, scorrendo la timeline di Facebook, mi sono imbattuta nel titolo Sonia Bruganelli: "Paolo Bonolis? La passione se n'è andata", pubblicato nella sezione dedicata al gossip del plurisettimanale telematico Today. Che magari uno legge e pensa: toh, quei due sono in crisi, vuoi vedere che stanno per separarsi? È davvero un periodaccio per le coppie VIP di lunga data, dopo Colin Firth e Livia Giuggioli! E invece dall'articolo risulta chiaro che la signora Bonolis voleva dire ben altro: dopo oltre vent'anni di relazione e tre figli insieme, è normale che tra lei e quello che nel 2002 è diventato suo marito non ci sia più la stessa chimica che li legava quando nel 1997 – lui aveva 36 anni e lei 23 – si misero insieme. Adesso il loro rapporto si basa su altre fondamenta, a mio avviso ben più solide: le cose che hanno in comune, tra cui i figli, la complicità, il rispetto e, perché no, un amore profondo (che non necessariamente va di pari passo con una sfrenata attività sessuale!).
Lo sgradevole andazzo dei titoli acchiappaclick lo riscontro sfogliando le notizie suggeritemi dall'app di Google sullo smartphone: spesso noto titoli che riguardano Carlotta Mantovan, la vedova di Fabrizio Frizzi. Uno legge cose del tipo «Il nuovo amore di Carlotta Mantovan» oppure «Carlotta Mantovan ha ritrovato il sorriso» e potrebbe essere indotto a pensare che lei abbia trovato un nuovo amore per colmare il vuoto lasciato nel suo cuore dal marito. E invece no... leggi l'articolo e tipicamente scopri che il "nuovo amore" sono i cavalli – Carlotta è appassionata di equitazione, e ciò la sta aiutando per quanto possibile ad elaborare il lutto – e che se sorride lo fa soprattutto quando è in compagnia della figlioletta Stella, e ci mancherebbe altro. Parliamoci chiaro, Carlotta è ancora giovane e ha tutto il diritto di ricostruirsi una vita sentimentale quando si sentirà pronta a farlo; però al momento non risulta che questo sia ancora successo, e trovo assai scorretto nonché indelicato che una testata giornalistica lo lasci intendere al solo scopo di raccogliere introiti pubblicitari inducendo i lettori ad aprire la notizia.

lunedì 16 dicembre 2019

Rapporti umani tra virtuale e reale

Quest'anno, oltre all'episodio che ho raccontato qui, ho avuto un altro battibecco con un "facciamico" che si è concluso con un "Rimuovi dagli amici" da parte mia. Ma che caratteraccio che hai!, starai pensando. Lascia perdere, ché ieri è capitato qualcosa che mi è servito amarissimamente da lezione...
Qualche mese fa, dicevo, ho pubblicato sulla mia bacheca un post critico su Salvini; non ricordo l'argomento esatto, dovrei andare a controllare ma adesso non me la sento, sarebbe troppo penoso. Quasi tutti i commentatori intervenuti erano d'accordo con me – per la serie «Com'è bella la mia bolla» ;-) – tranne uno, che incontrai di persona in occasione del KaraCamp 2008 e che mi è sempre stato piuttosto simpatico. Costui ha espresso a più riprese un'opinione in controtendenza, usando un tono per nulla strafottente e argomentazioni non del tutto prive di fondamento, devo riconoscerlo. A farmi perdere la pazienza non è stato il fatto che avesse idee politiche agli antipodi rispetto alle mie – di queste peraltro ero già consapevole – ma la constatazione che, a un mio commento in cui controbattevo con serietà, lui abbia apposto la reaction "Ahah", che mi è venuto spontaneo interpretare come una presa in giro. È stato a questo punto che mi è partito in automatico l'unfriend. Subito lui se ne è accorto, perché si è reso conto di non poter più commentare il mio post, e mi ha scritto su Messenger per protestare perché gli stavo impedendo di sostenere il suo punto di vista (cosa che in verità aveva già cercato di fare, senza molto successo). Dopo un breve scambio di battute che mi ha lasciato una prolungata sensazione di disagio, ci siamo salutati per sempre.
Per sempre, sì, perché ieri sono venuta a sapere che un infarto se l'era portato via all'improvviso, all'età di soli 56 anni. La notizia mi ha provocato un'inquietudine che non so spiegare; quanto vorrei adesso potergli chiedere scusa per quella reazione un tantino esagerata alla sua reaction, «Ero stanca e nervosa, sai, dopo una giornata di lavoro e un'ora di coda all'ATM Point, non è che possiamo essere di nuovo amici?». Ma a questo punto, ahimè, non sarà più possibile. Sarei quasi tentata di cercare di rappacificarmi col tizio dell'episodio ricordato all'inizio del post – peraltro si dà il caso che fosse un caro amico del defunto – ma ho troppo timore che mi risponda picche. Secondo te ne vale la pena?

domenica 15 dicembre 2019

Coerenza, questa sconosciuta

Le volte in cui Matteo Salvini ha dimostrato che la coerenza non è proprio il suo forte non si contano... ma l'episodio che riporto quest'oggi mi sembra particolarmente eclatante!
Il 7 dicembre 2017 il "Capitone" – o chi per lui – ha twittato l'auspicio di mettere in costituzione il vincolo di mandato, che al momento grazie al cielo è espressamente vietato dall'articolo 67 della Carta costituzionale, perché «non è che sei eletto da una parte poi passi a quella opposta!».


Poco più di due anni dopo il leader leghista, sempre su Twitter, ha dato il benvenuto a tre senatori che dal M5S sono passati «nella grande famiglia della Lega», non perché abbiano fiutato che per il Mo'ViMento tira ormai una brutta aria mentre la Lega raccoglie sempre più consensi – ma come si può pensare una cosa del genere ;-) – bensì per rimanere coerenti con i propri ideali, che l'accordo col PD avrebbe messo in crisi; all'epoca del governo giallo-verde, invece, gli ideali pentastellati godevano di ottima salute, evidentemente...


Se è vero che, come disse James Russell Lowell, «Soltanto gli imbecilli non cambiano mai opinione», a Salvini tutto si può dire tranne che sia stupido. Riguardo a quelli che lo sostengono e lo votano bevendosi acriticamente tutto quello che lui vuol far credere, ahiloro, non la penso nella stessa maniera... ;-)

sabato 14 dicembre 2019

Londra è sempre più lontana

Il popolo britannico si è espresso chiaramente: dalle urne è uscita una larga maggioranza per i conservatori di Boris Johnson – un tipo che ricorda in maniera inquietante il presidente USA Donald Trump non solo nell'aspetto – e ciò dimostra tra l'altro che gli inglesi vogliono che l'uscita del Regno Unito dall'Europa, decisa da un referendum oltre tre anni fa, venga completata al più presto. Ammetto che il mio primo pensiero è stato «Accidenti, quella gitarella a Londra che desideravo tanto fare l'ho rimandata fin troppo a lungo... Chissà come cambieranno le cose d'ora in poi?» (come minimo mi toccherà munirmi di passaporto, che finora non era necessario). Ma questo è un aspetto a dir poco marginale di una questione ben più seria, complessa e dai risvolti imprevedibili. Ieri Roberto Burioni, che è senza dubbio un'autorità nel suo ambito di competenza (la virologia) ma dice la sua con raro buonsenso anche riguardo ad altri argomenti, ha twittato...
... e il (finto) Vujadin Boskov ha ritwittato un altro tweet del virologo che spiega benissimo come sia possibile che i conservatori abbiano conquistato tanti più seggi rispetto ai laburisti anche se la differenza in termini di voti era assai meno consistente.
(Casomai non si fosse capito, Burioni è tifoso della Lazio)

venerdì 13 dicembre 2019

Il più bel regalo di Natale: fare felice qualcuno!

A chi non è mai successo di buttar via dei soldi per qualcosa di cui in quel momento sentiva fortissimamente di non poter fare a meno, ma che poi ha sfruttato poco o niente? Quando te ne rendi conto non è per niente una bella sensazione, lo so perché mi è capitato. Ebbene, oggi ti suggerisco in che modo puoi investire un po' del tuo denaro facendo felice qualcuno che ne ha bisogno, e di riflesso anche te stesso. Il progetto si chiama Nipoti di Babbo Natale | Fai felice un anziano a Natale, è promosso per il secondo anno consecutivo da Un Sorriso in Più Onlus, ed è presentato nel video qui sotto.


Arriva dicembre e per tutti inizia la ricerca del regalo perfetto: l’idea giusta, un pensiero speciale confezionato con carta e nastrini colorati, che sappia esprimere in un solo istante quanto teniamo alla persona che lo riceve. Ma per chi il Natale lo trascorrerà lontano da casa, lontano dai propri affetti, per chi parenti non ne ha, o non ne ha più, il 25 di dicembre può rivelarsi un momento di solitudine.
Grazie al progetto “Nipoti di Babbo Natale” tutti possono realizzare il sogno di un anziano che vive in casa di riposo: un piccolo gesto che si trasforma in qualcosa di magico.
Ed ecco qui la storia di come è nata questa splendida iniziativa.
L’idea ci è stata proposta da Katerina Neumann, una ragazza originaria della Repubblica Ceca. La radio nazionale del suo paese ha realizzato e promosso questo progetto nel 2017. Hanno partecipato centinaia di case di riposo e quasi 14.000 anziani hanno visto realizzato un loro desiderio.
Un progetto semplice, ma così pieno di vita, che noi di “Un Sorriso in Più” abbiamo abbracciato subito con entusiasmo!
La sua bellezza e la sua forza stanno innanzitutto nella possibilità, che viene data agli anziani, di poter esprimere un desiderio. Può sembrare una cosa banale, ma per un anziano ospite di una struttura residenziale, in una fase della vita in cui sono principalmente altri a decidere per lui, riscoprire una dimensione di ascolto di sé e di legittimazione di un desiderio, è qualcosa che può portare nuova linfa e nuova vita.
Spesso gli anziani sono talmente isolati e chiusi in se stessi, che perdono la capacità di sentire i propri bisogni o non trovano il modo per esprimerli. Vedere i loro desideri realizzati sarà un momento di gioia e di gratificazione, soprattutto per gli anziani più soli: sapere che qualcuno ha pensato a loro, che qualcuno ha dedicato del tempo e delle risorse per regalare loro un momento di felicità, li farà sentire più importanti e meno soli!
L'elenco dei desideri da realizzare, che sono regali o esperienze alla portata di tutte le tasche, è in continuo aggiornamento: quelli realizzati vengono rimossi, e ne vengono aggiunti costantemente di nuovi. In questo momento, ad esempio, c'è Giuseppina, 75enne di Darfo Boario Terme (BS), che vorrebbe tanto un bel maglione caldo, oppure Viterbo, 93enne di Marrara (FE), il cui desiderio è una maglia della Juventus di Cristiano Ronaldo, magari autografata!
Se trovi vuota la lista dei desideri – càpita – oppure nessuno di quelli disponibili ti ispira, puoi fare una donazione che «verrà trasformata dai nostri volontari in sorrisi, benessere e calore umano per gli anziani soli e i bambini allontanati dalla famiglia e sosterrà il nostro progetto Nipoti di Babbo Natale».

giovedì 12 dicembre 2019

La perfezione non esiste

È trascorsa ormai una ventina d'anni da quando la showgirl spagnola Vanessa Incontrada si è stabilita in Italia, suo Paese d'origine. I primi tempi ha lavorato come modella e indossatrice, poi la sua spigliatezza le ha aperto le porte del mondo dello spettacolo in qualità di conduttrice e attrice.
Nel 2008 la sua vita cambia (in tutti i sensi... e visti i rotolini di ciccia che mi ritrovo sui fianchi credo che un po' d'ironia posso pure permettermela): ha un figlio dal suo compagno – anche se lei lo considera suo marito – dopodiché non riacquisterà più la linea di un tempo. Magari il suo metabolismo non la favorisce, più probabilmente non le importa granché di mettersi a stecchetto per perdere peso... fatto sta che dopo il parto abbiamo visto una Vanessa senz'altro più formosa di quella che ricordavamo
Per quanto mi riguarda la trovo assai più affascinante con le sue nuove forme... ma non tutti la pensano allo stesso modo, anzi: poiché gli standard di bellezza femminile oggigiorno richiedono che la donna debba essere magra per forza – mentre i maschi hanno dalla loro l'adagio "omo de panza, omo de sostanza" – sulla Incontrada piovono critiche da tutte le parti, dalla stampa ai social (poi li vorrei proprio vedere, tutti questi hater, quanto sono belli).
Venerdì scorso Vanessa, nel corso del programma televisivo 20 anni che siamo italiani da lei condotto assieme a Gigi D'Alessio, si è esibita in un monologo davvero coinvolgente e pieno di trasporto. Ecco il video...



... e la relativa trascrizione.
La perfezione non esiste, e so che non dico una grande novità. Ma io lo voglio dire. Lo voglio gridare, lo voglio urlare. LA PERFEZIONE NON ESISTE! Magari l'avessero detto prima a me, sapete?
Bisognerebbe inserirla tra i primi insegnamenti che ci danno: lavati le mani prima di mangiare, non dire le parolacce... e la perfezione non esiste. Sai quanto tempo ho perso a cercarla?
È come in amore, no? Io pensavo di dover essere perfetta per trovare l'uomo della mia vita, per piacergli, perché si innamorasse di me. Alla fine ho trovato un uomo molto speciale, lui, mio marito, Rossano, che mi ha detto una cosa che mi ha fatto mooolto ragionare: «Devi sorridere per i tuoi difetti». Ed è vero. E si è preso il pacchetto intero: pregi e difetti. E io ho fatto la stessa cosa con lui... o almeno ci stiamo provando, ecco.
A volte vorrei parlare alla Vanessa di vent'anni fa e darle un piccolo consiglio: «Vane, smetti di voler essere diversa da quello che sei, perché tanto la perfezione non esiste!».
Io volevo, sapete, diventare ciò che non sono: un po' più così [mima "alta", NdC], un po' più cosà [mima "magra", NdC]... Tutti mi volevano diversa, tutti. Ma tutti chi?
Ho perso tempo a cercare di essere giusta, dimenticandomi di essere felice, perché pensavo di essere sbagliata agli occhi degli altri.
Se fossi nata negli anni '30 o negli anni '50, quando il modello femminile era morbido, sarei stata perfetta; però vivo nel Duemila, e avere le forme è ritenuto sbagliato. E per questo io dovrei vergognarmi?! Pensate se fossi nata in Colombia: a questo punto magari potevo essere la musa di Botero. Anzi, maestro, se mi sta guardando, sono qui, a sua completa disposizione!
Adesso riesco a sorridere, ma non è stato sempre così, perché a volte le critiche feriscono; partono da un cellulare e arrivano dritte allo stomaco. E quando vai in giro sai che dietro le facce che incontri per strada, al supermercato o davanti la scuola potrebbero nascondersi tutti quelli che pensano che tu sia sbagliata. Ma in realtà quel "tutti" non esiste: esistono le persone. Ad alcuni puoi piacere, ad altri no. Ma va bene così, perché la perfezione non esiste: conta solo quello che pensi di te stessa quando ti guardi nello specchio.
Beh, io sono molto orgogliosa di quello che vedo. A volte mi piaccio, altre volte no. Ma voglio bene alla persona che ho di fronte, e penso che è importante circondarsi delle persone che ci vogliono bene per quello che siamo, e che ci spingono ad essere noi stessi. Perché tanto, nella vita, la perfezione non esiste!
Proprio sul finale la voce di Vanessa si è incrinata per l'emozione – assolutamente autentica, nessun dubbio al riguardo – mentre il pubblico la applaudiva con entusiasmo. E io guardandola da casa avrei quasi voluto attraversare lo schermo per abbracciarla...
P.S. personale: dopo una vita trascorsa a sentirmi più o meno sbagliata, ho avuto la fortuna di incontrare un uomo che mi ama e mi apprezza così come sono, con i miei (innumerevoli) pregi e i miei (trascurabili) difetti... ;-) e la cosa è reciproca. Di sicuro questo aiuta molto; ma se l'accettazione di noi stessi non partisse dal profondo del nostro essere, sarebbe qualcosa di ben fragile e privo di fondamenta...

mercoledì 11 dicembre 2019

Tenere sempre viva la memoria del passato


L'altroieri il prof. Guido Saraceni ha pubblicato nel suo blog Due Minuti di Lucidità un post dal titolo In memoria; lo riporto integralmente qui di seguito, perché merita davvero.
Un soldato tedesco urla al prigioniero: lancialo in aria!
Il prigioniero fa finta di non aver sentito e si affretta a sistemare il bambino sul carro, assieme a tutti gli altri. Allora il soldato si avvicina, gli punta la pistola sotto al mento e ripete: “ti ho detto di lanciarlo in aria, non hai capito? Se non lo fai tu, lo farà il prossimo”.
Così il prigioniero è costretto a lanciare per aria il bambino.
In questo modo i soldati tedeschi passavano il tempo ad Auschwitz: facendo il tiro a segno sui bambini ebrei, mentre i prigionieri pregavano che li uccidessero al primo colpo, per evitare inutili sofferenze.
Questa testimonianza di Alberto Sed, come tante altre, è un pugno nello stomaco.
Ieri ci ha lasciati Piero Terracina, mentre Sed è venuto a mancare a novembre di questo stesso anno.
Inesorabilmente, stanno venendo meno gli ultimi sopravvissuti ai campi di sterminio, lasciando a noi la responsabilità, il compito e l’onore di tenere viva la memoria.
Di impedire che torni l’orrore.
Roma A.D. 2019
Ora e sempre: Resistenza
Questo brano l'ho ricollegato a un episodio di cui sono venuta al corrente su Facebook, e che ho ritrovato nel post La fotografia è memoria pubblicato dalla "psicofotografa" Chiara Scattina alla vigilia del Giorno della Memoria 2019.
Quando il generale statunitense Dwight Eisenhower arrivò con i propri uomini presso i campi di concentramento ordinò, perentoriamente, che fosse scattato il maggior numero di fotografie: alle fosse comuni dove giacevano ossa, agli abiti, ai corpi scomposti scheletrici ammassati come piramidi casuali.
Fotografie per ogni gelida baracca che fungeva da dormitorio, fotografie al filo spinato, ai forni crematori, alle divise, ai cappellini, alle torri di controllo, alle armi, agli strumenti di tortura. Fotografie ai sopravvissuti così vicini alla morte da poterci interloquire e restituirla a chiunque li fissasse senza dover nemmeno aprire bocca. Senza parlare, senza parole.
E poi spiegò: “Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”.
Io ho una gran paura che la memoria degli orrori del passato possa andare perduta – ho la netta impressione che si stia già ineluttabilmente sfaldando, giorno dopo giorno – perché soltanto preservandola sarà possibile evitare che tutto ciò si ripeta.

martedì 10 dicembre 2019

Umorismo fisico

Quest'oggi ti propongo la traduzione di una storiella squisitamente nerd riportata nell'immagine qua sotto.

Heisenberg, Schrödinger e Ohm sono in macchina. Vengono fermati. Heisenberg è alla guida, e il poliziotto gli chiede «Sa quanto stava andando veloce?».
«No, ma so esattamente dove mi trovo», risponde Heisenberg.
Il poliziotto afferma «Stava andando a 55 in una zona con il limite a 35».
Heisenberg alza le mani esasperato e grida «Fantastico! Adesso mi sono perso!».
Il poliziotto pensa che ciò sia sospetto e gli ordina di aprire il bagagliaio. Lo controlla e fa «Sa che ha un gatto morto qui?»
«Adesso lo sappiamo, cog***ne!», urla Schrödinger.
Il poliziotto fa per arrestarli. Ohm oppone resistenza.
P.S.: Io le barzellette non solo non le so raccontare, ma quando le riporto pari pari riesco a rovinarle spiegandole: Werner Karl Heisenberg è passato alla storia per il principio di indeterminazione posizione/velocità (tanto per semplificare), Erwin Schrödinger per il paradosso del gatto (vivo o morto?) e Georg Ohm ha dato il nome alla legge che definisce la resistenza (elettrica).

lunedì 9 dicembre 2019

Perché dobbiamo tingerci per forza?

Qualche settimana fa hanno suscitato un certo scalpore le foto del divo di Hollywood Keanu Reeves accompagnato da quella che a quanto pare è la sua nuova compagna: l'illustratrice Alexandra Grant, sua amica da molto tempo. Un certo giornalista/scribacchino italiano del quale non farò il nome ha addirittura messo nero su bianco la propria ferma convinzione che la suddetta liaison, che lui ritiene una mera finzione, sia la prova incontrovertibile dell'omosessualità dell'attore.
Il perché di cotanto chiacchiericcio? È presto detto: la donna non rientra negli standard tipicamente soddisfatti dalle fidanzate dei personaggi più popolari, tutte belle, giovani e appariscenti (Leonardo DiCaprio docet). Alexandra invece «è pure più vecchia di lui!!!», strepitano le stesse donnicciole e gli stessi ominicchi che invece non fanno una piega quando il divo di turno sta con una che potrebbe essere sua figlia, se non sua nipote. Eppure Alexandra è di ben nove anni più giovane rispetto a Keanu Reeves; se sembra più grande dell'età che ha è perché non si tinge i capelli, ma sfoggia senza alcun problema una chioma completamente argentata.
Pur non facendo esplicito riferimento a questa polemica, quattro giorni fa Alexandra ha pubblicato sul suo profilo Instagram lo screenshot del titolo di un articolo pubblicato su Newsweek, Breast Cancer Linked to Permanent Hair Dye and Chemical Hair Straighteners in Study of Almost 50,000 Women (Tumore al seno collegato alle tinture permanenti per capelli e agli stiraggi chimici in uno studio su quasi 50.000 donne).
Wow. Notizia di oggi... I numeri sono sbalorditivi, specialmente per le donne di colore. Io mi sono prematuramente ingrigita quando avevo poco più di vent'anni... e mi sono tinta i capelli di ogni colore fino a quando non ho più potuto tollerare la tossicità delle tinture. Superati i 30 anni ho lasciato che i miei capelli diventassero "biondi"... Adoro e sostengo che ogni donna possa scegliere come vuole apparire ad ogni età. Ma/e, se le donne stanno morendo a causa degli standard di bellezza... allora parliamo di quegli standard di bellezza. Amore per tutte le donne!
E niente, mi sembr che non ci sia nulla di cui discutere. Anch'io mi tingo all'incirca una volta al mese da almeno una decina d'anni, da quando i primi capelli grigi hanno fatto capolino, brillanti come tubi al neon, sul mio castano naturale... ma a questo punto la tentazione di prendere a modello le splendide protagoniste del profilo Instagram grombre è fortissima!

domenica 8 dicembre 2019

Non restare indifferente, prendi posizione!

Quest'oggi condivido due citazioni nelle quali mi sono imbattuta di recente – anche se la seconda la conoscevo già – e che ho trovato strettamente legate tra di loro, nonché sorprendentemente attuali in questo periodo storico.
La prima è tratta da La casa in collina di Cesare Pavese, pubblicato nel 1948.
«Non sei mica fascista?» mi disse.
Era seria e rideva. Le presi la mano e sbuffai. «Lo siamo tutti, cara Cate,» dissi piano. «Se non lo fossimo dovremmo rivoltarci, tirare le bombe, rischiare la pelle. Chi lascia fare e s'accontenta, è già un fascista.»
La seconda è un celebre scritto di Antonio Gramsci tratto da La città futura, numero unico, 11 febbraio 1917.
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

sabato 7 dicembre 2019

Quanto ne sai?

Tra le comunicazioni ricevute di recente per posta dalla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro – alla quale anche quest'anno ho scelto di devolvere il mio cinque per mille... Sarò strana io, ma nessuno mi toglierà mai dalla testa la ferma convinzione che vada impiegato per scopi benefici, in netta discordanza da come la pensa Giorgia Meloni! – c'era un calendarietto 2020 con stampate sul retro alcune informazioni.
LA CONOSCENZA È IL PRIMO PASSO PER PROTEGGERSI DAL CANCRO.
I nostri ricercatori sono costantemente impegnati nello studio del cancro per offrire a chi ne viene colpito nuove strategie di cura. Per questo sostenerli è così importante. Ma tutti noi possiamo fare la nostra parte anche informandoci sugli strumenti di prevenzione a nostra disposizione e sui corretti stili di vita da seguire.
METTA ALLA PROVA LE SUE CONOSCENZE CON QUESTO TEST!

  1. PREVENZIONE SECONDARIA. Cosa sono gli screening?
    1. Gli screening sono esami condotti a tappeto su una fascia della popolazione per individuare precocemente una malattia, quando è più facilmente curabile.
    2. Gli screening sono gli esami che si devono fare quando si sospetta un tumore.
    3. Gli screening sono accertamenti prescritti dal medico per identificare la natura di un disturbo.

  2. EREDITARIETÀ. Quanto incide la predisposizione familiare sul rischio di ammalarsi di un tumore?
    1. Attualmente si stima che i casi di tumori riconducibili a ereditarietà siano circa il 3% del totale.
    2. Attualmente si stima che i casi di tumori riconducibili a ereditarietà siano circa il 10% del totale.
    3. Attualmente si stima che i casi di tumori riconducibili a ereditarietà siano circa il 30% del totale.

  3. SOLE. Quale di queste frasi è corretta?
    1. Chi non si scotta non rischia di ammalarsi di tumori della pelle.
    2. Per evitare di scottarsi è bene sottoporsi a qualche lampada prima di esporsi al sole.
    3. Ci si può scottare anche in città, al nord e nelle giornate nuvolose.

  4. ALIMENTAZIONE. Esistono tumori legati più di altri al tipo di alimentazione?
    1. Sì: ci sono tumori più sensibili di altri agli effetti del cibo.
    2. No: l'azione del cibo sul rischio di cancro è molto estesa e ampia.
    3. Dipende: conta anche la predisposizione familiare.

  5. FUMO. Qual è il numero massimo di sigarette che si possono fumare senza rischi?
    1. La soglia di sicurezza è 2-3 sigarette al giorno.
    2. Non esiste una soglia di sicurezza sotto la quale il fumo non produce danni.
    3. La soglia di sicurezza è massimo 6 sigarette al giorno.
[Per le indicazioni su come formattare gli elenchi ordinati annidati, si ringrazia HTML.it]
Per tua informazione, le risposte giuste sono 1 A, 2 B, 3 C, 4 A, 5 B. E tu, quante ne hai azzeccate?
Il testo si concludeva con l'invito ad approfondire il tema della corretta informazione per saperne sempre di più, visitando la pagina airc.it/quantonesai.

venerdì 6 dicembre 2019

Tu vuo' fa' l'americano

L'altro giorno, seguendo i suggerimenti di YouTube, ho guardato il video BRITISH vs. AMERICAN English: 100+ Differences Illustrated | Learn English Vocabulary, pubblicato sul canale 7ESL Learning English...


... e qui di seguito ti propongo l'elenco delle parole – dopo aver eliminato i doppioni e qualche coppia che non mi convinceva – ordinato alfabeticamente secondo la traduzione in italiano (ma in questa pagina del sito 7 E S L, English as a Second Language for Teachers & Students, di parole ce ne sono molte di più). Comunque può valere la pena di guardare il video per ascoltare la pronuncia e – il che è utile soprattutto per i bambini – guardare le figure. :-)

TraduzioneBritish EnglishAmerican English
aeroplanoaeroplaneairplane
antiorarioanti-clockwisecounterclockwise
appartamentoflatapartment
armadiowardrobecloset
ascensoreliftelevator
autunnoautumnfall
barbabietolabeetrootbeet
benzinapetrolgas
bidello, custode, guardianocaretakerjanitor
bidone della spazzaturadustbintrash can
biscottobiscuitcookie
broccajugpitcher
cabina telefonicaphone boxphone booth
calciofootballsoccer
camionlorrytruck
camion dei pompierifire enginefire truck
campo (da calcio)pitchfield
carne macinataminced meatground meat
caro (nel senso di costoso)dearexpensive
carrellotrolleycart
cassiere (della banca)cashierteller
cerottoplasterband-aid
chiusura lampozipzipper
cinemathe cinemathe movies
cipollottospring oniongreen onion
coccinellaladybirdladybug
coda (nel senso di fila)queueline
codice di avviamento postalepostcodezip code
confetturajamjelly
costume da bagnoswimming suitbathing suit
dama (gioco della)draughtscheckers
divisa, tenutakituniform
facoltà(academic) stafffaculty
filmfilmmovie
giardino, cortilegarden(back)yard
giletwaistcoatvest
giornata di apertura al pubblicoopen dayopen house
gomma (per cancellare)rubbereraser
gomma (pneumatico)tyretire
incrociocrossroadsintersection
lattinatincan
lavandinowashbasinsink
maglionejumpersweater
mais, granturcomaizecorn
mammamummom
marciapiedepavementsidewalk
matematicamathsmath
melanzanaaubergineeggplant
molletta da bucatoclothes pegclothespin
motociclettamotorbikemotorcycle
mutandineunderwearpanties
nastro adesivosellotapescotch tape
negozio di dolciumisweet shopcandy store
netturbinodustmangarbage man
orariotimetableschedule
paccoparcelpackage
pannolinonappydiaper
pantalonitrouserspants
parabrezzawindscreenwindshield
parcheggiocar parkparking lot
passegginopushchairstroller
patatine frittechipsFrench fries
pigiamapyjamaspajamas
posatecutlerysilverware
postapostmail
postinopostmanmailman
pranzo al saccopacked lunchbag lunch
presideheadmasterprincipal
primo pianofirst floorsecond floor
prosciutto affumicatogammonham
punto (fermo)full stopperiod
ragazzalassgirl
receptionreceptionfront desk
ricreazionebreak timerecess
rotatoriaroundabouttraffic circle
rubinettotapfaucet
sala professoristaff roomteacher's lounge
salopettedungareesoveralls
scarpe da ginnasticaplimsollsgym shoes
scarpe sportivetrainerssneakers
scuola elementareprimary schoolelementary school
stivali di gommaWellington bootsrubber boots
strada principalehigh streetmain street
taxitaxicab
toilettetoilet, loobathroom, restroom
torcia elettricatorchflashlight
tortinafairy cakecup cake
tris (gioco del)noughts and crossestic tac toe
vacanzaholidayvacation
vasca da bagnobathbathtub
vendita di beneficenzajumble saleyard sale
vigili del fuocofire brigadefire department
votomarkgrade
zeronilzero
zucchero filatocandyflosscotton candy

P.S.: Io queste parole le conoscevo quasi tutte, anche se in molti casi non avrei saputo affermare con certezza se fossero tipiche dell'inglese britannico oppure di quello americano. Comunque il fatto che gli americani il primo piano, quello sopra il pianterreno, lo chiamino "second floor", l'ho scoperto per l'occasione, e lo trovo inconcepibile! :-O

giovedì 5 dicembre 2019

Basta cambiare prospettiva

Citando da Wikipedia, «L'anamorfismo è un effetto di illusione ottica per cui un'immagine viene proiettata sul piano in modo distorto, rendendo il soggetto originale riconoscibile solamente guardando l'immagine da una posizione precisa». Quasi cinque secoli fa – correva l'anno 1533 – vi fece ricorso il pittore Hans Holbein il Giovane quando dipinse il celebre Ambasciatori.


Guardando il dipinto in scorcio di lato, la strana figura visibile nella parte inferiore del dipinto diventa un teschio, memento mori alla fugacità delle cose terrene.
Con il trascorrere del tempo e i continui progressi tecnologici, i risultati conseguibili dall'ingegnosità e dalla creatività umana non potevano che diventare sempre più sorprendenti: da' un'occhiata al video qui sotto!



L'artista – perché, come lo definiresti altrimenti? – Patrik Proško ha realizzato un imponente ritratto bidimensionale del fisico Nikola Tesla disponendo sapientemente nello spazio tridimensionale lavatrici, televisori, computer, radio, stampanti, microonde, video, altoparlanti, lampade, eccetera: tutti apparecchi che non potrebbero funzionare se Tesla non avesse inventato la corrente alternata (questo il geniale senso dell'installazione).
Il video seguente mostra molte altre opere di Patrik Proško.


mercoledì 4 dicembre 2019

Ma fate un po' come ve pare..

Il sistema di unità di misura noto come sistema imperiale britannico, ironia della sorte, non è più utilizzato da decenni nel suo Paese d'origine: infatti il sistema metrico fu introdotto nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord ormai nel lontano 1965. Peccato che sia ancora in uso negli Stati Uniti d'America, i quali sono assai più estesi ed influenti a livello mondiale...
L'immagine qua sotto illustra l'insensata complessità delle unità di misura in uso negli USA [ah ah ah ;-)]. Quanti pollici ci sono in un piede? [Ti prego di risparmiarmi la battutaccia "uno solo", ché ci siamo capiti ;-)] Quanti piedi in una iarda? Quante iarde in un miglio? E quante once in una libbra? Che confusione, rispetto alla cristallina semplicità del sistema metrico!


Nella parte inferiore dell'immagine è mostrata la convenzione dal mio punto di vista più assurda – anche perché devo farci i conti con maggiore frequenza – in uso negli USA [aridaje ;-)]: il formato della data.


MESE, GIORNO, ANNO: ma come vi è venuto in mente?! Trovo assai più sensato il formato GIORNO, MESE, ANNO adottato in Italia e in tutti i Paesi della mappa colorati in ciano. Sarebbe più che accettabile anche il formato ANNO, MESE, GIORNO – che oltretutto ha il vantaggio, se usi lo stesso criterio per rinominare i tuoi file, di darti modo di disporli agevolmente in ordine cronologico – adottato nei Paesi colorati in giallo. Gli Stati Uniti, con il loro rosso acceso, sono un caso a sé.