martedì 31 marzo 2020

Eravamo quattro amici a casa

In questo periodo all'insegna dell'isolamento forzato parecchia gente – la maggioranza? ;-) – si sta lasciando un po' andare, ma per fortuna c'è qualcuno che riesce a mettere a frutto la situazione dando libero sfogo alla propria creatività. Quest'oggi ti segnalo l'account Instagram @covidclassics, curato (traduco la descrizione) da «4 coinquilini che amano l'arte... e sono in quarantena a tempo indeterminato. Nessun filtro, nessuna modifica, solamente noi e la roba che abbiamo in casa». Ai quattro è venuta la brillante idea di posare per delle fotografie che riproducono in modo spassoso alcuni celebri quadri della pittura mondiale; ecco le mie preferite delle dieci pubblicate finora, a confronto con le opere originali (ma su Instagram puoi trovare anche i "dietro le quinte").
[Clicca sulle immagini per ingrandirle]
Lattaia (1658-1660), di Jan Vermeer.


Ragazza col turbante, meglio nota come la Ragazza con l'orecchino di perla (1665-1666 circa), ancora di Vermeer.


American Gothic (1930), di Grant Wood.

lunedì 30 marzo 2020

(Quasi) tutte pazze per Conte


Uno dei protagonisti principali, oserei dire suo malgrado, di questo difficile momento storico è il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Quando due anni fa, da pressoché perfetto sconosciuto qual era, venne catapultato nell'agone politico dal M5S, non ci avrei scommesso un centesimo... ma devo ammettere che sta gestendo quest'emergenza meglio di quanto mi sarei aspettata da lui, e al tempo stesso tremo al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere se al governo ci fosse stato ancora il suo ex-vice, peggio ancora se nel ruolo di premier, al quale non ha mai fatto mistero di ambire.
Una valutazione oggettiva del suo operato – non ha fatto abbastanza?, ha fatto fin troppo?, si è mosso troppo presto?, troppo tardi? – potremo effettuarla soltanto quando tutto questo sarà finito (eccerto, a posteriori semo bboni tutti ;-) ), comunque per il momento posso solo fare il tifo per lui, per il bene di tutti noi. Questo non vuol dire che sia diventata una sua fan; mi riesce difficile crederlo, ma sui social è pieno di donne che affermano di trovarlo addirittura sexy! Scherzano o dicono sul serio? Chi lo sa... Qualcuno, non ricordo chi, ha osservato che questa ammirazione gli sembrava una forma di sindrome di Stoccolma, espressione che denota il sentimento positivo provato dalla vittima nei confronti del proprio carnefice... o, nella fattispecie, "sequestratore".
Ecco una piccola galleria di memi su Conte "idolo". Anche se io personalmente lo riconosco di più nell'immagine che apre il post...








A proposito degli ormai "leggendari" decreti, che ormai aspettiamo con trepidazione, esiste persino un generatore automatico di decreti legge di Giuseppi (cit.) Conte. Ecco i miei preferiti:

  • Conte: "Volersi allontanare dalla suocera è motivo valido per spostamenti."
  • Conte: "Ok a spostamenti per andare a quel paese."
  • Giuseppi Conte shock: "Da domani stop ai viaggi mentali."
  • Conte: "Da lunedì chiusura di tutte le aziende. Compreso la 'Me Stesso' Srl."
  • Conte: "Sospese le lezioni de "L'Università della Vita."

domenica 29 marzo 2020

La musica ai tempi del coronavirus

[Questa non è altro che una goccia destinata inesorabilmente a scomparire nel mare degli innumerevoli articoli e post della serie ai tempi del coronavirus]
L'altro giorno nel blog Wrong Hands è stata pubblicata la vignetta qui accanto, che raffigura una playlist pandemica composta da brani che fin dal titolo ricordano la situazione attuale: Don't Stand So Close to Me, All By Myself, Wake Me Up When September Ends (ma io mi aggrappo alla speranza che ne saremo fuori ben prima di settembre)... Chissà se John Atkinson, quando l'ha ideata, era già al corrente dell'esistenza su Spotify della playlist Coronavirus – successivamente rinominata in Beervirus, un nome un pochino meno inquietante che allude alla birra Corona le cui vendite sono crollate, a quanto pare, per un effetto imprevedibile dei meme goliardici che la associavano al COVID-19 – e che per quanto mi riguarda ascolto volentieri, perché comprende parecchi brani davvero niente male: da It's The End Of The World As We Know It degli R.E.M. a Zombie dei Cranberries, da The End dei Doors all'inevitabile Apocalypse Please dei miei adorati Muse!
Sul sito Ad Age puoi vedere le copertine di svariati album famosi, rielaborate all'insegna del social distancing; ecco le mie preferite.




A proposito di Abbey Road dei Beatles, ho letto che l'amministrazione comunale di Londra ha colto l'occasione delle strade deserte a causa del lockdown per far ridipingere lo storico attraversamento pedonale.


E a proposito dei Queen, la copertina dell'album Queen II inevitabilmente mi ricorda il video di Bohemian Rhapsody, della quale sono state pubblicate a distanza di una settimana l'una dall'altra due cover quasi identiche con il testo rivisitato in chiave per così dire contemporanea; la prima è di Adrian Grimes e il video mostra soltanto il testo in sovraimpressione, mentre la seconda è di Raúl Irabién, il quale si è fatto in quattro anche visivamente.

sabato 28 marzo 2020

Fare più tamponi?

A detta di molti, se fosse stato effettuato un numero maggiore di tamponi, l'epidemia di COVID-19 avrebbe potuto essere tenuta sotto controllo e non sarebbe dilagata a livelli così preoccupanti in Italia, richiedendo le drastiche misure di contenimento con le quali abbiamo tutti quanti a che fare... ma siccome d'ora in poi cercherò di attenermi più del solito al principio affermato da Nanni Moretti in un suo film – «io non parlo di cose che non conosco» – quest'oggi mi limito a riportare alcuni link.
Quest'ultimo articolo è stato pubblicato su Il Post, che in questo triste frangente si sta distinguendo per il suo approccio rigoroso, equilibrato e mai sensazionalistico (anche se sfido chiunque a non commuoversi leggendo articoli come questo). Io sono iscritta alla loro newsletter sul coronavirus – che esce tutti i giorni, tranne nel fine settimana, salvo casi eccezionali – e consiglio a tutti di fare lo stesso.

venerdì 27 marzo 2020

Siamo tutti sulla stessa barca

Credo che la foto qui sotto, che immortala papa Francesco mentre impartisce la benedizione urbi et orbi davanti a una piazza San Pietro deserta sotto un cielo cupo, rimarrà tra le istantanee più significative di questo periodo che assai difficilmente potremo mai dimenticare.


Qui il testo integrale della sua omelia, che ritengo possa avere un grande valore per tutti, credenti e non credenti.
Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti. [...] ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme. [...] medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo.
Per concludere il post con un tono più leggero, oggi il presidente Sergio Mattarella si è mostrato leggerissimamente meno impeccabile del solito. Ma più umano (non mi viene un termine più adatto, ma non ho mai dubitato che lui lo fosse, profondamente umano). Sergione uno di noi! :-)

giovedì 26 marzo 2020

Regole su misura

Nelle ultime ventiquattr'ore o giù di lì, nella mia "bolla social" si è parecchio discusso circa la disavventura a dir poco spiacevole occorsa a Matteo Stagi: ieri sera l'uomo era sceso nella strada deserta per portare fuori il cane e buttare l'immondizia a poche decine di metri da casa in compagnia di suo figlio sedicenne, quando i due sono stati fermati da carabinieri fin troppo zelanti che hanno denunciato il capofamiglia per violazione dell'articolo 650 del Codice Penale (Inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità, e nella fattispecie delle misure previste dal governo in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica). Ripeto: Matteo si trovava insieme al figlio che vive sotto il suo stesso tetto – dubito che in casa mantengano la distanza minima di un metro che in questi giorni tutti quanti badiamo bene ad osservare quando incrociamo degli estranei – e in giro non c'era nessun altro. La ratio del decreto è quella di evitare gli assembramenti ed i contatti a rischio ai fini del contenimento del contagio, ma mi sembra evidente che in questo caso il problema non sussistesse. Eppure, forti di una formulazione non abbastanza chiara e fin troppo suscettibile delle interpretazioni più disparate, i "caramba" hanno voluto divertirsi a fare i duri: spero per Matteo che, a parte la comprensibile inc***atura, questa vicenda non abbia per lui altre conseguenze e tutto si risolva in un nulla di fatto.
Prima accennavo alla mia "bolla social", nella quale quasi tutti hanno preso le parti di Matteo, tranne un "facciamico" che gli dà torto perché "ormai sappiamo bene che si esce solo in caso di necessità e tenendosi alla larga da chiunque".
Una persona estremamente ligia alle regole, penserai. Se così fosse, lo apprezzerei perfino, del resto anch'io lo sono... sia pur senza rinunciare a valutare se siano giuste o meno; peraltro sono convinta che in generale i cittadini siano più propensi a cercare di aggirare un'imposizione che reputano ingiusta. Invece il tizio ha dimostrato inequivocabilmente di avere l'elasticità mentale (nonché il buonsenso) di un blocco di granito. Non molto tempo fa, quando l'emergenza coronavirus era già una realtà, costui pubblicò sui social un selfie sorridente sulle piste da sci. È vero che all'epoca gli impianti sciistici erano ancora aperti e frequentarli non era di certo vietato – come lui ripeteva a pappagallo a tutti quelli che lo criticavano – ma era già in vigore la raccomandazione di tenersi a un metro di distanza dalle altre persone: un'accortezza che, stando in coda per accedere agli impianti di risalita, sarebbe stato impossibile rispettare. Quindi il buonsenso avrebbe consigliato una gita meno "assembrante". Chissà quanta gente si è ammalata a causa di imprudenze simili. È anche per colpa di covidioti di questo genere che il governo si vede costretto ad applicare restrizioni sempre più rigide, delle quali stanno facendo le spese tutti quanti, pure noi che ce ne staremmo abbastanza tranquilli in ogni caso...

mercoledì 25 marzo 2020

Sentirsi in prigione a casa propria


In molti casi la convivenza prolungata in spazi ristretti coi propri familiari può mettere alla prova le capacità di sopportazione...


Ci sono persone il cui stile di vita non ha risentito in modo significativo della quarantena forzata...


Ti rendi conto di quanto sei stato isolato quando si verifica una pandemia mondiale e non devi apportare quasi nessun cambiamento al tuo stile di vita
... mentre altre percepiscono il divieto di uscire di casa se non per validi motivi come un'intollerabile violazione della propria libertà!

Quando normalmente passi tutto il tempo a casa, ma ora il governo dice che devi farlo
«Beh, allora non voglio farlo!»
«Dopo 30 anni che lavoro da casa per scelta, questa è la prima volta che devo farlo per obbligo. È una forma di violenza.»
«Poverino.»
Gente che finora era sempre stata tranquilla e pantofolaia scopre in sé un'irrefrenabile smania di spassarsela in giro!



Siccome portare fuori il cane ad espletare le sue necessità fisiologiche è una delle ragioni che giustificano un (moderato) allontanamento dal proprio domicilio, alcuni se ne approfittano!



[Personalmente a casa tutto sommato non ci sto così male, ma non giudico quelli che invece ne soffrono un sacco, a meno che non vìolino le direttive del governo o non affermino di sentirsi "agli arresti domiciliari"; ho un "facciamico" che ai domiciliari c'è stato davvero, per un caso di malagiustizia, e in quei mesi non poteva nemmeno arrivare al portone di ingresso per aiutare sua moglie con la spesa, non poteva telefonare né usare Facebook, non poteva incontrare nessuno e dormiva pochissimo per paura di non sentire il citofono quando polizia e carabinieri passavano a controllarlo]
Se chiami qualcuno e ti risponde di non essere a casa, oggi come non mai c'è da insospettirsi!



Ma quanto durerà questa situazione? E chi lo sa...



Concludo linkando due pagine: la prima risponde alla domanda «Si può uscire di casa oggi?», e la seconda – dalla quale ho tratto la GIF animata qui sotto, che rappresenta in modo assai efficace i comportamenti che contribuiscono al contenimento del contagio – ti suggerisce quali località puoi visitare questo fine settimana!


[La vignetta che apre il post è di Silvia Ziche]

martedì 24 marzo 2020

Burocrazia portami via

Uno dei "tormentoni" più leggeri, in questi tempi così cupi, consiste nel fare ironia sul modello di autodichiarazione – parola che sul dizionario italiano che consulto di solito manco c'è, a differenza di autocertificazione – per giustificare gli spostamenti, destinato inesorabilmente a cambiare ogni volta che il governo modifica, finora in maniera sempre più restrittiva col passare dei giorni, le misure di contenimento del contagio: la versione più aggiornata, nonché quella valida ora come ora (ma chissà fino a quando?), puoi scaricarla da qui.
Le battute si sprecano, e anche i memi: eccone alcuni che risalgono tutti alle ultime ventiquattro ore.




Coltiva l'amore che vive in te

L'altroieri Wikiquote mi ha proposto come aforisma del giorno una citazione tratta dalla Prima lettera ai Corinzi scritta da Paolo di Tarso, meglio noto come San Paolo apostolo. Sebbene la conoscessi già, l'ho apprezzata talmente tanto da volerne condividere su Facebook un frammento un pochino più esteso.
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.
Anche se il concetto di carità è legato al cattolicesimo, trovo che questo messaggio abbia un grande valore intrinseco a prescindere dalla religione... tanto è vero che un mio "facciamico", definitosi non cristiano ma vicino al buddismo, ha commentato ricordandomi il racconto del maestro zen e dello scorpione, che è abbastanza naturale associare alle parole di San Paolo.
Un maestro zen vide uno scorpione annegare in uno stagno e decise di trarlo in salvo. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per effetto del dolore, il maestro lasciò l'animale che di nuovo cadde in acqua in procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo nuovamente fuori dall'acqua e l'animale lo punse nuovamente.
Un giovane discepolo che vide la scena gli si avvicinò e gli disse:
– Scusate, maestro, ma perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall'acqua, lo scorpione vi punge?
Il maestro gli rispose:
– La natura dello scorpione è di pungere, e questo non cambierà la mia che è di aiutare.
Allora il maestro rifletté e, con l'aiuto di una foglia, tolse lo scorpione dall'acqua e gli salvò la vita, poi, rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:
– Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni. Purtroppo gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli viene offerto. Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene o smettere di abbandonare l'amore che vive in te. Gli uni perseguono la felicità, gli altri lo creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è ciò che sei, mentre la tua reputazione è solo ciò che gli altri pensano di te. Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere.

lunedì 23 marzo 2020

Vademecum per non sclerare

L'emergenza coronavirus e tutto quel che ne consegue stanno mettendo a dura prova l'equilibrio psicologico di tante persone, anche meno ansiose della sottoscritta. Per questo ritengo particolarmente utile condividere l'immagine qua sotto, realizzata dall'illustratrice Stella Maris Mongodi...


... traducendo dall'inglese quest'altra immagine pubblicata da The Counseling Teacher.

NON POSSO CONTROLLARE (quindi è meglio se lascio stare):
  • se altri seguono le regole sul distanziamento sociale
  • come si comportano gli altri
  • che cosa si prevede che accada
  • le ragioni e la storia degli altri
  • la disponibilità di carta igienica nei negozi
  • quanto durerà questa situazione
  • come reagiscono le altre persone
POSSO CONTROLLARE (quindi mi concentro su):
  • se io seguo le regole sul distanziamento sociale
  • il mio atteggiamento positivo
  • non seguire le notizie
  • trovare cose piacevoli da fare a casa
  • il modo in cui seguo i consigli delle autorità sanitarie
  • limitare l'uso dei social media
  • la mia gentilezza
P.S.: Tutto questo mi ricorda una celebre citazione di Aristotele (ma attribuita anche a Confucio): «Se c'è soluzione, perché ti preoccupi? Se non c'è soluzione, perché ti preoccupi?».

domenica 22 marzo 2020

La parola del giorno: covidiota

Da un paio di giorni a questa parte svariati miei contatti social stanno condividendo l'immagine qui sotto, della quale non sono riuscita a risalire alla fonte originaria. Trattasi della rigorosa definizione di un neologismo che più nuovo non si può, formato dalla fusione di COVID – la malattia che sta mettendo a dura prova l'intero pianeta, da non confondere con il virus SARS-CoV-2 che la provoca – e idiota.
covidiota sostantivo
  1. una persona stupida che ignora ostinatamente il protocollo di distanziamento sociale, contribuendo così a diffondere ulteriormente il COVID-19.
    Davvero stai andando a trovare la nonna? Amico, non essere un tale covidiota.
  2. una persona stupida che fa scorta di generi alimentari, diffondendo inutilmente le paure legate al COVID-19 e privando gli altri di provviste vitali.
    Lo vedi quel tizio con i 200 rotoli di carta igienica? Che covidiota.
Anche per colpa dei tanti, troppi covidioti in circolazione, ieri sera il governo, nella persona del presidente del consiglio Giuseppe Conte, si è visto costretto a comunicare misure ancora più restrittive...

sabato 21 marzo 2020

Questa non è musica (?)

Il rap non è esattamente il mio genere musicale (?) preferito; stasera però ho voglia di accennare a un paio di rapper che ho avuto modo di apprezzare di recente.
Willie Peyote è relativamente noto, ma per quanto mi riguarda lo conoscevo soltanto di nome, non avendo mai sentito nulla di suo. Grazie a Open ho colmato questa lacuna: si tratta di un artista intelligente che propone contenuti tutt'altro che banali. La sua Io non sono razzista ma... è esemplare in tal senso, e mi sa che la cover de Il bombarolo che ha interpretato nel corso della puntata de Una storia da cantare dedicata a Fabrizio De André è stata uno dei pochi momenti di quella serata degni di essere salvati (poi non lo so, mi è mancato il cuore per seguirla tutta).
Poco prima del Festival di Sanremo Facebook mi ha suggerito questo post di Revman, al secolo Sebastiano Vitale, rapper per passione e poliziotto per professione, il cui brano San Michele il Poliziotto era stato scartato alle selezioni per la sezione Giovani; sinceramente ho sentito performance rap ben peggiori. Inoltre Revman nei suoi testi veicola messaggi importanti come la lotta all'omertà (MCLM – Musica contro le mafie), la guida in stato d'ebbrezza (Riduci la velocità), la violenza sulle donne (Questo non è amore). Degno di nota anche il brano Rifletti un attimo, non solo per la location dove è stato girato il video, e che io conosco molto bene... ;-)

venerdì 20 marzo 2020

Ignoranza e stupidità

Questa sera condivido alcuni spunti dedicati all'ignoranza e alla stupidità, due condizioni umane che non di rado vanno di pari passo amplificandosi a vicenda con esiti disastrosi.

È difficile rendersi conto del proprio livello di ignoranza su un argomento riguardo al quale si è ignoranti. L'effetto Dunning-Kruger [definito da Wikipedia come «una distorsione cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi, a torto, esperti in quel campo, mentre, per contro, persone davvero competenti tendono a sminuire o sottovalutare la propria reale competenza», NdC] si applica a tutti.
Questa consapevolezza dovrebbe avere l'effetto di rendere più umili. Dovrebbe anche avere l'effetto di motivare a scavare sempre un po' più a fondo e non accontentarsi di una conoscenza superficiale assorbita.

C'è poi una GIF animata davvero eloquente: l'ignoranza, alimentata dalla paura, produce odio.


Ecco una citazione del teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer.
Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male si può protestare; esso può essere svelato e, se necessario, impedito dall'uso della forza. Il male porta sempre dentro di sé il germe dell'autodissoluzione, in quanto lascia negli esseri umani almeno un senso di malessere. Contro la stupidità siamo indifesi. Né le proteste né l'uso della forza possono far nulla qui; le ragioni cadono inascoltate; i fatti che contraddicono il pregiudizio di qualcuno semplicemente non devono essere creduti – in tali momenti la persona stupida diventa persino critica – e quando i fatti sono irrefutabili vengono semplicemente messi da parte come irrilevanti, come casuali. In tutto ciò la persona stupida, contrariamente a quella malvagia, è totalmente soddisfatta di sé e, essendo facilmente irritata, diventa pericolosa partendo all'attacco. Per questo motivo, si richiede maggiore cautela quando si ha a che fare con una persona stupida piuttosto che con una malvagia. Non tenteremo mai più di convincere la persona stupida con le ragioni, perché è insensato e pericoloso.
Concludo con un tweet decisamente sarcastico...


... che mi ricorda una celebre battuta di Aldo, il "socio" di Giovanni e Giacomo, in Tre uomini e una gamba.


giovedì 19 marzo 2020

Aspettando il vaccino

Quasi un mese prima dello scoppio della pandemia di COVID-19 in Italia – e chi se lo dimentica più quel 21 febbraio? :-( – il virologo Roberto Burioni aveva twittato «Desidererei che si trovasse immediatamente un vaccino contro il coronavirus per due motivi. Il primo perché salverebbe tante vite umane, il secondo per il piacere di vedere gli antivaccinisti implorare la vaccinazione in ginocchio sui ceci». Eppure all'epoca nessuno, forse neppure lui, avrebbe mai realisticamente immaginato che si venisse a creare una situazione come quella che stiamo affrontando.
Non conosco né frequento no-vax, pertanto non ho idea se l'emergenza coronavirus li abbia indotti a ricredersi radicalmente circa le loro assurde convinzioni aspettando con trepidazione un vaccino che chissà quando arriverà... comunque colgo l'occasione per ricordare uno dei loro tristemente noti "cavalli di battaglia": i vaccini che causerebbero l'autismo. Ecco un rapido excursus di questa che è una delle bufale più dannose della storia.
  • La correlazione, oggi smentita, tra il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) e la comparsa di autismo e malattie intestinali venne sostenuta dall'ex medico britannico Andrew Wakefield in una pubblicazione scientifica poi risultata fraudolenta. Infatti si scoprì che Wakefield era stato pagato per alterare i risultati al fine di supportare una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato contro le case farmaceutiche produttrici dei vaccini. E non è finita... puoi leggere tutta la storia su Wikipedia.
  • Su Quora, che in un certo senso è la versione più autorevole di Yahoo! Answers, puoi trovare un'interessante discussione dal titolo I vaccini e l’autismo sono correlati?.
  • Infine esiste persino il dominio howvaccinescauseautism.org, ovvero «in che modo i vaccini causano l'autismo». Se apri la pagina, scoprirai la risposta. [Spoiler: no, non lo causano affatto]
Concludo condividendo un meme che mi sembra particolarmente efficace.

«L'autismo non è mai stato diagnosticato prima del 1930». «Il monte Everest è stato scoperto solo nel 1856, ma, c***o!, ho il sospetto che sia stato sempre lì».
[Per la cronaca, il termine autismo inteso in senso moderno è stato utilizzato per la prima volta da Hans Asperger nel 1938, ed era il 1943 quando lo psichiatra Leo Kanner descrisse l'autismo infantile precoce o sindrome di Kanner]

mercoledì 18 marzo 2020

Distanti saluti


L'emergenza coronavirus sta costringendo anche i soggetti più espansivi a tenere a freno l'istinto di abbracciare, baciare o anche solo stringere la mano alle persone che incontrano. Lasciando perdere il tristemente noto saluto romano suggerito dall'ultradestrorso Ignazio La Russa in un post poi cancellato, e la "gomitata" tra i candidati democratici alle presidenziali USA Joe Biden e Bernie Sanders che ha il difetto di annullare il metro di distanza consigliato, un modo per salutare il prossimo nel rispetto delle misure di distanziamento sociale ci sarebbe: mi riferisco al saluto vulcaniano di Star Trek.



«Vivi a lungo e in prosperità»... è quello che oggi speriamo tutti più che mai, caro il mio signor Spock!
[Io comunque ci provo, a fare quel gesto, e non mi viene per niente naturale]
Concludo con una piccola galleria di memi dedicati al social distancing.






[L'ultimo è talmente nerd che lì per lì non l'avevo capito bene neppure io, e ho dovuto cercare una spiegazione... ;-)]