domenica 28 febbraio 2021

Alla scoperta del punto Nemo

Quest'oggi "saccheggio" un post interessantissimo pubblicato sulla pagina di divulgazione scientifica Chi ha paura del buio?.

Sai indovinare il nome di questo piccolo mondo sospeso nello spazio? È un piccolo pianeta incredibilmente adatto alla vita: pensa che è ricoperto al 70% di acqua liquida, ha una temperatura media di 15 °C ed è avvolto da una spessa atmosfera.
Piccolo aiutino: è il pianeta su cui ti trovi in questo momento.
Se un alieno avesse soltanto questa foto del nostro pianeta, non riuscirebbe a capire perché i suoi abitanti lo chiamano “Terra” e non “Acqua”. Visto da questa angolazione, il nostro pianeta potrebbe tranquillamente essere scambiato per un mondo d’acqua!
Questa è la parte del nostro mondo meno disturbata dai continenti. Nella parte meridionale dell’Oceano Pacifico si trova il punto più distante da qualsiasi terra emersa. Si chiama “Punto Nemo”: un nome talmente appropriato da escludere ogni possibilità che sia stato un astronomo a inventarlo.
Il Punto Nemo non è un isolotto o qualcosa del genere: è solo un punto geografico. Nel caso volessi andarci in vacanza, le sue coordinate sono S 48° 52′ 31,748”, O 123° 23′ 33,069”. Ma arrivarci è una vera impresa. Dista infatti ben 2688 km (DUEMILASEICENTOTTANTOTTO!) dalle tre più vicine terre emerse: a nord-ovest Ducie (un piccolo atollo corallino di 1 km² che fa parte di un gruppo di quattro isolette vulcaniche chiamate isole Pitcairn), a nord-est Motu Nui (un francobollo di 0,04 km² a sud dell’isola di Pasqua) e a sud Maher (piccola isola lunga 1 km in Antartide). Attorno al Punto Nemo ci sono ben 26 MILIONI di km² di oceano!
(Curiosità: il punto “contrario” a Nemo, cioè quello più lontano da ogni costa, si trova nella Cina nord-occidentale, vicino al confine con il Kazakistan, e dista 2645 km dall’Oceano Indiano.)
Via nave impiegheresti giorni per arrivare in una di queste isolette; se invece volessi arrivare a trovare degli esemplari di Homo sapiens, dovresti andare ancora più lontano. Se fossi lì e sopra di te passasse la Stazione Spaziale Internazionale, a “soli” 400 km di distanza i suoi abitanti sarebbero di gran lunga gli esseri umani più vicini a te in quel momento! [Non è sorprendente?! NdC] Spesso sono proprio gli astronauti della ISS le persone più vicine a questo punto. È anche un luogo senza vita: la conformazione delle correnti nel Pacifico meridionale blocca l’arrivo di sostanze nutritive. Insomma, se c’è un posto dove non esiste il problema del distanziamento sociale, quello è il Punto Nemo!
Non stupisce che Nemo sia scelto come punto di rientro distruttivo programmato dei veicoli spaziali. Sono quasi 300 i veicoli che negli ultimi decenni venivano fatti disintegrare in atmosfera precipitando verso il Punto Nemo, a distanza di sicurezza da qualunque luogo in cui potrebbero fare danni. Anche la stazione spaziale russa Mir terminò la sua vita così nel 2001. Insomma, un vero e proprio cimitero spaziale! [Più che altro la definirei una discarica, :-/ NdC]

Nei commenti i gestori della pagina mostrano la posizione del punto Nemo...

... e il punto più lontano da ogni costa...

... e citano la fonte da cui sono tratte le informazioni, la pagina Wikipedia Pole of inaccessibility (in italiano Polo dell'inaccessibilità), mentre un solerte commentatore precisa come mai il nostro pianeta si chiami "Terra" e non "Acqua":

Si chiama "Terra" perchè la quantità d'acqua è talmente esigua rispetto alla terra, che abbiamo il dovere sacro di preservarla, come questa bellissima immagine dell'USGS ci racconta.

sabato 27 febbraio 2021

Sicuro che non sia un tuo problema?


Molta gente si lamenta perché, a distanza di oltre un anno da quando il coronavirus ha cominciato a dilagare in Italia, non c'è ancora nessuna prospettiva di tornare alla vita di prima. Io capisco che si possa averne abbastanza, anche se il mio personale stile di vita non è cambiato in maniera radicale. Capisco decisamente meno quelli che affermano «Meglio rischiare di prendersi il COVID piuttosto che morire di fame perché l'economia va a rotoli». Sarà che io ho una gran paura di ammalarmi e vedermela brutta... ma ho sempre approvato le restrizioni arrabbiandomi per il mancato rispetto delle regole, e la mia opinione non è cambiata affatto rispetto a mesi fa, quando un lavoro ce l'avevo, anche se successivamente l'ho perso proprio a causa della crisi economica.

Nelle ultime settimane un mio conoscente, un ragazzone poco più giovane di me ma con la maturità di un bambino delle elementari, tra un'immagine di "buongiornissimo" e l'altra – ne condivide su Facebook decine al giorno, una roba allucinante – ha iniziato ad infilare proteste sui provvedimenti di contrasto alla pandemia. Dopo martedì grasso «È finito questo carnevale di m***a dì questo anno che questi porci del governo non ci hanno fatto festeggiare», e oggi addirittura incitava alla disobbedienza civile (quest'ultimo post dopo un po' è sparito). Ahimè, questo genere di idee circola negli ambienti culturalmente meno attrezzati, avendo facile e presa sulle menti semplici, con conseguenze imprevedibili.

Il suddetto aneddoto personale lo ricollego a una favoletta piuttosto istruttiva condivisa su Facebook da una mia compagna di liceo.

Un topolino guardò attraverso un buchino nel muro, e vide il contadino e sua moglie che stavano aprendo un pacchetto. Che cibo ci sarà? Rimase sconvolto nello scoprire che era una trappola per topi. Rifugiandosi nell'aia il topolino lanciò l'allarme: «C'è una trappola per topi in casa, una trappola per topi in casa!».
La gallina chiocciò e raspò, alzò la testa e disse: «Scusami, Signor Topo, capisco che sia una cosa seria per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto».
Il topolino si rivolse al maiale e gli disse: «C'è una trappola per topi in casa, una trappola per topi in casa!». Il maiale, comprensivo, disse: «Mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai nelle mie preghiere».
Il topolino andò dalla mucca. Lei disse: «Ma guarda, Signor Topo, una trappola per topi. Sono in serio pericolo. Davvero?». Allora il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola.
Quella stessa notte si udì un rumore per tutta la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si precipitò a vedere cosa fosse stato catturato. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino, il quale dovette portarla d'urgenza all'ospedale. La donna tornò a casa con la febbre alta.
Com'è noto, nella cultura contadina la febbre si cura con del brodo di gallina fresco, quindi il contadino portò il suo coltellone nell'aia per procurarsi l'ingrediente principale.
La malattia della moglie però non guariva, e così amici e vicini venivano a farle visita giorno e notte. Per dar loro da mangiare il contadino ammazzò il maiale. 
La moglie del contadino non si riprese. Ad un certo punto morì, e al suo funerale venne così tanta gente che il contadino dovette macellare la mucca per dare da mangiare a tutti.
Quindi, la prossima volta che senti che qualcuno sta affrontando un problema e pensi che la cosa non ti riguardi, ricorda che, quando c'è una trappola per topi in casa, l'intera aia è in pericolo.

Fin qui la traduzione della versione originale inglese, tratta da questa fonte secondo cui l'autore è ignoto. Ma nella versione condivisa dalla mia amica il testo si concludeva così...

[...] quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. «Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te».

... e dulcis in fundo, ecco l'attribuzione ad Ernest Hemingway. A questo punto mi sono messa le mani nei capelli: è vero che Hemingway ha scritto il romanzo Per chi suona la campana, ma il titolo è ricavato da un sermone del poeta inglese del '600 John Donne, ed è a quello che si riferisce la citazione finale di cui sopra; lo scrittore statunitense non c'entra assolutamente nulla con la favoletta.

Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.

[Il disegno del topo e della trappola è tratto da Vecteezy]

venerdì 26 febbraio 2021

Yes, I can!

Poiché ho avuto la fortuna di incontrare persone che hanno creduto in me più di quanto ci credessi io stessa – non che ci volesse molto, in effetti – la mia ricerca di un nuovo lavoro è a buon punto, evviva! :-D Comunque quest'esperienza mi sarà di insegnamento per il futuro.

Quest'oggi mi limito a condividere un po' di aforismi selezionati da Fabrizio Caramagna per Aforisticamente riguardo a due aspetti complementari della personalità; l'insicurezza, che almeno finora è stata mia compagna fin troppo fedele...

Se non credi in te stesso, chi ci crederà?
(Kobe Bryant)
Non lasciare che la paura o insicurezza ti impedisca di provare cose nuove. Credi in te stesso. Fa quello che ami. E, soprattutto, sii gentile con gli altri, anche se non tu non piaci a loro.
(Stacy London)
Il senso di colpa non va mai a spasso da solo: si fa accompagnare dai suoi amici, il dubbio e l’insicurezza.
(Meredith Grey)
Ad un complimento, una persona normale risponde “grazie”, l’insicuro chiede “davvero?”.
(_Kymio_, Twitter)
La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci.
(Edme-Pierre Chauvot de Beauchêne)
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
(Seneca)
La vita talvolta offre un’opportunità, ma quando si è troppo vigliacchi o troppo insicuri per coglierla, essa si riprende le sue carte.
(Michel Houellebecq)
Una persona che dubita di sé è come un uomo che vuole arruolarsi tra le fila del nemico e alzare le armi contro se stesso. Egli rende il proprio fallimento certo dato che è la prima persona ad esserne convinta.
(Alexandre Dumas figlio)
... e l'autostima, sulla quale d'ora in poi mi riprometto di lavorare un bel po'.
Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso.
(Confucio)
La peggior solitudine è di non stare bene con te stesso.
(Mark Twain)
Per le persone che non si stimano, il successo vale zero, l’insuccesso vale doppio.
(Giorgio Nardone)
Il nocciolo della tua personalità è l’autostima, “quanto ti piaci”. Più ti piaci e ti rispetti, meglio farai in qualsiasi cosa tu voglia intraprendere.
(Brian Tracy)
Chi stima se stesso è al sicuro dagli altri; indossa una corazza che nessuno può penetrare.
(Henry Wadsworth Longfellow)
Nessun può obbligarti a sentirti inferiore senza il tuo consenso.
(Eleanor Anne Roosevelt)
Stima te stesso. Gli unici che apprezzano uno zerbino sono quelli con le scarpe sporche.
(Leo Buscaglia)
Mi chiedi qual è stato il mio più grande progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso.
(Lucio Anneo Seneca)
L’uomo che non apprezza se stesso, non può valutare niente e nessuno.
(Ayn Rand)
Se non si è convinti del proprio valore, non ci si farà mai rispettare: senza autostima non si va lontani. Dignità e autostima vanno di pari passo.
(Paolo Crepet)
Rispetta te stesso e gli altri ti rispetteranno.
(Confucio)
Se avete fiducia in voi stessi, ispirate fiducia agli altri.
(Johann Wolfgang Goethe)

giovedì 25 febbraio 2021

C'è chi crea, e chi segue le istruzioni

Grazie alla pagina Facebook Beyond the Brick, dedicata agli appassionati di LEGO di tutto il mondo, ho scoperto @ochre.jelly. un account Instagram davvero particolare che fa in un certo senso satira per mezzo dei mitici mattoncini. La sua creazione più recente è la rielaborazione in chiave LEGO...

... del celebre Woman Yelling at a Cat Meme.

L'autore ha anche proposto un progetto in omaggio a Freddie Mercury, e io mi sono iscritta a LEGO IDEAS – un sito fighissimo, ti consiglio caldamente di darci un'occhiata soprattutto (ma non solo) se sei un "legolista" – apposta per supportarlo.

La versione del meme pubblicata sulla pagina Facebook di cui sopra...

... mi si addice proprio, dal momento che non credo si sia mai troppo grandi, o troppo vecchi, per "giocare" coi LEGO: attualmente sono alle prese con il mio ultimo "progetto" – nulla di originale, anche stavolta sto seguendo pedissequamente le istruzioni "a prova di scemo", ma in effetti in questo caso il montaggio è più complicato del solito, tant'è vero che la confezione è contrassegnata come "18+" – e non appena l'avrò ultimata non vedo l'ora di condividere l'autentico gioiello che verrà fuori! <3

mercoledì 24 febbraio 2021

Una barriera da infrangere

In questo periodo sono impegnata nella ricerca di un nuovo lavoro, e in base ai contatti avuti finora devo ammettere che mi sento meno discriminata in quanto donna rispetto a quando mi misi a cercare il primo impiego dopo la laurea, quasi diciotto – COFF COFF – anni fa; forse è cambiato il mondo del lavoro, o forse sono cambiata io... Mi piacerebbe davvero sapere quanto sia vera l'una e quanto l'altra cosa. :-)

Visto che siamo in argomento, colgo l'occasione per condividere l'articolo PPS For Professionals – Women Acknowledged, Campaign is a powerful stand against long-standing stereotypes (La campagna PPS For Professionals – Women Acknowledged è una potente presa di posizione contro stereotipi di vecchia data) pubblicato qualche tempo fa sul sito Campaigns of the World.

La Commissione Federale Statunitense sul Soffitto di Cristallo definisce il soffitto di cristallo come segue: «La barriera invisibile ma indistruttibile che impedisce alle minoranze e alle donne di raggiungere il gradino più alto della scala commerciale, indipendentemente dai loro risultati nello studio e nel lavoro». La campagna PPS For Professionals – Women Acknowledged riguarda la rottura di questo soffitto di cristallo e di vari altri annosi stereotipi e barriere all'ingresso e al successo delle donne professioniste. Sfortunatamente le donne professioniste, molte volte ancora, sono considerate inferiori alle loro controparti maschili solamente perché sono guardate come donne piuttosto che come professioniste altrettanto intelligenti, diligenti e coscienziose.
PPS è la più grande società di servizi finanziari in Sudafrica focalizzata su professionisti laureati e che opera secondo l'etica della mutualità e dell'uguaglianza. Con la campagna "Women Acknowledged" [donne riconosciute, NdC] mira a portare alla luce gli stereotipi affrontati dalle donne nei luoghi di lavoro e a presentare un punto di vista differente sul modo in cui le donne professioniste sono viste e riconosciute nella società di oggi.
Ciascuna parte della serie "Women Acknowledged" si concentra su donne professioniste che formano la base dei membri di PPS For Professionals composta da ingegneri, contabili, architetti, avvocati, medici e dietologi.
Le importa solo dei tuoi soldi perché è una contabile.
Ha sempre bisogno del suo spazio perché è un'architetta.
Il suo posto è in cucina perché è una dietologa.
Vuole sistemarti perché è un medico generico.
Le piace litigare perché è un'avvocatessa.
I bambini sono il suo lavoro perché è una pediatra.
Parla tanto perché è una professoressa.

Ho lasciato per ultima l'immagine dedicata alla mia categoria...

Rimugina sempre su tutto perché è un'ingegnera. [finalmente mi sto abituando a declinare tale sostantivo al femminile... e mi pare strano che prima non ci riuscissi: in fondo "ingegnere/a" segue la stessa identica regola di "infermiere/a", su cui nessuno trova nulla da ridire, NdC]

... perché almeno nel mio caso non si tratta di uno stereotipo: mi ci riconosco un bel po'. Ma per esperienza posso dirti che è meglio non generalizzare! ;-)

P.S.: Adesso che ci penso, nel corso del colloquio di stamattina mi è stato chiesto di elencare i miei pregi e i miei difetti, e tra i primi ho menzionato la mia curiosità. Uno dei miei interlocutori ha borbottato qualcosa del tipo «Beh, per una donna è normale essere curiosa», al che mi sono limitata a lasciar correre, ovviamente evitando di parlare di questo blog e di come si chiama. ;-)

martedì 23 febbraio 2021

Maschilisti mascherati da antifemministi

Di recente un mio "facciamico" ha condiviso – non mi è chiaro a quale scopo, perché ho troppa stima di lui per credere che possa pensarla in quel modo – gli 8 BUONI MOTIVI PER ESSERE ANTIFEMMINISTI pubblicati sulla pagina Facebook Cara, Sei Femminista, la cui ragion d'essere mi pare illustrata a dovere dalla relativa immagine di copertina.

  1. Il rispetto per le persone -uomo o donna che siano- lo insegna l'educazione familiare e non un movimento ideologico.
  2. Bisogna ribadire che esiste una violenza trasversale ai generi e non "di genere"
  3. Il femminismo porta alla colpevolizzazione dell'uomo in quanto tale, nonostante finga di voler "tutelare anche gli uomini"
  4. L'uomo e la donna adulti sono in grado di tutelarsi autonomamente, senza bisogno delle femministe e della loro volontà di porsi come paladine non richieste.
  5. L'unico vero conflitto è sempre quello sociale (ricchi-poveri, garantiti-non garantiti, elite-popolo ecc) e non quello immaginario tra sessi.
  6. La differenze biologiche, attitudinali e caratteriali tra uomini e donne esistono. Volerle negare/superare/reprimere non porta a nessuna parità ma soltanto ad un'aberrante omologazione che sterilizza il rapporto tra i sessi.
  7. Il femminismo crea un clima di paranoia generalizzata che risulta negativo sia per gli uomini che per le donne.
  8. L'italiano è una lingua splendida mentre gli asterischi fanno cagare.

Ce ne sarebbe abbastanza per farsi esplodere il fegato... ma per fortuna Lorenzo Gasparrini ha replicato punto per punto sul suo tumblelog Questo Uomo No, introdotto da queste parole: «Contro lo stupido, ipocrita, diseducativo, violento machismo dilagante, segnalo qui ogni scritto, immagine, rappresentazione, disegno, spot, che racconta un tipo di uomo che non mi piace».

Il titolo è tutto un programma: non hai qualcosa per qualcuno, hai qualcosa contro qualcuno, un anti-messaggio. Se i femminismi fossero una cosa tanto facile da smentire, tanto falsa, non servirebbero antifemminismi: la loro falsità, la loro inutilità dopo tanti anni si dimostrerebbe da sola. Se dei tizi hanno bisogno di essere antifemministi, probabilmente non gli basta essere quello che sono, di qualsiasi cosa si tratti. 
  1. Quella stessa educazione familiare che fa morire le donne soprattutto in casa, per mano dei mariti, compagni, ex? Quella stessa educazione familiare che fa crescere bambini che non siano femminucce e bambine che non siano maschiacci? Quella stessa educazione familiare che pensa che esista la “famiglia naturale”? Questa stronzata giustamente è la numero 1, perché è doppia: i femminismi sono l’esatto contrario di movimenti ideologici perché nascono da pratiche di libertà. Le parole che non si conoscono non vanno usate, e ancora meno prese a prestito pensando di sapere cosa significano.
  2. Questa stronzata è tipica di chi vuole evitare il problema di mettersi in discussione, perché non ne ha il coraggio. Invece di accettare le differenze necessarie a comprendere un fenomeno complesso come la violenza di genere, s’immagina che la violenza che colpisce corpi differenti, fatta da corpi differenti, in situazioni sociali e culturali differenti, sia sempre la stessa violenza. Così si potrebbero sostenere altre stronzate, come che le donne sono violente quanto gli uomini. E’ la pia illusione in cui ancora si culla tanta ignoranza, o tanta malafede - o entrambe.
  3. Questa solenne stronzata si basa su una ignoranza - o su una malafede - tipica del più forte pregiudizio contro i femminismi: il pensare che il loro obiettivo polemico siano gli uomini, e non il maschile. Prendersela con tutti gli esseri umani XY sarebbe una cretinata politica talmente ridicola da non durare neanche una settimana; il fatto invece che i femminismi sappiano mettere in discussione da secoli, in tutte le epoche, territori ed economie, ciò che culturalmente costruisce l’identità maschile, li fa essere da sempre molto efficaci e inarrestabili. E per questo vengono combattuti a furia di stronzate.
  4. Non si capisce il bisogno di questa stronzata di rinforzo alla stronzata numero 1, se non che si è talmente deboli nei propri argomenti che si ha bisogno di ripeterli. L’ultima cosa che vuole essere una femminista è una figura che si erge sopra le altre togliendo loro la responsabilità del conflitto, lo sa chiunque anche solo da lontano abbia sentito qualcosa di realmente femminista; e l’ultima cosa che vuole il patriarcato sono adulti in grado di tutelarsi autonomamente.
  5. Qui la stronzata sta nell’ultima parola, apparentemente la più certa per chiunque e invece la chiave del miserevole trucco stronzista. I sessi non nascono certo in conflitto; lo imparano quando diventano, socialmente, generi, producendo il primo e probabilmente il solo reale conflitto sociale, dal quale - come dimostrano ormai innumerevoli studi - derivano tutti gli altri. Di immaginario c’è solo il sentore di marxismo di questa stronzata - anzi, di MRAxismo, come suggeritomi da una divertita amica femminista.
  6. Questa fantastica stronzatona, di sapore fascioclericofusarico, deve la sua immensità proprio alla sfacciataggine con la quale dice l’esatto contrario praticamente di tutti i femminismi mai apparsi sul pianeta: oh, non ce n’è uno che neghi le differenze biologiche, attitudinali e caratteriali tra uomini e donne. Ma figuriamoci se uno di questi campioni si va a informare in quei luoghi misteriosi, sinistri e notoriamente gestiti da femministe quali sono le biblioteche. Tra l’altro, lo stronzista in questo caso non s’è accorto che o crede in questa numero 6 o crede nella stronzata numero 2: come potrebbe esserci una violenza trasversale ai generi uguale per chiunque in mezzo a tutte quelle differenze? Ma figuriamoci se uno stronzista si lascia impressionare dal principio di non contraddizione.
  7. Magari, mio caro stronzista: significherebbe che è largamente diffuso tra tutti e tutte, tanto da generare quel clima. Quella paranoia generalizzata che senti tanto in giro si chiama patriarcato, e la tua ansia di provare a dimostrare che la cura è invece la malattia testimonia di quanto quella reale malattia ormai si sia impossessata di tutto te stesso. Stai pure certo che se i femminismi avessero il potere di creare un clima generalizzato, non sarebbe paranoia, ma tutto il contrario. Invece, come vedi, fioccano le stronzate.
  8. L’ultima stronzata riportata non è neanche un’argomentazione, ma una semplice opinione da stronzista ignorante che dimostra quanto l’autore e il ricopiatore sappiano poco di ciò di cui parlano. Onestamente, ne avevamo già avuto il sospetto.
Le stronzate di questi MRA, più o meno consapevoli patetici tentativi di difendersi da una minaccia inventata dal vero male da combattere, girano almeno dagli anni ‘70, e in tutti questi decenni non hanno perso nulla della loro marronità. Il fatto che tanti (e tante!) le replichino con disinvoltura, come fossero argomenti sensati, non fa che aumentarne la comicità.
Non sorprende che la figura maschile in questione, così fiera del suo antifemminismo, venga definita stronzista...

lunedì 22 febbraio 2021

Era meglio imparare le lingue da piccoli

Riguardo alla mia ricerca di un nuovo lavoro non c'è ancora nulla di concreto, ma qualcosa si sta sbloccando, e questo è già di per sé un buon segno. Stamattina ho sostenuto un colloquio interamente in inglese, non soltanto perché andava valutata la mia conoscenza della lingua, ma anche perché uno dei miei interlocutori era scandinavo e non spiccicava una parola d'italiano. Lì per lì mi sono sentita terribilmente ridicola, quasi come in certi memi che circolano sul web...

... ma oggi pomeriggio la persona che sta curando la selezione mi ha rassicurata: a quanto pare ho fatto una buona impressione, anche sull'inglese, yeah!!! :-D Certo, se avessi iniziato a studiarlo qualche anno prima rispetto al liceo, sono sicura che oggi me la caverei molto meglio anche nell'orale oltre che nello scritto: da bambini le lingue straniere si assimilano che è un piacere. Una mia amica ha due bimbe alle quali parla anche in inglese oltre che in italiano, e molti la criticano per questo... ma io trovo che sia un'ottima idea (anche se a volte le creature se ne escono con commistioni assai buffe tra le due lingue :-) ).

Qualche tempo fa Cole Allen commentò su Twitter la notizia che la piccola Charlotte d'Inghilterra, figlia del principe William e di Kate Middleton, a soli due anni – a maggio ne compirà 6 – parlava già due lingue, osservando «Lo fa anche la maggior parte dei figli di immigrati, ma immagino che faccia meno effetto quando sono poveri». Sad but true...

domenica 21 febbraio 2021

Mostrarsi deboli in amore

L'aforisma del giorno di Wikiquote, il cui autore è il filosofo, sociologo, musicologo ed accademico tedesco Theodor Adorno (1903–1969)...

Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza.

... mi ha ricordato una citazione molto simile che già conoscevo, attribuita allo scrittore, poeta, traduttore e critico letterario italiano Cesare Pavese (1908–1950).

Tu sarai amato, il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza, senza che l'altro se ne serva per affermare la sua forza.

Non so che dire... se non che le trovo piuttosto vere entrambe, avendolo sperimentato sulla mia pelle.

sabato 20 febbraio 2021

L'immortalità nelle canzoni

È scomparso all'età di 86 anni – era del 1934, come i miei genitori – il paroliere Luigi Albertelli, autore di molte sigle dei cartoni animati talmente famose che le conosco pure io sebbene fossi davvero piccola quando uscirono: Ufo Robot e Goldrake (1978), Capitan Harlock e Remi (1979), Anna dai capelli rossi e Daitarn III (1980), tutte musicate da Vince Tempera, e poi Huck e Jim e La principessa Sapphire, sempre del 1980. Benché non si trattasse di un cartone animato, è il caso di menzionare pure la sigla di Furia (1977) cantata da Mal.

Ma Albertelli scrisse i testi anche di parecchie hit della musica leggera italiana: per Bobby Solo e Iva Zanicchi Zingara (brano vincitore del Festival di Sanremo 1969), per Drupi Vado via (1973), Piccola e fragile (1974) e Sereno è (1975), per Wess e Dori Ghezzi Un corpo e un'anima (1974), per Adriano Pappalardo Ricominciamo (1979), per Fiordaliso Non voglio mica la luna (1984), e infine La notte dei pensieri con cui Michele Zarrillo vinse il Festival di Sanremo 1987 nella sezione "Nuove Proposte".

Riguardo al testo di Non voglio mica la luna ho un "simpatico" aneddoto personale da raccontare: parecchio tempo fa, avrò avuto una ventina d'anni, nel programma della festa parrocchiale venne inserito uno spettacolo canoro aperto a tutti coloro che volessero partecipare. Allora decisi di sfidare le mie insicurezze – evitavo di farmi sentir cantare persino dai miei, figuriamoci – e andai a trovare l'organizzatore, persona religiosissima nonché papà di una mia compagna di classe delle medie. Lui mi sottopose le basi musicali a sua disposizione, una delle quali era appunto quella di Non voglio mica la luna. Dissi «Mi piace, proviamola» e iniziai a cantarla, non mi veniva neanche malaccio, ma arrivata al punto in cui il testo dice «Chiedo soltanto di andare/di andare a fare l'amore/ma senza aspettarlo da te» mi interruppi di colpo in un palpabile imbarazzo reciproco; "forse" quel passaggio era un pochino troppo osé per il contesto in cui avrei dovuto interpretarlo. ;-) «Ehm, meglio se ne proviamo un'altra», concordammo senza aggiungere altro. Non ricordo nemmeno più quale scelsi, fatto sta che alla fine non se ne fece nulla perché non ebbi il coraggio di esibirmi in pubblico. Una brillante carriera stroncata sul nascere! E riguardo alla gestione dell'insicurezza, a distanza di tutti questi anni, ho ancora molto da imparare...

venerdì 19 febbraio 2021

Su Internet non è detto che tu non sia un gatto ;-)

La vignetta qui sotto, disegnata dal fumettista Peter Steiner e pubblicata sul settimanale New Yorker il 5 luglio 1993, rappresentava piuttosto bene l'Internet dell'epoca.

«Su Internet, nessuno sa che sei un cane.»

Da allora le cose sono molto cambiate: con il diffondersi delle videochiamate è diventato assai più difficile dissimulare la propria identità. La vignetta di cui sopra mi è tornata in mente mentre guardavo lo spassoso video diventato virale nei giorni scorsi: durante un'udienza processuale su Zoom un avvocato texano non riusciva a disattivare il "filtro-gatto", e si è sentito in dovere di assicurare quasi piagnucolando «Non sono un gatto!».

Zoom ha colto la palla al balzo pubblicando un tutorial che spiega per benino come usare e rimuovere i filtri.

Concludo condividendo una vignetta ispirata a questo episodio abbastanza surreale (anche se in effetti di situazioni buffe legate al funzionamento imprevisto dei filtri se ne sono viste parecchie, soprattutto da quando la pandemia ha reso le videochiamate più necessarie che mai).

P.S.: A proposito, la settimana prossima farò il mio esordio nel fantastico mondo di Zoom per un colloquio di lavoro. Un mio "facciamico" mi ha consigliato di farmi bella – a dire il vero ha usato un altro termine :-/ – perché in Zoom la qualità video e audio è al top... e io ho replicato «Sono rovinata, mi toccherà impostare il filtro-gatto!» (che fa tanta tenerezza). ;-)

giovedì 18 febbraio 2021

La privacy su internet? Meglio se ce la scordiamo!

L'altro giorno ho condiviso su Facebook il post di un'insegnante con la foto di lei che teneva tra le mani un foglio recante una scritta del tipo «Condividi questo post, voglio dimostrare ai miei alunni quanto può diffondersi facilmente una foto su internet». Quando sono andata a recuperarlo per scriverne qua sul blog, non l'ho più trovato: si vede che era stato rimosso, e stranamente non ce n'era traccia neppure nella cache del browser. Cercando con Google ho individuato su Daily Mail Online una versione molto simile risalente a novembre 2013, segno palese che le cose non sono migliorate granché sotto quel punto di vista.

Sto parlando ai miei studenti di quinta elementare della sicurezza in Internet e di quanto velocemente una foto può essere vista da molte persone. Se stai leggendo questo, fai clic su "MI PIACE". Grazie!

A suo tempo la foto dell'insegnante in questione, Julie Anne Culp, divenne virale non soltanto nella sua versione originale, ma anche nelle innumerevoli rielaborazioni fatte con Photoshop. Spero che i suoi alunni – e non solo loro – abbiano imparato la lezione! (Peraltro l'età minima per creare un account su Facebook o su Instagram dovrebbe essere 13 anni, ma tanto chi controlla? Spesso sono proprio i genitori, che dovrebbero tenere i propri pargoli il più a lungo possibile al sicuro dalle insidie della Rete, ad introdurceli regalando loro smartphone o tablet per non farli sentire inferiori ai coetanei che già li possiedono)

Ma c'è di peggio, almeno dal punto di vista di chi come me sui social non pubblica quasi mai le proprie foto. Se mi capitava di scrivere un post più intimo e personale del solito non mi preoccupavo particolarmente, «tanto possono vederlo solo le persone a cui ho dato l'amicizia». È vero che un amico non degno di tale nome potrebbe sempre fare uno screenshot di un mio post e divulgarlo per prendersi gioco di me... macometeva? ;-) (cit.) Ebbene, da quando ho letto questo articolo non sono più così tranquilla. A quanto pare esiste un'app, chiamata Lightshot, che permette non solo di fare screenshot e personalizzarli, ma anche di caricarli online con un URL pubblico che è composto come segue: prnt.sc/ seguito da una sequenza di 6 caratteri alfanumerici. Ho fatto pochissime prove senza trovare nulla di strano, almeno in apparenza... ma temo che di cose potenzialmente compromettenti ce ne siano eccome. Quindi, aggiornando la lezione delle insegnanti di cui sopra, ti consiglierei di fare più che mai attenzione non solo alle foto che pubblichi, ma anche a quello che scrivi in Rete, visto che è così facile diffonderlo a tua insaputa.

mercoledì 17 febbraio 2021

Non è una perdita di tempo

Troppo spesso ci sentiamo in dovere di fare cose a cui si associa un'utilità pratica o un valore intrinseco che va al di là del fatto che magari amiamo farle: tutto il resto è una perdita di tempo, siamo abituati a pensare. Ebbene, a tal proposito ti propongo un paio di immagini trovate sui social.

Se ti è piaciuto il tempo che hai perso, allora non è stata una perdita di tempo.
Se non stai facendo quello che ami, stai sprecando il tuo tempo.

Serviranno a me per prima come spunto di riflessione per il futuro: mi riprometto di impegnarmi di più in attività che mi piacciano davvero, non soltanto nella vita personale ma se possibile anche in quella professionale.

martedì 16 febbraio 2021

Lo smart working È lavoro!

Ieri pomeriggio sui social ha iniziato a circolare la notizia secondo cui Renato Brunetta, appena nominato ministro per la Pubblica Amministrazione nel neonato governo Draghi, avrebbe dichiarato «Basta smart working, i dipendenti pubblici tornino in ufficio». Io stessa avevo condiviso indignata il link su Facebook, solo che il contenuto a cui puntava è stato ben presto rimosso: si vede che in redazione si erano accorti che l'esternazione di Brunetta risaliva al giugno scorso e «riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità», come ha scritto il Corriere della Sera – il quotidiano italiano più diffuso e letto, mica la Gazzetta di Roccacannuccia! – ammettendo il disguido e scusandosi per l'errore che, partendo da lì, si è poi diffuso a macchia d'olio, senza che chi di dovere si premurasse di effettuare le necessarie verifiche. Il giornalismo italiano c'ha grossa crisi!!!

Da parte sua, il diretto interessato ha chiarito di non aver «rilasciato alcuna intervista, a nessuno, come doveroso riserbo, in attesa del discorso programmatico del presidente del Consiglio Mario #Draghi alle Camere del prossimo mercoledì al Senato e giovedì alla Camera, con conseguente dibattito parlamentare e voto di fiducia».

Ciò premesso, mi ha dato davvero fastidio il tono usato a giugno da Brunetta, quel «Basta, si torni tutti a lavorare!», come se chi fa smart working approfittasse del fatto che colleghi e superiori non possono tenerlo sotto controllo così facilmente per farsi i fatti propri. Io ho lavorato da casa dal 24 febbraio 2020 al 31 gennaio scorso quando è cessato il mio contratto, e devo dire che, al di là del fatto che potevo svegliarmi un'ora e mezza più tardi non dovendo recarmi in ufficio, mi davo da fare – e mi stressavo – mediamente di più rispetto al lavoro in presenza. Quasi mai staccavo alle 16 come previsto dal mio orario, ma spesso proseguivo fino alle 17, alle 18 e anche oltre, «tanto mica devo tornare a casa, ci sono già, sbrighiamo questa faccenda così domani posso occuparmi d'altro». E non penso che per i dipendenti pubblici le cose siano andate in maniera radicalmente diversa... a meno di non voler credere allo stereotipo dei fannulloni che lo stesso Brunetta ha contribuito ad alimentare fin dalla sua precedente esperienza di governo.

lunedì 15 febbraio 2021

Bye Giuseppi, your Bimbe will miss you forever!

In questi giorni si è parlato parecchio del numero di reactions raccolte dal post con il quale tre giorni fa Giuseppe Conte si è congedato dalla carica di presidente del Consiglio: al momento ha superato la ragguardevole quota di 1 milione e 200mila, di cui oltre 950mila "Mi piace" (tra i quali il mio), circa 248mila "Love", 42mila "Abbracci", 2600 "Ahah", 2500 "Sigh", 450 "Grrr" e 270 "Wow".

Un altro tema piuttosto discusso è stato lo scrosciante applauso tributato dal personale di Palazzo Chigi a Giuseppi (copyright Donald Trump) mentre andava via insieme alla sua compagna. C'è chi ha osservato che si tratta di una prassi consolidata, riservata a tutti i presidenti uscenti senza eccezioni, ma altri hanno replicato di non ricordare altrettanto calore in precedenti occasioni. Va detto che Conte si è trovato a guidare il Governo nel momento più difficile della storia d'Italia da decenni a questa parte, e perciò mi sembra abbastanza normale provare una certa riconoscenza per lui, che peraltro ha mostrato sempre, anche nelle situazioni più delicate, un'espressione rassicurante e cordiale, a differenza del suo successore Mario Draghi il quale per contro non è particolarmente fotogenico, diciamo.

Ma ora basta, prima che io mi trasformi in una "Bimba di Conte" fuori tempo massimo – peraltro non sono proprio il tipo che si lascia "intortare" dall'aspetto di una persona – provvedo a ridimensionarlo condividendo il riepilogo della sua esperienza di governo preparato da Lercio.

domenica 14 febbraio 2021

Quando amore fa rima con buonumore


Quest'oggi condivido un elenco di link a video tratti da canali YouTube che seguo e dedicati alla festa odierna (non devo specificare cosa si festeggiava, vero? ;-) ).

  • Litigare a San Valentino, secondo Maccio Capatonda
  • Leonardo DiCaprio e Kate Winslet nel film Revolutionary Road, magistralmente ridoppiati da Fuori Sync
  • Il principio di indeterminazione di Heinsenberg applicato al matrimonio, per la precisione a Il Matricomio
  • Come sono cambiate le cose rispetto a prima della pandemia, secondo Casa Surace (a proposito, la tipa che compare nell'ultima scena potrei essere io! ;-) )
  • Last but not least, il mio preferito, quello di È UNA VITACCIA (che per chi non mastica il dialetto abruzzese potrebbe risultare un tantino oscuro, in effetti). Sul finale potrai vedere il "bouquet" che anch'io avrei tanto desiderato ricevere... ovviamente cotto a puntino! :-)

Piccolo bonus, dal momento che non l'ho visto su YouTube: l'idea regalo perfetta per il 2021, secondo Jimmy Kimmel Live.

sabato 13 febbraio 2021

L'importanza della gratitudine

Ieri una mia "facciamica" ha condiviso una citazione di un certo Daisaku Ikeda in inglese; cercandola con Google ho trovato l'articolo 5 Quotes on Gratitude (5 citazioni sulla gratitudine, tutte dello stesso autore), dove quella in questione è la prima dell'elenco. Ho anche scoperto che Daisaku Ikeda è il presidente della scuola laica buddista giapponese Soka Gakkai International, ma trovo che le sue osservazioni siano valide a prescindere dalla pratica del buddismo (peraltro menzionato esplicitamente soltanto al punto 5), riguardo al quale ammetto di non sapere granché, ma quel poco che so lo reputo meritevole di un approfondimento.

  1. Nessuno di noi può esistere nell'isolamento. Le nostre vite e la nostra esistenza sono supportate dagli altri in modi visibili e invisibili, che si tratti di genitori, mentori o della società in generale. Essere consapevoli di queste connessioni, provare apprezzamento per esse e sforzarsi di restituire qualcosa alla società in uno spirito di gratitudine è il modo corretto di vivere per gli esseri umani.
  2. Coloro che hanno sempre un senso di apprezzamento e gratitudine non raggiungono mai un'impasse nella vita.
  3. Chi è ingrato si sente sminuito nel mostrare qualsiasi tipo di apprezzamento. Ha l'illusione che mostrare gratitudine agli altri diminuisca il suo valore. Ma è questo senso di apprezzamento che eleva, arricchisce ed espande lo spirito umano. Una mancanza di gratitudine è in realtà un segno di arroganza.
  4. Le persone il cui cuore è pieno di gratitudine e apprezzamento sono veramente belle. Un cuore umile è fonte di grande crescita e sviluppo.
  5. Gli esseri umani sono deboli e facilmente suscettibili a lamentele, risentimento, invidia e scoraggiamento. Ma è qui che differiscono coloro che praticano il buddismo Nichiren. Smettono di lamentarsi, smettono di essere insoddisfatti e negativi. Raggiungono una forza interiore che li rende fiduciosi e positivi. E i loro cuori traboccano di apprezzamento e gratitudine.

venerdì 12 febbraio 2021

Un giorno speciale, in più di un senso

La data di oggi, 12/02/2021, ha qualcosa di speciale: è palindroma, ovvero resta uguale a se stessa sia se letta da sinistra verso destra sia se letta da destra verso sinistra (perlomeno nel formato della data più diffuso, quello gg/mm/aaaa, mentre gli statunitensi, che adottano l'odioso formato mm/gg/aaaa, dovranno aspettare fino al 2 dicembre prossimo per osservare lo stesso "fenomeno").

E fin qui nulla di eccezionale: era già successo il 2 febbraio dell'anno scorso, e capiterà ancora molte altre volte in questo secolo. Ma la data odierna ha qualcosa in più; è un ambigramma, cioè si legge allo stesso modo pure ruotandola di 180°, ossia capovolgendola. Questo è particolarmente evidente se si scrivono le cifre nella forma a sette segmenti, come nell'immagine qui sotto.

È vero che le date sono una semplice convenzione; il calendario gregoriano non è certo l'unico e neppure necessariamente il migliore, ad esempio il 12 febbraio 2021 corrisponde al 30 Shevat 5781 nel calendario ebraico e al 29 Jumâda Ath-Thânî 1442 nel calendario islamico... ma io ho un debole per certe cose, che ci posso fare?! ;-)

giovedì 11 febbraio 2021

Vuoi andare al governo? [Sì] [Certo]

Oggi gli iscritti al M5S aventi diritto di voto si sono espressi sulla piattaforma Rousseau – penso sempre al povero Jean-Jacques che si rivolta nella tomba – riguardo a un eventuale supporto a un Governo presieduto da Mario Draghi. Ecco il quesito che è stato loro sottoposto.

Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?

Un quesito formulato in maniera tale da suggerire neanche tanto velatamente di votare sì. Al riguardo condivido la vignetta di Stefano Tartarotti...

... quella di Walter Leoni...

... e il meme di Le più belle frasi di Osho.

Eppure l'esito della votazione non è stato una schiacciante maggioranza bulgara a favore del sì. Che comunque ha prevalso, ma "solo" del 59,3% contro il 40,7%. Sarò cattiva, ma mi è venuto il dubbio che in tanti non abbiano capito la domanda... ;-) (A parte gli scherzi, è vero che fino a poco più di una settimana fa diversi esponenti grillini di Draghi non volevano neanche sentirne parlare... poi avranno riflettuto, rendendosi conto che se si andasse al voto a breve il loro "partito" risulterebbe drasticamente ridimensionato)

Ora, quello che tutti si stanno chiedendo è: oltre ad aver "abolito la povertà", quali altri risultati ha raggiunto il Mo'ViMento? E soprattutto, che mi***ia è 'sto super-Ministero della Transizione Ecologica, per il quale Vladimir Luxuria si è già ironicamente candidata? Davvero è una supercazzola, come l'ha etichettato proprio stasera Marco Travaglio a Otto e mezzo? Quelli de Il Post hanno provato a capirci qualcosa, ma la verità è che è ancora quasi tutto da definire.

mercoledì 10 febbraio 2021

Hovvintoquaccheccosa?

Essendo una cliente Wind – che da quasi un anno è diventata Wind Tre in seguito alla fusione con H3G – tempo fa mi sono iscritta a WINDAY, ma tendenzialmente ignoro gli SMS che mi arrivano sulle offerte del momento. Solo ogni tanto, da irriducibile appassionata di quiz quale sono, mi cimento nel quiz del giovedì, ma non sono mai riuscita a rispondere esattamente a tutte le domande... o almeno così mi sembrava.

Ieri sera mi è caduto l'occhio su questo messaggino.

Scopri il MUSIC QUIZ di WINDAY! Un gioco tutto da ascoltare e? vincere: in palio fino a 3000 euro! Vai su [link]

Poiché tra i quiz che mi appassionavano c'era anche Sarabanda ai tempi di Enrico Papi – ero bravina, anche se non abbastanza da vincere al 7×30 – ho voluto provare. Si tratta di scegliere tra quattro possibili alternative il titolo di sette canzoni di cui viene indicato l'interprete, e che si possono ascoltare per un massimo di 20 secondi. Alcune le ho indovinate al volo, per altre – quelle dei cantanti millennial – sono dovuta andare per esclusione... comunque le ho azzeccate tutte! :-D Alla fine sono stata informata che per sapere quanto avevo vinto avrei dovuto aspettare, perché il montepremi viene suddiviso fra tutti coloro che hanno fatto l'en plein. E stamattina...

Hai giocato al MUSIC QUIZ e hai vinto! Complimenti, sei un vero campione! Per scoprire il tuo premio vai su [link]

Apro l'app WINDTRE e scopro di aver vinto la bellezza di... tre centesimi di euro (il montepremi è stato ripartito tra decine di migliaia di vincitori). Mi rendo conto che una volta ho vinto anche al quiz, ma non me ne ricordavo proprio.

Comunque per vedermi accreditata la ricarica dovrò raggiungere almeno 1 euro... e siccome sto a quota 19 centesimi, campa cavallo!

P.S.: Il titolo del post è un omaggio al mitico Robertino di Francesco Paolantoni a Mai dire Gol. Chi se lo ricorda?

martedì 9 febbraio 2021

Super Mario aggiustatutto

Pare che sui mezzi d'informazione sia in corso una campagna senza (o quasi) precedenti per ritrarre il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi con toni oserei dire agiografici, raccogliendo qualsiasi testimonianza utile a rafforzare l'idea che sia proprio una gran brava persona, oltre che l'uomo giusto al posto giusto. Io l'ex presidente della BCE lo stimo e, fino a prova contraria, ritengo che sia il meglio che potesse capitarci in questo frangente... ma a tutto c'è un limite! Una mia "facciamica", giornalista di professione, si è dilettata a raccogliere in un album alcuni screenshot che documentano le "poracciate" della stampa sul nuovo presidente incaricato; eccone una piccola selezione.







Giusto per ribadire il concetto, condivido il testo di un post di Leonardo Bianchi.

È molto importante conoscere il retroterra, l’ideologia e le convinzioni personali di una persona di potere. Grazie all’ottimo lavoro d’inchiesta di questi giorni, abbiamo così potuto scoprire aspetti cruciali del presidente del consiglio incaricato Mario Draghi.
Ad esempio, sappiamo che la sua sola presenza nei palazzi parlamentari ha fatto “rifiatare” i commessi che finora “ne hanno viste di tutte i colori”. Pare poi che nella sala dei busti “attigua a quella dove Draghi tiene le sue udienze”, le statue di Enrico De Nicola e Alcide De Gasperi “si guardano e sembrano sorridere”.
Insomma, anche gli oggetti inanimati hanno intuito “la grande bellezza della sobrietà e del merito, quello vero, quello che conosce il mondo e che il mondo riconosce, quello dell’inglese parlato come l’italiano, della forza dell’esperienza, […] della severità mascherata con un sorriso”.
Il sorriso di Draghi, l’avrete capito, è molto importante. Perché è “quasi angelico” e si accompagna alla perfezione con “il modo di parlare elegante”, la sua “aria da gentlemen affabile ma inafferrabile” e – soprattutto – con “una moglie che non parla neppure se non interrogata come fanno tutti gli altri”.
A proposito della moglie: la “signora Serenella”, di “origini aristocratiche e modi semplici”, è ovviamente “la grande donna dietro al grande uomo” – come dice il detto. Memorabile, riportano le cronache, fu il G7 di Bari di qualche anno, quando si aprì “qualche squarcio più caloroso nel protocollo teutonico”: dicono che la futura “first lady” si sia persino “arrotolata le maniche del tailleur per omaggiare la preparazione di cavatelli e orecchiette”.
Ma se del “tecnico” Draghi conosciamo tutto, com’è l’uomo? Anzitutto, come impone il suo ruolo di responsabilità, è una persona che si informa molto. Il suo edicolante ha rivelato che compra ben 8 giornali al giorno, tra cui il “Corriere dello Sport” e l’“Herald Tribune” (che non è più stampato dal 2013, ma non importa).
Questo però è l’unico “vezzo” da potente; per il resto, come confidano il macellaio e il gelataio di fiducia, “è una persona davvero normale”. Uomo tra gli uomini, Draghi sceglie personalmente “la carne per preparare il brasato di cui è ghiotto”, si ferma al bar per un bel “cappuccino di latte di soia e un cornetto integrale” e – pensate l’eccezionalità! – mentre è in vacanza nella “masseria di lusso nel Salento” passa le giornate a leggere.
Una volta, e qui si fa davvero fatica a concepire un tale livello di umiltà, ha addirittura viaggiato in “class economy”. Un’imprenditrice, ricordando l'episodio sui giornali con dovizia di dettagli, gli ha chiesto cosa ci facesse lì. A quel punto il Professore ha risposto con una “sincera risata” e spiegato che “era normale, era il suo modo di vivere e non stava facendo niente di speciale”.
Come dicevano gli antichi, però, “mens sana in corpore sano”. E Mario Draghi – guarda caso – è anche un ottimo atleta. Non solo è un abile giocatore di basket e calcio, ma persino un maratoneta: ha corso per ben *quattro volte* la Roma-Ostia. Nel 2005, a 57 anni e il peso del mondo già sulle spalle, chiuse in 1h55’53’’ – “il tempo di una persona che comunque trova il tempo di allenarsi".
Per questo, un paragone particolarmente calzante è quello con il celebre protagonista dei videogiochi Super Mario: “tuta blu, un po’ goffo, ma sempre indaffaratissimo velocissimo a muoversi di qua e di là, con in mano la chiave inglese, […] capace di reinventarsi nell’arco di questi decenni e sempre pronto a nuove avventure”.
E come Super Mario, del resto, anche Draghi “di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine”. O era qualcun altro?

lunedì 8 febbraio 2021

Coerenza, questa sconosciuta - edizione 2021

[Mi sono accorta che avevo già pubblicato un post dal titolo Coerenza, questa sconosciuta... e guarda caso, il soggetto era lo stesso ;-)]

Ecco alcuni spunti su un certo politico che incarna perfettamente il detto secondo il quale soltanto gli imbecilli non cambiano mai opinione: evidentemente lui è intelligentissimo. Non la penso nello stesso modo riguardo a quelli che lo votano. ;-)

Anni fa manifestava un certo tipo di posizione...

... poi venne folgorato sulla via di Mario Draghi e diventò un europeista convinto (tweet di Andrea Orlando)...

... peccato che non sempre sia facile cancellare il passato (vignetta di AntonioCabras).

Infine, all'estero hanno inquadrato perfettamente il personaggio (immagine da My country? Europe.).

In tutto questo accorrere alla corte di Draghi, anche se le idee di Giorgia Meloni non potrebbero essere più distanti dalle mie, debbo riconoscerle una certa coerenza nel ribadire il suo no. Chissà se in termini politici questa scelta si rivelerà vincente oppure una débâcle... Lo scopriremo solo vivendo!