giovedì 30 novembre 2017

La pazienza di Giobbe (Covatta)

Di recente il comico Giobbe Covatta, da anni testimonial dell'AMREF (African Medical and Research Foundation), organizzazione non governativa internazionale che fornisce assistenza medica nel continente africano, ha registrato alcune "edizioni straordinarie" del TG Lercio interamente dedicate proprio all'AMREF; i video sono raccolti in un'apposita playlist. Le notizie dichiaratamente fasulle – da non confondere con le subdole fake news di cui tanto si discute oggigiorno! – da lui proposte, tutte declinate in chiave satirica nel tipico stile di Lercio, hanno come argomento l'immigrazione e l'atteggiamento alquanto sfavorevole con cui il fenomeno viene visto dalle nostre parti (se ne duole lo stesso Giobbe in quest'altro video); le riporto qui di seguito.
Prima puntata...
A Roma un attivista di CasaPound si lancia nel Tevere e salva un immigrato: «Non avevo finito di picchiarlo», dichiara.
Migranti. Salvini abbandona la linea dura: «Aiutiamoli a metà strada».
Il gioco del Monopoli si rinnova. In arrivo la versione con piccoli migranti da mettere negli alberghi. La nuova versione del popolare gioco da tavola si chiamerà Monopoli Triton, e permetterà di immergersi in un mondo molto più aderente alla realtà migratoria odierna. Via gli obsoleti Parco della Vittoria, Vicolo Corto, Bastioni Gran Sasso, e largo a Via Accademia del Razzismo, Parco dello Sgombro, Piazza Borghezio Pensatore e Via i Negri dall'Italia. Il numero delle prigioni inoltre aumenterà, e passerà a 10402.
Arriva il Gratta e Vinci "Profugo per Sempre". Ai vincitori 35 euro al giorno per tutta la vita.
Migranti. L'Ungheria costruisce una cupola anti-marziani.
Una ricerca svela: in Italia reati giù del 95% se si cacciano via gli italiani. I dati raccolti dal professor Ciccio Vescio hanno confermato quello che si sospettava da tempo, e cioè che per ripristinare la legalità nello Stivale è necessario allontanare gli italiani dall'Italia. L'unica alternativa ad una soluzione così drastica sarebbe il rispetto delle leggi da parte degli italiani, un'eventualità non ancora sufficientemente esplorata in ambito accademico, e a proposito della quale lo stesso professor Vescio ha dichiarato «Mmmhmhmh, nun ce credo, nun ce credo, nun ce credo».
Famiglia siriana chiama i figli con nomi di banche per farli salvare dall'Europa.
... seconda...
Papa Francesco in visita in Africa: «Sì al preservativo, ma solo durante i preliminari».
La frase «Non sono razzista, ma...» è candidata al Premio Nobel per la Pace.
«Quel negro l'abbiamo visto prima noi!»: rissa tra Forza Nuova e CasaPound. I ragazzi feriti, 88 in totale, sono stati immediatamente trasportati al Policlinico Gemelli di Roma. Il primario di Chirurgia ha spiegato che ognuno di loro rimane nelle condizioni gravi di sempre.
Profughi siriani a Monaco. Matteo Salvini protesta: «Rubano il lavoro ai nostri immigrati in Germania».
Cinisello Balsamo pronta a ospitare i migranti, ma loro costruiscono barricate pur di non andarci.
Di Maio rivela: «ONG pagate per salvare solo migranti che votano PD». Un marinaio di una ONG che ha chiesto di restare anonimo ha confermato quanto sostenuto da Di Maio: «Quando ci avviciniamo a una nave carica di migranti chiediamo per prima cosa la loro intenzione di voto, e poi decidiamo se procedere al salvataggio. Se dicono di parteggiare per il PD interveniamo, altrimenti giriamo il timone della loro imbarcazione in direzione di Genova, di Marina di Bibbona o di Malindi, o di qualsiasi altra tra le residenze di Beppe Grillo».
Migranti. Militanti della Lega Nord inaugurano i Giochi con Frontiere.
... terza...
Scafisti. Arriva il giro di vite dell'Unione Europea: vietato gettare in acqua i migranti se non sono passate almeno due ore dal pasto.
Matteo Salvini contro la migrazione degli uccelli: «Facessero il nido a casa loro».
Allarme: avvistato in acque italiane barcone con a bordo almeno trecento africani, ma l'allarme è rientrato perché se ne stavano tornando a casa loro.
«Necessaria la nostra presenza in zone di guerra»: nasce Omeopati senza Frontiere.
Politica interna. L'idea di Minniti per inviare acqua potabile in Africa: «Bastano idranti più potenti». Come affermato proprio dal ministro Minniti, il progetto, che prevede la realizzazione di idranti a lunghissima gittata, permetterebbe di prendere due piccioni con una fava: non solo garantirebbe una scorta di acqua potabile ai Paesi colpiti da siccità perenne, ma allo stesso tempo velocizzerebbe le operazioni di respingimento in condizioni comunque di dignità umana, visto che il corpo umano è formato al 70% di acqua.
Tenta di entrare in Europa dall'Africa del Nord: partita a Risiko tra leghisti finisce in rissa.
Sport, Mondiali di razzismo: l'Italia parte tra i favoriti. Dopo aver brillato nelle qualificazioni, l'Italia è pronta a vivere i campionati mondiali di razzismo da assoluta protagonista. Militanti di Forza Nuova, leghisti e opinionisti di Quinta Colonna saranno lo zoccolo duro della compagine italiana, con alcuni pentastellati a rafforzare una rosa già ampiamente competitiva.
... quarta...
«Ho un locale che non uso mai»: Salvini mette a disposizione dei profughi il suo ufficio a Bruxelles.
Africa. È la vita la prima causa di morte.
Milano. Leghista si appisola in metrò, extracomunitario gli ruba il lavoro dalle tasche. Ambrogio Orcudighel, quarantottenne leghista, sarebbe stato vittima di un furto di lavoro all'interno di una carrozza metro della linea blu da parte di un extracomunitario probabilmente di etnia ISIS. «Non è la prima volta che accade una cosa del genere», ha dichiarato Daniela Santanchè. «Quando il centrodestra sarà di nuovo al governo presenterò un disegno di legge per garantire la presenza di un poliziotto in ogni tasca di ogni italiano».
Immigrati non gradiscono l'hotel che li ospita, e lasciano cattiva recensione su TripAdvisor.
Top model adotta un bambino etiope a distanza per motivarsi nella dieta.
Allarme immigrazione. Ogni anno arrivano dall'Africa miliardi di granelli di sabbia clandestini. È il cielo la nuova rotta scelta dai trafficanti per portare oltreconfine chi dall'Africa vuole raggiungere il continente europeo. Sarebbero infatti milioni, se non miliardi, i granelli di sabbia africani arrivati clandestinamente nelle città costiere italiane negli ultimi giorni creando non pochi disagi: finestre sporche, bruciore agli occhi e nuovi editoriali di Vittorio da Montefeltri su Libero.
ISIS lancia il corso di laurea in distruzione di beni culturali.
... e quinta.
Emergenza AIDS. Il Vaticano dona alla Tanzania quattrocento milioni di Padre Nostro.
Vittoria Giovannini, militante di Forza Nuova, piange per un immigrato a Lampedusa. Era ancora vivo.
Anche il Liechtenstein difende i propri confini. Costruito un muro anti-migranti in venti minuti. Il muro è stato costruito dalla ditta *** [parole incomprensibili in tedesco] Mattone SpA, già nota per aver progettato e costruito un'altra grande opera: la propria cassetta della posta. La ditta in venti minuti ha costruito un muro dello spessore di un chilometro lungo i confini dello Stato, esaurendo quasi del tutto la sua superficie totale, e rendendo praticamente impossibile per gli abitanti fare manovra con una macchina più lunga di una Smart.
Migranti. Svolta di Salvini: «Ospiteremo un milione di profughi in Padania. Tanto non esiste».
L'Austria ci ripensa: «Non faremo il muro per gli immigrati. Lo faremo per gli italiani».
Leghista si traveste da immigrato per ricevere i 35 euro, ma viene picchiato da neofascisti. Dopo essersi travestito da migrante siriano, il quarantaquattrenne leghista Umberto Biondi è stato selvaggiamente pestato da due militanti del circolo di Forza Nuova di Bergamo. A nulla sarebbero valse le preghiere dell'uomo, che avrebbe detto ai suoi aguzzini «Perché mi picchiate? Non sono un immigrato, ma un razzista come voi».
Bergamo. Trovato magazzino pieno di lavori rubati agli italiani dagli immigrati.

mercoledì 29 novembre 2017

Ce l'hai un minuto?

Quest'oggi mi va di condividere l'Astronomy Picture of the Day pubblicata tre giorni fa con il titolo Our Story in One Minute (La nostra storia in un minuto). In realtà non di un'immagine si tratta, bensì di un video realizzato da melodysheep: eccolo qui sotto.


Ed ecco la traduzione della relativa spiegazione.
Ce l'hai un minuto per vedere l'intero retroscena dell'esistenza umana? Questo emozionante video raccoglie diversi spezzoni nel tentativo di riassumere succintamente la nostra storia. E la mette in musica. Descrivendolo in breve, dall'inizio alla fine, c'è un'animazione artistica del Big Bang, un viaggio attraverso l'universo primordiale, la formazione della Terra e della Luna, la comparsa della vita pluricellulare e delle piante, l'evoluzione di rettili e dinosauri, un devastante impatto meteorico, l'ascesa di mammiferi ed esseri umani, e infine lo sviluppo della moderna civiltà. Il video lungo un minuto [a dire il vero dura poco più di un minuto e mezzo, volendo essere pignoli ;-) NdC] termina con il sorvolo di un moderno grattacielo e un uomo in piedi sulla cima di una montagna coperta di neve.

martedì 28 novembre 2017

Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

L'intervento di Silvio Berlusconi domenica sera a Che tempo che fa me lo sono perso, quando è andato in onda ero in viaggio e comunque non ho nessuna voglia di recuperare il video da RaiPlay, mi è bastato leggere qualche resoconto a posteriori: a quanto pare Fabio Fazio non si è voluto smentire, e ha fatto la solita intervista "sdraiata" e priva di domande potenzialmente scomode, com'è nel suo stile. Nel post di oggi mi limito a raccogliere alcuni spunti che ho trovato sull'argomento: il meme realizzato da Tony Troja...


... il pensiero formulato da @Zziagenio78, che mi sento di condividere in pieno...


... e il resoconto dell'incontro avvenuto dietro le quinte del talk show di Raiuno tra l'ex Cavaliere e uno degli autori di punta della sua Mondadori, Fabio Volo, il quale l'ha rimproverato per il discorso fatto in trasmissione contro lo ius soli. E in questo modo ha guadagnato un sacco di punti nella mia personale stima! :-)
[Per la "colonna sonora" di questo post si ringrazia Lucio Battisti, per quanto del testo completo mi interessasse giusto un singolo verso]

lunedì 27 novembre 2017

Boccaloni sul web

Oggi più che mai si è tornato a parlare di fake news... comunque trovo che tale denominazione tendenzialmente nobilitante mal si addica a certe ridicole "trollate" che circolano sui social, e che parecchia condivide di slancio e senza uno straccio di verifica prendendole per oro colato, sebbene – almeno dal mio punto di vista – la loro natura "bufalina" risulti palese. Ecco qui di seguito due immagini che fanno leva in maniera abbastanza meschina sul diffuso atteggiamento sfavorevole nei confronti degli immigrati, e che ho visto apparire di recente nella mia timeline di Facebook ad opera di una mia "facciamica", carissima persona ma forse un tantino troppo credulona.


Ebbene, la prima bufala è stata smontata già nel luglio scorso su Bufale.net, mentre della seconda si è occupato proprio oggi David Puente.

sabato 25 novembre 2017

C'è ancora parecchio da fare...

Oggi, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, vado un po' di fretta... ma non per questo posso esimermi dal raccogliere alcuni spunti di riflessione sull'argomento.
  • La notizia dell'uomo arrestato in Calabria per aver sequestrato, violentato e schiavizzato per dieci anni una badante romena davanti ai due figli nati dalle violenze; a quanto pare era già stato condannato per un reato analogo. Davanti a vicende come questa le mie convinzioni sulla valenza riabilitativa della pena vacillano paurosamente...
  • L'avvocato di uno dei due carabinieri accusati di aver violentato due studentesse statunitensi a Firenze ha dichiarato «Il mio assistito è un bellissimo ragazzo e non ha proprio bisogno di stuprare nessuno». Se ne deduce che se uno è di bell'aspetto sia impensabile dirgli di no... :-/
  • Lo spot di IKEA per Telefono Donna contro le violenze domestiche.
  • L'esperimento sociale di Casa Surace per spiegare quella che per me è un'ovvietà, ovvero che «Se vuoi bene a qualcuno, perché dovresti fargli male?».

venerdì 24 novembre 2017

Nelle grinfie dei logici cattivi

Quest'oggi condivido l'enigma proposto da Alex Bellos lunedì scorso nel suo blog Monday puzzle. Enjoy! :-)
Tu e i tuoi due amici Tizio e Caio [non mi è venuta in mente una traduzione migliore dei nomi originali Pip (seme) e Blossom (bocciolo), e ti lascio indovinare come ho ribattezzato il cattivo della situazione ;-) NdC] venite catturati da una banda di logici malvagi. Per ridarvi la libertà il capo della banda, Sempronio [eccolo qua, NdC], vi pone questa temibile sfida.
Voi tre venite rinchiusi in celle adiacenti. In ciascuna cella c'è una certa quantità di mele. Ciascuno di voi può contare le mele nella propria cella, ma non in quelle degli altri due. Vi viene detto che ciascuna cella ha almeno una mela, e al massimo nove mele, e non ci sono due celle con lo stesso numero di mele.
Le regole del gioco sono le seguenti: ciascuno di voi tre farà una singola domanda a Sempronio, il quale risponderà sinceramente «sì» o «no». Ognuno ascolta le domande e le risposte. Sempronio vi libererà solo se uno di voi gli dirà il numero totale di mele in tutte le celle.
Tizio: Il totale è un numero pari?
Sempronio: No.
Caio: Il totale è un numero primo?
Sempronio: No.
Tu hai cinque mele nella tua cella. Quale domanda farai?
Questo enigma mi piace perché è una combinazione ingegnosa di due tipi classici di problemi logici, i cosiddetti problemi di conoscenza comune in cui i protagonisti hanno informazioni sia private che pubbliche, e i problemi di truth-telling (ossia dire la verità) nei quali devi escogitare una domanda che ti dia il risultato desiderato a partire da un «sì» o da un «no».
Per quelli di voi che hanno dimenticato quali siano i numeri primi [nessuno tra i miei lettori, vorrei sperare! ;-) NdC] si tratta dei numeri che sono divisibili solamente per sé stessi e per 1. La sequenza dei numeri primi inizia con 2, 3, 5, 7, 11, 13, 17, 19, 23...
Possiamo supporre pure che tu ed i tuoi amici siate tutti dei logici provetti.
Ed ecco la soluzione...
Devi fare una domanda dalla quale uno di voi possa dedurre il totale, non necessariamente tu.
La domanda che dovresti fare è: «Il totale è 15?». Ecco perché.
Ciascuna cella contiene da 1 a 9 mele, e non ci sono due celle con lo stesso numero di mele. Quindi il totale minore possibile è 1 + 2 + 3 = 6 mele, e il totale maggiore possibile è 7 + 8 + 9 = 24 mele.
Se eliminiamo tutti i numeri pari e i numeri primi ci rimangono solamente tre totali possibili: 9, 15 e 21.
Caso 1: il totale è 15.
Sempronio risponderà di sì alla domanda «Il totale è 15?». Poiché sappiamo che è sincero, uno qualunque di voi può dirgli che il totale è 15.
Caso 2: il totale è 9.
Sempronio risponderà di no alla domanda «Il totale è 15?».
Se il totale è nove, e tu hai cinque mele, allora Tizio e Caio ne hanno complessivamente quattro, perciò uno ha una mela e l'altro ne ha tre. La persona che ha una sola mela sa che il totale non può essere maggiore di 1 + 8 + 9 = 18, e la persona che ha tre mele sa che il totale non può essere maggiore di 3 + 8 + 9 = 20. Dunque il totale non può essere né 21 né 15, quindi sia Tizio che Caio possono dedurre che il totale è 9.
Caso 3: il totale è 21.
Come sopra, Sempronio risponderà di no alla domanda «Il totale è 15?». E seguendo un ragionamento analogo, Tizio e Caio hanno complessivamente 16 mele. Il che significa che uno deve averne 9 e l'altro 7. E se è così, entrambi possono dedurre che il totale deve essere maggiore di 9, il che significa che sanno che deve essere 21.
Questo enigma è l'adattamento di uno di Prem Prakash, un ingegnere elettrico di Bangalore, in India, che è andato in pensione anticipata per sviluppare seminari basati su enigmi e pubblica quotidianamente dei quesiti nell'account Twitter @1to9puzzle.

P.S.: Il quotidiano The Guardian, sul cui sito sono ospitati i blog di Alex Bellos, è in difficoltà a causa della diminuzione degli introiti pubblicitari, e chiede ai lettori più affezionati il favore di diventare sostenitori oppure dare un contributo anche piccolo una tantum. Io glielo darei anche solo per premiarli perché non hanno voluto far ricorso al paywall... ;-)

giovedì 23 novembre 2017

Il lato più oscuro del consumismo

Oggi, quarto giovedì di novembre, negli Stati Uniti si festeggia il Giorno del Ringraziamento, al quale seguirà domani il Black Friday – in italiano "venerdì nero", non proprio un nome di buon auspicio, a mio modesto parere! ;-) – che tradizionalmente dà inizio alla stagione dello shopping natalizio. Una tradizione esportata anche in Italia: in questi giorni i commercianti fanno a gara a chi propone gli sconti più imperdibili. È dall'inizio della settimana che sono sommersa dalle offerte via e-mail, tanto che già martedì non ne potevo più, un po' come il Milanese Imbruttito! ;-)
Poiché prevedibilmente gli ordini online raggiungeranno domani il loro picco massimo, i dipendenti di Amazon Italia non potevano scegliere giorno migliore – dal punto di vista dell'efficacia della protesta – oppure peggiore – dal punto di vista dei disagi arrecati all'azienda e pure alla clientela – per scioperare: 500 dei 1600 dipendenti a tempo indeterminato (i precari, come al solito, "s'attaccano") presenti nello stabilimento di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, incroceranno le braccia per chiedere condizioni di lavoro più umane e premi economici per gli straordinari che ancora non sono stati loro concessi.
Francesca Benedetti, rappresentante territoriale FISASCAT CISL, parla di problemi fisici e psicologici di molti dipendenti che si sono rivolti ai sindacati. «Dentro Amazon si resiste in media 3 anni – continua – Esistono delle eccezioni, io ho almeno tre delegati sindacali che lavorano da 5 anni in Amazon ma con dei sacrifici fisici enormi». Polsi infiammati, attacchi di panico, turni di notte per un mese di seguito senza quasi stop: sono solo alcune delle condizioni anomale denunciate da diversi dipendenti Amazon Italia ai rappresentanti sindacali. Inoltre «In Amazon non c'è un minuto in cui si sta fermi – spiega sempre a La Stampa Pino Di Rosa, rappresentante territoriale di UGL TERZIARIO – E durante le feste, i saldi o il Natale questi ritmi aumentano: c'è una richiesta enorme di produttività da parte di Amazon ai suoi dipendenti a cui però non corrisponde una contropartita in termini di premi, bonus o condizioni sostenibili per quanto riguarda i turni». Ulteriori informazioni sulla controversia puoi trovarle su Wired.
A proposito di condizioni di lavoro sfavorevoli, ricordo che quando ero bambina era pressoché impensabile trovare negozi aperti di domenica, perlomeno a Pescara. Adesso invece è ormai diventata la norma: tutti i centri commerciali, ma anche negozi più piccoli, soprattutto in certe località, alzano le saracinesche pure nei giorni che dovrebbero essere dedicati al relax in famiglia. E alzi la mano chi non ha mai approfittato del supermercato aperto di domenica per fare quelle compere che non aveva trovato il tempo di fare durante la settimana. Il gigantesco Oriocenter situato di fronte all'aeroporto di Orio al Serio pareva destinato a rimanere aperto perfino a Natale – che poi vorrei sapere chi ci va, a far la spesa il 25 dicembre – ma i dipendenti, a parte quelli dell'area cinema e ristorazione che a lavorare nei festivi hanno probabilmente fatto l'abitudine, sono riusciti a ottenere un programma di aperture più "umano".
A proposito dell'apertura domenicale dei negozi, sulla pagina Facebook Avec la CGT on lâche rien, ovvero «Con la Confédération générale du travail [organizzazione sindacale francese, NdC] non perdiamo nulla», dedicata ai diritti dei lavoratori, ho trovato l'immagine qui sotto...


... e te ne traduco il testo.
Fai la spesa di domenica
(regolarmente/occasionalmente)
Hai pensato alle conseguenze?
  1. Soprattutto le donne sono costrette a sacrificare la loro domenica, i loro figli, le loro famiglie, il loro tempo libero.
  2. Viene messo in discussione il riposo domenicale per tutti, così prezioso per la società, conquistato grazie alle dure lotte dei lavoratori. È dovere di tutti conservarlo.
  3. Si prepara lentamente ma inesorabilmente l'abolizione di questo giorno di riposo per tutti. Dunque anche per te.
Non è questo che vuoi, ovviamente...
Allora fai un semplice gesto che può fermare questa progressiva distruzione della società: astieniti dal fare la spesa di domenica, ma organizzati negli altri sei giorni della settimana.
Ripensando a tutte le domeniche pomeriggio che ho trascorso al centro commerciale solo perché non mi andava di rimanere in casa ma il tempo era troppo brutto per starsene all'aperto, mi sento così in colpa... :-(

mercoledì 22 novembre 2017

C'è scritto sul giornale... embè?!

Oggi, a distanza di appena due settimane, non posso fare a meno di tornare a parlare di fake news. L'odierno Buongiorno di Mattia Feltri su La Stampa era dedicato alla terribile vicenda della bambina musulmana di nove anni finita in ospedale a Padova dopo essere stata violentata dal "marito" trentacinquenne: una notizia della quale si sono occupati i principali media italiani. Peccato – per la credibilità del giornalismo nostrano, mentre per la bambina possiamo tirare un sospiro di sollievo – che si trattasse di una bufala: mi sono imbattuta su Facebook nell'articolo di debunking di David Puente prima ancora di aprire feedly per leggere l'articolo di Feltri, che nel frattempo è stato rimosso dal sito (ma ovviamente dalla prima pagina del giornale cartaceo uscito in edicola non si può cancellare, e ne rimane traccia anche sul web grazie ad archive.is). Feltri si è scusato, pur ricordando che «il fenomeno delle spose bambine, e quasi esclusivamente nella comunità musulmana, rimane un dato di fatto (e la condizione della donna a maggior ragione) come segnala per esempio Amnesty International». La rettifica è stata commentata da Leonardo Bianchi, dal cui post prendo a prestito il grafico del ciclo di una notizia falsa in Italia (clicca per ingrandire).


Sempre a proposito di fake news, Repubblica ha dedicato un articolo all'inchiesta del sito d'informazione statunitense BuzzFeed sul «network italiano delle bufale» – comprendente siti (tristemente) noti come Direttanews.it e iNews24.it – che fa capo all'imprenditore Giancarlo Colono. Evidentemente a chi l'ha scritto pareva brutto inserire un link al lavoro di BuzzFeed, che personalmente ho trovato con una veloce ricerca su Google (ma perché obbligare il lettore a un passaggio che potresti e dovresti risparmiargli?) e che è incluso anche nel post scritto da Paolo Attivissimo al riguardo.

UPDATE del 28/11: In questo post Carlo Gubitosa smonta punto per punto il messaggio di scuse di Mattia Feltri.

martedì 21 novembre 2017

I video che hanno fatto la storia

Hai mai sentito parlare dell'effetto Streisand? Se no, ti spiego subito di cosa si tratta. Secondo Wikipedia...
L'effetto Streisand (in inglese Streisand effect) è un fenomeno mediatico per il quale un tentativo di censurare o rimuovere un'informazione ne provoca, contrariamente alle attese, l'ampia pubblicizzazione.
Ma perché si chiama così?
Il nome Streisand effect si deve a un blogger e imprenditore statunitense, Mike Masnick, che prese spunto da una vicenda avvenuta in California: l'attrice e cantante Barbra Streisand, nel 2003, intentò un'azione legale nei confronti del sito web Pictopia, del fotografo Kenneth Adelman e altri al fine di ottenere un risarcimento di 10 milioni di dollari e la rimozione dal citato sito di quelle immagini di Adelman che, a giudizio di Streisand, mettevano in pericolo il suo diritto alla privacy in quanto raffiguravano la propria villa a Malibù.
Adelman si difese sostenendo che le sue fotografie avevano scopo solo documentale, in quanto tese a rappresentare l'erosione costiera della regione e che le immagini sarebbero state disponibili al pubblico nel quadro di un progetto di monitoraggio delle coste californiane. Quale risultato, la notizia della denuncia di Barbra Streisand ebbe l'effetto di moltiplicare l'attenzione sulla fotografia incriminata della sua villa (edificio che, come fece ironicamente notare an che la testata on-line The Smoking Gun, era visibile già da tempo anche sulle mappe satellitari del sito web GlobeXplorer) la quale passò da poche migliaia a più di 420 000 visualizzazioni nel mese successivo alla notizia.
L'effetto Streisand è stato tirato in ballo da Paolo Attivissimo a proposito della vicenda riferita da Guido Scorza su Repubblica: il tribunale di Roma con una sentenza confermata, nelle scorse settimane, dalla corte d'Appello ha accolto le domande di Mediaset e, di conseguenza, ha ordinato all'editore di Repubblica di rimuovere un certo video, insieme a decine di altri in gran parte di analoga natura, dalle proprie pagine web, dove era stato pubblicato a corredo di un articolo di informazione, e di astenersi dal pubblicarne di ulteriori. Il video in questione è quello nel quale Silvio Berlusconi col cuore in mano (?) proclamava «È assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. È una cosa che non mi è mai successa neanche una sola volta nella vita. È una cosa che considererei degradante per la mia dignità...», te lo ricordi? Risale a gennaio 2011, dopo che Berlusconi venne travolto dallo "scandalo Ruby".
Come osserva Scorza, è impossibile raccontare il contenuto del video a parole senza che qualcosa vada perduto, perché «Quelle immagini sono tessere uniche e insostituibili del mosaico della storia: il capo del governo che usa le sue televisioni contro la magistratura. Eppure quelle immagini rischiano di essere sottratte, per sempre, alla cronaca di questi anni e, quindi, alla storia». Infatti, «Secondo i legali delle televisioni della famiglia Berlusconi, la pubblicazione del video violerebbe i diritti d'autore delle proprie clienti», essendo stato trasmesso all'epoca dalle reti Mediaset.
A questo punto Guido Scorza, che è avvocato nonché docente di diritto delle nuove tecnologie e quindi sull'argomento ne sa eccome, espone alcuni principi generali in poche righe da incorniciare.
Il diritto d'autore, nato come strumento di massimizzazione della circolazione del sapere, è piegato a strumento di censura, utilizzato e brandito per chiedere e ottenere che di certe persone e di certi fatti non si possa parlare o, almeno, non si possa parlare mostrando immagini e parole scandite dalla viva voce dei protagonisti. È una strada sbagliata, pericolosa, perversa.
Non si può subordinare il diritto di cronaca al diritto d'autore, non si può pretendere che per far cronaca si debba prima passare alla cassa e pagare il conto al potente di turno perché - sempre che voglia - stabilisca il prezzo e presti il consenso all'utilizzo di una manciata di secondi di un video che lui stesso ha diffuso urbi et orbi sintanto che lo ha ritenuto opportuno.
Non è una questione di soldi e non è neppure una questione di mercato o beghe tra concorrenti. È una questione di principio, di libertà, di democrazia e di futuro, un futuro nel quale se cronaca e storia non restano libere, autonome, terze e critiche, la democrazia è in pericolo.
Il video non lo linko, tanto potrebbe sparire da un momento all'altro per poi ricomparire chissà dove, comunque l'ho salvato sul mio hard disk. E confido in chiunque sia disposto a lottare affinché quel filmato, come pure qualunque altro documento storico più o meno importante, non venga inghiottito dall'oblio... un finale che ricorderebbe tanto, troppo, il Grande Fratello di George Orwell.

lunedì 20 novembre 2017

Quando il rock incontra la tradizione

Avevo appena quattro mesi quando la mia famiglia traslocò a Pescara, ma poiché né mia madre né mio padre erano di origine abruzzese il mio primo incontro con le canzoni popolari della regione – la più famosa è senza dubbio Vola vola vola – avvenne relativamente tardi, in quinta elementare, quando entrai a far parte di un coro di alunni delle scuole pescaresi, e cantavo senza nemmeno capire bene le parole. ;-) Finora comunque non avevo mai sentito Mara maje (Amara me); del resto non c'è da stupirsi che non ce l'abbiano fatta cantare a suo tempo perché, trattandosi del disperato lamento di una vedova, non sarebbe stato granché adatto a dei bambini. Questo canto funebre di origine medievale l'ho scoperto l'altroieri in una versione arrangiata in chiave rockeggiante da Marco Colombo, chitarrista di Gianna Nannini, e interpretata dalla cantautrice abruzzese Daniela Del Ponte; il brano fa da colonna sonora a un video di Icaro Droni che mostra alcuni magnifici scorci del territorio abruzzese.


Ecco le località riprese, partendo dall'entroterra per arrivare al mare (l'Abruzzo ha panorami davvero per tutti i gusti): Campo Imperatore, Bosco di Sant'Antonio, Gran Sasso, Majella, Bocca di Valle, Calanchi di Casalincontrada, Roccascalegna, Rocca Calascio, S. Silvestro paese fantasma, Lago di Piaganini, Pietracamela, Roccacaramanico, Eremo di Santo Spirito a Majella, Corvara, Pizzoferrato, Palombaro, Gamberale, Pennapiedimonte, Pretoro, Eremo di Sant'Angelo a Palombaro, Francavilla al Mare, Lido Riccio di Ortona, Punta Aderci, Abbazia di San Giovanni in Venere.
Ed ecco il testo della canzone in dialetto (la zona è l'alta Val di Sangro)...
Mara maje, scura maje
Tu si' mmorte e je che facce?
Mo' me stracce trecce e facce
Mo' m'accide 'ngoll'a taje
Mara maje, mara maje, mara maje
Scura maje, scura maje, scura maje
Mo' m'accide, mo' m'accide, mo' m'accide 'ngoll'a taje
Sci' mmajtt, sci' mmajtt
Quant' bben' che 'nt'aje fatte!
Pe' lu sangue de la jatte
Proprie straje m'aj' a ffaje
Mara maje, mara maje, mara maje
Scura maje, scura maje, scura maje
Mo' m'accide, mo' m'accide, mo' m'accide 'ngoll'a taje
Mara maje, mara maje, mara maje
Scura maje, scura maje, scura maje
Mo' m'accide, mo' m'accide, mo' m'accide 'ngoll'a taje
... e la traduzione:
Amara me, povera me
Tu sei morto e io che faccio?
Ora mi straccio trecce e faccia
Ora mi uccido addosso a te
Amara me, amara me, amara me
Povera me, povera me, povera me
Ora mi uccido, ora mi uccido, ora mi uccido addosso a te
Che tu sia maledetto, che tu sia maledetto
Quanto bene che ti ho fatto!
Per il sangue di una gatta
Proprio strega mi devo fare
Amara me, amara me, amara me

Povera me, povera me, povera me
Ora mi uccido, ora mi uccido, ora mi uccido addosso a te
Amara me, amara me, amara me
Povera me, povera me, povera me
Ora mi uccido, ora mi uccido, ora mi uccido addosso a te

domenica 19 novembre 2017

Conta solo l'amore

Ventinove anni fa una donna abbandonava la bimba che aveva appena dato alla luce presso l'ospedale di Montebelluna (TV). Due mesi dopo la piccola fu adottata dalla famiglia Velluti di Falcade (BL), e venne chiamata Luisa. Quando ancora andava all'asilo la bambina seppe di essere stata adottata, e crebbe con la voglia di sapere chi fosse la donna che l'aveva messa al mondo, e per quale motivo non l'avesse tenuta con sé. Una volta divenuta adulta, pur di scoprire l'identità della madre naturale Luisa ha fatto ricorso a tutti i mezzi disponibili, dal Tribunale dei minori ad appelli affidati a trasmissioni televisive come Chi l'ha visto?. Di recente le è arrivata per posta una lettera anonima stampata al computer, ma non era esattamente la risposta che aspettava. Quelle parole gelide sembrano proprio scritte dalla persona che Luisa stava cercando, ma che di entrare in contatto con lei non ne vuole sapere, perché a quanto pare il concepimento di Luisa non è stato la conseguenza di un atto d'amore, bensì di una violenza che ha inflitto una ferita insanabile nell'anima di quella donna. Ecco cosa c'è scritto nella lettera.
Luisa,
non ho scelto io di chiamarti così, innanzitutto. Non ho nemmeno scelto di averti, per me sei solo la più dolorosa ferita che ho avuto a 18 anni, altro che madre naturale. Ero una ragazza, più giovane di quello che sei tu ora. Tutto sognavo e tutto potevo sperare, ma non certo la violenza che ho subito e di cui tu sei simbolo. [...] ricordo i suoi maledetti occhi azzurri. [Il fatto che anche Luisa abbia gli occhi color del cielo mi pare significativo, NdC] Rispetta la mia privacy. Non sbandierare su media una storia melensa che non c'è. Rispetta il mio dolore e la mia solitudine. Se avessi avuto anche solo una buona ragione per volerti vedere avrei risposto agli appelli del Tribunale, non trovi? Infine, rispetta anche te stessa e se accetti un consiglio non da una madre ma da una donna ferita, non giocare mai con le vite degli altri e nemmeno con la tua.
Ti auguro di crescere nel rispetto, tuo verso gli altri e degli altri verso di te.
Usando parole dure, forse persino spietate, la donna chiede rispetto. E come osserva Massimo Gramellini, «Luisa può solo rispettare la sua scelta. Felice di essere venuta al mondo, nonostante tutto». Infatti alla misteriosa madre naturale va riconosciuto il merito di non aver interrotto una gravidanza che più indesiderata non si poteva, ma di averla portata a termine e aver assicurato alla bimba il futuro sereno che sta vivendo. Un'opzione – quella di partorire in anonimato, non riconoscere il bambino e lasciarlo nell'ospedale dove è nato affinché gli sia assicurata l'assistenza e anche la tutela giuridica – che molte donne che decidono di abortire forse ignorano, o magari non hanno il coraggio di percorrere una strada emotivamente per nulla semplice: separarsi per sempre da una creatura dopo averla portata in grembo per nove mesi deve richiedere una forza d'animo notevole.
Nonostante la delusione, Luisa non sembra volersi rassegnare: «Mi dispiace se ha sofferto per una violenza ma da quel rapporto è nato anche qualcosa di buono, che sono io». Sarà che io non posso comprendere i tormenti di chi vive nel desiderio di conoscere le persone da cui è stato messo al mondo. A volte scherzando con mia madre sostengo che devo essere stata adottata, perché nelle foto che le furono scattate tre giorni prima che io nascessi – pesavo quasi 3 chili e 4 etti, che non è pochissimo – lei sfoggiava un pancione non particolarmente ingombrante; sarà stata una pancia finta, le dico. ;-) In realtà non ho mai avuto dubbi sul fatto di essere la figlia naturale dei miei genitori, perché somiglio tanto a mio padre e ancora di più a mia madre, sia nei lineamenti che nella voce. Comunque, diventando grande e conoscendo storie diverse dalla mia, ho maturato la convinzione che la vera famiglia è quella che ti cresce e soprattutto ti ama, il concepimento è un fatto biologico che può non avere nulla a che vedere con l'amore, e l'istinto materno è un concetto sopravvalutato. Del resto la stessa Luisa ammette: «A me non manca niente, i miei mi hanno dato tutto: amore, sostegno, un lavoro». Molto più di quanto certi figli cresciuti (male) dalle persone che li hanno generati hanno la fortuna di ricevere, mi viene da dire...
Nel corso dell'ultima puntata di Stasera CasaMika Luciana Littizzetto mi ha commossa fino alle lacrime con il suo sorprendente monologo dedicato ai figli adottivi e affidatari. Deve averci messo il cuore, visto che lei stessa assieme al suo compagno ha da anni due ragazzini in affido. Qui c'è il video della performance completa, mentre sul suo blog "Lucianina" ha pubblicato la parte conclusiva, intitolata Lettera ad un bambino rinato (palese riferimento alla Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci, che raccontava una storia ben più triste). Ecco il passaggio più toccante: «Te che è vero che sei un figlio e una figlia diversa. Perché i figli nati solo dal cuore, sono più figli ancora più degli altri. Sei un figlio al quadrato, alla terza, alla quarta, alla quinta potenza. Perché sei stato l’atteso, il mistero, la pazienza, la tenacia. Il senso definitivo di tutto».

sabato 18 novembre 2017

Daresti al signor Amazon le chiavi di casa tua?

Sono da diverso tempo una cliente Amazon piuttosto soddisfatta; l'unica cosa che posso rimproverare al colosso dell'e-commerce è il fatto che i pacchi mi arrivino quasi sempre in anticipo rispetto alla data di consegna indicata al momento della spedizione. Negli ultimi tempi, comunque, ho preso l'abitudine di farmi spedire gli ordini all'ufficio postale vicino casa, che è il punto di ritiro Amazon per me più comodo, così non devo più preoccuparmi che il corriere arrivi quando io non ci sono. Mi piacerebbe poter ritirare i miei acquisti a qualsiasi ora, ma di Amazon Locker (punti di ritiro self-service) non ce ne sono nel Comune in cui vivo né in quelli limitrofi, almeno per il momento.
Parlavo di questo su Facebook, e un amico mi ha accennato all'ultima trovata di Amazon per permettere ai clienti di ricevere le consegne comodamente a casa anche quando non ci sono: Amazon Key, che si basa su una serratura elettronica speciale (Smart Key) e su una particolare webcam (Cloud Cam) collegata a internet tramite il Wi-Fi domestico. Il fattorino all'occorrenza sblocca la serratura di casa con un'apposita app, entra, deposita il pacco e poi se ne va richiudendo la porta; nel frattempo la webcam installata nell'ingresso si attiva e registra i movimenti dell'"intruso" per assicurarsi che si limiti a fare quello che deve fare.
Non appena ho letto l'articolo, ho avuto la sensazione che non fosse poi una gran genialata; a me personalmente non piace affatto l'idea che un estraneo, anche se ha le migliori intenzioni di questo mondo, possa entrare in casa mia in mia assenza... e poi, sicuri che il sistema non abbia qualche falla che lo espone a utilizzi indesiderati da parte di malintenzionati? Un post pubblicato ieri da Paolo Attivissimo mi ha confermato che avevo visto giusto: «basta sovraccaricare la rete Wi-Fi di appositi segnali (pacchetti di deauthorization) per scollegare la webcam dalla rete e intercettare il comando di richiusura della serratura, che quindi rimane sbloccata. In questo modo l’utente riceve dalla webcam solo l’ultima immagine fissa trasmessa prima del blocco e non può vedere cosa fa il fattorino, che può rientrare in casa, non visto, dopo aver effettuato la consegna ed essersene apparentemente andato via senza far nulla». Comunque non è mica detto che in caso di furto il colpevole sia quello più plausibile, ovvero il fattorino; è possibile che un criminale informatico in agguato approfitti della visita del fattorino per introdursi in casa dopo aver fatto in modo che la serratura rimanga sbloccata.

venerdì 17 novembre 2017

Professione influencer

Il famigerato caso Weinstein ha esteso i suoi effetti in ogni dove, sollevando anche nel mondo dello spettacolo italiano un polverone di denunce di molestie sessuali rilasciate non alle autorità competenti come sarebbe giusto – del resto a norma di legge si hanno appena sei mesi di tempo per poterlo fare – bensì al tribunale mediatico capeggiato dal programma televisivo Le Iene.
Oggi in Italia a trovarsi più di tutti nell'occhio del ciclone è il regista Fausto Brizzi, che ha diretto commedie di grande successo, ma che a neppure cinquant'anni deve probabilmente considerare conclusa la sua carriera nel mondo del cinema, e forse anche il suo matrimonio. Sua moglie, l'attrice Claudia Zanella, ha scritto una lettera al Corriere per protestare contro la gogna mediatica che, oltre ad aver travolto il marito, sta coinvolgendo ingiustamente pure lei e la sua bambina: «Sono barricata in casa da 5 giorni e non posso nemmeno portare mia figlia di un anno e mezzo al parco, perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte». Per quanto riguarda le accuse rivolte al consorte – il quale ha negato di aver avuto rapporti "non consenzienti" (si dovrebbe dire "consensuali", vabbè) ma non di aver avuto rapporti extraconiugali – con molta dignità la donna ha dichiarato: «Se mio marito ha avuto rapporti con altre donne nel corso del nostro matrimonio, voglio parlarne da sola con lui, nel nostro privato, come è giusto che sia. Devo capire se come moglie mi ha mancato di rispetto. Sono madre di una meravigliosa figlia femmina, e devo esserle di esempio».
Fra le testimonianze raccolte contro il regista, sono rimasta colpita per un motivo particolare da quella di Clarissa Marchese, Miss Italia nel 2014 e "tronista" a Uomini e donne nel 2016. La ragazza ha raccontato di essere stata molestata a febbraio 2015 da Brizzi nel suo loft, dove lui l'aveva invitata con la scusa di darle lezioni di recitazione, ma all'improvviso le chiese insistentemente di spogliarsi. Non ci fu violenza, anche perché Clarissa ebbe la forza di sottrarsi, ma a suo dire il trauma fu tale da indurla ad accantonare il sogno di fare l'attrice. Non che la fanciulla, oggi ventitreenne, se la passi male, a quanto pare. Oggi vive a Miami col suo fidanzato – chissà cosa ne pensa, la sua «famiglia cattolica e devota alla Madonna di Fatima», del fatto che lei conviva al di fuori del sacro vincolo del matrimonio...? ;-) – e di lavoro fa l'influencer: «ha ottocentomila follower su Instagram, se indossa una maglietta o beve un tè, il web impazzisce per quel brand». Clarissa respinge l'accusa che dietro la sua tardiva denuncia si celi la voglia di farsi pubblicità: «Non ne ho bisogno. Ho un lavoro che mi piace, guadagno benissimo e vivo in America. Ho denunciato mettendoci la faccia perché ho ottocentomila follower, in gran parte ragazzine giovani che sognano il cinema, la tv, la moda. Ho pensato a loro. Il mio messaggio è: non vi piegate, io non l'ho fatto e ho avuto successo lo stesso».
La notizia mi ha sorpresa perché non sapevo che fare l'influencer fosse diventato un lavoro; credevo che i brand pagassero personaggi già famosi in un certo campo per sfoggiare i loro prodotti, non che una ragazza senza dubbio bella, ma con alle spalle una carriera pressoché insignificante, potesse orientare le scelte d'acquisto di così tanta gente. Personalmente, quando devo scegliere cosa comprare, sono più incline a basarmi sulle dritte di persone – che siano personaggi famosi oppure vicini di casa – nei cui confronti nutro parecchia stima, ma se una che oltre al fatto di essere stata benedetta dalla dea Afrodite non ha particolari meriti mi consiglia una certa marca di make-up oppure un beverone dimagrante non ci casco, perché tanto lo so che non mi farà mai e poi mai diventare come lei dal punto di vista estetico (da altri punti di vista mi vado bene così come sono, grazie). Comunque mi sa che il mondo gira in un altro modo...

P.S.: Poiché nella seconda parte di questo post mi sono concentrata su un aspetto tutto sommato secondario della vicenda, non vorrei aver dato l'impressione di essere quella che per, citare un proverbio cinese, quando il dito indica la luna guarda il dito. Semplicemente ho voluto soffermarmi su un aspetto secondo me bizzarro delle dinamiche di internet. Per quanto riguarda le molestie, preferisco aspettare che il polverone di cui sopra si sia depositato prima di esprimere un'opinione ragionata e articolata.

giovedì 16 novembre 2017

Harry Potter, vent'anni ma sembra ieri

Avendo di recente acquistato su Libraccio.it dei testi scolastici – please don't ask – ho ricevuto un buono sconto spendibile entro il 31 dicembre, e tra le altre cose ho voluto approfittarne per comprare finalmente Harry Potter e la maledizione dell'erede, il libro che mi mancava per completare la saga del celebre maghetto oramai diventato adulto. Il pacco è arrivato ieri, con dentro un buono sconto da 7 euro valido fino al 10 dicembre per acquisti su IBS.it (di cui fa parte Libraccio.it). Mi sembra tanto un circolo vizioso... Sempre più libri che si accumulano, aiuto!!! :-O
Vabbè, prendo spunto da questo banale episodio di vita vissuta per condividere alcune chicche dedicate appunto a Harry Potter & company.
Ho letto su Il Post che in questo periodo la British Library di Londra ospita una mostra sul mondo di Harry Potter, per celebrare il ventennale dell'uscita del primo volume. Tra le altre cose è esposta la sinossi (riassunto) battuta a macchina che nel 1995 J.K. Rowling sottopose a svariate case editrici ricevendo una sfilza di rifiuti, finché non fu Bloomsbury ad accettare di pubblicare Harry Potter e la pietra filosofale. Il resto è storia... :-)
Ecco la traduzione della sinossi completa.
Harry Potter vive con sua zia, suo zio e suo cugino perché i suoi genitori sono morti in un incidente d'auto, o perlomeno è quello che gli è sempre stato raccontato. Ai Dursley non piace che Harry faccia domande; in realtà sembra che a loro non piaccia proprio nulla di lui, specialmente le cose molto strane che continuano a capitargli (e che lo stesso Harry non sa spiegare).
La più grande paura dei Dursley è che Harry scopra la verità su sé stesso; per questo, quando iniziano ad arrivargli delle lettere in prossimità del suo undicesimo compleanno, non gli è permesso di leggerle. I Dursley però non hanno a che fare con un postino normale, e a mezzanotte del giorno del compleanno di Harry il gigantesco Rubeus Hagrid butta giù la porta e si assicura che Harry riesca finalmente a leggere la sua posta. Ignorando i Dursley, che sono terrorizzati, Hagrid comunica a Harry che è un mago, e la lettera che gli consegna spiega che è atteso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts di lì a un mese.
Con grande rabbia da parte dei Dursley, Hagrid rivela anche la verità sul passato di Harry. Harry non ha riportato la cicatrice che ha sulla fronte in un incidente d'auto; si tratta in realtà del marchio del grande mago oscuro Voldemort, che uccise la madre e il padre di Harry ma misteriosamente non riuscì a uccidere lui, anche se all'epoca era solo un bambino. Harry è famoso tra le streghe e i maghi che vivono in segreto in tutto il paese perché la miracolosa sopravvivenza di Harry segnò la caduta di Voldemort.
Così Harry, che non ha mai avuto degli amici o una famiglia degni di tale nome, inizia una nuova vita nel mondo magico. Va a Londra con Hagrid per comprare materiale per Hogwarts (mantelli, bacchetta magica, un calderone, libri per principianti e un kit per le pozioni), e poco dopo parte per Hogwarts dalla stazione di King's Cross (binario nove e tre quarti) per seguire le orme dei suoi genitori.
Harry fa amicizia con Ronald Weasley (il sesto della sua famiglia ad andare a Hogwarts e stufo di dover usare libri di incantesimi di seconda mano) e con Hermione Granger (la ragazza più intelligente dell'anno e l'unica persona della classe a conoscere tutti gli usi del sangue di drago). Insieme seguono le loro prime lezioni di magia: Astronomia nella torre più alta alle due del mattino, Erbologia nelle serre dove ci sono mandragole e antidoti ai lupi mannari, Pozioni nei sotterranei con l'odiato Severus Piton. Harry, Ron e Hermione scoprono i passaggi segreti della scuola, imparano a trattare Pix il poltergeist e ad affrontare un furioso troll di montagna; soprattutto, Harry diventa una star del Quidditch (il calcio dei maghi che si gioca su manici di scopa).
Quello che interessa di più a Harry e ai suoi amici, però, è il motivo per cui il corridoio al terzo piano è così ben sorvegliato. Seguendo un indizio che si lascia sfuggire Hagrid (il quale, quando non consegna lettere, è il guardiacaccia di Hogwarts) scoprono che a Hogwarts è conservata l'unica Pietra Filosofale esistente, una pietra con il potere di dare ricchezza illimitata e vita eterna. Harry, Ron e Hermione sembrano essere le uniche persone ad essersi rese conto che Piton, l'insegnante di Pozioni, sta pianificando il furto della pietra, che se finisse nelle mani sbagliate potrebbe fare cose terribili. Infatti la Pietra Filosofale è tutto quel che serve per riportare Voldemort nel pieno della sua forza e del suo potere. Sembra che Harry sia arrivato a Hogwarts per incontrare l'assassino dei suoi genitori faccia a faccia, senza avere idea di come abbia fatto a sopravvivere l'ultima volta...
Viene da chiedersi come abbiano potuto essere così miopi gli editor che dissero di no alla Rowling, e che adesso di sicuro si staranno mangiando le mani...
Sempre su Il Post ho trovato condiviso un video (in inglese, con sottotitoli in inglese) dedicato alle sfide linguistiche che i traduttori di Harry Potter nelle varie lingue si sono trovati ad affrontare. Tanto per dirne una l'insegnante di Pozioni, che noi italiani siamo abituati a conoscere come Severus Piton, nella versione originale faceva di cognome Snape.
Direttamente da Le fotografie che hanno fatto la storia, la foto qui sotto mostra Daniel Radcliffe (Harry) davanti a Emma Watson (Hermione) e Rupert Grint (Ron) nel 2000, subito dopo la scelta del cast dei film. Uh, com'erano piiiccoliiiii!!!


La pagina Facebook In Otter News ha proposto una rivisitazione delle copertine dei sette romanzi della saga dove il protagonista non si chiama Harry Potter, bensì Happy Otter, la Lontra Felice (per inciso si tratta dell'animale preferito di J.K. Rowling, la quale per questo motivo ha scelto la lontra come patronus di Hermione).


Se ti va puoi confrontare i titoli rivisitati con quelli originali:
  • Harry Potter and the Philosopher's Stone
  • Harry Potter and the Chamber of Secrets
  • Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
  • Harry Potter and the Goblet of Fire
  • Harry Potter and the Order of the Phoenix
  • Harry Potter and the Half-Blood Prince
  • Harry Potter and the Deathly Hallows
Infine, di recente una ragazza di Piacenza si è laureata in Scienze Religiose discutendo una tesi su Harry Potter come personaggio cristologico. Sono lontani i tempi in cui il defunto esorcista padre Gabriele Amorth si scagliava contro il maghetto tirando in ballo nientepopodimenoché il demonio... ;-)

mercoledì 15 novembre 2017

Io parlo al telefono... e il telefono mi risponde!

[Dopo quasi cinque anni, ci vuole un aggiornamento! :-)]
In occasione del rilascio dell'Assistente Google in italiano, su Google Blog Italia è uscito un post per illustrare le potenzialità di questo strumento, che è stato reso disponibile – oppure lo sarà presto – su tutti gli smartphone con sistema operativo Android nelle versioni Marshmallow (6), Nougat (7) e Oreo (8), quindi anche sul mio Nexus 6 aggiornato ad Android 7.1.1 (niente Oreo per me, ahimè). E io, che avevo già l'abitudine di chiedere «OK Google che tempo farà domani», «OK Google a che ora tramonta il sole» oppure «OK Google quanti anni ha Personaggio Famoso», sentendomi rispondere in modo impeccabile da una voce sintetica – in genere non disdegno la digitazione, ma certe volte usare la voce è TROPPO più rapido e comodo, fermo restando che i messaggi vocali su WhatsApp li ODIO – mi sono esaltata! :-D Oggi il mio Personal Digital Assistant è infinitamente più funzionale rispetto a qualche anno fa.
Passando alle funzioni più "dilettevoli" elencate nel post, ho voluto seguire il consiglio di chiedere all'Assistente «Raccontami una barzelletta». Ehm, beh... ;-)

martedì 14 novembre 2017

E adesso per chi si fa il tifo?

Essendo uscita perdente dal doppio confronto ai playoff contro la Svezia, che ieri sera a Milano è riuscita a bloccare il risultato sullo 0-0 dopo aver vinto 1-0 all'andata, la nazionale italiana di calcio non parteciperà ai Mondiali che si giocheranno in Russia l'anno prossimo. Non capitava da sessant'anni che gli azzurri rimanessero fuori: nel 1958 fu l'Irlanda del Nord, alla sua prima partecipazione a una fase finale, a negarci il visto per la Svezia (arieccola), solo che all'epoca si qualificavano solo 16 squadre anziché 32 come avviene oggi.
Il mio interesse nei confronti della Nazionale non ha fatto altro che scemare dopo l'indimenticabile vittoria ai Mondiali del 2006, quando in panchina c'era Marcello Lippi. Da allora si sono succeduti diversi allenatori: Roberto Donadoni, di nuovo Lippi, Cesare Prandelli, Antonio Conte, per raggiungere il punto probabilmente più basso della storia azzurra con Gian Piero Ventura, un uomo con il carisma di un bradipo, e un figuro come Carlo Tavecchio alla guida della FIGC. Questo non significa che ieri sera io non abbia trepidato davanti al teleschermo a ogni azione promettente dei nostri ragazzi, né che non avessi gli occhi lucidi quando nel dopopartita ho sentito parlare con voce rotta dall'emozione il "mio" portiere Gianluigi Buffon, per il quale il prossimo sarebbe potuto essere il sesto Mondiale disputato – un record assoluto – nonché l'ultimo di una splendida carriera.
Alcuni "facciamici" che rivendicano un totale disinteresse nei confronti del calcio hanno fatto commenti sprezzanti del tipo «L'Italia fuori dai Mondiali? E chissenefrega... A me non ne viene in tasca niente né in un caso né nell'altro, ed è una di quelle cose che non cambiano di certo la vita». In realtà non saranno mica in pochi a risentirne in maniera concreta: questo articolo riepiloga alcuni degli effetti economici dell'esclusione degli azzurri da Russia 2018. Per non parlare degli effetti "sentimentali", per spiegare i quali mi permetto di prendere a prestito i post di altri miei contatti, in ordine di lunghezza crescente: Gianandrea...
Il calcio è un collante sociale perché è un fenomeno sociale. Il calcio è parte integrante della vita sociale di una nazione ed è uno straordinario motore economico. Non si dice una cosa di destra né di sinistra, con questa affermazione. Che vi piaccia o meno.
... Marco...
Leggo critiche e ironie, ma a me la cosa sul "livello sociale" detta ieri sera da Buffon sembra bella e vera, anzi forse la cosa più bella e più vera detta in tutta l'intervista. Il Mondiale, più che una manifestazione sportiva, è un grande rito collettivo fatto di grigliate, birre, strade deserte col profumo dei tigli, boati che le riempiono all'improvviso, corse a casa prima che inizi la partita, pub e bar sulla spiaggia attrezzati con lo schermo, bambini che giocano coi pali fatti di zaini e che gridano i nomi dei campioni del momento, offerte speciali nei supermercati, palinsesti televisivi stravolti, chiacchiere chiacchiere e chiacchiere e, quando poi va bene, strade piene di gente, e clacson, e bandiere, e fontane. A me, e penso anche a tanti di voi, la cosa che ruga di più è proprio aver perso tutto questo.
... e Fabio.
Dobbiamo prendere consapevolezza, chi più chi meno, che dalla sconfitta dell'Italia ne usciamo un po' tutti perdenti, indipendentemente dall'esser tifosi, amanti del calcio, italiani o politici.
Ha perso chi ama lo sport, chi è appassionato di calcio, chi gioisce, chi si esalta e chi si arrabbia di fronte ad una partita, poiché questo sarà probabilmente il suo primo mondiale in cui non potrà tifare per la propria squadra.
Hanno perso famiglie e amici che durante il mondiale si ritrovano per tifare insieme la nazionale e divertirsi di fronte ad una occasione che volenti o nolenti, aggrega moltissimo, indipendentemente dalla passione per il calcio.
Ha perso il movimento sportivo italiano poiché il suo sport più rappresentativo non è stato in grado di competere al livello che meriterebbe per storia, generando un decadimento percettivo di questo sport sui più giovani.
Ha perso una nazione che non sarà rappresentata ad uno degli eventi più importanti a livello sportivo mondiale, indipendentemente da politica, bandiera o fazione, perché il mondiale, al pari delle Olimpiadi, è Sport e per questo deve esser percepito.
Hanno perso associazioni, società, aziende e stakeholder di un indotto economico importante che vive anche di risultati di questo tipo e che per questa mancanza, vista la perdita economica ed il mancato introito di questo spettacolo, non potrà investire per crescere e competere a livelli più alti.
Come al solito, e questo non stupisce, non hanno perso tutti quelli che di fronte a queste occasioni, ghiotte, parlano senza comprendere questo risultato.
Il calcio, che ci piaccia o no, che lo si ritenga becero perché fatto di troppi interessi, che lo si percepisca come stupido perchè fatto di 22 persone che rincorrono un pallone, ha un impatto più ampio, che non si ferma allo stadio e al campo.
L'effetto di questo lo vivremo il giorno in cui staremo lì a guardare l'apertura dell'evento ed ascolteremo il fischio di inizio del mondiale di calcio 2018 in cui non saremo presenti.
Peccato.
Per sdrammatizzare un po', concludo condividendo due simpatiche immagini tratte dalla pagina Le più belle frasi di Osho; la prima è stata pubblicata ieri prima della partita...


... mentre la seconda stamattina, a giochi ormai fatti.

lunedì 13 novembre 2017

Ascolta e impara!

Seguo Lorenzo Baglioni sui social da tempo, eppure solo ieri ho scoperto che è in lizza per partecipare a Sanremo Giovani: il comico (e matematico) fiorentino è nella rosa dei sedici finalisti di Sarà Sanremo che il 15 dicembre prossimo, in diretta su Raiuno da Villa Ormond, si giocheranno i sei posti disponibili – altri due sono riservati agli artisti provenienti da Area Sanremo – nella categoria Nuove Proposte.
La canzone presentata da Lorenzo – nessuna parentela con il Claudione nazionale, che del prossimo Festival sarà il direttore artistico nonché conduttore – non è per nulla sanremese fin dal titolo, dedicato a una delle entità più bistrattate della nostra lingua: Il congiuntivo. Riguardo al contenuto, l'ammore funge solamente da spunto iniziale, per ricordare che un congiuntivo sbagliato può essere un anticoncezionale efficace come pochi! ;-) [Si veda l'immagine che apre il post] Per il resto il brano segue un approccio divulgativo analogo a quello su cui si basano altre divertenti creazioni di Lorenzo, come il brano sulle leggi di Keplero e quello sulle leggi della genetica di Mendel.

Ecco il testo de Il congiuntivo.
Che io sia
Che io fossi
Che io sia stato
Oh-oh-oh
Oggigiorno chi corteggia incontra sempre più difficoltà
Coi verbi al congiuntivo
Quindi è tempo di riaprire il manuale di grammatica
Che è molto educativo
Gerundio, imperativo e infinito indicativo
Molti tempi e molte coniugazioni ma...
Il congiuntivo ha un ruolo distintivo
E si usa per eventi che non sono reali
È relativo a ciò che è soggettivo
A differenza di altri modi verbali
E adesso che lo sai anche tu
Non lo sbagli più
Nel caso che il periodo sia della tipologia dell'irrealtà (si sa)
Ci vuole il congiuntivo
Tipo se tu avessi usato il congiuntivo trapassato
Con lei non sarebbe andata poi male
Condizionale
Segui la consecutio temporum
Il congiuntivo ha un ruolo distintivo
E si usa per eventi che non sono reali
È relativo a ciò che è soggettivo
A differenza di altri modi verbali
E adesso ripassiamo un po' di verbi al congiuntivo
Che io sia (presente)
Che io fossi (imperfetto)
Che io sia stato (passato)
Che fossi stato (trapassato)
Che io abbia (presente)
Che io avessi (imperfetto)
Che abbia avuto (passato)
Che avessi avuto (trapassato)
Che io... sarei
Il congiuntivo come ti dicevo
Si usa in questo tipo di costrutto sintattico
Il tentativo è quasi riflessivo
Descritto dal seguente esempio didattico
E adesso che lo sai anche tu
Non lo sbagli più
Gli altri brani finalisti devo ancora ascoltarli... comunque, pur dubitando che Lorenzo abbia delle concrete possibilità di vittoria – a meno che non riesca a mobilitare il suo nutrito seguito sui social – non mi dispiacerebbe affatto se riuscisse almeno ad approdare sul palco dell'Ariston.

domenica 12 novembre 2017

Specchio delle mie brame...

Chi non ricorda fin dall'infanzia la matrigna di Biancaneve che, nel celebre film d'animazione, interpella il suo specchio magico per sapere chi sia la più bella del reame? [Il fatto che ad un certo punto lo specchio la informi che è stata scalzata da Biancaneve in cima a tale particolare classifica – SPOILER ;-) – scatenerà la furia della strega Grimilde, determinando le successive vicende] Ebbene, questa non è una delle frasi dei film che citiamo male, tendendo a ricordarcele in una forma in qualche misura diversa da quella che si sente nel doppiaggio italiano; in realtà nulla che possa davvero stravolgere il significato originario... ma noi pignoli a certe minuzie non siamo certo indifferenti! ;-) Il Post ha adattato ai film in italiano la raccolta pubblicata da Hollywood Reporter, e ne ha ricavato un articolo del quale mi permetto di riportare qui di seguito il succo in forma compatta – non bisogna passare da una pagina a un'altra – rimandandoti comunque alla fonte per ulteriori informazioni sui film presi in esame e per i video dai quali potrai ascoltare con le tue orecchie le frasi corrette.
  • In Star Wars: Episodio V – L'Impero colpisce ancora (1980) Darth Vader non dice «Luke, sono tuo padre», bensì «No, io sono tuo padre».
  • In Casablanca (1942) Ilsa non dice al pianista «Suonala ancora, Sam», bensì «Suonala, Sam. Suona Mentre il tempo passa». [La versione sbagliata ha trovato spazio tra l'altro nel titolo di un film di Woody Allen, Play It Again, Sam, in italiano Provaci ancora, Sam, NdC]
  • In Ecce Bombo (1978) Cristina, la ragazza con cui in una famosa scena parla Nanni Moretti, ossia Michele nel film, non dice mai «Faccio cose, vedo gente», bensì «Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose».
  • In Biancaneve e i sette nani (1938), primo film animato in technicolor della storia del cinema, la strega non dice «Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?», bensì «Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?». [L'errore compare pure nella rivisitazione che ho messo all'inizio del post, e che mi si addice proprio tanto! ;-) NdC]
  • In Blade Runner (1982) Roy Batty, il replicante interpretato da Rutger Hauer, non dice «Io ho visto cose...», bensì «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi...».
  • In Taxi Driver (1976) Travis Bickle, il tassista reduce di guerra interpretato da Robert De Niro, mentre prova davanti allo specchio la sua nuova pistola e la faccia e le parole giuste per accompagnarla non dice «Stai parlando con me?», bensì «Ma dici a me?».
  • In Karate Kid (1984) il maestro Miyagi non dice «Metti la cera, togli la cera», bensì «Dai la cera, togli la cera». [Io questa me la son sempre ricordata giusta, NdC]
  • In Aliens – Scontro finale (1986) Hudson, il personaggio interpretato da Bill Paxton, non dice «Escono dalle fottute pareti», bensì «Vengono fuori dalle fottute pareti». [Evvabbè, son sottigliezze! ;-) NdC]
  • In Matrix (1999) Morpheus non dice mai (a Neo) «Pillola azzurra o pillola rossa?», bensì un più articolato «Pillola azzurra: fine della storia; domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio».
  • Inoltre, nel primo Ritorno al futuro (1985) il dottor Emmett Brown non dice mai «Grande Giove» (che in inglese è «Great Scott»), bensì «Bontà divina»; «Grande Giove» lo dice, ma non nel primo film.
  • Il signor Wolf di Pulp Fiction (1994), quando si presenta, non dice «Sono Wolf, risolvo i problemi», bensì «Sono il signor Wolf, risolvo problemi».
  • Infine la barca che serve in Lo squalo (1975) deve essere «più grossa», non «più grande».
UPDATE: Leggendo l'articolo di Hollywood Reporter, scopro che la summenzionata frase di Biancaneve e i sette nani viene citata male pure in inglese, ma con qualche differenza: la strega non dice «Mirror, mirror, on the wall, who is the fairest of them all?», bensì «Magic mirror on the wall, who is the fairest one of all?».

sabato 11 novembre 2017

Sbirciando nella torre d'avorio

L'altro giorno su Facebook mi sono imbattuta nella fotografia della pagina di un libro che riportava alcune equivalenze spiritose ma non troppo tra ciò che dicono gli accademici quando espongono le loro ricerche, e ciò che in realtà intendono dire.


Lo schema è intitolato TRADUTTORE ACCADEMICO, e qui di seguito ne riporto la traduzione in italiano. Di ciascuna coppia di frasi la prima indica cosa dicono gli accademici, e la seconda cosa intendono dire. [Avevo anche pensato di formattare il tutto come tabella... ma sarebbe stato troppo sbatti, alla fine non ne valeva la pena! ;-)]
Varie fonti
Ho dimenticato il titolo e l'autore di quel singolo articolo
Siamo grati ai due anonimi revisori per i loro commenti costruttivi
Che Dio li aiuti se mai dovessi scoprire chi sono
Un campo promettente per uno studio iniziale
Devo fare questo per ottenere finanziamenti
Ampiamente discusso nella comunità accademica
Sono accidentalmente finito nel bel mezzo di un'accesa discussione su Twitter
Gli appunti sono stati trascritti meticolosamente
Ero ubriaco e ho saltato almeno sette pagine
Un'esauriente rassegna della letteratura
Una rapida ricerca su Google
Un fenomeno complesso
Non capisco
Da tempo sfugge alla comprensione degli scienziati
Non capisco perché non capisco
È impossibile riassumerlo in modo semplice
Ancora non capisco
Si avvicina alla soglia tradizionale per la significatività statistica
Non significativo
Sono necessarie ulteriori ricerche
Ho bisogno di finanziamenti
La foto è tratta dalla pagina Facebook Academia Obscura, dedicata all'omonimo libro di prossima uscita che sarei proprio curiosa di leggere, malgrado sia in inglese. Anzi, se dovesse interessare mi offro volontaria per realizzare la traduzione in italiano! Pur non essendo laureata in Lingue, di papers in inglese ho contribuito a scriverne alcuni e ne ho letti molti di più, e il linguaggio accademico un pochino lo conosco. [Non che da noi si sia mai fatto ricorso a simili acrobazie linguistiche per abbellire i risultati, sia ben chiaro! :-)]

venerdì 10 novembre 2017

La beneficenza nell'era dei social

Essendo iscritta alla newsletter di un noto brand internazionale, ho ricevuto l'altro giorno l'invito a condividere su Facebook un certo post pubblicato sulla pagina dell'azienda: «Per ogni condivisione devolveremo 1€* a [ASSOCIAZIONE BENEFICA] in favore dell'iniziativa [OMISSIS]». Leggendo la nota alla quale fa riferimento l'asterisco, si scopre che l'erogazione liberale verrà effettuata «fino al raggiungimento massimo di [TOT] euro. L'ulteriore condivisione del messaggio non farà incrementare la somma donata». Al momento il post si approssima a raggiungere il numero di condivisioni necessario affinché venga devoluta la somma massima preventivata.
Mah, sarò io che ho la mente contorta, ma mi sono subito tornate alla memoria certe catene di sant'Antonio descritte anni fa da Paolo Attivissimo nell'ambito della sua attività di detective antibufala.
  • L'appello di George Arlington per la sua bambina malata di leucemia: «L'uinico (sic) modo con il quale loro [AOL e ZDNet, NdC] possono aiutarci è questo: Io invio questa email a voi e voi inviatela ad altre persone. AOL rileverà la traccia di questa e-mail e calcolerà quante persone la riceveranno. Ogni persona che aprirà questa e-mail e la invierà ad altre 3 persone ci donerà 32 centesimi». Sorvolando per il momento sul fatto che in realtà si trattava di una vera e propria bufala... come giustamente osserva Paolo Attivissimo, «Credete davvero che aziende come AOL (America Online) e ZDNet siano così crudeli da organizzare questa sottospecie di lotteria? "Caro George, mi spiace, ma non ci hanno risposto in numero sufficiente, per cui non ti paghiamo l'operazione e lasciamo morire tua figlia..." Suvvia, siamo seri».
  • Riguardo alla catena di sant'Antonio per raccogliere fondi a favore di Alexandra, una bimba polacca rimasta gravemente ustionata in un incendio, questa volta il caso è autentico, ma non è vero che con ogni messaggio mandato i suoi genitori ricevono 3 centesimi. Anche in questo caso il Disinformatico commenta: «come al solito prima di inoltrare bisognerebbe chiedersi perché mai verrebbe organizzata questa sottospecie di "lotteria della vita", in cui il facoltoso sponsor eroga soldi soltanto se c'è gente che inoltra il messaggio: se per caso non si raggiunge il numero di inoltri necessario, che succede? Lo sponsor lascia morire la bambina?».
In effetti la situazione a cui mi riferivo all'inizio del post è un tantino diversa, e oltretutto non è in pericolo immediato la vita di alcuna creatura... ma pur non volendo mettere in dubbio le sue buone intenzioni, l'azienda non farebbe forse una figura migliore se sganciasse i soldi e basta, senza porre come condizione il raggiungimento di un determinato numero di condivisioni? In quel caso sì che sarei ben lieta di farle pubblicità in ogni dove. Per quanto mi riguarda, reputo più sensato che si faccia una donazione diretta all'associazione benefica per sostenere il suo progetto, di per sé assolutamente lodevole... ed è appunto quello che intendo fare. Se ti interessa conoscere il nome della onlus – nel post ho preferito omettere dettagli che permettessero di risalire troppo facilmente all'azienda – chiedimelo in privato via e-mail (l'indirizzo lo trovi qui accanto) e ti risponderò.