giovedì 31 agosto 2023

Io penso negativo

Oggi per pranzo non mi sono portata la "schiscetta" da casa, perché sapevo che i miei colleghi avevano in programma di andare a mangiare in un ristorante giappocinese "all you can eat", e ho deciso di mettere da parte la mia indole tendenzialmente asociale unendomi a loro. Ebbene, non solo ho esagerato con le ordinazioni – sono lontani i tempi in cui mangiavo un sacco, non ingrassavo e digerivo qualsiasi cosa in men che non si dica – ma, per concludere "in bellezza", ho trovato nel biscottino della fortuna questo messaggio che, per come mi conosco, suonava un tantino come una presa in giro...

«Con l'aiuto del vostro intuito riuscirete a risolvere una situazione delicata». Certo, come no. Ma quale intuito?! ;-)

Decisamente più in linea con il mio umore odierno sono alcune frasi che ho raccolto sui social di recente, e che riporto qui di seguito.

Se Willy il Coyote ci ha insegnato qualcosa è che la determinazione, l'impegno, la preparazione e la pazienza non servono a un c***o.
[Immagino che sia tratto da questo account Twitter (mi rifiuto di chiamarlo X), ma di quel tweet non ne ho trovato traccia]
Se ti arrendi presto, risparmierai anni di sforzi sprecati
Mi preoccupo soltanto di tre cose:
  1. tutto quello che è successo
  2. tutto quello che sta succedendo
  3. tutto quello che succederà

Essù, che domani è venerdì... e al solo pensiero mi sento già meglio! :-)

mercoledì 30 agosto 2023

Attente al lupo!

A proposito dello stupro di gruppo a Palermo, si è molto discusso circa l'affermazione del giornalista televisivo Andrea Giambruno, da anni compagno di Giorgia Meloni nonché padre di sua figlia Ginevra (strano che il presidente del consiglio, affezionata com'è a valori come quello della Famiglia Tradizionale, non l'abbia ancora trascinato all'altare... Sarà che tanto i diritti che a noi coppie di "comuni mortali" derivano dal matrimonio loro due ce li hanno già grazie alla posizione privilegiata da lei ricoperta?), nel corso del programma da lui condotto su Rete 4 (altra parentesi, mi permetto di supporre che se lui non avesse potuto contare su un legame così di rilievo non avrebbe fatto tanta carriera... sono troppo maliziosa?):

Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti, non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo. Ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi.

Un esempio da manuale di colpevolizzazione della vittima nonché di vittimizzazione secondaria, che come spiegato da Il Post avviene quando «la donna che ha subito violenza (una violenza che si potrebbe definire “primaria”) rivive delle condizioni traumatiche o subisce altra violenza da parte di soggetti che non sono gli autori della violenza primaria».

Poiché al riguardo mi vengono in mente poche parole che non siano parolacce, prendo a prestito quelle di Selvaggia Lucarelli, di Lorenzo Tosa e di Antonia Storace, una donna che il "lupo" l'ha incontrato anni fa pur non essendoselo di certo "andato a cercare", e solo per un soffio è riuscita a sfuggirgli.

Condivido poi la replica della giornalista Candida Morvillo alle giustificazioni del Giambruno, segnalata da Alessandro Milan...

... e le vignette di Natangelo...

... e di Vauro.

martedì 29 agosto 2023

La dura vita dei lavoratori

A ben tre mesi dal suo ultimo post, il titolare del blog Work Chronicles – le cui webcomic sul lavoro si possono seguire anche su Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn, Reddit – ha ripreso a pubblicare: due vignette negli ultimi due giorni. Io, che ho ricominciato a lavorare proprio ieri, lo prendo quasi come un segno...

Macché, io alle coincidenze non ci credo mica. Vero è che entrambe le vignette mi si addicono abbastanza!

Perché non riesco a capirlo?
Sono il peggiore.
Oh sì, è così. Questa è la risposta.
Sono il migliore.
Dobbiamo scrivere del codice pulito e ottimizzato.
Sicuro!
Dobbiamo anche spedire questa funzionalità entro 3 giorni.
Che cos'è?
CurriculumVitae.pdf

lunedì 28 agosto 2023

Tesoro, mi si è ristretto il gelato

Può darsi che tu non ci abbia ancora fatto caso, ma i gelati confezionati che si comprano al bar o al supermercato tendono a diventare sempre più piccoli... e qualcosa di analogo sta avvenendo per le categorie di prodotti più disparate. Magari il prezzo rimane lo stesso o quasi, ma con la quantità che si riduce la fregatura è in agguato: è questa la cosiddetta sgrammatura o shrinkflation, macedonia delle parole inglesi shrink ("restringere") e inflation ("inflazione"). Ne ha parlato Will Media in un recente post su Facebook.

L'inflazione è in calo dal 10% dell'anno scorso al 5% di quest'anno. Tuttavia, è ancora visibile in molti casi, uno tra tutti i gelati.
Il prezzo dei gelati da bar è in aumento da anni, ma l'inflazione degli ultimi mesi ha reso l'aumento di prezzo ancora più visibile. I formati standard sono passati da un costo di 90 centesimi a pezzo nel 2001, a quasi 3 euro nel 2023.
Non è tutto, oltre all'aumento di prezzo, la quantità di gelato è diminuita da circa 85 grammi a 70 grammi. Quando ciò accade, si parla di shrinkflation, che è un modo con cui l'aumento dei prezzi si rende meno evidente dato che per la stessa quantità dovremmo pagare ancora di più.
Solitamente, ad esempio con i pacchi di pasta o di biscotti, il prezzo è lo stesso ma la quantità si riduce. Così al consumatore sembra di comprare lo stesso prodotto allo stesso prezzo, ma in realtà ne sta acquistando molto meno.
Nel caso dei gelati invece, non solo la quantità è diminuita, ma anche il prezzo è aumentato. Come mai ciò accade? Ci sono diversi motivi: innanzitutto sono cambiate le nostre abitudini di consumo e la disponibilità a pagare per alcuni prodotti, come ad esempio i gelati al bar della spiaggia, si è alzata.
D'altra parte, anche la distribuzione dei costi di produttori e venditori è cambiata e la necessità di recuperare le perdite registrate su altri fronti si manifesta con l'aumento dei prezzi di prodotti la cui domanda è stabile.
In più, l'aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti ha contribuito all'aumento dei costi di produzione, che quindi fanno alzare il prezzo del bene finale.
Insomma, forse è arrivato il momento di trovare un sostituto al gelato o cominciare a produrlo a casa nostra 😅

La questione era già stata trattata quasi un anno fa da Altroconsumo, la più grande associazione italiana di consumatori, su Instagram.

🔎 Se sugli scaffali dei supermercati le confezioni ti sembrano sempre più piccole, il problema potrebbe non essere legato alla tua vista 🤓. Il motivo è da ricercare in un fenomeno a cui si assiste da anni chiamato shrinkflation (detto anche sgrammatura). Di cosa si tratta?
🛍️ Adottando questa strategia, i produttori riescono a ridurre la quantità di prodotto all'interno delle confezioni, spesso anche di pochi grammi, mantenendo però il prezzo di vendita sostanzialmente invariato.
🛍️ In altri casi, invece, il prezzo della confezione subisce, seppur in misura limitata, un aumento a fronte della riduzione del suo contenuto (in questo modo aumenta, di conseguenza, il prezzo al kg o al litro).
🛍️ È uno stratagemma che viene utilizzato per aumentare i prezzi dei prodotti alimentari, per l'igiene personale e della casa in maniera poco trasparente, senza che un consumatore poco attento se ne accorga.

Nella gallery sono mostrati alcuni esempi, probabilmente non più così aggiornati. Scommetto che, se finora non te n'eri accorto, d'ora in poi presterai attenzione a questo fatto nel formulare le tue scelte d'acquisto...

domenica 27 agosto 2023

Arbitro regalato!

Una delle consuetudini in vigore nel calcio italiano era che l'arbitro designato per dirigere una gara non potesse avere legami con nessuna delle due città le cui squadre si sarebbero dovute affrontare, allo scopo di fornire una maggiore garanzia di imparzialità. Questa sorta di regola è stata infranta ieri in occasione della seconda giornata del campionato di serie A. Come annunciato mercoledì da Gazzetta.it...

Cade ufficialmente la territorialità ⚽️🇮🇹
Daniele Doveri arbitrerà la Roma nel prossimo turno di campionato. Sarà lui, della sezione di Roma, a dirigere Verona-Roma di sabato sera ed è sostanzialmente un inizio che il designatore Gianluca Rocchi aveva preannunciato. “Se nel 2022 devo limitarmi e non mettere il più bravo perché c’è la territorialità, beh, allora siamo nel Medioevo” aveva detto.

La pagina Facebook Diciamo NO all'uso dell'aggettivo "medievale" con accezione dispregiativa non poteva non raccogliere la provocazione:

Pare fosse proprio tipico nel Medioevo designare un arbitro proveniente da un'altra città. Questa pratica nasce insieme ai comuni e fu osteggiata dal popolo minuto, che voleva "mogli e buoi dei paesi tuoi". Fu il podestà di Rocca Cannuccia, Gianciotto Pulcraterga, il primo ad andare contro i nobili locali, ma anche contro i vassalli, i valvassori, i valvassini e valvassetti. Infine fu deciso che l'arbitro designato potesse avere lo ius primae noctis e gli furono consegnate le chiavi della città e quelle che aprivano tutte le cinture di castità delle streghe bruciate dall'Inquisizione.
Se manca qualche stereotipo, segnalate 🙈

Sta di fatto che la Roma alla fine non solo non ha vinto, ma ha perso 2 a 1; mentre gli scaligeri sono a punteggio pieno, i giallorossi di Mourinho hanno un solo punto in classifica. Vuoi vedere che Daniele Doveri è tifoso della Lazio? ;-)

sabato 26 agosto 2023

Abbi cura di te

All'antivigilia della ripresa delle normali attività – io in realtà ho ricominciato a lavorare l'altroieri, ma da remoto e a ritmi ridotti, e il vero banco di prova ce l'avrò a partire da lunedì in ufficio – condivido un "dodecalogo" trovato online che è abbastanza generico, ma si concentra su un aspetto fondamentale: la cura che è necessario avere per sé stessi.

12 passi per la cura di sé
  1. Se ti sembra sbagliato, non farlo.
  2. Di' "esattamente" quello che intendi.
  3. Non compiacere le persone.
  4. Fidati del tuo istinto.
  5. Non parlare mai male di te stesso.
  6. Non rinunciare mai ai tuoi sogni.
  7. Non aver paura di dire "No".
  8. Non aver paura di dire "Sì".
  9. Sii GENTILE con te stesso.
  10. Lascia perdere ciò che non puoi controllare.
  11. Stai lontano dal dramma e dalla negatività.
  12. AMA.

venerdì 25 agosto 2023

The Melonis

Oggi su Il Fatto Quotidiano è uscita una vignetta di Mario Natangelo relativa alla nomina di Arianna Meloni – di chi sia sorella non credo occorra ricordarlo – come responsabile della segreteria politica di Fratelli d'Italia...

... la quale fa idealmente il paio con la vignetta a ruoli invertiti di qualche mese fa che tante polemiche aveva suscitato...

... a tal punto che Natangelo si è sentito "in dovere" di realizzare una vignetta "riparatoria", se così si può definire...

... e poi, giorni dopo, un'altra ancora dove lui stesso era "protagonista assente".

Quanto a Francesco Lollobrigida, genero del presidente Giorgia Meloni, nonché ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste nel suo governo, meriterebbe un discorso a parte per la sua recentissima esternazione – «spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l'acquisto a basso costo comprano qualità» – ma mi limiterò a linkare uno degli innumerevoli articoli che lo sbeffeggiano a dovere.

giovedì 24 agosto 2023

La cultura dello stupro e del possesso

Negli ultimi giorni sono rimasta sconvolta dalla notizia dello stupro di gruppo a Palermo, e da certi dettagli allucinanti ad essa correlati, come le intercettazioni dei cellulari dei responsabili. Per l'occasione l'account Instagram @aesteticasovietica ha pubblicato un'immagine contenente un frammento del testo di Ti pretendo di Raf, vincitore del Festivalbar 1989...

... accompagnandolo con il commento che segue.

In queste ore, in cui tutti pubblicano il testo dei messaggi degli stupratori di Palermo, noi decidiamo di pubblicare il testo di una canzone considerata dai più come una canzone d’amore.
Una canzone emblematica di quanto il nostro paese abbia, nel corso dei decenni, inconsapevolmente alimentato (fino a normalizzare) una cultura dello stupro talmente raffinata da saper romanticizzare l’assenza del consenso, cantando tutti insieme frasi come “è inutile che dici di no”
In questa cultura sono cresciuti quei ragazzi, e prima ancora i loro genitori. Certamente anche i loro insegnanti, i loro ministri della repubblica, e i giudici che ormai puntualmente emettono sentenze shock non più shock in quanto regolari nella propria cadenza (rimandiamo al post di @carlottavagnoli su questo)
Naturalmente non stiamo dicendo che questa canzone sia la causa di tutti i mali, sarebbe ingiusto e ingenuo. Questa canzone è figlia del suo tempo che però è ancora oggi il nostro. Un tempo in cui le donne sono diritto degli uomini che si nascondono dentro di loro, “in nome dell’amore se c’è”. Loro, nel dubbio, non scendono a compromessi e vanno fino in fondo.
Se tu li guardi, loro non rispondono di sé. Ed è inutile che dici di no. Come con quei ragazzi di Palermo, è stato assolutamente inutile che lei dicesse di no.
Al prossimo karaoke, facciamoci la cortesia, pensiamo alle parole che stiamo cantando. E rabbrividiamo.

Al giorno d'oggi suppongo che un testo del genere – peraltro firmato da una donna, Gianna Albini – sarebbe improponibile, e meno male... ma nel 1965 i leggendari Beatles si spinsero addirittura oltre con la canzone Run For Your Life, scritta principalmente da John Lennon con il contributo di Paul McCartney, della quale trovi qui testo e traduzione. Si tratta dello sproloquio di un uomo morbosamente geloso della propria donna, a tal punto da arrivare a dirle

Preferirei vederti morta, bambina
Piuttosto che con un altro uomo

mercoledì 23 agosto 2023

Vogliamo forse fare la fine della rana bollita?

Dopo un inizio d'estate alquanto torrido, il meteo sembrava aver concesso una tregua segnata da piogge, persino eccessive: speravo che il gran caldo ce lo fossimo lasciato alle spalle. E invece, alla vigilia della mia ripresa del lavoro – due giorni in smart working, il che potrebbe sembrare una buona cosa, se non fosse che in ufficio c'è l'aria condizionata mentre a casa NON CE L'HO :'-( – le previsioni per la località in cui vivo sono tutt'altro che confortanti per chi come me soffre un sacco il caldo... questo almeno fino al weekend, quando nuvole e pioggia dovrebbero portare un po' di frescura.

Poiché i cambiamenti climatici non implicano solo un'intensificazione dell'afa estiva, ma anche il ridimensionamento dei ghiacciai, colgo l'occasione per riportare i contenuti di un post di Storie Minerali...

Le Alpi non sono (più) montagne per ghiacciai.
La scorsa notte la quota dello zero termico nelle Alpi è schizzata a 5198 metri, segnando un nuovo record da quando questo tipo di misura viene effettuato con i palloni sonda. Il primato precedente non risaliva a chissà quanto tempo fa, ma a luglio 2022. Un altro elemento impressionante è di quanto questo nuova primato alzi il limite. Centoquattordici metri. Non sono pochi.
Certo parliamo di valori tipicamente meteorologici che possono essere interpretati in chiave climatica solamente con grande precauzione. Il fatto che però il primato sia stato infranto due anni di seguito e con uno scarto così alto non possono essere espressione della semplice variabilità meteo-climatica. Senza l'effetto antropico sul clima non saremmo sicuramente qui a parlare di questi fenomeni.
In questi giorni non esiste un singolo ghiacciaio sulle Alpi che non sia in fusione, di giorno come di notte. Normalmente i ghiacciai alpini in estate fondono di giorno e rigelano di notte, ritrovando solidità. Ora non è più così per periodi sempre lunghi e i ghiacciai si indeboliscono per intere settimane senza tregua. Le Alpi non sono più montagne per ghiacciai e questo non è qualcosa che riguarderà il clima del futuro, è un fatto presente.

... che la mia "facciamica" Mafe De Baggis ha condiviso osservando «Non è solo il mare che si scalda. Indicativo presente. Siamo le rane bollite e non possiamo saltare fuori dalla pentola» (riferendosi al celebre principio della rana bollita), e il link a un articolo della sezione Storie/Idee de Il Post sulla scomparsa del ghiacciaio del Calderone, nel mio amato Abruzzo.

sabato 19 agosto 2023

Sagge parole... ma chi le ha pronunciate?

C'è un noto aforisma recante in sé un incitamento a non arrendersi quando si viene ostacolati...

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.

... che in genere viene attribuito al Mahatma Gandhi, ma si tratta di un'errata attribuzione. In realtà la frase venne pronunciata dall'attivista sindacale Nicholas Klein nel 1918 in un discorso alla convenzione biennale degli Amalgamated Clothing Workers of America.

Ecco le testuali parole...

First they ignore you. Then they ridicule you. And then they attack you and want to burn you. And then they build monuments to you.

... cioè...

Prima ti ignorano. Poi ti ridicolizzano. E poi ti attaccano e vogliono bruciarti. E poi ti costruiscono monumenti.

Anche un certo Tony Benn dovrebbe aver detto qualcosa di simile...

First they ignore you, then they say you're mad, then dangerous, then there's a pause and then you can't find anyone who disagrees with you.

... cioè...

Prima ti ignorano, poi dicono che sei matto, poi pericoloso, poi c'è una pausa e poi non riesci a trovare nessuno che non sia d'accordo con te.

Devo ammettere che la questione non è chiarissima, ma non avendo tempo di indagare approfonditamente posso solo dire che di sicuro non fu Gandhi a usare quelle parole. :-)

venerdì 18 agosto 2023

Un equilibrio complicato

Questa sera condivido un paio di vignette che ho raccolto nel corso del tempo riguardo a un problema tipico delle donne: conciliare lavoro e maternità (mentre, "chissà perché", per gli uomini conciliare lavoro e paternità non è quasi mai un grosso problema).


Ehi, sembra che rimarrò bloccata qui per un po'. Puoi mettere su la cena e finire di allevare i bambini?

Quest'ultima è opera di Teresa Burns Parkhurst, mentre dell'altra non sono riuscita a risalire alla fonte.

La questione non mi riguarda direttamente – sebbene questo non mi impedisca affatto di riconoscere che per moltissime donne il problema esiste eccome, e andrebbe affrontato a vari livelli – perché di figli non ne ho... ma qui si aprirebbe un discorso troppo lungo e personale che non ho tempo né soprattutto voglia di trattare in questo momento e in questa sede.

giovedì 17 agosto 2023

L'attacchino birichino

L'altro giorno su una pagina che seguo è stata pubblicata la foto qui sotto, che mostra un accostamento un tantino irriverente tra due manifesti affissi nel comune di Ponte di Legno (BS), noto "feudo" leghista.

Al che mi sono ricordata di aver scattato una foto molto simile quando visitai il comune camuno ad agosto 2016.

Il bello, diciamo così, è che non solo i cartelli non sono gli stessi, e si vede, ma neppure gli anni in cui sono state scattate le foto coincidono: la mia è del 2016, 26esimo anniversario della nascita della Lega Nord, mentre l'altra risale all'anno precedente, come dimostra l'indicazione dell'anniversario (25esimo).

Insomma, a quanto pare a Ponte di Legno si nasconde un attacchino birichino che almeno in due occasioni sembra aver voluto sbeffeggiare il partito che va per la maggiore da quelle parti... e anche solo per questo lo considero un eroe! ;-)

martedì 15 agosto 2023

Voglio durmi'!

Una settimana fa i The Jackal hanno pubblicato un divertente video dal titolo Cosa vogliamo fare DAVVERO in vacanza.

Ebbene, considerato che nei periodi lavorativi debbo svegliarmi alle sei e mezza tutti i giorni dal lunedì al venerdì, salvo nei casi in cui ho la sempre più rara opportunità di lavorare da casa e posso quindi dormire un'ora in più, mi sono trovata estremamente d'accordo con il proposito espresso più volte da Fabio, il napoletano con la barba e gli occhiali... almeno finché non ha sentenziato «Andare in vacanza serve a farci rompere il c***o di stare in vacanza, così ci rompiamo meno il c***o di tornare a lavoro».

Ebbene, io che sono in ferie da venerdì (rientrerò al lavoro giovedì 24 e venerdì 25, eccezionalmente in smart working) e sono partita per le vacanze sabato, ad oggi sono ben lungi dall'essermi rotta il c***o, anche se finora non ho fatto quasi niente di speciale, a parte magna'. Anzi, non ricordo che mi sia mai capitato di stufarmi nemmeno quando ho preso periodi di ferie ben più lunghi!

Concludo con due vignette a tema firmate da Silvia Ziche, una pubblicata sia sulla sua pagina Facebook sia sul suo blog...

... e l'altra sul settimanale Donna Moderna.

lunedì 14 agosto 2023

Scarabocchi nel cielo

In questo periodo in cui capita più spesso di alzare gli occhi al cielo non per esternare un senso di irritazione, stizza o insofferenza, bensì per cercare di avvistare "stelle cadenti", propongo l'Astronomy Picture of the Day pubblicata due giorni fa con il titolo Ghirigori - Star Scribbles (Ghirigori - Scarabocchi stellari) [non è un caso che APOD abbia utilizzato proprio una parola italiana, sia pur un tantino desueta, dal momento che l'immagine è opera dell'italiano Paolo Palma]...

... della quale riporto qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione...

È divertente fare scarabocchi sulla tela del cielo. Si può usare una tecnica fotografica creativa per far danzare la luce di stelle puntiformi su un'immagine digitale toccando leggermente il telescopio durante l'esposizione. Il risultato sarà una linea ondulata tracciata dalla stella (oppure due linee tracciate da stelle binarie) che può rivelare il colore della stella. Linee colorate, soprannominate ghirigori, fatte da stelle che si trovano nelle costellazioni del cielo settentrionale Boote, Corona Boreale, Ofiuco e Chioma di Berenice, sono immortalate in questo mosaico artistico. Le 25 stelle che creano i vari e colorati scarabocchi sono identificate attorno al bordo. Naturalmente, la temperatura determina il colore di una stella. Mentre le stelle biancastre tendono ad essere vicine alla temperatura del Sole, le stelle con tonalità più blu sono più calde e i colori giallo e rosso sono più freddi del Sole.

... e un'immagine che un mio contatto ha condiviso su Facebook, e che io ho ritrovato sul sito dell'emittente TV pakistana SAMAA tramite una reverse image search.

Ecco la traduzione del testo che la accompagna.

Il telescopio spaziale James Webb continua ad aprire alla comprensione dell'infanzia dell'universo, svelando anche nuovi misteri.
Questi misteri sono rappresentati letteralmente come punti interrogativi. Il team del James Webb Space Telescope (JWST) dell'Agenzia spaziale europea (ESA) ha rivelato un'immagine che mostra due stelle nascenti nel processo di formazione, situate a 1470 anni luce dalla Terra nella costellazione delle Vele. Le stelle, designate Herbig-Haro 46/47, sono racchiuse da un disco di materiale circostante, che alimenta la loro crescita nel corso di milioni di anni.
È interessante notare che proprio sotto queste giovani stelle, sullo sfondo dell'affascinante immagine dello spazio profondo, emerge un oggetto, simile a un colossale punto interrogativo cosmico. Questa vista enigmatica potrebbe simboleggiare le ricerche sull'universo?
Mentre la natura di questo oggetto a forma di punto interrogativo rimane incerta, la sua tonalità e la sua configurazione offrono intuizioni intriganti, stimolando a meditare sul suo significato.

P.S.: Per quanto mi riguarda non ci vedo proprio nessun significato particolare... comunque la faccenda è invero curiosa! :-)

domenica 13 agosto 2023

Ricordando Piero, Gino e Nadia

Esattamente un anno fa moriva il divulgatore scientifico, giornalista, conduttore televisivo e saggista Piero Angela, al quale io e molti della mia generazione, nonché di quelle adiacenti, dobbiamo almeno in parte la passione per la scienza e il sapere. Il CICAP – in origine Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, poi dal 2013 Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze – del quale Angela fu il fondatore l'ha ricordato nell'odierna uscita della sua newsletter e del suo podcast Radio CICAP, che si può ascoltare tra l'altro su YouTube e su Spreaker e raccoglie le testimonianze di alcune persone, tra le quali Massimo Polidoro, che hanno avuto il piacere di incontrare Piero Angela personalmente e lavorarci a stretto contatto.

E due anni fa, sempre in questo stesso giorno, moriva il medico, attivista, filantropo e scrittore Gino Strada, fondatore, assieme alla moglie Teresa Sarti, dell'ONG Emergency. Oggi la figlia Cecilia, che sta portando avanti la sua attività, l'ha ricordato con queste toccanti parole.

Son due anni, papà. Ieri contavo sulle dita, non ero convinta, continuavo a sbagliare. C'è voluta Chiara per dirmi "Son due anni, Ce". E son due giorni che è morta Michela: ricordi quella sera a cena in cui lei, a te medico, aveva spiegato la medicina di genere e i sintomi dell'infarto nelle donne?
Comunque, due anni non era un conto difficile, anche per me che sono una sega in matematica. Il fatto è che mi sembrano dieci anni e anche zero; posso sempre fare finta che tu sia in missione, o di esserci io, e che ci possiamo sentire poco. Come quella volta nel '92 - beh, ci stavamo preparando a salutarti, che potevamo fare? Io e la mamma non ci dicevamo ad alta voce "sarà morto?", ma quel punto interrogativo si è seduto a tavola con noi per diversi mesi.
Hai presente quando i bambini si mettono la mano sulla faccia e pensano "se non li vedo, neanche loro vedono me"? Più o meno. Se penso forte che ci sei, ci sei. Se chiudo gli occhi fortissimo di fronte alla morte, lei non ti vede.
Prendere la linea è un casino lì dove sei, immagino: anche qui. Proviamo, prima o poi ci sentiamo. Però intanto abbraccia forte la mamma per me.

A ben vedere, negli ultimi anni il 13 agosto è stato davvero una data infausta dal punto di vista dei personaggi famosi scomparsi. Nel 2019 se ne andava l'inviata e conduttrice del programma televisivo Le Iene Nadia Toffa, che non avrà lasciato nella mia vita una traccia paragonabile a quella dei summenzionati Gino Strada e Piero Angela... ma non posso dimenticare che era più giovane di me di tre anni, e quando è morta ne aveva appena quaranta. Tutto questo mi sembra un'ingiustizia tale da lasciarmi senza fiato.

sabato 12 agosto 2023

Gli albanesi, da "invasori" a "invasi"

Quest'anno i prezzi alle stelle nelle località turistiche italiane hanno convinto un sacco di miei connazionali a trascorrere le ferie oltreconfine, dove i costi sono mediamente più abbordabili; in particolare, sembra che per le vacanze al mare sia gettonatissima l'Albania. Pure un mio "facciamico", che per quanto ne so guadagna più che bene, ha trascorso lì qualche giorno insieme alla figlia; se fossi incline a dar credito a certi stereotipi territoriali osserverei che lui è genovese, sia pur d'adozione, e in quanto tale particolarmente attento al portafoglio... ma non lo farò. ;-)

L'altro giorno il primo ministro albanese Edi Rama ha pubblicato un meme (auto)ironico.

L'immagine di sinistra mostra la nave Vlora nel 1991 carica di disperati verso l'Italia, affiancata a una scena analoga, dove stavolta chi si cala dalla nave sono gli italiani in vacanza in Albania. La scritta a corredo recita «e aspetta aspetta, non hai ancora visto niente🤗».

Ecco un estratto dell'intervista a Edi Rama pubblicata da La Stampa.

Vi chiamano Maldive del Mediterraneo, si parla di “Alb-mania”. Quali sono i numeri di questo boom vacanziero?
«Stiamo ripercorrendo il cammino del vostro Paese. Ma questa estate è stata oltre le aspettative. Abbiamo avuto un +35% di turisti, le cifre degli italiani sono impressionanti e si avvicinano al mezzo milione. Quando ho cominciato
(2013, ndr), l’aeroporto di Tirana faceva massimo 350 mila passaggi l’anno. Ora, oltre a 6,5 milioni».
Siete preparati a questo assalto?
«Da tre o quattro anni si è verificato, finalmente, un cambio di immagine. Fino a pochi anni fa, soffrivamo il pregiudizio creato negli Anni 90, di essere genericamente criminali, mafiosi, poveri migranti che sognano “Lamerica”, come ha raccontato Gianni Amelio. Oggi, i turisti vengono e si mescolano volentieri con la nostra gente, il vento è cambiato. Dobbiamo rincorrere il tempo perduto. Ma attenzione: non vogliamo fare i grandi errori dell’Italia o di altri Paesi, delle riviere o delle città invase. Gli arrivi di massa, il solo low cost può distruggere l’avvenire e lasciare dietro ecomostri e disastri ambientali».
Costate meno di Italia, Grecia e Croazia. Natura meravigliosa, facile da raggiungere. Come pensate di invertire la tendenza?
«Abbiamo pareggiato la Grecia e appena sorpassato l’Italia per numero di turisti pro capite. Incredibile, ma ci abbiamo lavorato tanto in questi anni di Rinascita albanese. In prospettiva, vogliamo un turismo bilanciato e sempre più di alta gamma. Servono tre o quattro anni per essere pronti a sfilare con i grandi».
Sta dicendo che quest’invasione non era desiderata?
«Dico che noi siamo una terra ricca dal punto di vista naturalistico, dal mare alla montagna. Abbiamo siti sotto protezione Unesco. La visione di Albania 2030 ha nel turismo un obiettivo chiave, ma non vogliamo cadere nella trappola del miele: i numeri di oggi possono ingannare le generazioni future. Il turismo di massa non è sostenibile dal punto di vista ambientale. Ci vuole equilibrio per proteggere la natura. Ma è più facile a dirsi che a farsi. È correre controvento».

venerdì 11 agosto 2023

Il testamento spirituale di Michela Murgia

Ieri sera poco prima di andare a dormire mi sono imbattuta nella notizia della scomparsa della scrittrice e intellettuale Michela Murgia. Anche se mi aspettavo che si trattasse di un'eventualità tutt'altro che remota, ciononostante sono stata assalita da un profondo senso di smarrimento.

Oggi ho letto moltissime commemorazioni, alcune notevoli, di persone che l'avevano conosciuta in maniera più o meno approfondita di persona, oppure solo indirettamente tramite i suoi scritti (riguardo ai quali per quanto mi riguarda devo riconoscere enormi lacune, che comunque mi riprometto di colmare almeno in parte appena possibile)... ma io mi limito a ricordarla riportando i passaggi chiave dell'intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo del Corriere che avevo linkato quando ho parlato della sua infausta diagnosi.

Lei scrive: «Carcinoma renale al quarto stadio». Non ci sono speranze?
«Dal quarto stadio non si torna indietro».
Il personaggio del suo libro però non vuol sentir parlare di «lotta» contro il male. Perché?
«Perché non mi riconosco nel registro bellico. Mi sto curando con un’immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L’obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti».
Cosa intende per registro bellico?
«Parole come lotta, guerra, trincea... Il cancro è una malattia molto gentile. Può crescere per anni senza farsene accorgere. In particolare sul rene, un organo che ha tanto spazio attorno».
Non può operarsi?
«Non avrebbe senso. Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello».
Michela, lei sta dicendo una cosa terribile con una serenità che mi impressiona.
«Il cancro non è una cosa che ho; è una cosa che sono. Me l’ha spiegato bene il medico che mi segue, un genio. Gli organismi monocellulari non hanno neoplasie; ma non scrivono romanzi, non imparano le lingue, non studiano il coreano. Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Il tumore è uno dei prezzi che puoi pagare per essere speciale. Non lo chiamerei mai il maledetto, o l’alieno».
L’alieno lo chiamava Oriana Fallaci.
«Ognuno reagisce alla sua maniera e io rispetto tutti. Ma definirlo così sarebbe come sentirsi posseduta da un demone. E allora non servirebbe una cura, ma un esorcismo. Meglio accettare che quello che mi sta succedendo faccia parte di me. La guerra presuppone sconfitti e vincitori; io conosco già la fine della storia, ma non mi sento una perdente. La guerra vera è quella in Ucraina. Non posso avere Putin e Zelensky dentro di me. Non avrei mai trovato le energie per scrivere questo libro in tre mesi».
La morte non le pare un’ingiustizia?
«No. Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi».
[...]
Nel capitolo finale la protagonista è già morta, e la sorella appende alle querce da sughero i suoi vestiti, affinché ogni persona cara possa portarne via uno...
«Quella scena c’è stata: nel giugno scorso ho compiuto cinquant’anni e ho appeso alle querce cinquanta vestiti. In questo tempo ho avuto modo di preparare tutto. Scrivere un alfabeto dell’addio. Predisporre un percorso collettivo. Tanti dicono di voler morire all’improvviso, nel sonno, senza accorgersene. Ora ho capito perché mia nonna da piccola mi faceva recitare una preghiera contro la morte improvvisa».
Perché?
«Il dolore non si può cancellare; il trauma sì. Si può gestire. Hai bisogno di tempo per abituare te stessa e le persone a te vicine al transito. Un tempo per pensare come salutare chi ami, e come vorresti che ti salutasse. Io non sono sola. Ho dieci persone. La mia queer family».
Come tradurrebbe queer family?
«Un nucleo familiare atipico, in cui le relazioni contano più dei ruoli. Parole come compagno, figlio, fratello non bastano a spiegarla. Non ho mai creduto nella coppia, l’ho sempre considerata una relazione insufficiente. Lasciai un uomo dopo che mi disse che sognava di invecchiare con me in Svizzera in una villa sul lago. Una prospettiva tremenda».
[...]
Come vorrebbe essere ricordata?
«Ricordatemi come vi pare. Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno. Anche a quelli che mi odiano credo di essere stata utile, per autodefinirsi. Me ne andrò piena di ricordi. Mi ritengo molto fortunata. Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai. Quando avevo vent’anni ci chiedevamo se saremmo morti democristiani. Non importa se non avrò più molto tempo: l’importante per me ora è non morire fascista».

giovedì 10 agosto 2023

La notte delle stelle che non sono stelle

Il 10 agosto, San Lorenzo, è tradizionalmente considerato il giorno, o meglio la notte, delle stelle cadenti. Vincenzo Schettini, l'insegnante di Fisica più amato del web italiano, ne ha parlato oggi in uno short video.

Per chi come me predilige la forma scritta, a meno che le immagini e l'audio non aggiungano contenuti significativi (e non mi sembra proprio questo il caso), ecco qui di seguito la trascrizione.

Cominciamo col dire che non ha senso fissare una stella sperando che cada, perché le scie luminose che vediamo non sono stelle. Dovete sapere che il sistema solare è cosparso di regioni piene di detriti spaziali, e la Terra ogni anno compie intorno al Sole la medesima traiettoria, incontrando periodicamente queste regioni di detriti. In particolare tra fine luglio e fine agosto, con picchi tra 9 e 13 agosto, la Terra attraversa lo sciame delle Perseidi. Questi detriti entrano nell'atmosfera ad alta velocità e per attrito con l'atmosfera sublimano, cioè passano dalla fase solida alla fase gassosa, e sono queste le stelle cadenti che vediamo davanti a noi, che più correttamente vengono chiamate meteore. Ed in particolare, in questo periodo di san Lorenzo, non cercate a caso nel cielo, ma guardate alla costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea. [Caro il mio prof, io a malapena riesco a individuare Orsa Maggiore e Orsa Minore... che ne so dove si trovano Perseo e Cassiopea? Meno male che ho l'app Sky Map! NdC] E non dimentichiamoci di esprimere un desiderio: che si avveri o no, è una cosa bellissima.

A me non capita da anni di riuscire a vederne, di meteore, ma chissà che questa non sia la volta buona. Come spiegato ieri su Astronomy Picture of the Day, il picco delle Perseidi non ci sarà stanotte, bensì sabato notte.

[Foto di Petr Horálek dell'Institute of Physics in Opava]

Ed ecco la traduzione della relativa spiegazione.

Questa è una buona settimana per vedere le meteore. La polvere delle comete pioverà sul pianeta Terra, attraversando i cieli scuri durante le notti di picco dell'annuale Sciame Meteorico delle Perseidi. L'immagine composita mostrata è stata scattata durante le Perseidi del 2018 dal Poloniny Dark-Sky Park in Slovacchia. La cupola dell'osservatorio in primo piano si trova sul terreno dell'Osservatorio di Kolonica. Sebbene le particelle di polvere delle comete viaggino parallele l'una all'altra, la pioggia di meteore risultante sembra chiaramente irradiarsi da un singolo punto del cielo nell'eponima costellazione di Perseo. L'effetto radiante è dovuto alla prospettiva, in quanto i tracciati paralleli sembrano convergere a distanza, come i binari di un treno. Lo Sciame Meteorico delle Perseidi dovrebbe raggiungere il suo picco sabato dopo la mezzanotte. Poiché una luna crescente sorgerà solo molto tardi quella notte, i cieli senza nuvole saranno più scuri del solito, rendendo quest'anno potenzialmente visibile un numero elevato di deboli meteore.

mercoledì 9 agosto 2023

Dove lo butto?

Oggi ultimo giorno di lavoro in azienda prima della chiusura estiva: da domani io e il mio responsabile siamo in ferie, mentre i pochissimi colleghi che ancora lavorano lo faranno da remoto fino a venerdì, dopodiché la settimana prossima tutti a casa. O meglio, dove ciascuno di noi vorrà e potrà andare! :-)

Dal punto di vista lavorativo è stata una giornata davvero tranquilla, talmente tanto che ci siamo concessi una "straviziosa" pausa pranzo in un ristorante all you can eat, e poco dopo le 17 – in teoria il turno sarebbe finito alle 18, e comunque prima che andassimo via il responsabile si è preoccupato di assegnare i compiti che ciascuno di noi dovrà svolgere prima che lui rientri a fine mese – ci siamo messi a chiacchierare del più e del meno sorseggiando il radler portato da un collega. Il quale alla fine ha domandato dove andassero buttate le lattine vuote.

Il responsabile: «Nel bidone della plastica».

Io: «Veramente no, nel bidoncino vicino alla macchina del caffè c'è scritto "vetro e alluminio", quindi vanno lì dentro».

Lui: «Ma come, io abito nel comune limitrofo, e da noi l'alluminio va con la plastica».

Se è per questo pure dove abito io, a una trentina di chilometri di distanza, l'alluminio va con la plastica (il cosiddetto multipak)... ma c'è poco da fare, bisogna attenersi alle regole in vigore nel comune in cui ci si trova. [Comunque ho apprezzato la premura del collega, visto che troppo spesso noto i bidoni della differenziata in ufficio riempiti a casaccio]

Sul sito dell'Unione Nazionale Consumatori trovi una serie di regole generali per fare la raccolta differenziata nel modo giusto; tra l'altro viene specificato espressamente che «Per ciò che concerne [...] il conferimento degli oggetti in alluminio nello stesso cestino di quelli in plastica, questa opzione varia di comune in comune».

Sempre a proposito di raccolta differenziata, proprio oggi il divulgatore scientifico Gabriele Bernardini ha precisato in un post che gli scontrini di carta termica si mettono nel secco, non nella carta – ma questo lo sapevo già – e che, pensa un po', se non specificato diversamente i "gusci" dei crostacei si mettono nel secco, non nell'umido, perché non tutti gli impianti di compostaggio sono in grado di smaltirli.

Insomma, fare la raccolta differenziata non è poi così banale... ma vale la pena di metterci quel minimo d'impegno che serve per farla bene!

martedì 8 agosto 2023

La vacanza dei cervelli

Piccola disavventura, per fortuna a lieto fine, oggi al lavoro.

Devi sapere – vabbe', è un modo di dire ;-) – che questa settimana in ufficio siamo veramente in pochi: ai tre che eravamo ieri si sono aggiunti oggi due colleghi che sono soliti lavorare in presenza dal martedì al giovedì, e il resto del tempo fanno "smart working", se così si può chiamare. Tutti gli altri sono in ferie.

Ieri mi ero portata la "schiscetta", così quando gli altri due sono andati a mangiare fuori io sono rimasta in ufficio, e ho aperto loro la porta quando sono tornati.

A quel punto mi sono detta: basta fare l'asociale, oltretutto c'è già un'atmosfera decisamente vacanziera... Domani e dopodomani niente schiscetta, esco a pranzo con gli altri. E stamattina ho comunicato che intendevo unirmi a loro.

Dopo una discussione vagamente estenuante su dove andare, all'una meno un quarto ci dirigiamo verso l'uscita. Mentre esco noto fuori dalla porta il mio responsabile, che stamattina aveva aperto l'ufficio con le chiavi in suo possesso, e mi domando: le avrà prese, le chiavi? Cosa faccio, provo ad accennarglielo? Ma figurati, meglio se evito, mi risponderebbe «Certo, per chi mi hai preso?».

Pochi istanti dopo che la porta si è inesorabilmente chiusa dietro di noi, lui si rende conto di aver dimenticato le chiavi dentro.

Telefona agli altri due colleghi – oltre ai titolari, già partiti per chissà dove – che dovrebbero essere in possesso delle chiavi: una gli risponde che è ancora in zona ma purtroppo le chiavi le ha restituite da un pezzo, l'altro ce le ha ancora, solo che al momento si trova in montagna, ad almeno un paio d'ore di strada da noi. Fortunatamente c'è suo padre che, liberatosi da un impegno, entra in casa del figlio per recuperare il prezioso mazzo, permettendoci di rientrare in ufficio dopo le 15, oltre un'ora più tardi rispetto al dovuto.

Tutto è bene quel che finisce bene, no? Peccato che – pensa te come sono fatta – io mi sia sentita in colpa per non aver rivolto al mio responsabile quella domanda che mi sembrava tanto sciocca, ma che in fin dei conti non lo era affatto. Mentre pranzavamo, lui mi ha detto con tono indubbiamente scherzoso «Accidenti agli automatismi mentali, non mi è proprio venuto in mente di prendere le chiavi, perché ieri ci avevi aperto tu... Vedi, è colpa tua!». Ma io ho tagliato corto replicando «Senti, non ti ci mettere pure tu, ché già mi sento sempre in colpa di default!».

P.S.: La foto che ho scelto per illustrare il post capita a fagiuolo, nella giornata mondiale del gatto! :-)

lunedì 7 agosto 2023

Meglio essere previdenti

Prima di impostare nel programma di posta elettronica aziendale il fatidico messaggio di "Out of Office", la sottoscritta deve lavorare ancora due giorni, il mio compagno tre, dopodiché potremo finalmente partire per le agognate vacanze. Siccome la mia dolce metà ha cambiato impiego di recente, e quindi non ha ancora maturato molte ferie, per quest'anno terrò a bada il mio eterno desiderio di scoprire sempre posti nuovi: divideremo i pochi giorni a disposizione tra la casa che lui ha ereditato dai suoi genitori in Garfagnana e quella che io ho ereditato dai miei a Pescara.

A breve mi dedicherò a preparare la lista delle cose da mettere in valigia, operazione che nel mio caso consiste nello spuntare un foglio Excel creato ad hoc dalla sottoscritta e in continuo aggiornamento, che include tutta una serie di oggetti potenzialmente utili o necessari in viaggio. Tra le varie voci ce n'è una che ho chiamato in modo molto generico "Medicine": di volta in volta ragiono su quali medicinali portare, a seconda della stagione e della situazione. Ma sarebbe decisamente più sensato se io mi basassi sull'elenco proposto dalla dottoressa Alice Rotelli, la cui pagina Facebook è diventata per me un punto di riferimento riguardo alla divulgazione scientifica in campo medico.

Tralasciando ovviamente i medicinali che ognuno deve portare per le proprie patologie, il kit da viaggio dovrebbe comprendere:
  • Farmaci per la chinetosi (ossia la nausea legata al mezzo di trasporto)
  • Farmaci antipiretici per abbassare la febbre (es. paracetamolo)
  • Farmaci antinfiammatori (es. aspirina, ibuprofene...)
  • Farmaci per il trattamento di disturbi digestivi
  • Repellenti per insetti e prodotti da applicare in caso di puntura (es. ammoniaca o pomate cortisoniche)
  • Colliri rinfrescanti/decongestionanti, meglio se in confezione monodose
  • Fermenti lattici e soluzioni saline reidratanti in caso di disturbi gastrointestinali
  • Farmaci antidiarroici ed antiemetici (contro diarrea e vomito)
  • Un antibiotico a largo spettro
  • Farmaci antistaminici ed eventualmente cortisonici
  • Fazzolettini disinfettanti, garze sterili e cerotti
  • Creme per la protezione solare
  • Un termometro
  • Per quanto possibile, ricordatevi inoltre di evitare shock termici (potrebbero danneggiare i medicinali).
  • È meglio preferire le formulazioni solide (compresse)

P.S.: In grassetto, le uniche cose che mi sarebbe venuto in mente di portare... con l'aggiunta di un certo prodotto a base di glicerina da somministrare per via rettale allo scopo di combattere la tipica stitichezza da "cambiamento d'aria"! ;-)

domenica 6 agosto 2023

Benvenuti a Barbieland

Oggi ho visto il film Barbie, della neoquarantenne regista Greta Gerwig, con protagonisti i bravissimi Margot Robbie (Barbie "Stereotipo") e Ryan Gosling (Ken). Ho letto in giro mezze stroncature e sperticati elogi, con una netta prevalenza per questi ultimi, quindi non mi dilungherò più di tanto per non contribuire al rumore di fondo. Mi limito a dire che ho trovato il film notevolissimo sul piano visivo, e soprattutto con spunti di riflessione davvero interessanti.

Nel trailer si dice "Sia che tu ami Barbie sia che tu la odi, questo film è per te"... e devo ammettere che io fin da bambina ero più affine alla seconda categoria. Non mi piaceva giocare con le bambole, lei in particolare la consideravo il simbolo della vanità, e neppure il fatto che fossero disponibili Barbie impiegate nelle professioni più disparate, persino quelle che all'epoca erano quasi esclusivamente appannaggio dei maschi, mi convinceva: mi sembrava tutto così forzato. Insomma, non è certo grazie a Barbie che ho deciso di studiare ingegneria! ;-)

La scena del film che mi ha colpita di più è stata quella in cui il personaggio dell'"umana" Gloria, interpretata dall'attrice America Ferrera (nota per la serie TV Ugly Betty), pronuncia un monologo denso di significati.

Devi essere magra ma non troppo magra. Non puoi mai dire che vuoi essere magra, devi dire che vuoi essere sana ma devi comunque essere magra. Devi avere soldi ma non puoi chiedere soldi perché è volgare. Devi essere un capo ma non puoi essere cattiva. Devi comandare ma non puoi schiacciare le idee degli altri. Devi adorare essere una madre ma non parlare dei tuoi figli tutto il tempo. Devi essere una donna in carriera ma anche prenderti cura delle altre persone. Devi rispondere dei cattivi comportamenti degli uomini, il che è allucinante, ma se lo fai notare vieni accusata di lamentarti. Devi rimanere bella per gli uomini ma non così bella da tentarli troppo o da minacciare le altre donne, perché ci si apetta che tu sia parte della sorellanza pur facendoti notare. E sii sempre grata ma non dimenticare che il sistema è truccato, quindi trova il modo di riconoscerlo ma rimanendo pur sempre grata. Non devi mai invecchiare, mai essere scortese, mai darti le arie, mai essere egoista, mai cadere, mai fallire, mai mostrare paura, mai essere sopra le righe. È troppo difficile, è troppo contraddittorio e nessuno ti dà una medaglia né ti dice "grazie!", anzi alla fine viene fuori che non solo sbagli totalmente ma che è anche tutta colpa tua. Sono così stanca di vedere me stessa e ogni singola altra donna fare i salti mortali tutti i giorni per riuscire a piacere agli altri. E se tutto questo vale anche per una bambola che rappresenta una donna allora io non so più che dire.

Mi ha lasciata un po' perplessa invece la scena in cui la protagonista, arrivata nel mondo reale, si siede su una panchina e, quando si accorge della presenza di un'anziana signora, le rivolge poche e semplici parole: «Sei bellissima».

A quanto pare la produzione avrebbe voluto eliminare la scena in fase di montaggio, ma la regista si è opposta strenuamente. Ecco cosa ha dichiarato al periodico Rolling Stone:

Amo molto quella scena. La donna seduta sulla panchina è la costumista Ann Roth, una leggenda. È un cul-de-sac in un certo senso, non porta da nessuna parte. Nelle prime fasi di montaggio mi hanno suggerito di tagliare la scena, perché la storia sarebbe potuta andare avanti anche senza. Ma se avessi tagliato quella scena, non avrei più saputo di cosa parla il film. Per me, quella sequenza è il cuore del film. Il modo in cui Margot Robbie interpreta quel momento è così delicato e non forzato. Ci sono elementi più scandalosi in merito ai quali la gente mi dice: “Non posso credere che la Mattel o Warner Bros. ti abbiano permesso di farlo”. Ma per quanto mi riguarda, la parte che non riesco a credere che sia ancora nel film è questo piccolo cul-de-sac che non porta da nessuna parte ma che risulta essere il cuore del film.

E al New York Times la Gerwig ha ribadito

Se avessi tagliato quella scena, non avrei saputo più perché stavo girando il film (…) L’idea di un Dio amorevole che può essere una madre o una nonna, che ti guarda e dice: “Tesoro, stai bene” è qualcosa di cui sentivo il bisogno e che volevo regalare ad altre persone.

sabato 5 agosto 2023

Musica gratis senza interruzioni su YouTube

Come accennavo l'altroieri, la mia postazione di lavoro si trova in un open space. Quando devo svolgere un compito che richiede una particolare attenzione, magari ripetitivo e meccanico, qualsiasi rumore, suono o voce – due colleghi che conversano, qualcuno che parla al telefono – mi disturba oltremodo... e allora se possibile cerco di isolarmi indossando le cuffie wireless prese tempo fa coi punti dell'Esselunga e mettendo su una compilation chillout, che a differenza di altri generi musicali favorisce la concentrazione. Solo che ieri ogni dieci minuti circa la riproduzione della musica veniva interrotta dalla pubblicità, cosa oltremodo fastidiosa! Ohibò, come mai? L'ultima volta non era mica successo!

Mi sono quindi accorta che, mentre lavoravo sul monitor esterno grande, la finestra del browser aperta su YouTube era ben visibile sullo schermo del portatile da 14 pollici. È stato sufficiente ridurla a icona, e le interruzioni indesiderate non si sono più verificate. Semplice, forse banale, ma da tener presente!