domenica 31 marzo 2019

Naturale, no?

Quest'oggi non mi va di parlare di nuovo del Congresso Mondiale delle famiglie di Verona, riguardo al quale molti hanno usato l'aggettivo "medievale" sebbene a quanto pare ciò non renda affatto giustizia al Medioevo, bensì di chi si è opposto a questo evento oscurantista e retrogrado.
Ecco alcune foto della contro-manifestazione che si è svolta ieri a Verona, tratte dalla pagina Facebook I Sentinelli di Milano.


Open, il giornale online fondato da Enrico Mentana, è riuscito a rintracciare e intervistare la signora immortalata in quest'ultima foto.
Anche IKEA ha voluto dire la sua sul concetto di famiglia "naturale". Auguro di cuore alla multinazionale svedese che questa presa di posizione le faccia guadagnare molti più clienti di quanti dovesse malauguratamente perderne.
Infine, ti saluto e vado a pubblicare sulla mia bacheca Facebook l'immagine qui sotto. Domani poi userò l'app Unfriend Finder per verificare se per caso qualche contatto mi ha tolto l'"amicizia". Dovesse capitare, di certo non mi straccerò le vesti dal dispiacere, te lo assicuro... ;-)

sabato 30 marzo 2019

Consigli "amichevoli"

Qualche tempo fa sul sito Robot Hugs è stata pubblicata una striscia di vignette che illustra, con una leggerezza che non vuol dire sminuire la questione ma anzi serve a renderla più facile da comprendere, la seguente situazione: cosa accadrebbe se, quando abbiamo un malanno o un problema fisico, la gente si comportasse con noi come in genere fa con chi soffre di disturbi psicologici come ansia e depressione?


C'è anche una traduzione in italiano, a cura di una certa erika.


Dell'argomento se ne parla qui su Forbes. A tal proposito consiglio anche la lettura dell'articolo Perché andare dallo psicologo è ancora una vergogna in Italia? pubblicato su The Vision.

venerdì 29 marzo 2019

They've got talent

Della finale della nona edizione di Italia's Got Talent, andata in onda venerdì scorso in contemporanea su Sky Uno e in chiaro su TV8, ho seguito in diretta solamente la prima esibizione: il travolgente musicista abruzzese Antonio Sorgentone, arrivato in finale grazie al Golden Buzzer di Mara Maionchi, al termine è stato proclamato vincitore. Mi sono persa però – e l'ho recuperato in seguito su YouTube – l'intervento del superospite della serata, Gigi Proietti.
L'istrionico artista, che a quasi ottant'anni sfoggia un brio da far invidia a gente molto più giovane di lui, ha cominciato declamando con trasporto alcuni versi tratti da hit lanciate negli ultimi due anni.
  • Felicità puttana dei Thegiornalisti
  • Rolls Royce di Achille Lauro
  • Paracetamolo di Calcutta
  • British del gruppo trap Dark Polo Gang
L'effetto è stato davvero esilarante... ma il divertimento ha ceduto il posto alla commozione quando poi Proietti ha recitato una poesia scritta per lui nel 1978 dal poeta Roberto Lerici.
Quest'amore
Quest'amore malato, denutrito
Fatto di parole smozzicate
Quest'amore usato, digerito
Buttato in pasto al popolo ignorante
Come fosse una cosa interessante
Quest'amore corrotto dalla noia
Dei grandi amatori della storia
Masticato da cento letterati
Vomitato da principi, prelati
Quest'amore che accoglie, che perdona
Fatto per gente dalla bocca buona
È un amore di fradicia letizia
Che assolve tutto, pure l'ingiustizia
Quest'amore sciancato, deficiente
Sbattuto sulla faccia della gente
Come l'osso al cane disperato
Quest'amore scarnito, rosicchiato
Coi suoi stracci di corpo denudato
Quest'amore di cui si parla tanto
Celebrato con tutte le grancasse
Questo amore discese fra le masse
Elargito per grazia del potere
Perché tutti ne possano godere
È un amore deforme, malandato
Generato dal vecchio capitale
Fra le cosce del mondo occidentale
Per quest'amore è meglio non cantare
Perché non c'è una musica che tenga
E questa mia canzone sgangherata
Non sa neppure cosa la sostenga
Avesse almeno la grazia più sgolata
Di una puttana sola, disperata
Piuttosto che la facile malia
Il fascino merdoso di questa borghesia
Ma quell'amore che era una certezza
S'è assopito con l'ultima carezza
Ha ripiegato pian piano le sue foglie
Rinunciando per ora alle sue voglie
L'anima mia per questo s'è ammalata
Non sogna più e resta addormentata
Prima che il vuoto tutti ci divori
Venga presto il tempo in cui ci si innamori
Prima che il vuoto tutti ci divori
Che venga, venga presto il tempo in cui ci si innamori
P.S.: Poiché ignoro il regolamento del talent, non ho capito che fine abbiano fatto i Masa, dei quali avevo parlato qui... Qualcuno me lo spiega?

giovedì 28 marzo 2019

Dove c'è amore, c'è famiglia!


Alla vigilia dell'inizio del Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà questo weekend a Verona, ti propongo alcuni spunti a tema, a cominciare dal meme di Taffo Funeral Services che puoi vedere qui sopra.
L'omosessualità non è un'invenzione, né tantomeno una moda, dell'epoca moderna: c'è qui una notevolissima galleria di foto risalenti a parecchi decenni fa, utili per mettere a tacere qualche anziano bigotto e retrogrado che dovesse sostenere «Ai miei tempi certe cose non succedevano»...


... e a Pompei svariate opere d'arte documentano che in sostanza la libertà sessuale è antica quanto la specie umana.


Infine, la vignetta di GLMart - Giuseppe La Micela mette alla berlina l'incoerenza di Giorgia Meloni la quale, quando (poco dopo il minuto 27 della puntata di Otto e mezzo andata in onda l'altroieri) la giornalista e conduttrice Lilli Gruber le ha chiesto conto del fatto di aver avuto una bambina e vivere more uxorio con il suo compagno senza essere sposata, ha osato ribattere che «La gente non si deve fare gli affari tuoi».
Gli affari degli altri. Proprio quelli che lei e quelli come lei, oppositori delle famiglie "non tradizionali" e più in generale delle scelte di vita individuali che in nessun modo incidono sull'esistenza altrui, amano tanto farsi...

mercoledì 27 marzo 2019

Magie... elementari


Qualche tempo fa mi è stata fatta notare online una chicca aritmetica in fondo abbastanza banale, ma di un certo effetto. Ho preso nota dello spunto, ma poi me ne sono dimenticata... e oggi che l'ho ripescato dai meandri del mio hard disk lo metto in "bella copia" per condividerlo con chi saprà apprezzarlo! :-)
Fin dai tempi delle scuole elementari sappiamo, o meglio dovremmo sapere, che 11×11 fa 121. A chi si è spinto fino al prodotto di numeri interi a tre cifre – non che ci voglia una laurea in astrofisica ;-) – sarà magari capitato di accorgersi che
111×111 = 12321
E il bello è che questa sequenza "piramidale" prosegue!
1111×1111 = 1234321
11111×11111 = 123454321
111111×111111 = 12345654321
1111111×1111111 = 1234567654321
11111111×11111111 = 123456787654321
111111111×111111111 = 12345678987654321
Ohibò, che magia è mai questa?!
Nessuna magia... Si capisce come accade semplicemente applicando il procedimento per calcolare la moltiplicazione in colonna. [Chissà se i maestri elementari di oggi si sforzano ancora di inculcarla nelle menti degli alunni, oppure si sono rassegnati al fatto che, calcolatrici a parte, tanto ormai praticamente tutti possiedono cellulari più o meno smart che come minimo una calcolatrice integrata "basic" ce l'hanno]
Nel semplice screenshot qui sotto, realizzato grazie al Moltiplicatore in colonna di scuolaelettrica.it, puoi vedere come si fa la moltiplicazione in colonna di 111 per 111.


E questo è il caso più generale del prodotto di due numeri uguali composti da una sequenza di n "uni", dove n è un intero minore o uguale a 9.
    1...1 ×
    1...1 =
-----------
    1...1
   1...1
  1...1
 ...
1...1
che fa
1...1 + (1...1)×10 + (1...1)×102 + ... + (1...1)×10n
Il risultato è un numero tale che la prima e l'ultima cifra saranno 1, la seconda e la penultima 2... e la cifra centrale sarà n.
Dai, non dirmi che sono l'unica ad andare in visibilio per queste cose...!? ;-)

martedì 26 marzo 2019

Affari di famiglia

Quest'oggi ti propongo alcuni enigmi pubblicati da Alex Bellos a febbraio nel suo blog Monday puzzle con il titolo Can you solve it? The world's strangest families (Riesci a risolverlo? Le famiglie più strane del mondo). Anche se è trascorsa ormai qualche settimana, non mi andava di lasciarli cadere nel dimenticatoio, perché li trovo sfiziosi... soprattutto il primo, che ricorre nelle forme più disparate sui social! :-)
[Qui sotto di enigmi ne trovi quattro, ma Alex ne ha proposto anche un quinto che preferisco tralasciare perché intraducibile. Esso si regge infatti sull'ambiguità fra i termini inglesi great-grandchild (bisnipote) e great grandchild (nipote eccezionale). Il trattino fa una gran differenza...]
I rapporti di parentela forniscono materiale per molti enigmi classici almeno fin dai tempi del Medioevo. Danno luogo a problemi divertenti, perché non richiedono conoscenze tecniche, e spesso presentano situazioni divertenti o curiose.
  1. Il padre di Pierino ha tre figli, Qui, Quo e...? [Questo l'ho adattato, perché la versione originale si poteva tradurre, sì, ma la traduzione non funzionava granché. Quali donne (o uomini, se è per questo) in Italia si chiamano Aprile, Maggio e Giugno? NdC]
  2. Due uomini sposano l'uno la madre dell'altro. Qual è il rapporto tra i loro figli?
  3. Qual è il minor numero possibile di persone in un gruppo familiare che contenga un nonno, una nonna, due padri, due madri, quattro figli, tre nipoti, un fratello, due sorelle, due figli, due figlie, un suocero, una suocera e una nuora?
  4. In un certo giorno la mia amica Olivia fa il compleanno. Due giorni dopo è il compleanno del suo gemello più grande, Oliver. Come si spiega?
Fonti di questi enigmi: 1. largamente noto, 2. Alcuin, Propositiones ad Acuendos Juvenes, 3. Ian Stewart, Cabinet of Mathematical Curiosities, 4. Des MacHale and Paul Sloane, Hall of Fame Lateral Thinking Puzzles.
E adesso non devi far altro che scorrere la pagina un po' più in basso per leggere le soluzioni.











































  1. Pierino, ovvio! Già, è una battuta vecchissima...
  2. Sono zio/nipote l'uno dell'altro. Questo enigma risale all'ottavo secolo, ed è il più antico di questo genere di indovinelli sulla parentela. Chiamiamo i protagonisti Uomo 1 e Uomo 2, che hanno come mamme Mamma 1 e Mamma 2. Le coppie sono quindi Uomo 1 e Mamma 2, e Uomo 2 e Mamma 1. Se la prima coppia ha Figlio A, e la seconda coppia ha Figlio B, allora Figlio A è il fratellastro di Uomo 2, e quindi lo zio acquisito di Figlio B, che è il figlio di Uomo 2. È più facile da vedere quando lo si disegna come albero genealogico.
  3. Sette. Tre fratelli (due femmine e un maschio), i loro genitori e i genitori del padre. Di nuovo, è più facile da vedere quando lo si disegna come albero genealogico.
  4. Oliver è nato il 1° marzo su un aereo che volava verso est sopra il Pacifico. Pochi secondi dopo l'aereo ha attraversato la linea internazionale del cambio di data, ed è nata Olivia. Lei è nata quindi il 28 febbraio, il che l'ha resa la sorella "più giovane" con una data di nascita sul calendario un giorno prima di suo fratello. Negli anni bisestili, tuttavia, Olivia festeggerà il compleanno due giorni prima del suo gemello più grande.

lunedì 25 marzo 2019

75 anni e sembra ieri


Ieri ricorreva il settantacinquesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, ossia l'uccisione di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, trucidati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l'attentato partigiano di via Rasella, compiuto il 23 marzo da membri dei GAP romani. Merita senz'altro la più ampia condivisione il post pubblicato da Galatea per l'occasione.
24 marzo 1944, le Fosse Ardeatine.
Caddero. Uccisi barbaramente, un turno dopo l’altro, in una esecuzione spietata e metodica. Portati l’interno della galleria oscura, fatti inginocchiare. I primi sulla nuda terra, gli ultimi, i più sfortunati, fatti arrampicare sul cumulo dei corpi di chi era venuto prima.
Erano 335. Ebrei, oppositori politici, forse anche prigionieri comuni. Nella furia di trovare vittime per la rappresaglia a seguito dell’attentato di via Rasella, non si andò troppo per il sottile.
La lista dei loro nomi è pubblica, ma di nove ancora nemmeno siamo riusciti a capire chi fossero, o perché finirono li. Gli ultimi cinque erano addirittura di troppo, ma furono uccisi comunque, perché a quel punto “avevano visto tutto” e dopo la guerra sarebbero stati scomodi testimoni.
Il 24 marzo del 1944 si consumò a Roma il massacro delle fosse Ardeatine, ultimo colpo di coda dei nazisti e dei fascisti, inutile vendetta consumata contro un popolo che non li voleva più.
Di lì a poco la città sarebbe stata abbandonata, e le guerra civile sarebbe continuata al Nord.
Ma loro morirono nel buio delle cave, freddati da un colpo di pistola. Resta di loro la memoria e questa lapide.
Che oggi sembra troppo ottimistica, perché alle volte si ha l’impressione che da tutto il male che abbiamo vissuto e sopportato abbiamo imparato poco. O addirittura nulla.
Uno dei protagonisti di quest'orrenda pagina di storia del '900 si chiamava Albert Kesselring, ed era «il comandante delle forze di occupazione tedesche in Italia. Nel 1947 fu processato per crimini di guerra e fu condannato a morte. La condanna fu poi commutata nel carcere a vita. Nel 1952 fu liberato per via delle sue condizioni di salute e dopo il suo ritorno in Germania disse che gli italiani dovevano essergli grati e avrebbero dovuto dedicargli un monumento. Piero Calamandrei, partigiano e politico italiano, scrisse questa epigrafe» (cit. Il Post).
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
Infine, a proposito di fascismo, cito l'opinione del filosofo Massimo Cacciari: "Un nuovo fascismo? No, quella fu una tragedia. Per grandi disastri ci vogliono grandi miti. Qui siamo alla farsa".

P.S.: Siccome oggi Wikipedia è irraggiungibile, i link enciclopedici ho dovuto reperirli altrove. Per citare ancora Piero Calamandrei, «La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare». Fatte le debite proporzioni, lo stesso vale per Wikipedia: è quando non posso accedervi che mi rendo conto di quanto mi sia utile se non indispensabile. Anche per questo non posso fare a meno di sostenere lo staff nella sua campagna contro la nuova direttiva sul diritto d'autore, e mi sembra giusto (anzi avrei dovuto cominciare molto tempo fa) iniziare a versare un contributo in denaro alla Wikimedia Foundation.
#saveyourinternet

sabato 23 marzo 2019

Come (non) usare una rotatoria

Le rotatorie, croce e delizia di chi si mette al volante: è vero che in media snelliscono la circolazione, ma a me in certi momenti fanno veramente rimpiangere i cari vecchi semafori.
Ecco tre spunti sull'argomento, uno serio e gli altri... decisamente meno:
  • Il monologo di Gioele Dix nei panni dell'automobilista perennemente inc***ato.
  • Come si usa una rotonda, con l'Italia a confronto con l'Abruzzo (ma per quello che vedo certe cattive abitudini sono ormai diffuse un po' ovunque).

venerdì 22 marzo 2019

Come mai dopodomani non è Pasqua?

Per citare Wikipedia...
La data della Pasqua, variabile di anno in anno secondo i cicli lunari, cade la domenica successiva al primo plenilunio di primavera, determinando anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste.
Oggi su Facebook mi si faceva notare che:
Quindi, a voler essere neanche tanto pignoli, la domenica successiva al primo plenilunio di primavera dovrebbe essere... dopodomani. Come mai allora la Pasqua quest'anno cade piuttosto alta, il 21 aprile?
Qualcuno ha fatto notare la discrepanza tra il calcolo effettivo dei pleniluni e quello ecclesiastico, basato sul sistema dell'epatta.
Ma qualcun altro ha ipotizzato che gli ecclesiastici possano essersi adeguati alla convenzione che fissa l'inizio delle stagioni il 21 del mese di marzo (primavera), giugno (estate), settembre (autunno) e dicembre (inverno), anche se è dal 2007 che l'equinozio di primavera non cade il 21 marzo. Da questo punto di vista, se si assume che la primavera sia cominciata ieri, 21 marzo, il plenilunio successivo cadrà venerdì 19 aprile, e quindi è comprensibile che nel 2019 la Pasqua si festeggi il 21 aprile.
La prossima volta che si verificherà la medesima anomalia sarà nel 2038: l'equinozio di primavera cadrà sabato 20 marzo alle 12:29, dopodiché il giorno 21 alle ore 2:08 nel cielo splenderà la luna piena... ma la Pasqua capiterà la domenica dopo il plenilunio successivo previsto per lunedì 19 aprile, ossia il 25 aprile: a proposito, a quanto pare una Pasqua più alta di così non è possibile.
Ma è venerdì, e la stanchezza offusca la lucidità necessaria per investigare oltre: chi mi aiuta a capire se davvero la Pasqua di quest'anno è... sbagliata?!

giovedì 21 marzo 2019

Back to Bach

Oggi parecchi miei contatti social si trastullavano con il doodle realizzato da Google per celebrare il 334° (non è una cifra tonda manco pe' gnente, ma vabbè) anniversario della nascita di Johann Sebastian Bach. Trattasi non di un'immagine statica e neppure di una "semplice" animazione, bensì di un'applicazione che fa uso di algoritmi di machine learning e dell'intelligenza artificiale per armonizzare anche solo poche semplici note nello stile barocco che ha reso immortale il compositore tedesco; ne parla Hardware Upgrade qui.
Ecco alcuni screenshot dimostrativi, che però sinceramente rendono ben poco l'idea... per cui ti consiglio di giocherellarci almeno un po' anche tu. Ma attento: può creare dipendenza! ;-)
Per prima cosa si aggiungono le note sul pentagramma.


Io ho provato a riesumare qualcuna delle melodie che componevo – ebbene sì – tanti anni fa per il mio Roland E-16, ma il risultato è venuto 'na mezza ciofeca, per cui sono andata sul sicuro e ho cliccato sul post-it con la stellina sulla sinistra per selezionare Twinkle, Twinkle, Little Star, popolare ninna nanna in lingua inglese.


Poi ho cliccato su Armonizza...


... e dopo qualche secondo, ecco il risultato bell'e pronto da condividere sui social oppure da scaricare in formato MIDI.


Anche quando verrà tolto dalla home page di Google, mi aspetto che il doodle rimanga disponibile a questo link.
P.S.: A proposito, l'intelligenza artificiale è una disciplina che mi affascina un sacco. Ai tempi dell'università, mea culpa, evitai di inserire nel mio piano di studi l'esame relativo perché mi pareva troppo "tosto", ma giusto di recente ho deciso di colmare questa lacuna acquistando il voluminoso volume di Russell e Norvig. Non esattamente quel genere di libri che ti porti in metropolitana per leggerlo durante il tragitto... ;-)
UPDATE: A proposito di Twinkle, Twinkle, Little Star, il chitarrista Lucas Brar ha usato questa melodia per raccontare l'evoluzione della musica dal barocco ai giorni nostri.

mercoledì 20 marzo 2019

No-vax: se non puoi convincerli... perculali!

Nei giorni scorsi si è parlato parecchio del presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il quale è reduce da qualche giorno di ricovero in ospedale dopo aver contratto la varicella. Il politico leghista è noto per le sue posizioni no-vax, anche se lui rifiuta di definirsi tale, limitandosi a professarsi contrario alle imposizioni. Senti, ciccio, con l'aria che tira l'unico modo per assicurare un'adeguata copertura vaccinale era istituire l'obbligo, non trovi?!
Comunque personalmente mi sembrava irrealistico aspettarsi che Fedriga fosse vaccinato contro la varicella: salvo rare eccezioni le campagne vaccinali riguardano solo i bambini in età scolare, e non credo siano in tanti a vaccinarsi da adulti. Tra quei pochi ci sono io, che qualche anno fa mi sono voluta sottoporre alla vaccinazione MPR: oltre alla varicella, di cui ricordo fin troppo bene l'irresistibile impulso a grattarmi in ogni dove, tra l'infanzia e l'adolescenza avevo già "fatto" morbillo e parotite (meglio nota come "orecchioni"), e mi mancava solo la rosolia, che mi sono risparmiata ben volentieri.
La notizia del malanno di Fedriga ha varcato i confini nazionali, approdando su testate di informazione (The Independent, Daily Mail Online, HuffPost), siti di argomento scientifico (A Science Enthusiast) e portali umoristici (9GAG).
Dal summenzionato A Science Enthusiast riprendo alcuni memi che prendono in giro gli antivaccinisti.


Concludo con una vignetta che mi ha dato da pensare.

«Ai miei tempi avevamo il morbillo, la polio e i nazisti di cui preoccuparci»
E la nipotina, tra sé e sé: «Non ho il coraggio di dirglielo...».
Sorvolando almeno per il momento sui rigurgiti neonazisti e neofascisti, che meriterebbero un'ampia trattazione... Eh sì, la polio. Da ragazzina, pur essendo regolarmente vaccinata, ne avevo una gran paura, perché in famiglia si leggevano settimanali come Gente o Oggi che raccontavano con dovizia di particolari le vicende di Rosanna Benzi, costretta a vivere per decenni in un polmone d'acciaio dopo essere stata colpita da una grave forma di poliomielite, e scomparsa a soli 43 anni nel 1991. Non mi stupirei affatto di scoprire che anche per le coperture vaccinali contro la poliomielite, la quale sembrava sul punto di essere eradicata a livello globale come avvenne quarant'anni fa per il vaiolo, si registra un calo preoccupante...

martedì 19 marzo 2019

Sono un GEGNO! (?)

Ultimamente su Facebook mi imbatto spesso in immagini che raffigurano quesiti aritmetici accompagnati da didascalie del tipo «Solamente un genio [variante: "pensatore altamente creativo"] saprà risolverlo». Eccone alcuni...


Io li ho risolti tutti e tre in scioltezza, eppure non mi pare di avere un quoziente intellettivo di molto superiore alla media... (Certo, rispetto agli analfabeti matematici di cui parlavo tre settimane fa, ritengo di cavarmela decisamente meglio, inutile negarlo)
Scorri la pagina un po' più in basso per leggere quelle che io ritengo siano le soluzioni.










































  1. 6
  2. 3189
  3. 25
Ed ecco la spiegazione che mi sono data... così magari saprai smontarla a dovere per convincermi definitivamente che no, non sono affatto un genio! ;-)
  1. Bisogna immaginare di moltiplicare il numero a primo membro per il numero intero successivo; il prodotto è il numero a secondo membro. Quindi: 6 (× 7) = 42; 5 (× 6) = 30; 4 (× 5) = 20; 2 (× 3) = 6.
  2. La soluzione è data dalla concatenazione dei seguenti valori: dapprima la differenza tra il secondo numero e il primo (6 – 3 = 3), poi il prodotto dei due numeri (3 × 6 = 18), infine la loro somma (3 + 6 = 9). C'è chi sostiene che la soluzione debba essere 1189, perché comincia sempre con la cifra 1... ma non sono mica convinta.
  3. Premesso che la logica che c'è dietro è abbastanza evidente – due numeri contrapposti sono l'uno il quintuplo dell'altro – ho dato per scontato che la soluzione fosse 25 = 5 × 5. Ma mi hanno fatto notare che seguendo la stessa logica è valida anche la soluzione 1... anzi è pure più elegante, perché in questo modo i numeri che vengono moltiplicati per 5 si trovano tutti nel semicerchio superiore. Vabbè, che io non sia un genio me lo dico da sola... ;-)

lunedì 18 marzo 2019

Bellezze d'Abruzzo

Lo scorso weekend sono tornata a Pescara. Non si è trattato esattamente di un viaggio di piacere... ma percorrere la superstrada al tramonto avendo le Torri Camuzzi di fronte, il Ponte Flaiano sulla destra e le montagne sullo sfondo che si stagliavano contro un cielo limpidissimo è stato, come dire, un bel momento.
Colgo l'occasione per condividere alcuni spunti della serie L'abruzzese fuori sede: due video...
Parco Nazionale della Majella. Bocca di Valle - Cascata di San Giovanni
- Viaggio sulla Transiberiana d'Italia - Escursione al "Re Fajone"-

... e un po' di articoli.
(Della terza parte preannunciata da I viaggi di Dante ad agosto 2015, ancora nessuna traccia)

sabato 16 marzo 2019

Soldi... clap clap!

Bisogna riconoscere che Soldi, il brano di Mahmood che ha vinto l'ultimo Festival di Sanremo, aveva tutte le carte in regola per diventare un tormentone, nonché lo spunto di innumerevoli parodie: un ritornello orecchiabile e un grande successo di pubblico, accompagnato da una buona dose di polemiche. Ecco due delle mie parodie preferite: quella della Pozzolis Family...



... e quella di Manuel Aski.



Tanto per restare in tema di parodie musicali (così mi libero di un po' di link che avevo da parte ;-) )...
UPDATE: Nel canale YouTube Rifaccio Una Canzone puoi trovare un'altra spassosa parodia di Soldi rifatta con le voci di vari cantanti (mitico Salvo Calvo!) e personaggi dei cartoni animati (che dal mio punto di vista si sarebbe anche potuto risparmiare, tanto non ne conosco quasi nessuno...).

venerdì 15 marzo 2019

Divario di genere, tra forma e sostanza

Alla vigilia dell'8 marzo Eurostat ha pubblicato il grafico qua sotto, che mostra il gender employment gap, ossia il divario in punti percentuali fra le retribuzioni degli uomini e quelle delle donne, nei vari Paesi europei. Spiace notare che in questo genere di classifiche l'Italia si piazza fin troppo spesso ai vertici... :-(


Per illustrare la situazione capita a fagiuolo questa vignetta di Eric Grosjean.

«Preferisce che la si chiami signora ingegnere o ingegnera?»
«Mi basta avere lo stesso salario del signor ingegnere, andrà benissimo»
A proposito dei femminili dei nomi di professione, ecco due articoli da tenere presenti:
Quando si discute di quest'argomento salta quasi sempre fuori un maschio che, credendo forse di apparire brillante, afferma: «Ah, allora io che ho una farmacia pretendo di essere chiamato farmacisto!», palesemente ignorando che -ista è un suffisso di origine greca, invariabile. E costoro magari di nome fanno Luca oppure Andrea, e non hanno mai avuto alcun dubbio sulla loro mascolinità... ;-)
Concludo accennando a una questione ben più sostanziale sulla quale ci sarà ancora parecchio da lavorare: a quanto pare alla guida del Paese abbiamo gente convinta che le cause del declino della famiglia naturale siano «il divorzio, l’omosessualità e le donne lavoratrici». Eccerto, una donna che non percepisce un reddito proprio deve pensarci mille volte prima di chiedere la separazione, anche se è infelicemente sposata... :-(

giovedì 14 marzo 2019

Una giornata... enigmatica

Oggi che è il giorno del pi greco condivido due enigmi pubblicati per l'occasione da Presh Talwalkar nel suo blog Mind Your Decisions:
Pi Day Puzzle – Solve For Each Letter (Enigma del giorno del pi greco – Risolvi per ciascuna lettera)...
Con il giorno del pi greco in arrivo (3/14 [da 3,14159265... arrotondato alla seconda cifra decimale, accidenti all'usanza americana di scrivere il mese prima del giorno! ;-) NdC]), ho voluto condividere questo divertente problema dal sito di Manan Shah Math Misery?.
√(PI) + E = √(PIE)
Ciascuna lettera è una cifra differente da 0 a 9, ma P non può essere 0. Nota che PI è un numero a due cifre e PIE è un numero a tre cifre.
Non sono ammesse calcolatrici o computer. Riesci a determinarlo?
... e What is –1 to the power of pi equal to? (Quanto fa –1 elevato alla potenza di pi greco?).
Aarjav di Delhi in India mi ha posto questo problema:
(–1)π = ?
Ecco la soluzione del primo...
Ci sono molti modi per risolvere questo tipo di problema. Condividerò il modo in cui l'ho risolto io.
In primo luogo vogliamo che PI sia un quadrato perfetto, quindi abbiamo le possibilità:
16
25
36
49
64
81
Adesso abbiamo bisogno che PIE sia un quadrato perfetto, quindi consideriamo quali numeri a 3 cifre hanno le prime due cifre comprese nella lista sopra. Ci sono tre possibilità:
169
256
361
Quindi controlliamo questi tre casi, e soltanto la prima possibilità funziona. Perciò abbiamo:
P = 1, I = 6, E = 9
che dà luogo a
√16 + 9 = 13 = √169
... e quella del secondo.
Cominciamo con la formula:
e = cosθ + isinθ
Sostituendo θ = π si ottiene la famosa formula:
e = cosπ + isinπ = –1
Ora eleviamo entrambi i membri alla potenza di π per ottenere:
(–1)π
= (e)π
= e2
Poniamo ora θ = π2 per ottenere:
e2
= cosπ2 + isinπ2
≈ –0.903 – (0.430)i
Uhm, questa è una risposta piuttosto complessa per un problema apparentemente semplice. Buon giorno del pi greco!
[La vignetta che apre il post è tratta da xkcd]

mercoledì 13 marzo 2019

Ma che freddo fa(ceva)


Nei giorni scorsi, dopo un primo timido accenno di primavera, c'è stato un ultimo colpo di coda dell'inverno, con violente raffiche di vento un po' in tutta Italia... e anche se il tempo ormai sembra migliorato, almeno qua in Lombardia, condivido alcuni link sul tema del freddo.

martedì 12 marzo 2019

Caro signor Amazon, vacci piano!

Nel dopocena di giovedì scorso, 7 marzo, quasi in concomitanza con il quinto anniversario del mio primissimo ordine Amazon, ho ordinato sul popolare sito di e-commerce cinque articoli, che sono stati automaticamente suddivisi in due spedizioni: secondo le previsioni la prima sarebbe dovuta arrivare giovedì 14 marzo, e la seconda tra martedì 12 e sabato 16 marzo. Poiché di norma sono al lavoro dalla mattina alla sera dal lunedì al venerdì, ho scelto come indirizzo di spedizione quello dell'ufficio, cosa che faccio ormai abitualmente.
E invece... sorpresa: alle 8 del mattino dopo, venerdì 8 marzo, mi è stato comunicato via e-mail che la prima spedizione, quella che sarebbe dovuta arrivare giovedì, era stata suddivisa in due ulteriori sotto-spedizioni, la prima delle quali sarebbe stata consegnata in giornata. A saperlo magari avrei scelto come indirizzo di spedizione quello di casa, visto che per quel giorno avevo chiesto e ottenuto di poter lavorare da casa per non incorrere nei disagi causati dallo sciopero dei mezzi pubblici. Ma vabbè... tanto il pacco me lo tengono da parte.
Per quanto riguarda la seconda sotto-spedizione, altra sorpresa: c'è stato un tentativo (fallito) di consegna sabato mattina, quando la reception è chiusa e in azienda probabilmente non c'è nessuno. Ma vabbè... tanto ci riproveranno all'inizio della prossima settimana, no?
Insomma, i primi due pacchetti li ho ritirati ieri, quando sono rientrata in ufficio dopo il week-end. Quanto al terzo, mi è stato consegnato oggi, ovvero il primo giorno utile tra quelli previsti.
Caro signor Amazon, la tua efficienza è ammirevole, tanto più che quando ho fatto l'ordine non ho neppure pagato un sovrapprezzo per la spedizione rapida, né tantomeno ho sottoscritto un abbonamento ad Amazon Prime. Comunque, se devo essere sincera, apprezzerei di più una minore rapidità, ma una stima più affidabile dei tempi di consegna. Sai com'è, almeno uno se regola! ;-)
P.S.: Cosa ho comprato? Beh, diciamo che ad almeno un paio dei miei acquisti potrei aver voglia di dedicare qualche riga su questo blog, quando avrò trovato abbastanza tempo per potermici dedicare... :-)

lunedì 11 marzo 2019

L'importanza di un buon sonno ristoratore

Oggi è stato un lunedì più lunedì del solito, la settimana è appena cominciata e sono già KO... per questo d'ora in poi sarà bene che io cerchi di fare tesoro dei consigli contenuti in questo articolo dal titolo The Magic of Sleep and Other Self-Care Tips (La magia del sonno e altri consigli per la cura di sé), pubblicato su Live Life Happy. E condividerne la traduzione mi sembra cosa buona e giusta... :-)
Nel mondo del lavoro di oggi, la produttività è fondamentale. Con orari impegnativi, connettività costante e ore più lunghe, la quantità media di stress per persona è più grande che mai. Questo rende tanto più importante che tu ti prenda del tempo per te stesso. Quella che viene comunemente chiamata cura di sé è essenzialmente la "manutenzione" quotidiana dei tuoi bisogni fisici, mentali ed emotivi. Ecco alcuni passaggi per orientarti nella giusta direzione.
L'importanza di un buon sonno notturno
Un buon sonno notturno aiuta ad impostare il tono per la tua prossima giornata. Andare avanti senza un riposo adeguato può portare a irritabilità, aumento dello stress e produttività estremamente inibita. L'insonnia prolungata può compromettere la memoria e la capacità decisionale, mettendo il corpo in una modalità di crisi prolungata, la quale, oltre agli effetti neurologici, inibisce anche la perdita di peso. Questo è il motivo per cui molti luoghi di lavoro permettono sonnellini veloci (piccole sequenze di riposo della durata di diversi minuti) per contribuire a migliorare il morale e l'efficienza.
Mentre i sonnellini possono sicuramente essere utili, il modo migliore per assicurarti di essere ben riposato è dormire a sufficienza. All'adulto medio servono tra le sette e le nove ore di sonno di buona qualità per notte. Potresti essere tentato di rimanere a corto di sonno per tutta la settimana promettendo a te stesso che "ti rifarai nel weekend", ma il sonno non funziona così. Svegliarsi tardi nel fine settimana porterà soltanto a stordimento quando si torna al lavoro il lunedì. La caffeina e l'alcol hanno entrambi effetti negativi sul sonno: la caffeina rimane nel corpo per circa cinque ore dopo il suo consumo e, mentre inizialmente l'alcol può causare sonnolenza, in realtà provoca un sonno irrequieto e attivo.
Pratica una buona igiene del sonno
Il modo migliore per assicurarti un buon riposo notturno è praticare un'adeguata igiene del sonno. L'igiene del sonno si riferisce a quell'insieme di rituali, abitudini e routine che circondano l'ora di andare a dormire. Inizia regolando la tua camera da letto: la temperatura dovrebbe essere fresca, e la stanza stessa dovrebbe essere il più possibile buia e silenziosa. Inoltre, se è passato un po' di tempo da quando hai sostituito il materasso, potrebbe essere il momento di farlo. Gli esperti consigliano di cambiare il materasso ogni sette-dieci anni (oppure di più, a seconda del materiale), quindi da' un'occhiata al tuo e vedi se comincia a sembrare un po' logoro. Se è così, fai l'investimento.
Una volta preparato il tuo spazio, puoi iniziare a creare il tuo programma di sonno individuale. Mentre agli adulti tipicamente occorrono tra le sette e le nove ore, c'è una grande differenza tra le persone: alcune sono in grado di cavarsela con sei ore, mentre altre ne richiedono almeno nove ogni notte. Se non sai già di quanto sonno di qualità hai bisogno, prenditi una settimana e monitorati. Dopodiché determina a che ora devi andare a dormire, quindi attieniti al programma, anche nei fine settimana. Infine limita l'uso di dispositivi elettronici un'ora prima di andare a letto, in modo che la tua mente possa avere la possibilità di cominciare a sistemarsi.
Prenditi del tempo per te durante il giorno
Il riposo notturno è importante, ma è importante anche concedere alla mente del tempo per riposare durante il giorno. Prendersi del tempo per liberare la mente, da cinque a dieci minuti ogni tanto, aumenta la chiarezza e la motivazione. Va' ancora oltre e prenditi più tempo per dedicarti a un'attività che ti piace, come il tennis o l'intaglio del legno. Il tempo di rilassamento è un modo fondamentale per ridurre i livelli complessivi di stress, che contribuiscono alla mancanza di sonno e di soddisfazione generale. Anche allenarsi, meditare e passare del tempo con gli amici può ridurre lo stress, quindi assicurati di dedicare del tempo a te stesso. Se ritieni di avere troppi progetti in corso per poterti prendere del tempo, non aver paura di dire gentilmente di no. Il tempo libero extra ottenuto dal rifiuto di un progetto o di un evento extra migliorerà in definitiva sia la tua vita personale che quella lavorativa.
Infine, anche se ti senti stressato, prova a sorridere per tutta la giornata. Non soltanto il sorriso aumenta la tua salute sociale facendoti sembrare più amichevole, i frequenti sorrisi genuini e la ricerca della gioia sono stati collegati ad un aumento sia della qualità che della durata della vita di un adulto medio.
La cura di sé non è un passatempo costoso e dispendioso in termini di tempo. È semplicemente il processo di imparare a conoscere te stesso e sapere quando il tuo corpo e la tua mente hanno bisogno di una pausa, quindi prenditi un po' di tempo per te questa settimana.

domenica 10 marzo 2019

La marmellata di nonna Gwendalyne

Il titolo del post di oggi è un tantino paradossale: non sono neppure mamma, figuriamoci nonna... anche se alla mia età potrei esserlo, se sia io sia un mio ipotetico figlio fossimo stati (neanche tanto) precoci! ;-) Ma vabbè... ho scelto questo titolo perché il sito su cui mi sono basata per elaborare la mia personalissima versione riveduta e corretta della ricetta della marmellata di kiwi – una preparazione alla quale mai avrei pensato di potermi dedicare fino a quest'anno, quando le piante del nostro giardino ci hanno regalato un raccolto esagerato (lo puoi vedere qui accanto) che bisognava pur impiegare in qualche modo – si chiama Ricette della Nonna.
Premessa sugli ingredienti: non specifico la quantità, perché quella dipende da quanti kiwi hai e da quanto è capiente la pentola di cui disponi. Un consiglio: per non correre il rischio che il contenuto trabocchi in fase di ebollizione, è meglio che prima di accendere il fuoco la pentola sia piena per non più di due terzi. Quanto al grado di maturazione dei kiwi, la ricetta originale richiede che siano "maturi ma non molli"... mentre noi ci siamo dovuti dare una mossa a preparare la marmellata perché erano già fin troppo maturi, ma la marmellata è venuta bene lo stesso, giuro! ;-)
Ed ecco il procedimento che ho seguito.
Sbuccia i kiwi [con la buccia ruvida che si ritrovano, non pensare di poterlo fare a mani nude, ma munisciti di guanti di lattice... altrimenti, dopo aver sbucciato qualche chilata di kiwi, avrai bisogno di cerotti resistenti all'acqua, dammi retta], tagliali a pezzetti togliendo eventualmente la parte bianca interna [ma anche no, la prima volta io la parte bianca interna l'ho tolta, ma poi ho stabilito che era solo un'inutile perdita di tempo]. Mettili in una pentola dal fondo pesante, insieme al succo dei limoni [la ricetta indica il succo di due limoni per un chilo di kiwi, io personalmente ho usato il succo pronto all'uso che trovo all'Esselunga nella corsia dei condimenti e ti assicuro che non è affatto male; per la quantità mi sono regolata a occhio... argh, io che ho sempre misurato i liquidi al millilitro, i pesi al grammo e i tempi al secondo, non mi riconosco più!] e allo zucchero [700 grammi per ogni chilo di kiwi; per determinare la quantità di zucchero non devi far altro che prendere il peso dei kiwi e moltiplicarlo per 0,7]. Mescola molto bene, copri e lascia riposare per 4/5 ore [ma secondo me un paio d'ore è più che sufficiente].
Trascorso questo tempo, metti la pentola sul fuoco e porta a ebollizione, lasciando cuocere per circa 10 minuti [tienti pronto ad abbassare la fiamma al minimo accenno che il preparato trabocchi sui fornelli]. Abbassa la fiamma e continua la cottura a fuoco medio, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Dopo altri 40 minuti frulla il composto con un frullatore a immersione [la ricetta che ho preso in esame non lo prevede, ma ho constatato che se non lo fai la marmellata viene fin troppo "pezzettosa" e poco spalmabile, come quella qui accanto], e prosegui la cottura.
L'unica indicazione che mi sento di dare per capire quando la marmellata è pronta? Quando, toccando il fondo della pentola col cucchiaio di legno, senti che comincia ad attaccarsi.
Versa la marmellata ancora calda nei vasetti preventivamente sterilizzati [ci sono vari modi per farlo, noi abbiamo optato per quello in lavastoviglie] e perfettamente asciutti. A raffreddamento completato, chiudili ermeticamente con un coperchio [la ricetta originale richiede che sia nuovo, ma l'importante è che, se usi quelli di Bormioli o similari, terminata la pastorizzazione il centro del coperchio si abbassi].
Se vuoi che la marmellata si conservi più a lungo, pastorizzala, facendo bollire i vasetti raffreddati in una pentola alta e riempita d'acqua fredda fino a superare di qualche centimetro il coperchio dei vasetti. Porta a ebollizione e fai bollire per circa 30 minuti, quindi spegni la fiamma e lascia raffreddare i vasetti all'interno della pentola con l'acqua. Una volta raffreddati, controlla che il centro del coperchio si sia abbassato, a dimostrazione del fatto che si è formato il vuoto; in caso contrario, sostituisci il coperchio e ripeti la procedura di pastorizzazione.