martedì 15 dicembre 2020

Le persone inutili

Ogni anno l'azienda per cui lavoro – ancora per poco, a dire il vero; ho dovuto accettare che la cessazione venisse anticipata al 31 gennaio per non perdere il diritto alla NASpI – è solita organizzare qualche giorno prima di Natale, generalmente di giovedì, una cena per i dipendenti con intrattenimenti vari, premi e cotillons. Due anni fa, il mio primo Natale in azienda, disertai perché «si fa tardi, se va bene vado a dormire all'una di notte, e poi chi mi tira giù dal letto alle sei e mezza per andare a lavorare?». Poi, ascoltando i racconti dei colleghi, mi mangiai le mani per essermi persa la serata – praticamente mancavo solo io! – e l'anno dopo pur di partecipare ho preso le ferie natalizie a partire dal giorno successivo, venerdì.

Quest'anno fino a qualche settimana fa si è discusso se la cena di Natale 2020 si potesse fare o meno. L'evolversi sfavorevole della situazione sanitaria e i DPCM sempre più restrittivi hanno fatto sì che ad un certo punto l'evento venisse annullato, e sostituito con un "happy hour" virtuale via Teams che avrà luogo venerdì pomeriggio. Anche stavolta sarà il mio primo giorno di ferie – l'avevo chiesto quando ancora ci si illudeva che la cena, in programma per dopodomani, potesse aver luogo, e me lo sono tenuto – e per quella mattina ho già preso appuntamento dalla parrucchiera: sarà la prima (nonché ultima) volta che i colleghi mi vedranno con un'acconciatura decente, anche se solo via webcam. ;-)

Inutile dire che questa "festa" avrà un sapore incredibilmente amaro, non soltanto per me ma per tutti i colleghi che a breve verranno "incentivati all'esodo" o, come dico io, alla rottamazione. Siamo molti di più di quanto mi aspettassi, e quando ho visto che sulla mia stessa barca c'è chi ha una famiglia da mantenere e/o un mutuo da pagare e chi ha quasi un quarto di secolo di anzianità – o, come la chiamano loro, seniority – aziendale, mi vengono quasi i sensi di colpa a lamentarmi. Il fatto è che non mi sono mai sentita così inutile: in pratica l'azienda mi ha detto «Grazie, ma non abbiamo più bisogno di te».

Oggi ho ricevuto dall'ufficio – dell'invio si è occupato un altro "esodato", uno di quelli che per via delle mansioni svolte non ha potuto fare smart working ma è dovuto andare in ufficio praticamente sempre, tranne durante il lockdown – un pacchetto contenente il kit per l'aperitivo: patatine, noccioline, panettoncino e prosecchino. Tutto -ino. La festicciola verrà "allietata" da una tombolata online condotta da un giovane collega partenopeo, in quanto tale esperto della smorfia napoletana. Ebbene sì, pure lui è tra coloro che dovranno trovarsi un altro impiego...

P.S.: Piaceva tanto a mia mamma, Le persone inutili di Paolo Vallesi. Diceva che ci si riconosceva parecchio (anche se secondo me non andava molto oltre il titolo). Hai voglia a ripeterle che no, lei non era affatto inutile... Se lo fosse stata, oggi non mi mancherebbe così tanto! :'-(

4 commenti:

  1. Mi spiace. Spero tu riesca a trovare in breve tempo un'altra occupazione. Sul sentirsi inutili ci sarebbe da scrivere a iosa, specie nella società di oggi, dove non siamo più persone ma "funzionari di apparati" (cit.).
    Buona fortuna.

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    1. A maggio 2018, quando mi hanno presa a lavorare in un'azienda così importante, una multinazionale che finalmente mi permetteva di fare quello per cui avevo studiato, mi sentivo come se avessi vinto la lotteria. Ma come dice sempre il mio compagno, più un'azienda è grande e più i suoi dipendenti sono numeri, piuttosto che persone. Guardo la mia responsabile, guardo la foto del CEO supremo, e mi domando a che punto dell'organigramma scompaia l'umanità.

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  2. è bello essere indispensabili fino al giorno prima e poi grazie e arrivederci, salvo non abbia il lavoro perfetto non vale la pena sacrificarsi e sacrificare la propria vita

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    1. Pochi giorni dopo aver saputo che sarei stata "esodata" ho condiviso un meme che diceva "Ti stai ammazzando per un lavoro che ti sostituirebbe entro una settimana se cadessi morto. Prenditi cura di te". E per quanto la consideri una grande verità, e per quanto io sia sfinita fisicamente e psicologicamente, pure stasera mi sto dando da fare per assicurarmi di dare il massimo nel mio ultimo giorno di lavoro prima delle ferie...

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