martedì 11 febbraio 2020

Alla nostra età

A due mesi e mezzo dall'ultima volta, torno a condividere un monologo di Tiziano Ferro, declamato questa volta sul palco del Teatro Ariston nel corso della serata finale del Festival di Sanremo (l'ho recuperato in seguito su YouTube, perché quella sera ero un po' distratta). Magari non è stato il momento migliore di questo Festival: ho trovato senza dubbio più memorabile il monologo di Rula Jebreal durante la prima serata, ed è stato a suo modo notevole (in negativo, tanto che manco lo linko) lo sproloquio di Diletta Leotta che quella stessa sera aveva addirittura avuto la precedenza in scaletta. Ma quello di Tiziano è stato comunque un discorso incisivo nella sua brevità, meno di due minuti; a pochi giorni dal suo quarantesimo compleanno – tappa fondamentale per molti... sarò mica la sola ad averlo superato come se niente fosse?! ;-) – il cantante ha voluto elencare con schiettezza alcuni punti fermi del suo percorso esistenziale e di crescita spirituale.


Tra due settimane compio quarant'anni.
A quarant'anni per la prima volta ho sognato Dio; aveva il viso di un adolescente, e mi diceva che ho strappato a morsi la vita che volevo.
A quarant'anni ho scoperto che non voglio essere una persona alterata dal male; dove l'arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma.
A quarant'anni ho imparato che non bisogna negarsi all'amore del padre e della madre, mai, né per orgoglio né per timore. L'amore è un lavoro lento e faticoso, fatto di mediazione e di pazienza: basta ascoltare.
A quarant'anni so che nessuno può vedere quanto è bello l'amore, se non condividi col mondo il tuo sorriso da innamorato.
Ci ho messo quarant'anni, ma adesso so che il brutto tempo non esiste: è tutto un susseguirsi di stagioni, solo questione di ripararsi o scoprirsi al momento giusto.
A quarant'anni guardo il mondo attraverso il filtro delle mie cicatrici, e grazie a loro curo le ferite che arriveranno.
Ho quarant'anni, e voglio dire al mondo che nessuno dovrebbe mai decidere di vivere soffrendo, e nessuno dovrebbe mai voler morire, perché subire non è una disgrazia, è una scelta, e la felicità non è un privilegio, è un diritto.
A quarant'anni penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto: la mia storia si scrive da sé. Maniacalmente innamorato delle persone, tutte! Estremista, da sempre dalla parte dei deboli. Dio non commette errori, e non credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980. Non sono sbagliato, nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema, non provateci nemmeno: ho quarant'anni, ormai.
Non devo spiegare a cosa si riferiva Tiziano quando ha voluto puntualizzare di non essere sbagliato, vero? Purtroppo quelli che come lui hanno il coraggio di uscire allo scoperto con la loro diversità, ancora troppo spesso vengono additati come tali...
A questo punto capitava a fagiuolo uno dei brani più noti del suo repertorio, Alla mia età, e così Tiziano l'ha interpretato. Ma se fosse dipeso da me avrebbe anche potuto farne a meno... Posso dire che oramai secondo me è più bravo a parlare che a cantare? ;-)
Sono un grande falso mentre fingo l'allegria
Sei il gran diffidente mentre fingi simpatia
Come un terremoto in un deserto che
Che crolla tutto ed io son morto e nessuno se n'è accorto
Lo sanno tutti che in caso di pericolo si salva solo chi sa volare bene
Quindi se escludi gli aviatori, i falchi, nuvole, gli aerei, aquile e angeli, rimani te
Ed io mi chiedo ora che farai
Che nessuno ti verrà a salvare
Complimenti per la vita da campione
Insulti per l'errore di un rigore
E mi sento come chi sa piangere ancora alla mia età
E ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia età
E vita mia che mi hai dato tanto
Amore, gioia, dolore, tutto
Ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla mia età
Certo che facile non è mai stato
Osservavo la vita come la osserva un cieco
Perché ciò che è detto può far male
Però ciò che è scritto può ferire per morire
E mi sento come chi sa piangere ancora alla mia età
E ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia età
E vita mia che mi hai dato tanto
Amore, gioia, dolore, tutto
Ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla mia età
E che la vita ti riservi ciò che serve, spero
Che piangerai per cose brutte e cose belle, spero
Senza rancore e che le tue paure siano pure
E l'allegria mancata diventi amore
Anche se è perché solamente il caos della retorica
Confonde i gesti e le parole e le modifica
È perché Dio mi ha suggerito che ti ho perdonato
E ciò che dice lui va ascoltato
Di notte alla mia età
Di notte alla mia...

Nessun commento:

Posta un commento