domenica 12 aprile 2020

Pasqua con chi puoi

È da metà gennaio che non vado a far visita a mia madre a Pescara; ci sarei dovuta tornare a fine febbraio, quando ancora non erano in vigore le attuali restrizioni sugli spostamenti, ma il dubbio di poter avere il coronavirus in incubazione, visto che fino alla settimana precedente ero andata al lavoro sui mezzi pubblici, e di poterlo trasmettere a mamma – la quale versa in condizioni di salute tali per cui il COVID-19 le sarebbe quasi certamente fatale – mi ha convinta a desistere e a rimandare a tempi migliori. Che a questo punto chissà quando arriveranno...
Comunque ci parlo al telefono tutti i giorni, constatando le sue altalenanti condizioni di salute e di umore, queste ultime in larga misura dovute al fatto che ha sempre il televisore sintonizzato su trasmissioni che raccontano la situazione attuale con dovizia di particolari e con toni forse più allarmistici del dovuto, specie per chi come lei è consapevole di far parte delle categorie più a rischio.
Stamattina l'ho chiamata per gli auguri di rito, ed è stata più dura che mai: si sentiva che non stava bene, e ad un certo punto mi ha rivolto una domanda che mi ha spezzato il cuore. «Se muoio potete venire?»; credo che sappia benissimo che no, non potremmo. Io ho svicolato spronandola a fare del suo meglio per tirarsi su, perché questo è il momento peggiore per finire in ospedale.
È terribile il fatto che a chi muore in questo periodo, che sia o meno per coronavirus, venga negato in molti casi un funerale degno di tale nome, a meno che il defunto non sia un personaggio in qualche modo famoso... ma dal mio punto di vista laico mi angoscia ancora di più l'idea che mamma possa andarsene senza che io abbia potuto rivederla per l'ultima volta. Quando fu mio padre a lasciarci io ero lì, accanto a lui, a carezzargli il viso; del fatto che avesse esalato l'ultimo respiro tra le mie braccia non me ne resi conto subito, ma lo capii in seguito, dopo che il medico che avevo chiamato in soccorso urlando come un'ossessa uscì dalla stanza fuori dalla quale stavamo in attesa, scuotendo la testa sconsolato.
Quell'esperienza mi ha segnata, e anche se forse potendo scegliere avrei preferito risparmiarmela, d'altra parte mi rasserena la consapevolezza che papà non sia morto da solo, ma avendo accanto qualcuno che gli voleva bene. E spero che anche a mamma il destino riserverà la stessa sorte.

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