giovedì 6 giugno 2019

Quando il meteo è veramente decisivo

Oggi ricorre il settantacinquesimo anniversario dello sbarco in Normandia, momento determinante per le sorti della seconda guerra mondiale. Si potrebbe supporre che la pianificazione di un'operazione del genere non richiedesse nient'altro che considerazioni di pura strategia militare, o quasi... ma leggendo la descrizione dell'odierna NASA Image of the Day, intitolata Forecasting D-Day (Prevedendo il D-Day), ci si rende conto che anche la scienza ha avuto un ruolo fondamentale.
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È stato l'autentico coraggio degli oltre 160mila soldati alleati che presero d'assalto una striscia di 80 chilometri di spiagge fortificate della Normandia, in Francia, a rendere possibile la vittoria nel D-Day. Ma senza il consiglio sensato di meteorologi e geologi che lavoravano dietro le quinte, una delle battaglie più importanti della storia umana sarebbe potuta andare molto diversamente.
Il 4 giugno 1944 le armate delle forze alleate erano ammassate nel porto di Portsmouth o dirette verso la Francia. Il comandante supremo alleato Dwight Eisenhower aveva fissato la prima mattina del 5 giugno come data per la massiccia invasione anfibia: una data che i pianificatori militari avevano accuratamente selezionato. Era uno dei soli tre giorni del giugno 1944 in cui la Luna sarebbe stata abbastanza luminosa da consentire a paracadutisti e piloti di operare in modo efficace e le maree sarebbero state abbastanza basse da permettere ai primi gruppi sbarcati di eliminare le mine, il filo spinato e altre difese sulle spiagge.
Ma c'era bisogno anche di cieli relativamente limpidi e mari calmi. Il compito di prevedere il meteo notoriamente instabile del Canale della Manica ricadde su squadre di meteorologi dell'Air Corps dell'Esercito USA, della Royal Navy britannica e dell'Ufficio Meteorologico Britannico. All'epoca le previsioni del tempo erano una scienza giovane; non c'erano satelliti, nessun modello di previsione al computer e nessun radar meteorologico.
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Crediti: immagini del NASA Earth Observatory di Joshua Stevens, ottenute utilizzando dati Landsat dell'U.S. Geological Survey. Storia di Adam Voiland.

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