lunedì 17 giugno 2019

Dottor Google, mi sa che hai toppato!

Raga, sono reduce da un giro pazzesco sulle montagne russe emotive!!!
Ma cosa mi è successo? Andiamo con ordine.
Circa un mese fa ho cominciato a notare delle strane chiazze rosse sui polpacci. Sarà una reazione allergica a qualcosa che ho mangiato? Strano però che su braccia e tronco non ce ne sia traccia. Lì per lì comunque ho dato poco peso alla cosa.
Il 5 giugno finalmente mi sono decisa ad andare dal medico – ma se non avessi avuto bisogno di una ricetta per un farmaco, forse, avrei continuato a procrastinare – e lei mi ha prescritto un bel po' di analisi del sangue, mormorando «può dipendere dalle piastrine». Anche stavolta, comunque, ho dato poco peso alla cosa.
Mi sarei potuta recare in laboratorio la mattina di sabato 8, ma il "riposo finesettimanale" per me è sacro, e poi mi sentivo particolarmente stanca; altro sintomo al quale non stavo dando abbastanza importanza.
Giovedì scorso, poco prima di andare a letto, ho avuto la "brillante" idea di googlare macchie gambe. E il motore di ricerca ha aggiunto di suo a titolo di suggerimento una terza parola, che evidentemente viene associata spesso alle prime due. Quella parola, che denota una malattia tra le più temibili, mi ha fatto crollare il mondo addosso.
Inutile dire che quella sera ho fatto una gran fatica a prender sonno. E sabato mattina ho puntato la sveglia per andare a fare 'sto benedetto prelievo. Mi hanno detto che avrei potuto scaricare il referto dal sito a partire dalla sera di mercoledì 19, ma esperienze precedenti mi avevano insegnato che era molto probabile che fosse disponibile anche prima.
E infatti stasera era già online. Valori non proprio perfetti – tra l'altro colesterolo e trigliceridi un pochino al di sopra della norma, sarà il caso che mi dia una regolata – ma per quel poco che capisco di medicina, il fantasma che mi ha ossessionata in questi ultimi giorni si è volatilizzato.
Chiaro che la settimana prossima, quando il mio medico tornerà dalle ferie – mi sarei rivolta anche alla sua sostituta, se i valori fossero stati allarmanti – le porterò in visione il referto e cercheremo di capire la causa di queste strane chiazze che non tendono mica a sparire, anzi, e del fatto che quest'estate ritardataria mi stia affaticando più del solito.
Ma adesso chi mi ridarà indietro le lacrime disperate che ho versato in questi giorni in preda alla paura – di soffrire, addirittura di morire nel giro di poco tempo, di dover dire addio ai miei sogni – e al pessimismo più nero?
Il lato positivo è che tutto ciò mi è servito di lezione per imparare a vedere le cose della vita secondo la giusta prospettiva.
P.S.: Giovedì sera, in preda alla preoccupazione, avevo postato su Facebook «Note to self: non cercare informazioni mediche su Google», ma poco dopo ho eliminato il post perché infastidita dal fatto che due miei facciamici, sottovalutando sfacciatamente la mia angoscia, avessero messo la reaction "Haha". A posteriori posso affermare che quello è stato uno dei post più sensati che io abbia mai scritto... :-)
P.P.S.: L'immagine che apre il post è la foto di una tazza realmente in vendita su Amazon.

2 commenti:

  1. Il punto è molto semplice. Se la maggior parte della gente cerca "macchie gambe X" (e tu hai scelto di vedere i suggerimenti, cosa che non è obbiligatoria), se tu scrivi "macchie gambe" arriva anche X.

    Quello di cui non tieni conto è che il fatto che "la gente cerchi" Y non significa che Y sia più comune di altre cose simili. Ma l'algoritmo non può saperlo, per come è fatto. (Mi sa che nel mio libro sugli algoritmi devo parlare anche di questo...) Insomma il problema non è Google ma la gente :-)

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    1. OK, ma se così tanta gente cerca "macchie gambe X", mi viene da pensare che un qualche nesso debba esserci (e in effetti c'era, anche se magari non così forte come temevo). Vabbè, aspetto il tuo libro sugli algoritmi... :-)

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