sabato 29 giugno 2019

#freecarola


«Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio, ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo». Detto, fatto: dopo tre giorni al largo di Lampedusa, la notte scorsa Carola Rackete, comandante della Sea-Watch 3 con a bordo ancora quaranta migranti, ha deciso di procedere e di avvicinarsi al porto, malgrado l'assenza di autorizzazioni da parte delle autorità. Dopo l'attracco è stata fatta scendere dai militari della Guardia di finanza ed è stata portata via in auto. Adesso è ai domiciliari.
Stamattina sul blog Eliminiamo l'Apostrofo, nato da una costola dell'omonima pagina Facebook, è stata pubblicata l'immagine qua sotto.


Il paragone con Antigone, eroina dell'omonima tragedia di Sofocle, l'aveva già fatto sul suo blog Galatea, una che di cultura classica ne ha a badilate. Io che invece sono fin troppo carente al riguardo ho dovuto far ricorso a Wikipedia per scoprire quale fosse la legge ingiusta e disumana alla quale si era ribellata la figlia di Edipo: il decreto di Creonte, re di Tebe, che vietava una degna sepoltura del corpo di Polinice, fratello di Antigone.
Ebbene sì, legge e giustizia non sempre vanno di pari passo, anzi a volte divergono in modo drammatico: basti pensare alle leggi razziali. Giuliano Pisapia, al quale mi onoro di aver dato la mia preferenza alle ultime elezioni europee, ha ricordato un saggio pubblicato oltre cinquant'anni fa da don Lorenzo Milani con il titolo L'obbedienza non è più una virtù, a difesa degli obiettori di coscienza accusati di essere "traditori della Patria". La questione è un po' differente da quella della Sea-Watch 3, ma un fortissimo punto in comune si trova nel passaggio seguente, citato dallo stesso Pisapia:
Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.
Per quanto mi riguarda, se fossi stata nei panni di Carola Rackete, sarei stata intimamente convinta che la cosa giusta da fare fosse mettere in salvo i migranti a me affidati, ma dubito che avrei avuto il suo stesso coraggio nel portarla avanti con altrettanta determinazione e a qualunque costo. A maggior ragione la ammiro tantissimo, spero che torni presto in libertà, che le accuse a lei rivolte vengano smontate una per una, e che magari si ritorcano contro chi ha voluto dipingerla come una nemica del popolo italiano. Ma forse chiedo troppo...
[Quelli che le augurano le peggio cose...? Beh, costoro faccio davvero fatica a considerarli non solo miei connazionali, ma persino appartenenti alla mia stessa specie]

UPDATE: Sempre Eliminiamo l'Apostrofo ricorda che quattro anni fa era Matteo Salvini a citare don Milani, invitando i sindaci a disobbedire a quella che secondo lui era una legge sbagliata: quella sulle unioni civili. Per fortuna la Rete ha buona memoria. Purtroppo chi dovrebbe aprire gli occhi continuerà a tenerli ben chiusi per chissà quanto tempo ancora...


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