domenica 10 marzo 2019

La marmellata di nonna Gwendalyne

Il titolo del post di oggi è un tantino paradossale: non sono neppure mamma, figuriamoci nonna... anche se alla mia età potrei esserlo, se sia io sia un mio ipotetico figlio fossimo stati (neanche tanto) precoci! ;-) Ma vabbè... ho scelto questo titolo perché il sito su cui mi sono basata per elaborare la mia personalissima versione riveduta e corretta della ricetta della marmellata di kiwi – una preparazione alla quale mai avrei pensato di potermi dedicare fino a quest'anno, quando le piante del nostro giardino ci hanno regalato un raccolto esagerato (lo puoi vedere qui accanto) che bisognava pur impiegare in qualche modo – si chiama Ricette della Nonna.
Premessa sugli ingredienti: non specifico la quantità, perché quella dipende da quanti kiwi hai e da quanto è capiente la pentola di cui disponi. Un consiglio: per non correre il rischio che il contenuto trabocchi in fase di ebollizione, è meglio che prima di accendere il fuoco la pentola sia piena per non più di due terzi. Quanto al grado di maturazione dei kiwi, la ricetta originale richiede che siano "maturi ma non molli"... mentre noi ci siamo dovuti dare una mossa a preparare la marmellata perché erano già fin troppo maturi, ma la marmellata è venuta bene lo stesso, giuro! ;-)
Ed ecco il procedimento che ho seguito.
Sbuccia i kiwi [con la buccia ruvida che si ritrovano, non pensare di poterlo fare a mani nude, ma munisciti di guanti di lattice... altrimenti, dopo aver sbucciato qualche chilata di kiwi, avrai bisogno di cerotti resistenti all'acqua, dammi retta], tagliali a pezzetti togliendo eventualmente la parte bianca interna [ma anche no, la prima volta io la parte bianca interna l'ho tolta, ma poi ho stabilito che era solo un'inutile perdita di tempo]. Mettili in una pentola dal fondo pesante, insieme al succo dei limoni [la ricetta indica il succo di due limoni per un chilo di kiwi, io personalmente ho usato il succo pronto all'uso che trovo all'Esselunga nella corsia dei condimenti e ti assicuro che non è affatto male; per la quantità mi sono regolata a occhio... argh, io che ho sempre misurato i liquidi al millilitro, i pesi al grammo e i tempi al secondo, non mi riconosco più!] e allo zucchero [700 grammi per ogni chilo di kiwi; per determinare la quantità di zucchero non devi far altro che prendere il peso dei kiwi e moltiplicarlo per 0,7]. Mescola molto bene, copri e lascia riposare per 4/5 ore [ma secondo me un paio d'ore è più che sufficiente].
Trascorso questo tempo, metti la pentola sul fuoco e porta a ebollizione, lasciando cuocere per circa 10 minuti [tienti pronto ad abbassare la fiamma al minimo accenno che il preparato trabocchi sui fornelli]. Abbassa la fiamma e continua la cottura a fuoco medio, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Dopo altri 40 minuti frulla il composto con un frullatore a immersione [la ricetta che ho preso in esame non lo prevede, ma ho constatato che se non lo fai la marmellata viene fin troppo "pezzettosa" e poco spalmabile, come quella qui accanto], e prosegui la cottura.
L'unica indicazione che mi sento di dare per capire quando la marmellata è pronta? Quando, toccando il fondo della pentola col cucchiaio di legno, senti che comincia ad attaccarsi.
Versa la marmellata ancora calda nei vasetti preventivamente sterilizzati [ci sono vari modi per farlo, noi abbiamo optato per quello in lavastoviglie] e perfettamente asciutti. A raffreddamento completato, chiudili ermeticamente con un coperchio [la ricetta originale richiede che sia nuovo, ma l'importante è che, se usi quelli di Bormioli o similari, terminata la pastorizzazione il centro del coperchio si abbassi].
Se vuoi che la marmellata si conservi più a lungo, pastorizzala, facendo bollire i vasetti raffreddati in una pentola alta e riempita d'acqua fredda fino a superare di qualche centimetro il coperchio dei vasetti. Porta a ebollizione e fai bollire per circa 30 minuti, quindi spegni la fiamma e lascia raffreddare i vasetti all'interno della pentola con l'acqua. Una volta raffreddati, controlla che il centro del coperchio si sia abbassato, a dimostrazione del fatto che si è formato il vuoto; in caso contrario, sostituisci il coperchio e ripeti la procedura di pastorizzazione.

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