venerdì 8 marzo 2019

Chi offende la dignità della donna?

In occasione della festa della donna – ma è meglio chiamarla giornata internazionale della donna, com'è giusto che sia, tanto più che non c'è granché da festeggiare – condivido qualche spunto a tema: giusto alcuni degli innumerevoli argomenti possibili.
Ieri ha colpita tantissimo la notizia del femminicidio di Messina; Alessandra, 23 anni, è stata uccisa selvaggiamente dal fidanzato Christian. A rendere ancora più inquietante la vicenda c'è il fatto che la sera prima di morire, commentando la soap Un posto al sole su Facebook, la ragazza aveva scritto «ogni anno in vista alla festa della donna ci sono sempre nuovi temi di violenze sulle donne perché sono in mille modi».
La miglior replica possibile al terrificante manifesto della Lega Salvini Premier di Crotone (!) alle soglie dell'8 marzo...


... è quella di Radical Bitch.


Sorvolando sul clamoroso autogol di Trenitalia che con rara spilorceria aveva promesso alle clienti che viaggiavano sul Frecciarossa nientepopodimenoché una caramella al limone in omaggio, offerta precipitosamente ritirata in seguito allo shitstorm, nei giorni scorsi si è discusso parecchio della vicenda della madre di undici figli esaltata come "supermamma" dal Corriere. Antonio Polito, vicedirettore del quotidiano di via Solferino, intervenendo nel dibattito su Twitter ha sentenziato che «I figli non sono una scelta. Sono un evento e una benedizione».
E no, questo non mi sta affatto bene. È vero che in effetti esistono casi in cui i figli non lo sono, una scelta, né in un senso né nell'altro. Una donna può rimanere incinta senza volerlo – e in tal caso difficilmente la prenderà come una benedizione – oppure al contrario può non riuscire a diventare madre pur desiderandolo con tutta sé stessa. Ma nella maggioranza dei casi la maternità si programma nel momento in cui si verifica un'accettabile situazione economica (lavorano entrambi? Se lei – come troppo spesso accade dopo il parto – deve smettere di lavorare, perché il datore di lavoro le è nemico oppure perché lei non accetta di dover versare buona parte del suo stipendio alla baby sitter senza neanche potersi godere appieno la crescita del figlio, la famiglia ce la farà a tirare avanti col solo stipendio di lui?), logistiche (ci sono a disposizione asili nido, parenti e amici da cui farsi aiutare?) e motivazionali (conosco gente che di avere un figlio non ne vuole proprio sentir parlare).
Nel mio caso la situazione non è ancora quella ottimale, e inoltre ho ormai raggiunto un'età in cui mediamente la fertilità risulta alquanto ridotta. Col mio lui tendo a non affrontare l'argomento, ma tra me e me sono consapevole che a questo punto probabilmente la maternità mi sarà preclusa. A tal proposito provo un sentimento ambivalente: da una parte, insicura come sono, dubito che sarei all'altezza di una responsabilità così grande come quella di crescere una creatura... ma quando vedo certi genitori assurdamente inadeguati al ruolo mi è inevitabile pensare che io potrei fare molto meglio.
[P.S.: In realtà quest'ultimo tema non riguarda la festa della donna in senso stretto, perché i figli si fanno in due... ma è inutile negare che nella coppia sia quasi sempre lei a farsene maggiormente carico, anche dopo la nascita]

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