domenica 19 gennaio 2020

Un sabato a Milano

Ieri pomeriggio sono stata alla Fabbrica del Vapore di Milano per visitare Io, Robotto. Erano in mostra i robot e automi da compagnia più conosciuti, da Furby a Aibo, da Nabaztag a Pleo. Purtroppo gli unici robottini in movimento che ho visto erano quelli da Guinness della TIM esposti accanto alla biglietteria: tutti gli altri erano chiusi in teche di vetro, fermi immobili, e nessuna interazione era possibile. Per vederne in azione qualcuno bisognava accontentarsi dei video (senz'audio) riprodotti su alcuni tablet situati lungo il percorso. E per avere la descrizione di ciascun esemplare esposto, visto che sulla targhetta erano riportate solamente poche informazioni essenziali, era necessario interpellare il dispositivo Alexa – fornito da Amazon, main sponsor della mostra – collocato nella relativa stanza, specificando il numero indicato sulla targhetta. Ieri non c'era molta gente e quindi la situazione era gestibile, ma se l'afflusso fosse stato più intenso chissà quante contese sarebbero sorte per avere la precedenza nell'accesso ad Alexa! ;-) Insomma, secondo me sarebbe stato meglio se tutte le informazioni fossero state riportate (anche) sulla targhetta, per far contento il visitatore prima ancora dello sponsor.
Sulle pareti almeno qualche informazione scritta c'era: ho così scoperto che il nome di EMIGLIO, robot giocattolo piuttosto in voga durante la mia infanzia, era un acronimo...


... e che le tre leggi della robotica di Asimov sono state riformulate in un'irriverente chiave robot-centrica da Mark Tilden, ideatore dei RoboSapien.


In definitiva, da appassionata di robotica quale sono l'ho trovata una mostra deludente, che non valeva i 14 euro del prezzo del biglietto. Non ti dico il nervoso quando oggi ho visitato la pagina Facebook dell'evento e ho scoperto che avrei potuto ottenere un codice per entrare al costo di soli 10 euro...
Per concludere la serata in "bellezza", siccome erano ormai passate le 21 e non avevamo idea di dove andare a mangiare, ho aperto l'app di TheFork e ho prenotato nel locale più vicino disponibile con uno sconto del 40%. In questo modo il conto a fine cena è stato ragionevole, ma se avessimo pagato a prezzo pieno si sarebbe potuto parlare di furto bello e buono! Prezzi gonfiati ad arte? Come si suol dire, a pensar male si fa peccato... ;-)

Nessun commento:

Posta un commento