martedì 28 gennaio 2020

Gli smartphone: la "droga" del nostro tempo

Durante i viaggi in treno e in metropolitana è inevitabile constatare che ben pochi passeggeri impiegano la durata del tragitto facendo qualcosa che non sia spippolare con lo smartphone; giusto alcuni chiacchierano tra loro, mentre pochissimi tengono in mano degli strani oggetti fatti di fogli stampati e rilegati che pare si chiamino "libri". ;-) Lungi da me voler fare questa osservazione con aria di sufficienza o di superiorità, dal momento che sono la prima ad avere questa (cattiva) abitudine che, vista da un ipotetico viaggiatore nel tempo arrivato dal non lontano anno duemila, sembrerebbe assurda; in effetti mi piacerebbe tanto riuscire a leggere qualche libro, ma siccome in quelle situazioni mi manca la giusta dose di silenzio e concentrazione non ci provo nemmeno più.
Ecco un video pubblicato da Fanpage.it poco prima di Natale per far riflettere sul fatto che a volte, magari, sarebbe meglio che distogliessimo lo sguardo da quell'aggeggio "infernale" e dedicassimo il nostro tempo e la nostra attenzione alle persone care che abbiamo accanto, anziché "messaggiarle"!


Proseguo con due filmati che ironizzano su una "piaga" dei nostri tempi: le chat di gruppo di WhatsApp. Uno l'hanno pubblicato i The Jackal prima di Natale, periodo in cui il fenomeno si intensifica...



... e l'altro è una parodia de L'esercito del selfie risalente a settembre 2017; il testo è in dialetto veneto, ma grazie ai sottotitoli in italiano si capisce tutto fin troppo bene, in particolare chi sono i "sempi"... ;-)



Concludo raccontando brevemente la mia esperienza personale riguardo ai gruppi WhatsApp: al momento sono iscritta soltanto a uno, che raduna buona parte dei compagni del liceo. Questo gruppo alterna giornate di calma assoluta ad altre in cui arrivano decine e decine di messaggi, comunque fino a pochi mesi fa non mi dava certo fastidio l'icona delle notifiche costantemente sullo schermo dello smartphone, che è sempre in modalità silenziosa. Sono dovuta però correre ai ripari quando ho preso il nuovo Mi Smart Band 4 e ho attivato la comoda funzione delle notifiche per telefonate, SMS, Facebook e appunto WhatsApp. Se un contatto ti manda un numero ragionevole di messaggi, ricevere la notifica e addirittura l'anteprima sul display del Mi Band è il massimo... ma nei giorni di iperattività del gruppo in questione il bracciale vibrava incessantemente, un rumore di fondo continuo che finiva per coprire le informazioni davvero utili, per cui a malincuore ho dovuto silenziarlo a tempo indeterminato. Inutile dire che, quando apro l'app e trovo centinaia di messaggi arretrati, rinuncio subito a mettermi in pari...

2 commenti:

  1. Non credo ci si debba crucciare del fatto di essere drogati di smartphone piuttosto che di libri. Anche quella dei libri è una droga (parlo per esperienza). Se ci pensi, stare su uno smartphone o stare su un libro produce la medesima alienazione dal mondo circostante. Mi capita spesso, quando sono immerso nella lettura, che mia moglie mi chiami incazzata perché, preso come sono dalle pagine, abbia difficoltà a darle udienza. Esattamente la stessa cosa di quando si sta al cellulare o al PC. Alla fine, insomma, che sia libro o smartphone, sempre di droga si tratta ;)

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    1. Peggio me sento: se anche i libri sono una droga, mediamente sono di tipo molto più "sano" rispetto agli smartphone! Non a caso si parla con preoccupazione di dipendenza da Internet, non certo dai libri. È vero che i social li uso più per informarmi e discutere sui fatti di attualità che per il cazzeggio fine a sé stesso... però un buon libro sarebbe meglio! :-)

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