domenica 27 aprile 2025

C'è modo e modo, c'è contesto e contesto

Questa sera condivido un po' di spunti che ho raccolto nel corso delll'ultimo mese o poco più sul tema del politicamente corretto.

Qui c'è un estratto della durata di un minuto e mezzo circa della puntata del podcast Passa dal BSMT in cui Gianluca Gazzoli ha ospitato Max Giusti. Riporto qui di seguito la trascrizione di ciò che ha detto il comico romano.

Io mi sono rotto le palle di sentire quelli che dicono che non si può più lavorare, che non si può più far ridere perché c'è il politicamente corretto. Molto spesso quelli che lo dicono sono quelli che pretendono ancora di usare in un film, in una commedia, in una sceneggiatura lo stesso linguaggio che si usava negli anni '80 e negli anni '90. Ora, tu non puoi rimpiangere quel linguaggio là, perché se tu ancora nel 2025 pretendi di far ridere offendendo le persone per il loro gusto sessuale, per il colore della loro pelle, per il loro aspetto fisico, per la loro provenienza... e sei un c***ione, scusa il termine. Cioè, il mondo cambia, no? Ci stanno delle vittorie sociali, delle conquiste sociali. Io credo che se tu vieni a vedere Bollicine, il mio spettacolo, è molto esplicito, è una stand up di due ore, molto diretto, e però... non si offende nessuno. Cioè penso che probabilmente, se tu non sei in grado di metterti in discussione, di cambiare, di evolverti anche rispetto al mondo che ti circonda, non sei contemporaneo. Poi io penso che si possa dire tutto e veramente non offendere nessuno, spesso quando si parla di minoranze, sempre che sia un termine giusto, spesso sono le minoranze quelle che fanno più, come posso dirti, sono più autoironiche, accettano più una critica. L'unica cosa è come la fai, in che contesto lo fai e come lo racconti. Bisogna ingegnarsi un po' di più. Non è... se magari prima per scrivere una cosa bastavano tre ore, adesso te ne devi prendere dieci, ma è il tuo lavoro: se non ti evolvi sei fuori dal mondo, e che mondo racconti se non consideri quello che c'è intorno a te tutti i giorni?

Nell'episodio del 23 marzo scorso del suo podcast Amare parole, il cui ascolto integrale è riservato agli abbonati del Post mentre su Spotify è disponibile solo la prima parte, Vera Gheno parla tra le altre cose delle polemiche sorte sul testo della canzone Altalena Boy, inclusa dal cantautore Lucio Corsi nella raccolta Altalena Boy/Vetulonia Dakar uscita nel 2015.

C'è chi dice "l'hanno preso gli extraterrestri
E l'han portato sulla nave spaziale"
C'è chi dice "l'hanno preso i marziani
Per poterlo studiare"

C'è chi dice "l'hanno preso gli zingari
E l'han portato in un campo fuori Roma
"
C'è chi dice "l'hanno preso gli alberi
L'hanno nascosto nella chioma"

Dovrebbe essere sufficiente una rapida lettura per capire che quei versi non vanno presi troppo alla lettera... eppure c'è chi si è risentito: l'attivista e marionettista rom Rašid Nikolić ha scritto una lettera aperta a Lucio Corsi per segnalargli la problematicità di quel riferimento agli "zingari" che rubano i bambini.

Vera Gheno si era già occupata altre volte della questione del politicamente corretto, ad esempio nell'episodio del 13 agosto 2023, in cui parlava tra l'altro dell'uscita a dir poco infelice della giornalista Concita De Gregorio che anch'io all'epoca avevo stigmatizzato.

Infine, nell'uscita del 27 marzo scorso della sua newsletter Edamame, intitolata “Non si può più dire niente”, sottotitolo E altre cazzate travestite da libertà d'espressione, Mattia Marangon ha espresso delle riflessioni in linea con il pensiero di Max Giusti riportato sopra. Da notare che due settimane dopo, sempre nella newsletter, Mattia ha raccontato che le suddette riflessioni, condensate in questo post su Instagram, erano uscite dalla sua bolla scatenando reazioni che hanno suscitato in lui una grande paura: quella di «distaccarmi dalla realtà, perdere il contatto con ciò che succede davvero, convincermi che basta non vedere qualcosa per farla sparire, che basta non parlarne per renderla irrilevante».

[L'immagine della word cloud che apre il post è tratta da Psychology Today Australia]

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