giovedì 15 agosto 2024

Quando gli atleti criticano (giustamente) i giornalisti sportivi


Stasera riporto quasi pari pari, con qualche integrazione, l'incipit del numero del 4 agosto scorso della newsletter Parì, uscita nel periodo olimpico a cura dei giornalisti de Il Post.

Per vincere una medaglia olimpica bisogna essere “cattivi”? Lo ha scritto – con la tipica retorica nostalgica dei tempi passati – il giornalista Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, sostenendo che i fiorettisti italiani oggi avranno poche possibilità di vittoria nel torneo a squadre, perché pur essendo fortissimi sarebbero troppo bravi ragazzi. Gli ha risposto in modo molto critico un ex fiorettista, Daniele Garozzo, che è stato campione olimpico e mondiale, indicando quella posizione come «fuori luogo e anacronistica» e spiegando che la trasformazione sociale descritta da Cazzullo «non è una debolezza, ma una forza».
A questi Giochi sembra essere cambiato qualcosa nel rapporto tra atleti e media, in Italia: sembra che sia saltata definitivamente la vecchia convenzione per cui sono solo giornali e televisioni a poter commentare quello che fanno o dovrebbero fare le atlete e gli atleti, introducendo la possibilità che avvenga il contrario. Il punto di rottura è stato forse il quarto posto – per un solo centesimo – della nuotatrice Benedetta Pilato nei 100 metri rana, che aveva detto in lacrime di essere felicissima per quel risultato suscitando la reazione sorpresa e un po' severa dell'intervistatrice della Rai Elisabetta Caporale. Pilato era poi stata criticata in modo spiacevole e con tono di scherno sempre sulla Rai dall'ex schermitrice Elisa Di Francisca, oggi commentatrice in tv. [Mentre la Caporale si è scusata, la Di Francisca tornando sulla questione ha dimostrato di non aver capito assolutamente quanto il suo atteggiamento sia stato a dir poco inopportuno. Consiglio i reel di @fuorisync_ e di @turbopaolo che stigmatizzano sia pur con leggerezza l'accaduto, ma soprattutto le parole del Maestro Julio Velasco subito dopo che la nazionale femminile di pallavolo ha battuto la Turchia in semifinale, e la vittoria dell'oro olimpico contro le campionesse in carica degli USA sembrava ancora un sogno quasi irrealizzabile, NdC]
Da lì in poi diversi atleti hanno cominciato a rispondere a tono, cercando di contrastare un certo tipo di racconto mediatico dei risultati sportivi. Dopo il suo quarto posto nei tuffi sincronizzati, per esempio, Lorenzo Marsaglia aveva detto proprio alla Rai: «Speriamo che non ci sia nessuno che dice che non possiamo essere felici di questo quarto posto».

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