martedì 8 novembre 2022

Il carico residuale


Volevo commentare l'inqualificabile atteggiamento del nuovo governo nei confronti dei migranti arrivati negli ultimi giorni sulle nostre coste, ma non trovo le parole... allora prendo a prestito quelle assai eloquenti di Francesco Costa trascrivendo un frammento dell'odierno episodio del suo podcast Morning.

Sta proseguendo intanto quella che Avvenire definisce oggi in prima pagina una "crisi disumanitaria", e cioè la crisi dei migranti salvati nel Mediterraneo e portati nei porti italiani, perché sono i porti sicuri più vicini e così prevede la legge, eppure costretti ad aspettare nei porti o addirittura respinti nei porti senza che questa scelta trovi fondamento nella legge italiana o internazionale, e con un'assurda selezione all'ingresso, nel senso che in modo piuttosto arbitrario il governo sceglie di far sbarcare alcune persone e non farne sbarcare delle altre.
Fabrizio Caccia racconta, sempre sul Corriere, sono quattro le navi in lotta da giorni col governo italiano, ma ieri c'è stata una svolta: alla nave tedesca Rise Above con 89 migranti a bordo è stato assegnato il porto di Reggio Calabria e si è deciso che sbarcheranno tutti, nessuna selezione a bordo come invece era stato fatto a Catania. Un'apertura, o forse un cedimento per non esasperare la situazione già infuocata nel porto siciliano, dove in tre ieri si sono tuffati dalla nave Geo Barents, disperati perché non sono stati giudicati fragili abbastanza dai medici saliti a bordo due giorni fa per lo sbarco selettivo scelto dal governo. Su un'altra nave, la Humanity 1, adesso a bordo sono rimasti in 35; per protesta hanno iniziato a rifiutare il cibo. La quarta nave, la Ocean Viking, bandiera norvegese, ha salvato 234 persone e attende istruzioni al largo. Lo scontro è durissimo: i legali della Humanity 1 presenteranno già oggi due ricorsi, uno al TAR del Lazio e uno al tribunale di Catania, per consentire ai 35 rimasti a bordo di scendere. Questi 35 sono le persone che il governo italiano in una nota ufficiale ha definito "carico residuale": espressione orribile, che da allora è oggetto di discussioni e polemiche, non solo in politica e nella società, ma anche sui giornali.
Flavia Amabile oggi sulla Stampa, a pagina 6, in un articolo che si intitola proprio "Il carico residuale", racconta che cosa accada su queste navi, chi siano le persone su queste navi, navi sulle quali, scrive, nulla sta funzionando come avrebbe dovuto seguendo le regole sancite dal diritto internazionale e dalle direttive europee.
È sempre interessante, scusate, parentesi mia, notare quanto la rigidità e la solennità con cui la destra si proclama spesso legata al concetto di legge, legge e ordine, il rispetto delle leggi come chiave fondamentale per il mantenimento dell'ordine nella società e quindi la disciplina nel far rispettare le leggi, poi su certe leggi conosca delle distrazioni, perché in questi casi cosa preveda la legge è molto chiaro: le persone devono sbarcare, non puoi decidere che fai sbarcare soltanto i bambini, soltanto le donne, quelli di una nave sì, quelli di un'altra nave no, come è stato ieri per esempio nei porti di Catania e Reggio Calabria.
Una di queste navi si chiama appunto Geo Barents, non so se lo sto pronunciando correttamente, ma ha salvato 214 persone che arrivano da Egitto, Siria, Bangladesh, Pakistan e sono esasperati: nella notte uno di loro è stato portato via in ambulanza per forti dolori allo stomaco, altre persone invece si sono lanciate da queste navi, altre ancora sono a bordo ma vivono in condizioni terribili, anche perché arrivano da vite terribili. Chi è stato a bordo a prestare soccorso a queste persone, o perché alcuni parlamentari in quanto parlamentari sono saliti a bordo, ha raccontato: cartoni stesi per terra su cui dormire, fagotti di tela da usare come coperte, gli occhi lucidi di chi ha da poco smesso di piangere. In troppi si grattano di continuo le braccia, le gambe, il torace. Quando però cominciano a fidarsi delle persone che li stanno visitando e soccorrendo, accettano di mostrare in quali condizioni si trovano: si denudano, appaiono ferite, segni di percosse, di una lama di coltello che ha colpito le parti intime, di una infezione di scabbia che sta provocando gonfiori ovunque. In un angolo c'è un ragazzo sopravvissuto a un campo di detenzione in Libia, uno di quei campi che peraltro l'Italia contribuisce a finanziare e tenere in piedi attraverso gli accordi con la Libia. Il ragazzo non riesce a stare in piedi, ha gli occhi chiusi, ha una coperta sul corpo, trema da 24 ore senza riuscire a fermarsi. In un altro angolo un uomo è disteso, la camicia aperta, il respiro che lentamente sta tornando regolare: gli hanno appena praticato un'iniezione con un sedativo per calmarlo. Il cattivo odore è percepibile anche fuori dalla nave: il carico residuale, appunto, come lo ha chiamato il governo, è stato lasciato per ore senza acqua e con i bagni chiusi. All'arrivo nessuno ha informato il carico residuale su cosa sarebbe accaduto violando di nuovo le norme in vigore; non c'erano mediatori culturali, chi è salito a bordo parlava inglese o arabo, ma solo una parte dei migranti comprende queste lingue.
È il trattamento riservato dal governo italiano ai migranti scartati sulla Geo Barents: questi migranti sono quelli costretti a restare a bordo appunto perché non giudicati abbastanza fragili sulla base dei controlli medici. Ma quali controlli medici? Il controllo, racconta il deputato Angelo Bonelli, è durato 4 ore e ha permesso di sbarcare 357 persone: vuol dire meno di un minuto a persona. È stata un'analisi frettolosa, confusa, superficiale: ci sono persone che sono rimaste a bordo, eppure, racconta Flavia Amabile sulla Stampa, sono divorate da infezioni oppure da disturbi mentali.
Oggi a proposito di questa storia Il Foglio mette per iscritto una cosa che vi abbiamo raccontato più volte dentro Politics, ma che vi ho detto anche io dentro Morning, anche prima che ci fossero le elezioni, ma perché era abbastanza facile intuire da che parte potessero andare le cose. L'unica cosa, scrive Il Foglio, su cui il governo può fare cose di destra è l'immigrazione. Non è l'unica, in realtà, ma non può farle, le cose che ha promesso in questi anni sull'economia, non può farle sulle pensioni, non può farle sulle tasse; oggi ci sono ancora anticipazioni sulla legge di bilancio, e pare che sia per quanto riguarda la flat tax, sia per quanto riguarda le pensioni, se ne riparlerà poi. Non lo può fare nei rapporti con l'Europa, non lo può fare nei rapporti con gli Stati Uniti, non lo può fare con l'Ucraina, e quindi appunto non sarà l'unica, ma una delle poche cose in cui il governo può dimostrare al proprio stesso elettorato, e quindi si tratta di performance, come appunto la scelta di tenere 35 persone bloccate su una nave facendone sbarcare poi centinaia di altre, ecco, è l'unico modo per dire "Vedete che siamo sempre noi, ci riconoscete".

Nessun commento:

Posta un commento