sabato 26 giugno 2021

Riflessioni sull'incoerenza

L'altroieri ho condiviso su Facebook il titolo di un articolo di Open, nel quale a mio parere il leader leghista Matteo Salvini dava prova di tutta la sua incoerenza: dapprima dichiarava....

«Ogni Stato sia libero di decidere sulla propria organizzazione scolastica e universitaria, sull’organizzazione della giustizia, non capisco le intromissioni»: così Matteo Salvini a proposito della legge contro la «promozione dell’omosessualità» varata nell’Ungheria del premier Viktor Orban.

... e poi...

Poi il riferimento al Vaticano che ha chiesto di modificare il ddl Zan contro l’omotransfobia perché violerebbe il Concordato. «Io sono contento: le richieste della Chiesa sono, molto umilmente, le nostre. Vogliamo un testo che punisca pesantemente ogni discriminazione e abuso, togliendo gli argomenti divisivi: i bimbi, la scuola e l’educazione, che spetta alla famiglia, oltre ai reati di opinione», ha detto il leader leghista.

Qualcuno mi ha fatto notare che Alessandro Zan, relatore dell'omonimo disegno di legge, ha mostrato per così dire un'incoerenza uguale e contraria: ha twittato prima...

... e poi...

Mi è venuto naturale replicare che sì, in fin dei conti Zan si sarà dimostrato incoerente tanto quanto Salvini, perché entrambi plaudono alle ingerenze che risultano funzionali alle proprie idee e si scagliano contro quelle che non lo sono, ma tra i due c'è una "piccola" differenza: le idee che sostengono, appunto. Zan le discriminazioni le combatte, mentre Salvini di fatto le difende, e scusa se è poco.

Tutto questo comunque mi ha suscitato una riflessione che mi sembra descritta in maniera esemplare dalle parole di Alessandro Capriccioli riportate qui di seguito.

Molti dei cattolici che oggi ringraziano il papa (ammesso che sia lui quello da ringraziare, cosa che non credo) per le posizioni espresse dal Vaticano sul ddl Zan sono gli stessi cattolici che gli davano del tupamaro quando si pronunciava contro i porti chiusi.
Non contenti di ciò, anziché occuparsi delle proprie contraddizioni, i suddetti cattolici (che per ragioni misteriose sono convinti di essere molto furbi) non trovano di meglio da fare che ribaltare l'argomento su noi "laicisti", addebitandoci esattamente la stessa accusa: quindi il papa vi va bene quando è d'accordo con voi e poi non vi va più bene quando dice cose che non vi piacciono?
Beh, sapete che c'è? Sì. A volte ci va bene e a volte no, a seconda delle cose che dice. Così come a volte ci va bene e a volte non ci va bene quello che dice chiunque, a seconda delle cose che dice.
Noi, amici cari, ce lo possiamo permettere. Voi no.
Perché si dà il caso (ve lo ricordo qualora vi sfuggisse) che per voi il papa non possa essere equiparabile a "chiunque". Per noi sì. Perché si dà il caso che al papa voi dobbiate ubbidire, senza se e senza ma. Noi no. Perché si dà il caso che di fronte alle parole del papa, del Vaticano, di santa romana chiesa e di tutto il cucuzzaro quelli liberi di essere d'accordo, non essere d'accordo, applaudire, criticare, elogiare, biasimare, siamo noi. Non voi.
Siate gentili, non ci scaricate addosso i problemi vostri.


2 commenti:

  1. Io vedo in questa polemica una tendenza sempre più marcata alla semplificazione assoluta di qualsiasi argomento: non so di quante pagine sia composto il DDL Zan ma alla fine viene semplificato come “Il DDL Zan è contro le discriminazioni” da cui discende il paralogismo “Chi è contro (o vuole modificare) il DDL Zan è a favore delle discriminazioni”.
    La maniera corretta di procedere sarebbe, secondo me ovviamente, analizzare in maggior dettaglio le proposte del DDL e discutere singolarmente su queste: possibile che siano tutte perfette e che niente possa essere cambiato in meglio? Non lo so, ma ne dubito…
    Analogamente quali sono le richieste precise del Vaticano? Anche qui di nuovo nella discussione pubblica non c’è chiarezza: tutto si riduce alle semplificazioni sullodate, cioè “Il DDL Zan è contro le discriminazioni” e “Chi è contro (o vuole modificare) il DDL Zan è a favore delle discriminazioni”.

    Invece perfino la discussione politica si riduce a livello da rete sociale dove il dibattito su una problematica complessa come quella sollevata dal DDL Zan si riduce a un “mi piace” dividendo cioè la popolazione in sostenitori e avversari: manca la posizione intermedia di comprensione delle parti e di compromesso.
    La società si divide, si spacca in buoni e cattivi, in stupidi e intelligenti, in ipocriti e pragamatici e così facendo si finisce per perdere il senso di una proposta: si finisce per difendere a spada tratta l’intero DDL Zan comprese magari delle parti migliorabili o, vice versa, lo si attacca in toto includendo anche le proposte valide e, magari, necessarie.

    Quindi le contraddizioni che evidenzi non mi stupiscono: rientrano nella logica superficiale di semplificare qualsiasi questione a livello di un “mi piace”. Si perde il contenuto e ci si concentra solo sul titolo. O se preferisci si discute del significante invece che del significato (per non dire del referente!).

    Tutto questo per dire che il problema di fondo non è il DDL Zan ma il paradigma con cui si affronta e si discute qualsiasi questione: insomma c’è un limite politico (ma anche comunicativo) a monte che banalizza e rende violenta e sterile qualsiasi discussione.

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    1. Ti ringrazio per l'approfondita riflessione, devo ammettere che forse ho semplificato un po' troppo... ma la sostanza non cambia, questo no. Il Ddl Zan non l'ho letto, mi sono basata sulla sintesi de Il Post che mi è sembrata come al solito piuttosto ben fatta. Quanto alle rivendicazioni del Vaticano, a mio avviso l'unica che potrebbe avere un minimo fondamento è quella contro l'"obbligo" anche per le scuole private e cattoliche di istituire una giornata contro l'omo-lesbo-bi-transfobia, ammesso e non concesso che questo sia un male... comunque per quanto ne so, anche per ricorrenze come il Giorno della Memoria, i singoli istituti si regolano in maniera abbastanza libera.

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