venerdì 22 settembre 2023

Lo "stile" di Ibra


L'altroieri mi sono imbattuta in un post pubblicato nella pagina Facebook Calcio Totale; ne riporto qui di seguito il testo.

"Marco Materazzi entrava per farti male. Era il suo stile. Juventus-Inter, 2 ottobre 2005.
Materazzi riesce a prendermi bene, con un’entrata a due piedi, a forbice. Devo uscire dal campo per farmi medicare. Zoppico.
Capello mi vuole sostituire, ma io gli dico: «No, mister. Ce la faccio».
Rientro solo per cercarlo. A questo punto il calcio non c’entra più, per me la partita è già finita.
Ma non riesco neppure a camminare per il dolore, Capello se ne accorge e mi fa uscire.
Comincia l’attesa.
Torno a Milano, questa volta è ora di giocare con la maglia rossonera. Domenica 12 novembre 2010: si gioca il primo derby della stagione.
All’inizio del secondo tempo, ecco il momento che ho atteso per cinque anni.
C’è una palla a metà strada tra me e Materazzi.
Io so che lui entrerà per farmi male. Ma lui non sa che io voglio fargliene molto di più, perché la mia rabbia è montata durante tutto questo tempo.
Lui entra in scivolata a due piedi, io salto per evitare il colpo, raccolgo le ginocchia e, mentre lui mi scivola sotto, gli do una gomitata in testa.
Sento il rumore del colpo secco e il suo rantolo di dolore: «Ah…».
Potrei rotolarmi a terra, fingere di aver subito anch’io danni nel contrasto. Invece mi alzo serenamente e me ne vado. Lui resta giù, poi lo trasportano in ospedale a fare visite di controllo. So di averlo colpito bene, alla tempia.
Stanković, che è un amico, viene a chiedermi: «Perché l’hai fatto, Zlatan?».
Gli rispondo: «Perché ho aspettato cinque anni. Lascia perdere, Dejan. Vai via».
Il giorno dopo devo prendere un aereo a Linate.
Mi dicono: «C’è Materazzi».
Rispondo: «Bene. Vediamo cosa fa».
Mi alzo dalla poltroncina. Magari mi punta.
Fammi vedere qui quanto sei uomo, Matrix.
Invece mi sfila accanto senza dire nulla.
Io non ho chiesto rispetto a Materazzi, me lo sono preso.
A modo mio."
[Zlatan Ibrahimovic]

Al termine della lettura ero basita: sapevo che Zlatan Ibrahimović era un tipo alquanto sbruffone, ma non lo immaginavo così brutale. (Non che Marco Materazzi in carriera sia stato l'emblema della correttezza sul campo di gioco, va detto) Ma ci sono rimasta ancora più male quando, scorrendo i commenti, ne ho trovati non pochi che lo osannavano con parole del tipo «Grande Ibra!», e pareva proprio che dicessero sul serio.

E questo sarebbe un interprete dell'autentico spirito sportivo, un esempio da seguire per le nuove generazioni?

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