domenica 7 agosto 2022

Perché sono contraria alla flat tax

In questi giorni nella mia "bolla social" circola parecchio l'immagine qua sotto, che pretende di mostrare il motivo per cui la flat tax – secondo Wikipedia «sistema fiscale non progressivo, basato su un'aliquota fissa, al netto di eventuali deduzioni fiscali o detrazioni», noto cavallo di battaglia elettorale del centrodestra – è fondamentalmente ingiusta.

Siete a un pranzo in ristorante, ci sono alcuni che mangiano aragosta, caviale e champagne a fiumi, voi prendete una pizza. Alla fine si paga alla romana. "Alla romana" è la flat tax.

Stamattina Paolo TuttoTroppo ha spiegato in un post le ragioni, che trovo assolutamente condivisibili, per cui a suo parere questo esempio è sbagliato.

Lungi da me esprimere un giudizio nel merito della Flat tax, cioè dire se sia giusta o sbagliata, iniqua o meno, opportuna o no.
Questo esempio che sta circolando sul web però mi sembra sbagliato.
"Alla romana" è un concetto diverso da "flat tax" proprio sul piano strettamente matematico.
Alla romana significa che tutti pagano la stessa cifra a prescindere dalle altre condizioni, flat tax significa che tutti pagano la stessa percentuale. Non è la stessa cosa.
Alla romana significa che il conto al ristorante fa 100 euro, io ho mangiato per 80 euro e tu per 20 ma paghiamo 50 euro a testa. Non paghiamo la stessa percentuale sul mangiato, paghiamo proprio la stessa somma.
La flat tax è invece: io guadagno 100, tu 50. L'aliquota è 10%, quindi io pago 10 euro e tu 5. Non paghiamo la stessa cifra, paghiamo la stessa percentuale che ovviamente varia in base al guadagno.
Una tassa "alla romana" sarebbe invece "a prescindere da quanto guadagni, tutti pagano 4000 euro di tasse all'anno"; quindi sia io che guadagno 30 mila euro l'anno sia tu che ne guadagni 20 milioni, paghiamo sempre 4 mila euro a testa. Oppure: "allo stato servono 60 milioni di tasse. In Italia siamo 60 milioni quindi di tasse paghiamo tutti 1 euro a prescindere da quanto abbiamo guadagnato".
La flat tax sarà iniqua, creerà disuguaglianza e sarà inapplicabile per i conti pubblici, ma non è una tassa "alla romana".
Se mi sbaglio mi corrigerete, cit.

Successivamente Paolo – che all'anagrafe si chiama Giuseppe Andrea Lazzarone, e a mio modesto avviso lo pseudonimo che si è scelto non rende giustizia alla meritoria attività che svolge sul web – ha pubblicato un altro post per rispondere alla domanda: la flat tax è incostituzionale?

Dato che stamattina abbiamo parlato di Flat Tax e ne è venuta fuori una discussione costruttiva (e utile, in vista delle elezioni), vorrei affrontare un altro problema legato a questa tassa, che in diversi suggeriscono: la flat tax è incostituzionale? Perché la risposta è meno immediata di quello che sembri.
Voglio farlo non solo perché è un argomento nelle mie corde ma anche perché, da contrario a questo tipo di tassa, ci terrei che fosse contestata per ragioni valide, altrimenti si rischia, con argomentazioni sbagliate, di ottenere l'opposto effetto di legittimarla.
Allora. L'art. di riferimento è il 53, che recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita' contributiva. Il sistema tributario e' informato a criteri di progressivita'".
L'articolo pone dunque due principi: il primo è quello della "proporzionalità", ossia il fatto che ogni cittadino contribuisca in base alla sua capacità, cioè in base a quanto guadagna.
Una tassa con unica aliquota dovrebbe rispettare il principio, in quanto più alto è il guadagno più quella percentuale si tradurrà in una cifra più alta.
Il secondo principio è invece quello della "progressività", che si traduce banalmente nel fatto che più qualcuno guadagna, più la sua aliquota dovrebbe alzarsi, e quindi non solo pagare di più in assoluto, ma anche avere più tasse in proporzione da pagare.
La flat tax dovrebbe violare questo secondo principio, perché non prevede una progressività nell'imposta (tutti pagano la stessa aliquota).
Tuttavia, leggendo bene il secondo comma, si parla di "sistema tributario improntato al principio di progressività" intendendosi cioè il sistema tributario nel suo complesso e non la singola imposta.
In altre parole, non è necessario che ogni singola imposta abbia aliquote progressive, quello che conta è che l'insieme delle imposte configuri nel complesso un sistema progressivo.
Del resto, anche l'IVA è una tassa ad unica aliquota (sì, le aliquote sono 3 in realtà, ma lo sono in base al tipo di prodotto e non della capacità contributiva di chi la paga. Il 22% sui 100 euro di benzina che facciamo li paga uguali sia lo spiantato sulla sua Panda vecchia che Briatore sul suo Maserati full optional), quindi per lo stesso ragionamento anche lei dovrebbe essere incostituzionale.
In sostanza, la Costituzione non vieta l'istituzione di una unica aliquota sui redditi, l'importante è che a questa tassa si accompagnino altre imposte verso le fasce reddituali più alte per ristrutturare il sistema tributario in modo progressivo, magari introducendo delle patrimoniali oltre tot patrimonio, tasse sui beni di lusso, tasse sulle proprietà immobiliari o sulle successioni, ecc...
Il problema dunque non è la costituzionalità della flat tax in sé, che può essere scongiurata con determinati correttivi, ma piuttosto il fatto che chi propone la flat tax è anche il più ferreo avversatore di tutte quelle imposte che sarebbe necessario introdurre per riequilibrare gli effetti non progressivi della flat tax. È infatti Berlusconi stesso a dirsi assolutamente contrario a tasse sui patrimoni, sulle successioni, sulle proprietà immobiliari. Quindi la flat tax da sola rischia eccome di risultare incostituzionale.
Mi sembra dunque evidente che la proposta di una flat tax al 23% per tutti sia una semplice trovata propagandistica in vista delle elezioni, che poi di fatto non verrebbe realizzata o comunque non come proposto, ma magari in 3 o 4 scaglioni (quindi non sarà una flat tax!).
Del resto, una tassa "piatta" per definizione, dovendo applicarsi a tutti, anche ai più poveri, per poter essere pagabile deve avere un'aliquota bassa, che andrebbe a penalizzare le entrate dello Stato (e io personalmente dubito fortemente che esistano le coperture per una cosa del genere, e sono sicuro che Berlusconi il calcolo non lo ha fatto nemmeno a spanne).
E questo senza contare l'evidente ingiustizia sociale che ne deriverebbe, dato che per un operaio pagare il 23% del suo stipendio ha un peso molto diverso di quello che ha pagare il 23% di chi guadagna 300 mila euro all'anno: il primo potrebbe avere problemi a pagare l'affitto, il secondo al massimo dovrà rinunciare alla terza supercar del suo parco auto.
Circostanza che oltretutto, più che l'art. 53, rischia di violare l'art. 3 della Costituzione. Ma anche lì ci sarebbe da discutere.
Insomma: io non sono contrario alla flat tax perché è incostituzionale, sono contrario perché è iniqua per i cittadini e dannosa per l'erario.

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