sabato 13 agosto 2022

Io non credo agli angeli, credo solo a Piero Angela

Oggi è un giorno triste per la cultura e la divulgazione scientifica in Italia, e anche per me. Se n'è andato qualcuno a cui debbo buona parte della persona che sono oggi: se ho sviluppato la curiosità nei confronti della scienza e il senso critico, è anche perché da ragazzina seguivo le trasmissioni di Piero Angela, come l'indimenticabile Quark.

La brutta notizia l'ho appresa stamattina leggendo praticamente in tempo reale il post pubblicato dal figlio Alberto, suo degno erede (ma siccome c'è gente che se non pensa male non è contenta, c'è chi riguardo alla sua carriera in Rai ha avanzato sospetti di nepotismo).

In giornata è stato reso noto il messaggio postumo scritto dallo stesso Piero Angela, che spiega meglio di tante altre parole la splendida persona che era e quello che ha rappresentato per la divulgazione scientifica in Italia.

Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.
Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.
È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.
A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.
Un grande abbraccio
Piero Angela

E io giù a piangere. Davvero, mi sento abbacchiata come se avessi perso un familiare, forse anche di più: lo vedevo un po' come il mio carissimo nonno materno che ho perso troppo presto, anche se per età Piero Angela era più vicino a mio padre. Ero consapevole che fosse piuttosto anziano, e vedendolo e sentendolo parlare si intuiva che le sue condizioni di salute non erano ottimali, ma accidenti, fino all'altra sera era in onda... e lo è anche stasera, chissà quando saranno state registrate queste sue ultime apparizioni televisive.

Molto toccante anche il ricordo di Massimo Polidoro.

«Sai Massimo, io mi sento fortunato. Quando sono nato, nel 1928, l’aspettativa di vita era di 52 anni: sono arrivato a 93 e, dunque, posso dire d’avere “rubacchiato” una quarantina d’anni in più. E che anni: ho avuto una vita pienissima e felice, piena di grandi soddisfazioni, con una bellissima famiglia, ho incontrato alcune delle menti più straordinarie del secolo, ho ricevuto riconoscimenti di ogni tipo… insomma, non mi posso davvero lamentare». Sono le parole che Piero Angela mi ha detto lo scorso giugno, seduti al tavolo della sua cucina, un luogo dove ci facevamo lunghissime chiacchierate e immaginavamo nuovi progetti insieme.
Un po’ se lo sentiva, ma nonostante gli acciacchi, la sua mente lucidissima e sempre piena di curiosità e domande non poteva fare a meno di immaginare e fare programmi. «Sai, quando sono in piedi ho più di 90 anni» diceva anche «ma appena mi siedo torno un cinquantenne!»
Piero è stata una persona fondamentale nella mia vita, è stato colui che mi ha permesso di diventare ciò che sognavo, ma era anche qualcuno verso cui nutrivo un grande affetto. E lui lo stesso affetto me lo manifestava ogni volta che ci sentivamo o ci vedevamo.
I ricordi, le cose che vorrei dire sono tantissime, ma non adesso. Ci saranno tante occasioni per ricordarlo e per continuare a tenere accese due delle cose che lo appassionavano di più, la scintilla della curiosità e la flebile fiammella della razionalità. Buon viaggio Piero.

Concludo condividendo alcune immagini che commemorano Piero Angela.








P.S.: Il titolo del post è tratto dal testo de Il rap delle ossidoriduzioni di Lorenzo Baglioni, il quale oggi ha salutato Piero Angela osservando «Se oggi faccio quel che faccio, se provo a fare divulgazione in musica, tanto, tantissimo, lo devo a te».

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