giovedì 24 agosto 2023

La cultura dello stupro e del possesso

Negli ultimi giorni sono rimasta sconvolta dalla notizia dello stupro di gruppo a Palermo, e da certi dettagli allucinanti ad essa correlati, come le intercettazioni dei cellulari dei responsabili. Per l'occasione l'account Instagram @aesteticasovietica ha pubblicato un'immagine contenente un frammento del testo di Ti pretendo di Raf, vincitore del Festivalbar 1989...

... accompagnandolo con il commento che segue.

In queste ore, in cui tutti pubblicano il testo dei messaggi degli stupratori di Palermo, noi decidiamo di pubblicare il testo di una canzone considerata dai più come una canzone d’amore.
Una canzone emblematica di quanto il nostro paese abbia, nel corso dei decenni, inconsapevolmente alimentato (fino a normalizzare) una cultura dello stupro talmente raffinata da saper romanticizzare l’assenza del consenso, cantando tutti insieme frasi come “è inutile che dici di no”
In questa cultura sono cresciuti quei ragazzi, e prima ancora i loro genitori. Certamente anche i loro insegnanti, i loro ministri della repubblica, e i giudici che ormai puntualmente emettono sentenze shock non più shock in quanto regolari nella propria cadenza (rimandiamo al post di @carlottavagnoli su questo)
Naturalmente non stiamo dicendo che questa canzone sia la causa di tutti i mali, sarebbe ingiusto e ingenuo. Questa canzone è figlia del suo tempo che però è ancora oggi il nostro. Un tempo in cui le donne sono diritto degli uomini che si nascondono dentro di loro, “in nome dell’amore se c’è”. Loro, nel dubbio, non scendono a compromessi e vanno fino in fondo.
Se tu li guardi, loro non rispondono di sé. Ed è inutile che dici di no. Come con quei ragazzi di Palermo, è stato assolutamente inutile che lei dicesse di no.
Al prossimo karaoke, facciamoci la cortesia, pensiamo alle parole che stiamo cantando. E rabbrividiamo.

Al giorno d'oggi suppongo che un testo del genere – peraltro firmato da una donna, Gianna Albini – sarebbe improponibile, e meno male... ma nel 1965 i leggendari Beatles si spinsero addirittura oltre con la canzone Run For Your Life, scritta principalmente da John Lennon con il contributo di Paul McCartney, della quale trovi qui testo e traduzione. Si tratta dello sproloquio di un uomo morbosamente geloso della propria donna, a tal punto da arrivare a dirle

Preferirei vederti morta, bambina
Piuttosto che con un altro uomo

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