martedì 8 ottobre 2019

L'ansia ti fa sbagliare? Non è detto...

La sottoscritta non può negare di essere una persona tendenzialmente piuttosto ansiosa; con la mia ansia cerco di conviverci, di tenerla sotto controllo, ma temo che non riuscirò mai a eliminarla del tutto. Finora ero sempre stata dell'idea che uno dei risvolti più negativi di tale aspetto della mia personalità fosse il fatto di spingermi a decisioni sbagliate, perché prese d'impulso e senza la necessaria ponderazione... questo finché non ho letto l'abstract dell'articolo Friend or foe? Evidence that anxious people are better at distinguishing targets from non‐targets (Amico o nemico? La prova che le persone ansiose sono più brave a distinguere gli obiettivi dai non-obiettivi) di Tsachi Ein‐Dor, Adi Perry‐Paldi e Gilad Hirschberger, pubblicato sull'European Journal of Social Psychology (per leggere oltre bisogna pagare, quindi me lo faccio bastare; per saperne di più sull'esperimento ideato dagli autori puoi leggere l'articolo di Wired grazie al quale ne sono venuta a conoscenza). Ecco la traduzione del summenzionato abstract.
Il conflitto armato richiede la capacità di distinguere rapidamente gli amici dai nemici. Il fatto di non riuscire a prendere decisioni accurate nel tiro può provocare danni a sé stessi o ad altri innocenti. I fattori che determinano tale rapido processo decisionale, tuttavia, rimangono poco chiari. Sulla base della teoria della difesa sociale, noi sosteniamo che le persone che soffrono di ansia da attaccamento possiedono caratteristiche che sono particolarmente vantaggiose in questo settore, dimodoché gli individui ansiosamente attaccati mostreranno una maggiore vigilanza e precisione in un paradigma di tiro realistico nel quale devono distinguere rapidamente tra militanti (persone armate di pistola) e innocenti (persone che tengono un oggetto dello stesso colore e della stessa forma di una pistola: bottiglia di Coca-Cola, portafoglio nero e cellulare nero). Utilizzando algoritmi di teoria del rilevamento del segnale, abbiamo calcolato la sensibilità nell'esecuzione dell'attività di tiro comportamentale. I risultati indicano che, come previsto, le persone ansiose hanno dimostrato una precisione di tiro significativamente migliore. Vengono discusse le implicazioni per i conflitti violenti contemporanei.
Ammetto di non aver capito proprio tutti tutti i concetti a cui si fa riferimento... ma la frase che ho messo in grassetto, quella sì che mi è ben chiara! ;-)
Trattandosi della simulazione di uno scenario parecchio specifico, ho i miei dubbi sul fatto che tutto ciò si possa generalizzare alle normali situazioni della vita quotidiana... ma chi sono io, che la psicologia l'ho studiata all'Università della Vita, per mettere in discussione i risultati ottenuti da eminenti studiosi?! ;-)

Nessun commento:

Posta un commento