domenica 4 settembre 2022

Risparmiare energia senza scontentare il palato

Alla tecnica di cottura della "pasta senza fuoco", descritta anni fa dal chimico Dario Bressanini il quale ha voluto precisare di non essere stato certo lui a inventarla, dedicai a suo tempo un post, ripromettendomi di provarla al più presto. Poi però non l'ho più fatto, prigioniera com'ero dell'inerzia del «si è sempre fatto in un altro modo». Ahimè, quanto mi sbagliavo!

In epoca di forti rincari dell'energia, e della conseguente esigenza di risparmiare il più possibile, l'argomento è tornato prepotentemente in auge; suppongo che un notevole contributo in tal senso l'abbia dato il Nobel per la Fisica Giorgio Parisi condividendo questo post di Alessandro Busiri Vici.

Così oggi finalmente mi sono decisa: ho portato l'acqua salata a ebollizione a fuoco vivo nella pentola col coperchio, quando mi sono accorta che bolliva ho buttato gli spaghetti – poiché la pentola non era abbastanza alta li ho dovuti sospingere per qualche secondo con l'aiuto della forchetta fino a completa immersione, visto che la mia religione non mi permette di spezzarli ;-) – poi ho aspettato che riprendesse l'ebollizione, ho dato una mescolata per evitare che si attaccassero, ho rimesso il coperchio assicurandomi che chiudesse bene e ho spento il fuoco, rimanendo in attesa per il tempo di cottura indicato sulla confezione (la De Cecco di tempi ne indica due, uno "al dente" e uno diciamo "normale" di due minuti più lungo, che è quello che uso sempre io perché la pasta troppo al dente non mi/ci piace). A tempo scaduto ho scolato la pasta, l'ho saltata in padella col condimento preparato in precedenza – vongolata congelata – e una spolverata di prezzemolo tritato, l'ho servita e... oh, era perfetta! Giusto un filo meno bollente del solito, ma decisamente mangiabile. Quanto gas ho sprecato nella mia vita!?

Anche Alessandro Capriccioli, uno che per sua stessa ammissione se la pasta non è cotta al punto giusto rifiuta di mangiarla, ha elogiato questo metodo. Comunque devo ammettere di esserci rimasta un po' male quando oggi pomeriggio ho scoperto che il risparmio individuale conseguente è dell'ordine di qualche centesimo, e se tutti gli italiani si adeguassero il risparmio complessivo sarebbe di circa 80 milioni di euro all'anno, pari allo 0,01% del PIL. Che sarà anche poco, ma a mio parere sempre meglio di niente, considerando che si tratta di energia consumata invano.

Qualcuno si è lamentato del fatto che il procedimento abbia prodotto una pasta troppo "collosa", ma a costoro ha risposto lo stesso Bressanini su Twitter: «Se vi viene colla sbagliate voi». :-P

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