giovedì 22 settembre 2022

"Credo" che non sia stata una mossa azzeccata...

Correva l'anno 1998: usciva nelle sale Radiofreccia, primo film da regista del cantautore Luciano Ligabue, prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci. Devo ammettere di non averlo (ancora) visto, però conoscevo bene il "credo laico" recitato dal protagonista Stefano Accorsi.

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards.
Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese.
Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi.
Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
Credo che non sia tutto qua, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò, prima o poi, in qualche Dio.
Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecentomila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.
Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che il rock'n'roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici, beh, ogni tanto questo buco me lo riempiono.
Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx.
Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
Credo che per credere, certi momenti, ti serve molta energia.

Ebbene, a quanto pare Matteo Salvini ha usato quel monologo per la campagna elettorale della Lega, basata appunto sullo slogan "Credo", riguardo al quale era stato argutamente punzecchiato dall'attore Luca Bizzarri, con successivi sviluppi. Ma agli interessati la cosa giustamente non è andata giù. Copincollando dalla pagina Facebook di Ligabue...

GIÙ LE MANI DA RADIOFRECCIA!
Oggi Domenico Procacci per la Soc. Fandango, Luciano Ligabue e Stefano Accorsi, rispettivamente produttore, autore e attore del film “Radiofreccia”, comunicano di avere formalmente diffidato, a mezzo dei loro legali, la “Lega per Salvini Premier” dall’utilizzo di un brano audio con la voce di Stefano Accorsi tratto dal film “Radiofreccia" illegittimamente inserito all’interno di un video elettorale attualmente diffuso su tutti i social media e ripreso dalla stampa.
Nella loro diffida i suddetti hanno contestato la gravissima violazione dei loro diritti sul film e la spregiudicata utilizzazione dello stesso in una presentazione al pubblico che lascia anche chiaramente presumere una adesione al contenuto del messaggio, da cui invece gli stessi radicalmente si dissociano. La Lega ha infatti usato il “credo laico” di Radiofreccia per la propria campagna elettorale, senza chiedere alcuna autorizzazione (che non sarebbe stata concessa), e con grave sprezzo della legge sul diritto d’autore.
La diffida contiene l’invito alla immediata rimozione dal video di qualsiasi elemento tratto dal film e riserva ogni più ampia tutela legale, in sede civile e penale.

Sarebbe un sogno se riuscissero a scucirgli un ingente risarcimento danni... magari da 49 milioni di euro! ;-) In effetti mi vengono in mente poche cose più distanti dal "Salvini-pensiero" rispetto a quel monologo.

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