Per questo periodo di festa avevo in mente di pubblicare un post sulla povertà, intesa come accontentarsi di ciò che è necessario anziché andare a caccia del superfluo... ma ho scoperto che Peppecrillo™ (copyright Siamo la Gente, il Potere ci temono) mi aveva preceduta, citando nel suo post di auguri natalizi l'articolo scritto da Goffredo Parise nel 1974 che tanto mi ha colpita quando l'ho letto di recente. Peccato che, come osservato da neXt Quotidiano, certi argomenti usati dal guru del M5S puzzino di incoerenza lontano un miglio: il comico prestato alla politica e purtroppo mai del tutto restituito non ha esattamente un tenore di vita francescano, diciamo...
Vabbè, sull'argomento ho in serbo un altro spunto, che vado a condividere: trattasi dell'edificante storiella del padre ricco che manda il figlio in campagna per fargli capire cosa significa essere povero, e il bambino si rende conto che in fondo i contadini possiedono ricchezze che noi che viviamo in città possiamo solo sognarci. Mattia Butta ha condiviso il raccontino soltanto per bollarlo come una sciocchezza... e se penso a cosa può significare fare vita nei campi per tutto l'anno, anziché trascorrerci solo tre giorni, sinceramente non me la sento di dargli proprio tutti i torti!
Nessun commento:
Posta un commento